dell’autorizzazione intergrata Ambientale
C) Chiusura impianto
3. Migliori tecniche disponibili
3.5 Metodologia di individuazione delle migliori tecniche disponibili
Vengono di seguito riportati alcuni elementi che potrebbero essere utilizzati per la determi-nazione delle migliori tecniche disponibili secondo la definizione della Direttiva 96/61/CE:
• elementi generali;
• elementi per la valutazione economica delle migliori tecniche; • elementi pertinenti la progettazione;
• elementi per la definizione degli aspetti pertinenti l’esercizio, manutenzione e il fine vita dell’impianto.
Nel seguito verrà fornita una sintetica descrizione della peculiarità delle informazioni neces-sarie per affrontare l’analisi degli elementi discriminanti per la selezione delle BAT, con una particolare attenzione per gli aspetti economici che tradizionalmente pongono maggiori dif-ficoltà di orientamento.
a) Elementi generali per l’individuazione delle migliori tecniche disponibili, BRfs e linee guida Una problematica da affrontare preliminarmente al processo di valutazione delle BAT è l’in-dicazione e la eventuale disponibilità di informazioni e di dati. In particolare per valutare se una tecnologia può essere considerata “candidata BAT” è necessario disporre di una serie di informazioni di natura tecnico-economica, indipendentemente dal fatto che se ne preveda un utilizzo in uno stabilimento nuovo od esistente.
Proprio per poter disporre di elementi informativi utili, l’Unione Europea si è attrezzata per favorire l’attuazione della direttiva 96/61/CE creando un apposito ufficio, operante presso il centro comunitario di ricerca di Siviglia. Tale ufficio coordina una serie di gruppi tecnici composti da esperti dei vari paesi della comunità (per l’Italia partecipano delegati coordina-ti dal Ministero dell’ambiente), i quali sono incaricacoordina-ti della redazione di documencoordina-ti di riferi-mento per l’individuazione delle migliori tecnologie, ossia i cosiddetti BAT reference docu-ments (BRefs).
I Brefs non sono una interpretazione legale della direttiva, non escludono gli Stati membri da-gli oblighi precritti nella diretttiva, non sono esaustivi in quanto non tengono conto in manie-ra puntuale delle condizioni locali dei singoli impianti.
I Brfes possono essere usati come ausilio per sviluppare le BAT e come riferimento per coloro che devono rilasciare l’autorizzazione integrata ambientale per determinare i limiti di emis-sione.
Il decreto legislativo 372/99 prevede che: “… con decreto dei Ministri dell’ambiente, del-l’industria, del commercio e dell’artigianato e della sanità, sentita la conferenza unificata istituita ai sensi del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono emanate le linee gui-da per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I. Con la stessa procedura si provvede al loro successivo aggiorna-mento anche sulla base dello scambio di informazioni di cui all’articolo 11, comma 4. Con decreto dei Ministri dell’ambiente, dell’industria, del commercio e dell’artigianato e della sa-nità, è istituita, senza oneri a carico del bilancio dello Stato, al fine di fornire il supporto tec-nico per la definizione delle linee guida, una commissione composta da esperti della mate-ria, alla quale partecipano, anche a titolo consultivo, i rappresentanti di interessi industriali ed ambientali”.
Le linee guida dovranno essere aggiornate.
È altresì da rilevare come lo “strumento delle linee guida nazionali”, così come i BRefs co-munitari, rappresenti unicamente un ausilio per un processo che non può essere inteso come l’applicazione impersonale di uno schema logico precostituito.
L’individuazione della migliore tecnica disponibile da parte dell’azienda, nell’accezione am-pia di cui si è già detto, comporta la capacità di valutare i propri processi, di apprezzare le possibilità di miglioramento degli stessi in funzione dell’evoluzione delle conoscenze tecnico scientifiche, di operare per rendere effettivi e concreti i progressi potenziali.
b) Elementi per la valutazione economica delle migliori tecniche disponibili
La valutazione economica risulta essere uno degli elementi fondamentali per quanto riguar-da la scelta delle BAT, come indicato, tra l’altro, nel concetto di tecniche “disponibili” defini-to dalla Direttiva 96/61/CE. Di seguidefini-to sono riportati alcuni elementi, che potranno essere considerati nelle metodologie/procedure per l’identificazione delle BAT, sia per quanto ri-guarda l’indicazione dei dati tecnico-economici da raccogliere relativamente alle singole tec-nologie “candidate BAT”, sia per quanto riguarda i processi decisionali di scelta delle BAT, da fondare non solo su considerazioni meramente tecniche, ma anche sulla valutazione degli ef-fetti di carattere economico e sociale che tale scelta comporta.
Nello specifico i costi da valutare per sviluppare un’analisi tecnico-economica circa le migliori tecniche disponibili sono:
• costi fissi, • costi operativi, • esternalità ambientali.
Nelle voci relative ai costi fissi rientra, fondamentalmente, l’investimento per la realizzazio-ne dell’impianto, ovvero gli orealizzazio-neri degli apparati, macchinari, fabbricati, le imposte sul capi-tale e sugli immobili e le assicurazioni.
In particolare la stima richiede la conoscenza dei seguenti elementi:
• costo di investimento, comprensivo dei costi dei materiali e della costruzione per una data capacità operativa;
• fattore scala down/up che permette di correggere il costo di investimento per capacità operative rispettivamente inferiori o superiori a quella data;
• costo investimento off-sites, comprensivo dei costi di collegamento, interpiping, stoccaggi della materia prima, di eventuali intermedi e dei prodotti finali e del-la fornitura dei servizi (nel caso siano prodotti all’interno delperimetro dello stabilimento);
• fattore operativo che indica il numero di giorni/anno in cui l’impianto lavora al massimo livello di capacità, tenendo conto dei normali tempi necessari di fermata (manutenzione, cambio catalizzatore, etc.);
• tempo di costruzione dall’avvio dell’impianto alla sua messa in marcia; • “royalties” richieste dal proprietario della tecnologia (licenziatario) che
entra-no a far parte del costo di investimento se soentra-no fisse (pagamento iniziale) op-pure dei costi operativi se sono correnti (proporzionali alla produzione);
Per la stima dei costi operativi vanno riportati i consumi richiesti dal ciclo produttivo, in par-ticolare:
• materia prima,
• chemicals (catalizzatori, additivi),
• servizi (vapore, energia elettrica, acqua, calore di processo),
• impegno di personale direttamente impiegato nella conduzione dell’impianto e indirettamente nella supervisione, nel laboratorio di controllo, nei servizi, • costo manutenzione.
Possono essere considerati costi di gestione connessi con la tecnologia in studio anche le seguenti voci:
• costi di logistica e stoccaggio materia prima, tra i quali si individuano: strutture per rispondere ad eventuali versamenti
piani di emergenza stoccaggio materia prima addestramento operatori;
• costi relativi all’area di processo, in particolare: equipaggiamento sicurezza
addestramento personale strutture per la raccolta dei rifiuti
apparecchiature per il controllo delle emissioni, per il campionamento e le analisi;
• costi relativi alla produzione di rifiuti solidi pericolosi e alle emissioni di inqui-nanti in acqua e aria:
campionamento e analisi area stoccaggio rifiuti solidi trasporto rifiuti solidi e smaltimento piani di emergenza
autorizzazioni all’attività produttiva nel rispetto delle regolamentazioni eventuali tasse sulle emissioni di inquinanti.
Nella valutazione economica delle migliori tecniche non si può prescindere infine dalla stima delle “esternalità ambientali”. È indubbio infatti che lo schema “confronto costi – benefici” che sottende l’individuazione della migliore tecnica non possa prescindere sia dai costi sia dai be-nefici ambientali. La definizione di esternalità ambientali è alquanto controversa, ad oggi. Si può qui tentare una definizione dicendo che: le esternalità ambientali sono quei costi corre-lati al ciclo produttivo e dovuti:
a) all’uso di risorse materiali finite,
b) ai danni causati agli ecosistemi dalle emissioni di sostanze inquinanti c) all’uso degli ecosistemi come recettori di sottoprodotti ovvero di rifiuti.
Il termine stesso “esternalità” è utilizzato per ricordare la necessità che tali costi vengano ri-portati all’interno dei prezzi correnti di mercato, compreso ovviamente il costo dell’adozione delle migliori tecniche.
Purtroppo, attualmente, non si dispone di molti metodi codificati e sperimentati per effettuare la stima delle esternalità. Vale qui la pena di citare un recente progetto comunitario denomi-nato EXTERNE (EU - Community Research, “ExternE, Externalities of Energy , 1998”), che ha prodotto una serie di studi ed un modello di calcolo delle esternalità associate al ciclo di pro-duzione dell’energia elettrica. Lo stesso progetto dovrebbe essere esteso a breve ad altri set-tori produttivi.
c) Elementi pertinenti la progettazione relativamente alle migliori tecniche
Nel concetto di migliori tecniche disponibili espresso dalla Direttiva 96/61/CE è compresa anche la progettazione. In tal senso si evidenzia come la progettazione debba essere consi-derata sia per quanto concerne la valutazione delle tecnologie candidate BAT sia per quanto riguarda le valutazioni previste nell’iter per il rilascio delle autorizzazioni.
In particolare si potrebbe prevedere un approccio gerarchico nella valutazione della proget-tazione relativa alla gestione dell’inquinamento:
• riduzione alla sorgente, • riciclaggio nel processo, • riciclaggio nel sito produttivo, • riciclaggio fuori dal sito,
• trattamento dell’inquinante o rifiuto per renderlo meno pericoloso, • messa a dimora,
• diretto rilascio nell’ambiente.
d) Elementi per la definizione degli aspetti pertinenti l’esercizio, la manutenzione e il fine vi-ta dell’impianto
La definizione di migliori tecniche disponibili riguarda anche gli aspetti pertinenti l’esercizio, la manutenzione e la dismissione degli impianti. In tal senso in sede di valutazione delle tec-niche candidate BAT sarà necessario focalizzare l’attenzione anche su quegli elementi che ca-ratterizzano una tecnologia od un processo produttivo in relazione alla complessità della
ge-stione dell’impianto, alla difficoltà, frequenza e tipologia delle operazioni di manutenzione, nonché gli aspetti relativi all’intero ciclo di vita dell’impianto, ipotizzando le modalità di ri-pristino del sito una volta dismessa l’attività produttiva, con particolare riferimento alla valu-tazione delle possibili alterazioni delle caratteristiche naturali del sito stesso.