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Metodologia

Nel documento Il labirinto della dislessia (pagine 7-10)

2.1 La domanda di ricerca e gli obbiettivi

Al giorno d’oggi il tema della dislessia ha preso sempre più piede in tutto il mondo, questo dovuto al fatto che sempre più bambini soffrono di questo disturbo. La società è in continuo cambiamento: se fino a un centinaio di anni fa non era essenziale avere delle approfondite capacità nel leggere e scrivere, al giorno d’oggi è fondamentale. Ciò affinché un individuo venga incluso nella società a livello scolastico, lavorativo e sociale. Da qui si sono quindi resi necessari degli approfondimenti rispetto a questo disturbo, poiché generano delle conseguenze sul benessere delle persone rispetto al contesto in cui si è inseriti al giorno d’oggi. Attraverso questa tesi si vuole dunque approfondire quali sono gli aspetti che incorrono rispetto a questo tema e quali possono essere gli elementi che potrebbero venir migliorati o che meritano un’attenzione in più all’interno del contesto ticinese.

Al fine di poter avere una panoramica globale del contesto in cui siamo inseriti, verrà approfondito l’ambito scolastico ticinese, i vari servizi che offre il cantone a favore di un sostegno dell’alunno con difficoltà scolastiche. Considerando nel dettaglio i disturbi specifici di apprendimento (DSA) di cui la dislessia ne fa parte. Il fenomeno verrà anche approfondito da un punto di vista clinico per capire come viene riconosciuto questo disturbo, se i pediatri sono in grado di poter prendere in analisi questo problema e che ruolo ha il mondo sanitario con la dislessia. Pertanto la prima domanda che viene posta è:

A) In che modo viene affrontato o gestito il fenomeno dei disturbi specifici di apprendimento, in particolar modo il disturbo di dislessia nel Canton Ticino?

Una seconda domanda alla quale il presente lavoro cercherà di rispondere è:

B) Qual è l’impatto della dislessia nella vita di un bambino e del suo entourage?

Per rispondere a tale domanda si è reso necessario una suddivisione degli aspetti emersi nelle seguenti cinque aree:

L’area genitoriale: capire quali sono le loro reazioni di fonte a questo disturbo, come vivono questo problema, che tipo di collaborazione e aiuto trovano sia a livello scolastico che sanitario sul territorio ticinese, come affrontano questo problema, che dinamiche possono nascere all’interno della famiglia con un figlio dislessico.

L’area psicologica / sociale del bambino: conoscere quali conseguenze può provocare questo disturbo su un bambino che ne soffre e sui loro genitori, quali possono essere i fattori di malessere psicologico e sociale legati al problema di dislessia.

La formazione scolastica: investigare in che modo la scuola può essere di sostegno per un bambino dislessico, con chi collabora, quale rete attiva, quali risorse o capacità possiede un insegnante di fronte a questo disturbo.

L’area pubblica: riconoscere che tipo di conoscenza ha la popolazione in merito a questo tema e se si può favorire una prevenzione rispetto a questa problematica.

L’area sanitaria: comprendere come viene riconosciuto questo disturbo e se i pediatri sono in grado di poter prendere in analisi questo problema in tutte le sue sfumature.

2.2 Ricerca empirica qualitativa

L’obbiettivo è quello di esplorare le esperienze, i vissuti, le opinioni e le emozioni dei partecipanti all’indagine. Per questo motivo la ricerca svolta è di tipo empirica qualitativa.

Questo tipo di ricerca permette di esplorare in modo schietto e senza abbellimenti la quotidianità e la vita del partecipante. Inoltre cerca chiarimenti, interpretazioni, tendenze, argomenti e temi che sono utili a spiegare e approfondire il contesto che stiamo esaminando (Carey, 2013).

Questa ricerca volge a raccogliere informazioni attraverso testimonianze di attori coinvolti direttamente con la dimensione della dislessia e DSA; indagando le sue conseguenze, il vissuto di fronte a questo disturbo, gli attori e le istituzioni coinvolte.

In una ricerca qualitativa, si cerca di analizzare ed esaminare in dettaglio elementi quali il comportamento, l’atteggiamento, il vissuto e le abitudini di determinati gruppi sociali o di persone singole. Lo scopo è di analizzare e esplorare un fenomeno sociale, un dibattito politico o un insieme di dilemmi etici in correlazione con la pratica del mondo sociale (Carey, 2013). Un altro metodo che richiama una certa creatività nel raccogliere e valutare le informazioni è quello di riuscire a indagare e interpretare le tendenze sociali, imputando ad esse importanza e significato culturale o politico (Carey, 2013).

2.3 Interviste semi-strutturate

Lo strumento utilizzato per raccogliere le informazioni di questa tesi è stato quello dell’intervista semi-strutturata. Questa scelta è dovuta al fatto che questo strumento è basato sulla stesura di domande già predefinite e non, che lasciano all’intervistato una certa autonomia nella risposta (Carey, 2013).

Questo tipo di intervista, è molto funzionale per gli studenti di servizio sociale poiché permette di rispondere alla domanda di indagine sia attraverso quesiti già definiti e strutturati, sia attraverso domande meno strutturate. Queste ultime, danno spazio a maggiori informazioni rispetto a quelle espresse dal partecipante.

Le interviste sono state sottoposte a sette persone che compongono quattro specifici gruppi:

un pediatra dell’Ospedale Regionale di Lugano, due docenti di elementari, tre genitori con figli dislessici e al capogruppo del Servizio del Sostegno Pedagogico.

Per ogni specifico gruppo ho preparato una differente struttura d’intervista per la quale ho potuto approfondire il tema della dislessia.

Partendo dalla domanda di tesi generale sono stati posti dei quesiti per ogni gruppo di partecipanti con l’obbiettivo di stimolare l’interlocutore al racconto e alla riflessione del tema della dislessia.

La scelta di questi partecipanti è stata accurata e valutata. La dimensione della scuola rappresenta il luogo in cui si iniziano ad ipotizzare questi disturbi ed è sicuramente l’ambiente principale in cui l’alunno soffre. Da questo ne deriva la necessità di intervistare due docenti, al fine di poter raccogliere informazioni riguardo al vissuto e le emozioni dell’allievo e del docente nell’ambito di questo disturbo. Altri attori che sono strettamente correlati a questo disturbo e al sostegno di esso, sono i genitori, che vivono indirettamente queste difficoltà. Durante lo studio sono state prefissate interviste a quattro genitori, ricevendo disponibilità unicamente da tre di essi. L’intermediario responsabile della presa di contatto con i genitori, è stata l’associazione ADAT2. Quest’ultima è un’organizzazione ticinese che si occupa di disturbi specifici di apprendimento, quali dislessia, discalculia, disgrafia, disortografia (DSA), così come disturbi di deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

https://associazioneadat.com/

Il settore clinico e sanitario rappresenta il concretizzarsi della diagnosi di questi disturbi. Ne deriva dunque la necessità di intervistare un pediatra, specialista del settore, il quale può dare informazioni più dettagliate rispetto a questo disturbo. Non da ultimo, è stato intervistato il capogruppo del servizio del sostegno pedagogico. Egli collabora con i sevizi offerti dal Cantone, atti a garantire un sostegno all’alunno affinché possa raggiungere il successo scolastico.

Le interviste presenti nel capitolo degli allegati, sono state trascritte rispettando anche l’anonimato delle persone. Soprattutto per i genitori che, per tutelare il minore, hanno preferito l’utilizzo di nomi fittizi.

2 2 L’associazione ADAT ha l’obbiettivo di divulgare maggiormente le informazioni riguardo questi disturbi attraverso giornate informative, conferenze e l’uso dei media e dei social. Garantisce un certo contatto con i vari professionisti quali logopedisti, medici, psicologi, docenti e ricercatori e stipula e collabora con i vari enti e servizi presenti sul territorio. Preme verso progetti formativi e sovrintende le borse di studio per DSA. Preme nella maggiore informazione e conoscenza delle problematiche anche fra genitori, figli e scuola.

https://associazioneadat.com

Nel documento Il labirinto della dislessia (pagine 7-10)

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