Fonte: DREES, Enquête ES 2008. Tutta la Francia (Metropolitana e DOM). Situazione al 15 dicembre 2008.
Il 56% dei bambini ospitati dall’ASE, sono maschi. La loro proporzione è molto simile nelle MECS (56%), foyers d’enfance (54%) e Pouponnières (56%). La loro presenza è più accentuata nelle lieux de vie et accueil (64%). Nei villaggi d’enfance corrispondono al 50%.
L'età media dei minori ammessi nelle strutture è di 13 anni, ma varia a seconda dello scopo principale della struttura d’accoglienza. Le pouponnières accolgono una maggioranza di bambini piccoli, ma hanno alcuni posti per i bambini più grandi, che vengono accolti fino a 12 anni. Nei foyers d’enfance, l'età media è di 10 anni, ma ospitano anche un gran numero di bambini sotto i 3 anni (13%) a causa del fatto che si integrano ai servizi di pouponnières. I foyers d’enfance sono comunque dedicati principalmente
all'infanzia e all'adolescenza, con il 31% dei bambini dai 6 ai 12 anni e il 37% dei giovani tra 13 e 17 anni. I giovani adulti sono pochi (6%). Le MECS accolgono minorenni più grandi, con un'età media di 14 anni: i bambini al sotto dei 6 anni sono una piccola minoranza (4%). I lieux de vie et accueil ospitano per lo più adolescenti, il 62% sono giovani che hanno tra i 13 e i 17 anni, il 2% meno di 6 anni. Per quanto riguarda i villaggi d’enfance, si distinguono per un gran numero di bambini e preadolescenti, il 54% sono tra i 6 e i 12 anni e l'età media è di 11 anni. I bambini tra i 3 e i 5 anni sono l’11%, mentre i giovani adulti sono poco presenti (3%).
I bambini che hanno lasciato l’istituto d’accoglienza nel 2008 sono rimasti nello stesso in media 13 mesi. La durata media è notevolmente differente tra i bambini. La metà di loro sono usciti dall'istituto prima dei sei mesi. Tuttavia per altri giovani, il soggiorno è stato più lungo: superano anche i 17 mesi per il 15% dei bambini.
Il 60% dei bambini dimessi, rimangono sotto la tutela dell’ASE. Quanto più piccoli sono i minorenni tanto più hanno la possibilità di ritornare a vivere con la loro famiglia d’origine o con una persona di fiducia della famiglia. Questo è il caso del 48% di coloro che hanno meno di 6 anni, il 45% di quelli che hanno tra i 6 e i 15 anni, il 37% di quelli che hanno tra i 16 e i 17 anni, il 32% di quelli con 18 anni o più.
4.3 - Il caso spagnolo
In questo paragrafo, utilizzeremo i dati ricavati dal materiale didattico del «Master Interuniversitario en Adopcion y Acogimento: intervencion multidisciplinar», consegnato dalla Prof.ssa Blanca Gómez Bengoechea dell’Instituto Universitario de la Familia, dell’Universidad Pontificia Comillas insieme ai dati dell’«Boletín de Datos Estadísticos de medidas de Protección a la Infancia» n. 16, pubblicati dall’Observatorio Infancia, Gobierno de España/MSSSI e della recente normativa sulle misure di protezione all’infanzia della Spagna.
Il sistema di protezione dei minori spagnolo è regolato dalla recente Legge Organica n. 08 del 28 luglio 2015. Oltre che a rispettare tutti gli strumenti normativi internazionali, la Costituzione Spagnola e le leggi delle Comunità Autonome hanno l’obiettivo di prendere in carico tutti i bambini che non possono essere tutelati dalla propria famiglia, cercando di proteggerli e soddisfare le loro necessità affettive ed economiche.
Nella prossima tavola, si vede la sequenza semplificata dei processi significativi della cornice legislativa spagnola nell’ ambito nazionale e le rispettive norme delle comunità autonome in materia di protezione dei minori:
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Fonte: Figura n.1 «Processi più significativi del marco normativo (Leggi 21/1987 e 1/1996)» del «Boletín de Datos Estadísticos de medidas de Protección a la Infancia» n. 16, Observatorio
Infancia/MSSSI.
Principi generali:
La Prof.ssa Blanca Bengoechea sostiene che dalle normative spagnole in materia di protezione e tutela dei minori si possono trarre i seguenti principi generali:
a) L’interesse superiore del bambino: tutte le decisioni prese in base alle leggi di qualsiasi procedimento in cui è coinvolto un bambino (e in particolare nei casi in cui il procedimento è destinato a fornire una protezione), devono sottostare a questo principio giuridico fondamentale. La scelta di ogni misura deve essere formulata mettendo l'interesse dei bambini in primo luogo, indipendentemente dell’interesse di terzi.
b) Il carattere educativo, deve essere intrapreso in tutte le misure attenendosi alle disposizioni della legislazione di protezione del bambino.
c) Il rispetto dei diritti riconosciuti, in particolare il diritto all’ uguaglianza e alla non discriminazione per qualsiasi motivo (razza, sesso, lingua, religione, origine nazionale, l'origine etnica o sociale, condizione economica, condizioni fisiche o psichiche, ecc.) d) Il principio di sussidiarietà, per cui si dovrebbe cercare di evitare la separazione dei bambini dal loro ambiente di origine, attuabile solo nei casi in cui sia inevitabile. Quindi,
Famiglia abbandono Altre situazioni Tutela Guarda Accoglimento familiare Accoglimento residenziale adozione
prima di scegliere le misure che comportano l'allontanamento della convivenza con la famiglia biologica, è necessario pensare ad altre soluzioni, e scegliere quale sia il provvedimento più adatto per la protezione del bambino in quel momento.
e) La ricerca dell'integrazione famigliare e sociale. A questo proposito, dovrebbero essere considerate le misure di protezione residenziale. È preferibile il collocamento del minore in una famiglia, sempre che questo non sia dannoso per il suo interesse.
f) Il coordinamento tra le amministrazioni è essenziale in questo settore. L’amministrazione locale (servizi territoriali) e l’amministrazione autonoma (delle Comunità Autonoma) debbono avere una comunicazione stretta, dal momento che le situazioni di pregiudizio sono spesso rilevate nell’ ambito municipale (comunale). Possiamo affermare che questi principi, oltre che a guidare le azioni di protezione dei minori nel contesto spagnolo, sono utilizzati anche nel contesto dell’Italia e della Francia, come abbiamo analizzato nei paragrafi precedenti.
Le misure di protezione:
La Prof.ssa Bengoechea, spiega che nei casi in cui viene rilevata una situazione di pregiudizio dei minori dal settore dei servizi sociali o da qualsiasi altro ente (istruzione, sanità, ecc.), c’è l’obbligo di informare l'organismo competente della Comunità Autonoma, che valuterà se è necessario applicare una misura di protezione.
Il quadro normativo spagnolo prevede che le Comunità Autonome debbano tutelare i minori che si trovino in situazione di pregiudizio automaticamente, cioè senza l'intervento di un giudice. Sono le Comunità che hanno l’obbligo di proteggere il bambino che è stato privato del sostegno morale o materiale dei genitori o del loro responsabile.
Con la dichiarazione di desamparo si prende la più adeguata misura di protezione del minore. Devono essere presi in considerazione il principio dell’interesse superiore del minore, della tutela dei suoi diritti, del principio di sussidiarietà. Le misure di protezione devono avere come obiettivo il rientro del minore nel suo ambiente familiare e sociale.
La dichiarazione di desamparo e tutela:
I genitori hanno l'obbligo di assicurare la protezione dei propri figli, il quale implica la convivenza, il dar loro una alimentazione adeguata, educarli, procurargli una formazione integrale, rappresentarli e gestire la loro proprietà (art. 154 Codice Civile).
Per i casi in cui, per varie ragioni, i genitori non esercitino in modo adeguato questi doveri, il sistema giuridico spagnolo prevede la possibilità che la Comunità autonoma diventi tutore del minore, quindi responsabile del rispetto di tali obblighi.
In questi casi le funzioni di protezione vengono seguite nella vita quotidiana dei bambini da parte del responsabile del centro d’accoglienza o da una famiglia affidataria. È molto frequente che l’affidamento familiare sia svolto dai membri della famiglia allargata (zii, nonni o altri parenti).
L’ intervento di allontanamento del minore dalla famiglia di origine può essere consensuale o giudiziale. Nel primo caso la famiglia dà il proprio consenso alla misura di protezione ed il provvedimento diventa amministrativo. Nei casi in cui la famiglia sia contraria all’allontanamento ci sarà l’intervento giuridico. Il provvedimento in questo caso diventerà giudiziario.
L’affidamento può essere semplice, permanente o preadottivo. Sarà semplice quando il provvedimento è temporaneo cioè nei casi in cui sia previsto il reinserimento del minore nella sua famiglia a breve termine. È permanente quando non sia chiara la possibilità del ritorno del minore alla famiglia di origine, ma l'età del bambino o altre circostanze familiari, consigliano di attuare una misura di questo tipo. È pre-adottivo o anche denominato affidamento con fine d’adozione (guarda con fines de adopcion) quando la famiglia adottiva è stata scelta per la costituzione dell’adozione.
Per avere una fotografia dell’attuale situazione dei minori in situazione di tutela abbiamo preso in considerazione i dati del 2013 del «Boletín de Datos Estadísticos de medidas de Protección a la Infancia» n. 16, Observatorio Infancia/MSSSI. La prof.ssa Bengoechea sostiene che esiste una difficoltà ad accedere ai dati completi e attualizzati sulla situazioni dei minori e sulle misure di protezione , come possiamo vedere nella sua dichiarazione in seguito:
La mancanza di informazione completa, centralizzata e strutturata su questi minori, e la mancanza di omogeneità che esiste nella regolazione di questo problema, tra le diverse comunità autonome, rendono difficile, se non impossibile, sapere cose fondamentali su di loro. Come ad esempio per quanto tempo siano stati istituzionalizzati, con quali misure e in quali luoghi, il rapporto che hanno con la loro famiglia di origine, che lavoro si sta facendo per il possibile ritorno, come vivono il loro affidamento, cosa si aspettano dal futuro, o perché permangono in un centro.
Dai dati del Ministerio de Sanidad, Servicios Sociales e Igualdad (MSSSI)207, nel 2013 ci sono state 12.372 notificazioni di maltrattamento di minori. Di questi, 4.966 casi sono stati considerati gravi, e il 7.406 con una gravità lieve o moderata. Di seguito possiamo vedere il grafico con i dati divisi per età e gravità dei casi notificati: