• Non ci sono risultati.

Dal quadro emerso nei paragrafi precedente emerge con chiarezza come, eventi estremi, disastri, resilienza etc. non siano concetti di facile lettura ed interpretazione, a causa delle innumerevoli applicazioni e sfumature che li connotano. Nel campo del DRR questi elementi tendono a sovrapporsi e la necessità di una loro quantificazione è pressante, nel momento in cui si voglia approntare delle reali strategie di DRR. Mayunga nel 2007 propose l'uso del concetto di “patrimonio” come quadro di riferimento per valutare la Resilienza di una comunità ai disastri (J S Mayunga 2007). L’approccio basato sul Patrimonio è legato all’idea che le cinque maggiori forme di Patrimonio, collegate tra loro, contribuiscano alla crescita della resilienza della comunità rispetto ai disastri (J S Mayunga 2007). Mayunga, proseguendo nel lavoro tracciato da altri, propose di estendere l'approccio Patrimonio Sociale, già suggerito in letteratura (Tierney, 2006), per includere le cinque principali forme di Patrimonio: Sociale, Economico, Fisico, Umano e Naturale (J S Mayunga 2007), ovvero quei fattori che includono le risorse economiche, i beni e le competenze, le informazioni, le conoscenze e le reti di sostegno, l'accesso ai servizi ed i valori comunitari condivisi (J S Mayunga 2007). In scia con la letteratura di settore, la nozione di Patrimonio va ad allinearsi molto bene con il concetto di sostenibilità (Smith et al., 2001), a sua volta legato spesso al concetto di resilienza alle catastrofi (Mileti, 1999 Tobin, 1999; Brown & Kulig, 1996-1997, UN). L'essenza di utilizzare l’approccio Patrimonio è riscontrabile nel fatto che lo stesso sia costituito da quelle componenti necessarie allo sviluppo di un'economia di comunità sostenibile (J S Mayunga 2007). Non va dimenticato inoltre come l’ONU abbia più volte rimarcato la forte connessione tra povertà e vulnerabilità ai disastri. Pertanto quante più opportunità economiche avrà una comunità, tanto più elevato sarà il suo potenziale per ridurre l'impatto di un disastro ovvero, di conseguenza, si avrà una comunità più resiliente. Inoltre, questo particolare approccio alle tematiche di DRR, non è del tutto nuovo nel campo dei disastri e pericoli, in quanto già applicato nei programmi di riduzione della povertà e sviluppo sostenibile (J S Mayunga 2007). In sintesi le cinque forme di Patrimonio si caratterizzano per:

 Patrimonio sociale: sebbene il Patrimonio sociale sia stato definito in vari modi, vi è una comune accento sull'aspetto della struttura sociale, la fiducia, le norme e le reti sociali che facilitano l'azione collettiva (Green & Haines, 2002). Putnam (1995) definisce il concetto di Patrimonio sociale con la caratteristica di organizzazione sociale, come le reti, norme e fiducia sociale che facilitano il coordinamento e la cooperazione reciproca. Nel contesto della resilienza di una

68

comunità, riflette la quantità e la qualità della cooperazione sociale. Lo sviluppo del Patrimonio sociale è importante perché permette ai cittadini di risolvere i problemi collettivi più facilmente. Le comunità più resistenti sono quelle che lavorano insieme verso un obiettivo comune (Davidson, 2006)(Manyena 2006).  Patrimonio economico: denota le risorse finanziarie che la popolazione usa per

raggiungere i propri livelli di sussistenza. Comprende i risparmi, il reddito, gli investimenti ed il credito. L'apporto del Patrimonio economico per la costruzione di comunità resilienti è molto semplice, in quanto aumenta l’abilità e la capacità degli individui, gruppi e comunità di assorbire gli impatti dei disastri e velocizzare i processi di recupero (J S Mayunga 2007);

 Patrimonio fisico: Comprende abitazioni residenziali, edifici pubblici, commerciali/industriali, dighe e argini, e rifugi. Comprende anche le reti (elettriche, acquedotti, telefoniche..) e le infrastrutture critiche come ospedali, scuole, caserme di polizia, vigili del fuoco e case di cura. Il Patrimonio fisico è una delle risorse più importanti per la costruzione delle capacità di una comunità di far fronte alle calamità (J S Mayunga 2007);

 Patrimonio umano: gli economisti parlano di capacità innate, derivate, accumulate, incarnate nella popolazione in età lavorativa, che permettono di lavorare in modo produttivo con altre forme di capitale, per sostenere la produzione economica (Smith et al., 2001). Patrimonio umano comprende l'istruzione, le conoscenze e competenze accumulate attraverso lo studio, la formazione ed esperienza. Si riferisce anche alla salute della popolazione in età lavorativa, senza salute, la popolazione non può essere in grado di sfruttare altre forme di capitale (Smith et al., 2002). Il Patrimonio umano si applica anche a tutti gli altri vantaggi che hanno le persone, tra cui le esperienze del disastro, che danno loro la possibilità di farvi fronte, adattarsi e recuperare. La conoscenza e l'abilità degli individui rispetto ai pericoli, storia dei pericoli e rischio di pericolo nella loro comunità, può essere risorsa importante nella costruzione della resilienza di comunità. Il Patrimonio umano è probabilmente uno dei più importanti determinanti della resilienza tra le altre forme di capitale (J S Mayunga 2007);

 Patrimonio naturale: risorse naturali, come acqua, minerali, petrolio, o terra che fornisce lo spazio su cui vivere e lavorare, e gli ecosistemi che mantengono l'acqua e l’aria pulita ed un clima stabile (Smith et al., 2001).Il Patrimonio naturale è fondamentale per sostenere tutte le forme di vita, compresa la vita umana. Le attività umane sono però spesso responsabili dell’esaurimento dello

69

stock e della qualità del capitale naturale. La qualità dell'acqua e della terra possono essere degradate attraverso lo smaltimento dei rifiuti o dai consumi famigliari. Le emissioni di gas serra possono cambiare la composizione dell'aria e contribuire al riscaldamento globale. Nel contesto della resilienza ai disastri, le risorse naturali, come le zone umide e la copertura vegetale, giocano un ruolo importante nella protezione delle zone costiere dai rischi legati ai cambiamenti climatici come gli uragani e le inondazioni. Il Patrimonio naturale può dunque essere misurato attraverso la qualità delle acque, dell'aria, del suolo, delle zone umide, foreste e dei parchi locali e nazionali (J S Mayunga 2007)

Nello schema seguente è mostrato come le 5 forme di Patrimonio contribuiscano a ridurre la vulnerabilità ed aumentare la resilienza della comunità ai disastri.

Figura 2.10 – Schema generale cinque forme di Patrimonio.(J S Mayunga 2007)

Il grafico esprime con chiarezza come ogni forma di Patrimonio sia un dominio indipendente, misurabile attraverso una combinazione di specifici indicatori. Gli Obiettivi ed indicatori individuati, se collegati ai fattori di Vulnerabilità ed Esposizione, vanno direttamente al cuore della Riduzione del DRR (Mitchell 2012).

70

capitolo 2 - Revisione bibliografica

Bibliografia

Alexander, D.E., 2013. Resilience and disaster risk reduction: An etymological

journey. Natural Hazards and Earth System Sciences, 13(11), pp.2707–

2716.