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Dove la vulnerabilità oltre a poter essere un valore parziale, è quantificabile e può essere espressa come un indice o una percentuale relativa alle perdite totali (Alexander 2009).

4.2.1 - Dalle ipotesi alla formula, i punti focali.

Con il presupposto che la semplice risposta ai disastri produca solo risultati temporanei (United Nations 1994), questa ricerca propone una nuova via per ridurre le conseguenze dei disastri. Per il raggiungimento di tale obiettivo è necessario individuare, sia le peculiarità dell’evento estremo, sia le comunità-ambienti colpiti. Se non si parte da queste due valutazioni, non sarà possibile improntare un corretto sviluppo delle attività di prevenzione, mitigazione, preparazione e recupero, quali azioni strategiche descritte nel documento di Yokohama (1994). Partendo dalle ipotesi e sub-ipotesi descritte nel capitolo precedente, in questo lavoro viene presentata una nuova formula per il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

 Quantificare la dimensione dell’evento estremo ed il suo impatto sul Sistema, in termini di Pericolosità, Vulnerabilità ed Esposizione;

 Quantificare la dimensione delle Risorse del Sistema in termini socio-economici;  Identificare, dandone misura, le soglie emergenziali;

 Quantificare la vulnerabilità primaria, secondaria e differita e le relative azioni di contrasto;

 Fornire un valido supporto a tecnici e decisori politici in merito alle strategie ed azioni più efficaci per l’approntamento delle strategie di DRR.

4.2.2 - La costruzione della formula: i modelli PAR ed SL.

Nel paragrafo 3.1, introducendo il Ciclo dei Disastri ed i suoi punti di contatto con il

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La valutazione della sua dimensione è fondamentale per comprendere se le risorse del Sistema siano sufficienti o meno a fronteggiare il problema. In altre parole è essenziale poter stimare quale tipologia d’evento emergenziale ci si potrà attendere, a seguito di un Evento Estremo. Nel dimensionamento del concetto d’Emergenza si è tenuto conto degli elementi Magnitudo d’Evento (ISDR, 2009) e Continuum of Magnitude (Quarantelli 2006; Bissell, 2010). Il concetto di Magnitudo d’evento, nel suo complesso, ci permette di introdurre ed utilizzare in questa ricerca due differenti modelli: il modello PAR (Pressure and Release) ed il modello Sustainable Livelihood (SL). Il primo interpreta un disastro come intersezione di due forze opposte: da un lato i processi che generano vulnerabilità, e dall’altro il pericolo collegato all’evento naturale (Wisner et al. 2004). Il fattore Pressure farà riferimento alla magnitudo d’evento stressante il nostro sistema, mentre il fattore Release sarà funzione del valore di vulnerabilità del sistema stesso, collegato a sua volta al concetto di Continuum di Magnitude. L’utilizzo del modello PAR ha dimostrato come gruppi di cittadini, pur senza una preparazione tecnica, siano in grado di effettuare valutazioni ambientali con l’ausilio di tecnologia precedentemente non accessibile a loro (Pickles 1995; Levin-Weiner 1997; Liverman et al 1998; Maskrey 1998). L’uso del modello PAR permette alle comunità di definire le proprie soglie di vulnerabilità e capacità (Wisner et al. 2004), permettendo così di decidere quali rischi ritenere accettabili o meno. Utilizzando il modello PAR potremo definire l’ Indice di Criticità Territoriale (vedi paragrafo 4.3.4). Il modello SL descrive invece le capacità, i beni e le attività necessarie per una determinata qualità della vita. Una vita è definita sostenibile (quando può) fare fronte e recuperare rispetto a stress e impatti, mantenendo o migliorando le proprie capacità e risorse; provvedendo a fornire mezzi di sussistenza sostenibili per le generazioni successive; contribuendo ai benefici di altri livelli di sussistenza a scala locale e globale, a lungo e breve termine (Chambers e Conway, 1992). In pratica il modello SL entra nello specifico dei fattori che caratterizzano il livello di vulnerabilità di un elemento esposto ad un determinato fattore stressante. Gli elementi componenti il modello SL sono riassumibili nelle 5 tipologie di Patrimonio presentate da Mayunga (2007), descritte al paragrafo 2.7. Il modello SL contribuisce alla quantificazione dell’ Indice di Capacità Territoriale (vedi paragrafo 4.3.4), permettendo di compiere delle valutazioni, qualitative-quantitative, sulla somma dei fattori Patrimonio, necessari a bilanciare-contrastare il fenomeno descritto tramite il modello PAR.

4.2.3 - Una formula per quantificare l’Emergenza.

L’introduzione della Formula dell’Emergenza è diretta conseguenza dell’utilizzo del modello PAR. La quantificazione del contesto emergenziale risulta essere il primo

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passo verso la comprensione delle conseguenze, dovute all’impatto di un fenomeno, rispetto alle risorse disponibili per fronteggiarlo. Adottando un approccio di tipo ecosistemico un qualsiasi sistema, sia esso una comunità o un territorio, può caratterizzarsi per una condizione definibile basale, ove differenti forze e risorse siano in continua relazione, per il raggiungimento di un perenne equilibrio dinamico. Se all’interno del sistema dovessero prodursi o manifestarsi elementi disturbatori, il sistema reagirebbe cercando un nuovo equilibro, utilizzando inizialmente proprio quei meccanismi compensatori automatici di autoregolazione. In questa iniziale fase, con una non chiara evoluzione del fenomeno, i meccanismi di autoregolazione sembrano essere sufficienti. Non sono pertanto ancora necessarie ulteriori azioni aggiuntive di contromisura. Questa fase rappresenta l’iniziale condizione di Crisi. Il passaggio da questa condizione ad un contesto emergenziale sarà legato all’esaurimento dei meccanismi autoregolatori del sistema. Ne consegue che: 1) Non tutte le Crisi diverranno un’Emergenza, se il Sistema sarà dotato di buoni apparati di autoregolazione; 2) Le situazioni di Crisi potranno evolvere più o meno rapidamente verso un contesto emergenziale, in virtù delle qualità dei sistemi di autoregolazione e potenza dell’evento impattante. L’Emergenza andrà quindi ad esprime le potenzialità di un fenomeno in divenire, in cui i fattori Tempistica e Risorse giocheranno, come già scritto, un ruolo cruciale nell’affrontare la situazione, al fine di evitare una devoluzione negativa della problematica e riportare quanto prima il Sistema in un contesto di normalità ed equilibrio. Un contesto emergenziale potrà assumere la forma di Incidente (Emergenza semplice), Incidente Maggiore o Maxi Emergenza. Tuttavia questa suddivisione non ha ancora confini terminologici ben definiti, condivisi ed accettati a livello internazionale. La formula adottata in questa ricerca, nel descrive il rapporto tra l’Evento Estremo e la Risorse del Soccorso (attive-passive) proprie del Sistema (Territorio-Comunità-Sistemi), si limita a fornire informazioni sulle reali capacità di risposta all’evento impattante. I concetti sopra esposti, trasformati in formula, divengono pertanto:

Soglia Emergenza = Evento Estremo / Organizzazione dei Soccorsi = 1

Organizzazione dei Soccorsi (O) = Coordinamento dei Soccorsi (RC) + Comunicazioni in Emergenza (EC) + Risorse per l’Emergenza (ER).

La formula funge così da soglia di passaggio tra il contesto d’emergenza e quello di disastro. Quando infatti la situazione emergenziale sfuggirà di mano, per esaurimento delle risorse disponibili o della tempistica a disposizione, si avrà un salto di qualità nella complessità del problema dando avvio ad un Disastro o una Catastrofe.

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