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Molto singolari risultano poi le modalità di ingresso per molti dei familiari, qualcuno già presente in Italia al momento dell'arrivo delle intervistate, qualcun altro giunto in seguito.

Il più diffuso sembra essere l'ingresso con il decreto flussi: un datore di lavoro, al momento dell'approvazione, da parte del governo, della legge che stabilisce quante quote di lavoratori possono entrare in Italia, presenta la richiesta di ingresso per un lavoratore che è residente all'estero.

Questa è una delle poche possibilità che si può sfruttare per ottenere un permesso di soggiorno per motivo di lavoro subordinato. Molte domande sono opera dei parenti presenti in Italia che si fingono datori di lavoro domestico o lo chiedono a conoscenti e, pagando le spese relative ai contributi, possono dimostrare, in questo modo un vero contratto di lavoro, utile ai fini della richiesta.

“(..)Abbiamo cercato un connazionale che potesse fare domanda con il decreto flussi per farli venire in Italia per lavorare. La fortuna ha voluto che per tutti e due, alla prima volta, abbiamo preso il posto e poi il nulla osta. (..) abbiamo dovuto pagare le spese del contratto di lavoro da domestico che è stato utile per dimostrare la presenza di un datore di lavoro che lo voleva assumere. Ma in realtà non era vero come rapporto di lavoro e per questo le spese dei contributi le abbiamo pagate io e mio marito.(..)” Khadija

Questo sistema che molti immigrati utilizzano è ormai la soluzione adottata per poter presentare la domanda di ingresso tramite il decreto flussi. In situazioni di crisi economica, infatti, non ci sono più le aziende che cercano operai e sono disponibili a fare la richiesta di un lavoratore dall'estero. Per forza di cose, per poter accedere a questo canale di ingresso, molti stranieri si improvvisano datori di lavoro domestico

sobbarcandosi le relative spese. All'arrivo dei lavoratori, poi, sono costretti a mantenere il rapporto di lavoro per un lungo tempo, sufficiente per la conclusione dell'iter con il rilascio del titolo di soggiorno. La situazione va a pesare economicamente su un nucleo familiare che, da questo punto di vista, è fragile e si attende che la persona che, è appena giunta in Italia, possa, in breve, trovare un'occupazione e ripagare quanto speso, ma ciò non avviene facilmente a causa della crisi con la conseguenza di doverla mantenere. Anzi, molte volte, la difficoltà di inserimento a livello lavorativo, causa addirittura il fallimento di questi percorsi migratori con la conclusione del ritorno in patria.

Le politiche di chiusura adottate da molti paesi europei hanno portato da una parte a non pensare canali di accesso per migranti per ragioni di famiglia, con la conseguenza di limitare il numero dei familiari che è possibile ricongiungere, e di creare delle possibilità di ingresso per lavoro ma che hanno limiti e requisiti molto restrittivi6. Basti pensare

alla modalità di presentazione delle domande per il decreto flussi: sono pochissimi posti, specie per le nazionalità con quote dedicate, e la domanda si fa online all'ora e giorno stabiliti dalla normativa. Quindi, oltre a reperire i requisiti necessari, bisogna anche poter “vincere” il posto, come in una sorta di lotteria.

Questo sistema è il frutto delle attuali politiche migratorie che derivano dalla competizione di diversi livelli di regolazione legislativa, quello nazionale e sovranazionale, e dalla presenza di elementi che considerano sempre più importanti il rispetto dei diritti umani. Vincoli e diritti convivono in una costruzione normativa che è alla base delle legittimazione e dell'efficienza del processo di riproduzione dell'ordine civico e sociale7 costruito negli anni dai vari stati europei.

6 Rinaldini M., Stratificazione civica e famiglie migranti, in Tognetti Bordogna M., Famiglie ricongiunte.

Esperienze di ricongiungimento di famiglie del Marocco, Pakistan, India, Utet Università, Torino, 2011

7 Rinaldini M., Stratificazione civica e famiglie migranti, in Tognetti Bordogna M., Famiglie ricongiunte.

Questo sistema porta ad una distribuzione ineguale dei diritti di cittadinanza e alla presenza di migranti che godono di una posizione diversa nella scala di accesso alle possibilità di inserimento in maniera stabile nel nuovo contesto. C'è una stratificazione nel godimento dei diritti perché diverso è il caso della persona straniera che è da poco arrivata in Italia o è ben inserita e ha la possibilità di dimostrare un contratto di lavoro stabile per cui richiede un titolo di soggiorno che gli consente il godimento di un'ampia gamma di diritti8.

Molti altri familiari sono arrivati con il passaporto, con un visto per turismo, e poi si sono trattenuti irregolarmente in Italia finché non c'è stata la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno o tramite un decreto flussi o la sanatoria. Quest'ultima possibilità prevede la domanda di un titolo di soggiorno per chi è qui presente non regolarmente dimostrando determinati requisiti stabiliti, di volta in volta, dalla normativa. Questo causa che, all'interno della stessa famiglia, possano esserci titoli di soggiorno diversi con una differente possibilità di accesso al godimento dei diritti.

La normativa sul ricongiungimento familiare e sulle modalità di ingresso attribuiscono al familiare ricongiunto uno specifico status di residenza al quale sono collegati particolari vincoli, limitazioni o diritti9.

Il ricongiunto ha un titolo di soggiorno a breve termine a questo è legato a una serie limitata di diritti di cittadinanza, la sua situazione è bene diversa dal ricongiungente che gode di un permesso di soggiorno indeterminato e di tutta una serie di possibilità. Questo condiziona in maniera significativa sia il percorso migratorio del ricongiunto e sia le strategie di integrazione degli altri membri della famiglia.

La diversa tipologia di status, all'interno dello stesso nucleo familiare, ha come conseguenza l'aumentata responsabilità del familiare ricongiungente ma anche del suo potere decisionale sulla vita del

8 Morris L., Managing migration: civic stratification and migrant right, Routledge, London, 2002

9 Rinaldini M., Stratificazione civica e famiglie migranti, in Tognetti Bordogna M., Famiglie ricongiunte.

ricongiunto che può essere soggetto a forte logiche di ricatto10.

Altre situazioni sono l'ingresso con visti particolari come, ad esempio, la sorella di Saadia entrata per affari per seguire una mostra di cavalli nel Nord Italia. Naturalmente è una richiesta fasulla perché l'interessata non ha mai fatto questo mestiere, nemmeno al paese d'origine.

“(..) Mi fa ridere perché lei è arrivata con un visto per affari con l’intenzione di stare qui in Italia per sempre. Io le ho fatto i documenti con la sanatoria e ho fatto a lei un “finto” contratto di lavoro come baby-sitter. Ma in realtà davvero lavora per me come baby-sitter e mi aiuta con la bambina.(..)” Saaida

In due casi, poi, sono ingressi che provengono dalla Libia. Il fratello di Nadia, ad esempio, è rimasto nel paese libico in cerca di lavoro e poi è arrivato qui tramite i famosi “barconi”.

“(..) e' arrivato dalla Libia con la barca, è scappato dal ctp e poi si è sposato e ha fatto i documenti. (..)” Nadia

Sempre nell'intervista Nadia riporta un'altra casistica interessante: i matrimoni “bianchi”. Il fratello si è sposato con una connazionale che ha fatto ricongiungimento familiare per lui. Il legale matrimoniale, però, non era vero, è stato solo un modo per sfruttare la legge e avere un canale di ingresso in Italia.

Molte di loro denotano e sottolineano come, una volta fosse molto più semplice e ci fossero molte più possibilità di entrare in Italia e di ottenere un permesso di soggiorno. Alcune imputano la causa all'attuale crisi economica per cui il governo ha limitato i canali tramite cui è possibile entrare e soggiornare regolarmente. Uno di questi resta di fatto il ricongiungimento familiare.

10 Rinaldini M., Stratificazione civica e famiglie migranti, in Tognetti Bordogna M., Famiglie ricongiunte.

6.5 CONCLUSIONI

Nelle interviste raccolte è ben evidente la diversità tra le donne ricongiunte da giovani per cui i legami familiari lasciati al paese d'origine sono meno importanti e considerati lontani e non significativi. Tanto che, nelle parole di queste ragazze, prevale la distinzione tra il “noi” e il “loro” e le continue pressioni che, arrivano dai parenti lontani per poter essere portati in Italia, sono vissute con molta insofferenza. Diverso è il caso delle intervistate che sono vissute per più tempo in Marocco e hanno intessuto legami familiari con altri parenti. Considerano questi vincoli familiari come importanti tanto che si prodigano a trovare la via per poter ricongiungere anche queste persone. In alcuni casi queste donne si ritrovano sulla via dell'emigrazione grazie all'aiuto di alcuni parenti, come zii o fratelli, che fungono da figure “ponte”. Ma sono legami da cui si allontanano presto perché li sentono troppo pressanti e che controllano la loro esistenza. Si discostano e trovano in completa autonomia la loro strada per inserirsi nel nuovo contesto e costruire il proprio nucleo familiare.

La famiglia rappresenta, comunque, un punto di riferimento e una fonte di risorse a cui attingere nel momento della difficoltà ma è anche un luogo a cui dare aiuto e sostegno in un reciproco “dare e avere”.

7 CAPITOLO

LA SCELTA DEL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE 7.1 PREMESSA

In questo capitolo esplorerò i percorsi migratori delle donne intervistate, mettendo in luce gli intrecci con i propri vissuti, la maturazione della scelta di costruire una famiglia e di operare il ricongiungimento familiare dei propri cari.

Tenterò di evidenziare il legame tra il modo di in cui queste figure femminile hanno intrapreso il proprio progetto migratorio con le scelte compiute nella ricerca del futuro consorte e di quale parente hanno fatto arrivare in Italia. L'analisi delle storie mi porterà ad analizzare i percorsi attuati per accedere ai requisiti necessari per legge per poter ricongiungersi al familiare.

Il mio obiettivo è quello di approfondire il nesso tra il proprio percorso migratorio, il vissuto nel nuovo contesto di arrivo, il rapporto con le proprie origini e le scelte maturate o imposte dai familiari.