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Nei casi contattati hanno voluto sposare un marocchino che ancora viveva al paese d'origine. L'hanno scelto o per conoscenze pregresse alla partenza o tramite contatti comuni o, infine, attraverso internet e i social network. Questa potrebbe rappresentare la nuova frontiera dei matrimoni e della costituzione di famiglie transnazionali, il contatto facilitato dai nuovi mezzi di comunicazione rende di fatto possibile sposarsi con persone che abitano molto lontano e il rapporto è facilitato e reso possibile a livello quotidiano.

Nei casi esaminati internet ha fatto in modo che, molte delle donne intervistate, potessero avere contatti giornalieri con chi avevano scelto in Marocco come loro futuro sposo.

I social network rendono meno lontane le persone, superano le divisioni degli stati, oltrepassano le frontiere e possono unire chi è stato diviso dai percorsi migratori. La facilità di accesso e dell'uso di queste nuove tecnologie le rende utilizzabili da un sempre maggior numero di persone e in più, il fatto che sono mezzi di comunicazione altamente economici, li rendono adatti per mantenere rapporti a distanza. Infatti, influenzano profondamente le relazioni che si instaurano in terra di emigrazione: rispetto al passato ora è diventato molto più semplice e meno costoso comunicare con i propri cari al paese d'origine, anzi, è di facile accesso ed è possibile avere un contatto quotidiano e più profondo con chi vive dall'altra parte.

Per questo molte donne marocchine intervistate hanno usato questi strumenti di comunicazione per scegliere il loro futuro partner quasi come se fossero direttamente in Marocco: con lui iniziano una relazione a distanza utile per conoscersi meglio, per approfondire il rapporto e intessere legami profondi e creare quella comunanza fatta di un contatto giornaliero e della condivisione totale della propria vita.

Questo sarebbe impensabile senza le possibilità offerte da internet e dai social network: il quotidiano diventa accessibile e condivisibile anche se fisicamente non esiste prossimità e vicinanza.

Come osserva Paola Bonizzoni5 la diffusione di servizi di comunicazione

a basso costo ha portato ad un cambiamento radicale delle potenzialità e delle possibilità comunicative consentendo ad un numero crescente di persone di tenersi in contatto quasi quotidianamente con i propri parenti in patria.

Da un determinato punto di vista questi nuovi mezzi di comunicazione aumentano la capacità di scelta e di conoscenza e rendono ancora più significativo il fatto che, queste donne emigrate in altri paesi, sentano il bisogno di scegliere la persona con cui formare una famiglia nella terra e nel contesto di origine.

“(..)Mio marito l'ho conosciuto con il computer, ti dico la verità, ci siamo parlati con facebook. Lui è di Casablanca. Ci siamo parlati con il computer quasi un anno, poi sono andata in vacanza in Marocco, l'ho conosciuto e ci siamo sposati. È una storia un po' strana ma è la verità, ho fatto così.(..) Jalila

Molte donne intervistate che si sono sposate in Marocco dicono di non poter attendere tanto tempo dopo il matrimonio e sentono il bisogno di richiedere subito il nulla osta per l'ingresso del marito. Sembra che la distanza fisica sia un problema per questi novelli sposi che non possono aspettare molto, dopo la celebrazione delle nozze, per iniziare a costruire concretamente la loro nuova famiglia.

“(..)mi sono sposata e poi abbiamo deciso di preparare subito i documenti, non aveva senso per noi che io vivessi qui in Italia e lui in Marocco. Così appena sposati sono tornata in Italia e ho preparato subito tutti i documenti, non volevo vivere divisi.. quando nasce una famiglia è giusto viverla subito bene.. io qui da sola senza di lui non mi sentivo una famiglia.(..)” Ghizlane

“(..)Ho sentito che era il tempo perché dopo che ho scelto di sposarmi non potevo non pensare di vivere con mio marito. E’ stata quindi una scelta conseguente al matrimonio.(..) Saida

In alcuni casi il marito è fatto arrivare subito in Italia perché è ritenuto una compagnia e un valido aiuto nella vita qui, con cui dividere spese e fatiche di ogni giorno:

“(..)Anche lui mi vuole aiutare con la vita che facciamo qua. E' da poco che sono sposata e voglio tanti bambini.(..)” Jalila

“(..)Ho fatto questa scelta perché ero qui in Italia da sola e avevo bisogno di compagnia e di aiuto per vivere qui. Non volevo più essere sola, in più il lavoro d badante non era per nulla semplice, mi logorava a livello psicologico e avere qui un familiare mi avrebbe aiutato molto. In più era più di un anno che ero sposata con mio marito ed era lui che mi chiedeva di venire qui con me, o l’alternativa io sarei dovuta ritornare in Marocco perché lui non accettava più una situazione di lontananza.(..) Meryem

Nel caso di Bouchra, poi, nel fare ricongiungimento familiare incide anche il tipo di lavoro che fa in Marocco il marito: lui è un militare che lavora presso l'esercito dello Stato marocchino.

Per costui non è così semplice lasciare il posto che occupa, per questo tra la celebrazione del matrimonio e l'arrivo in Italia passano ben tre anni. Ci vuole l'intervento perentorio del padre dell'intervistata per far evolvere la situazione che si conclude con l'arrivo in Italia dell'uomo, dopo che ha chiesto un periodo di aspettativa dal lavoro.

“(..)Il problema è che io ero qui in Italia da molto tempo e lui in Marocco aveva un lavoro che non era per nulla facile lasciare. Un po' anche per il fatto che lui era indeciso, perché al suo lavoro ci teneva parecchio ma non c'era scelta. Abbiamo aspettato un po' di tempo per cercare di avere il permesso per lui, una specie di aspettativa lavorativa e alla fine mio papà ci ha messo fretta dicendoci che o ci sposavamo e ci ricongiungevamo o io potevo scegliere un altro uomo. Il mio genitore non ci credeva più che sarei riuscita a sposarlo e a portarlo qui. Gli ho messo fretta e gli ho dato un ultimatum così prima ha preso solo un mese di

aspettativa, poi due, tre mesi. Finché dopo un anno che era qui ha dovuto per forza licenziarsi e abbandonare l'esercito.(..)” Bouchra

Solo in un altro caso c'è stato l'abbandono di un'attività lavorativa importante:

“(..)poi aveva una carrozzeria tutta sua sotto casa sua. Il lavoro gli piaceva, era il suo lavoro ma lui voleva tanto venire qui. (..) Lui per venire qui ha fatto un grande sacrificio perché ha chiuso la carrozzeria che aveva.(..)” Jalila

Altrimenti, nelle altre storie, non c'è per il marito un lavoro così importante e significativo da dover abbandonare per poter emigrare al seguito della moglie, anzi vedono il matrimonio come una possibilità per migliorare la propria vita attraverso la migrazione.

“(..)Lui non ha avuto problemi a lasciare il suo lavoro, lavorava con un amico a fare il muratore ma in Marocco non si guadagna bene.. anzi faceva la fame e quindi per lui è stato facile lasciare il posto di lavoro per venire in Italia.(..) Ghizlane

Altro caso particolare sono due situazioni in cui il marito è già presente in Italia, non regolarmente e prova inutilmente altre strade per avere un titolo di soggiorno valido.

Come nel caso di Souad che si sono sposati nel consolato marocchino a Bologna, hanno già dei figli nati in Italia, ma lui non riesce ad avere un permesso di soggiorno: la via del ricongiungimento risulta essere quella più sicura, anzi, dopo aver provato altre possibilità, come la sanatoria ad esempio, diventa l'unica scelta percorribile.

“(..)Io ho fatto ricongiungimento familiare di mio marito nel 2009 ma devo precisare che lui era qui in modo non regolare dal 2002, anno in cui io mi sono fatta i documenti. Anche lui ha tentato di fare la sanatoria ma poi, per colpa del datore di lavoro, non c’è riuscito. E’ rimasto qui, senza documenti. I nostri due bambini, infatti, sono nati in Italia nel 2003 e nel 2005.(..)” Souad

“(..)Io ho ricongiunto mio marito ma è stata una situazione particolare perché lui era già qui in Italia e il ricongiungimento è stato l'unico modo possibile per poter regolarizzare la sua posizione.(..)” Hayat

In questi due casi si tenta di percorrere, prima di tutto, altre strade, per far ottenere al coniuge un permesso di soggiorno diverso da quello per motivi familiari. Ma alla fine rimane il ricongiungimento e la richiesta di un titolo di soggiorno per famiglia.

Sono queste due donne che si attivano, che preparano tutti i documenti, che cercano gli uffici preposti e preparano tutta la pratica. I mariti in Italia, non esistono, non sono nessuno anche se fisicamente presenti. Così queste marocchine prendono in mano la situazione e autonomamente cercano la soluzione.

I tempi però non sono quelli che loro decidono: sono costrette a rimandare la presentazione della domanda perché non hanno i redditi necessari o devono sistemare i documenti della casa. Così non è automatico il passaggio dalla maturazione dell'idea di attuare il ricongiungimento familiare alla richiesta del nulla osta.

I termini di legge incidono e allungano di molto il tempo necessario.