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Tra Iba is Abis e Iba sa Figu (Monte Cardiga, Villaputzu) Affioramenti eocenici formati di rocce sedimentarie ben cementate e

Lineamenti geomorfologici del Sarrabus-Gerrei

Foto 5 Tra Iba is Abis e Iba sa Figu (Monte Cardiga, Villaputzu) Affioramenti eocenici formati di rocce sedimentarie ben cementate e

resistenti all’erosione.

Nelle forme di versante del rilievo assumono particolare interesse le superfici a tafoni. Questo tipo di forma nell’area di studio si trova esclusivamente nelle litologie granitiche dove risulta molto diffusa e crea delle figure suggestive e spettacolari. I tafoni sono delle forme concave di medie dimensioni situate in pareti rocciose o alla base di blocchi isolati che si sviluppano verso l’alto e verso l’interno della massa rocciosa. Questo processo è dovuto all’alterazione di alcuni dei componenti mineralogici del granito, i feldspati e le miche, particolarmente sensibili all’alternanza delle condizioni di umidificazione e dissecamento che si creano sia giornalmente che stagionalmente. Associate ai tafoni si trovano tutta una serie di forme più piccole che incidono la massa granitica, creando solchi e vaschette dette sculture alveolari. La località maggiormente elaborata e suggestiva è senza dubbio quella delle cime dei Sette Fratelli con le emergenze di Punta Sa Ceraxa e Punta Su Baccu Malu (Foto 6). Inoltre vengono indicate quelle di Monte Maria, Bruncu Nicola Bove, Monte Roccas, Bruncu Stampu, Bruncu de Su Gattu e Monte Genis.

Di particolare rilevanza per il paesaggio risultano le superfici carsificate che fanno parte delle forme carsiche. Queste superfici sono esclusive delle rocce carbonatiche e prendono origine dalla solubilità della roccia calcarea sottoposta all’azione delle acque naturali. Il fenomeno di dissoluzione chimica avviene sia sulla superficie del rilievo che nei sistemi di fratture presenti nell’ammasso roccioso, dove ha la possibilità di agire sempre più in profondità creando così delle vie di circolazione sotterranea.

Foto 6 – Superfici a tafoni di Grotta di Frà Conti, nei pressi di Punta Baccu Malu (Sinnai).

I rilievi sono costituiti da altopiani stretti ed allungati piuttosto complessi con superfici sub-orizzontali delimitate da ripide scarpate nelle quali si aprono delle valli asciutte, cioè prive di corsi d’acqua, che rendono il paesaggio interessante e irregolare. In particolare si distinguono delle forme carsiche minori come le scannellature date da piccoli solchi rettilinei di 10-40 cm di lunghezza che si formano principalmente su superfici con una certa inclinazione, le vaschette di corrosione costituite da piccole cavità a fondo piatto e semicircolare, a volte aperte da un lato, con un diametro compreso tra i 5 ed i 100 cm. In ultimo i solchi carsici i quali possono essere lunghi alcuni metri e larghi dai 10 ai 40 cm, con un andamento per lo più rettilineo e superfici inclinate. Le località più spettacolari sono quelle del Monte Lora (Foto 7), Bruncu Bullai, Monte Taccu, Bruncu de Pedru Mele e Bruncu de Is Olas.

Foto 7 – Monte Lora (S. Vito). Morfologia tipica delle zone calcaree, con superfici sub-orizontali delimitate da ripide scarpate.

Un’altra forma particolare è quella relativa alle forme vulcaniche costituite da un domo che presenta un aspetto tondeggiante e cupiforme. Essa è dovuta alla struttura vulcanica che domina Capo Ferrato con il rilievo di Monte Ferru (Foto 8). Si tratta di un’intrusione lavica di tipo andesitico che si è messa in posto all’interno della crosta terrestre, consolidandosi in prossimità della superficie e andando a formare una struttura subvulcanica. Durante il consolidamento del magma si sono determinate le strutture di tipo cupoliforme che dominano il rilievo. In seguito ai processi erosivi è stata asportata la roccia inglobante con la conseguente esumazione della roccia vulcanica.

Foto 8 – Monte Ferru e Capo Ferrato (Muravera). In tutta l’area di studio rappresenta l’unica zona con affioramenti rocciosi di origine vulcanica.

Di notevole importanza su tutta l’area di studio sono i processi relativi allo scorrimento delle acque dilavanti e delle acque incanalate negli alvei dei fiumi. Molto diffuse risultano le superfici di ruscellamento, che interessano la zona dove i versanti presentano una maggiore regolarità nel pendio. Con questa denominazione si intendono tutti i processi prodotti dal dilavamento dovuto allo scorrere dell’acqua piovana sulla superficie del rilievo, secondo la pendenza, formando un velo sottile e continuo d’acqua. Il fenomeno di ruscellamento è responsabile dell’asportazione della superficie del terreno di quel materiale poco grossolano e non cementato che deposto più a valle forma il detrito di superficie presente sui versanti dei rilievi. Quando la quantità d’acqua si intensifica e la pendenza del rilievo aumenta, si hanno quelle forme dette solchi d’incisione; molto diffusi in tutta l’area indagata, si formano quando l’acqua piovana non scorre più producendo un velo continuo, ma si concentra in filetti d’acqua secondo linee di scorrimento preferenziali, riunendosi in rivoli spesso subparalleli tra loro e producendo di conseguenza un aumento dell’energia dell’acqua. L’azione erosiva sul terreno diventa più efficace e si verifica un ulteriore approfondimento dei solchi che diventano dei canali nei quali si ha l’erosione ed il trasporto di detrito grossolano proveniente dai versanti dei rilievi. L’unione dei rivoli crea dei corsi d’acqua che scavano delle valli sempre più profonde. Tra queste forme si inserisce quella delle valli incassate. Infatti qui si ha l’approfondimento del letto di un tratto del fiume caratterizzato da una pendenza accentuata. In questo caso l’erosione dovuta all’azione delle acque del fiume si propaga verso monte facendo arretrare sempre più la testata del fiume. Si tratta di un processo di erosione regressiva che interessa molti degli affluenti dei corsi d’acqua principali come il Riu Cannas, il Riu Picocca, il Riu Ollastu, il Riu Brabaisu, il Riu S’Acqua Callenti ed il Riu Flumini Uri. Inoltre in questi corsi d’acqua sono presenti delle gole e delle forre dove si formano delle cascate con piccole piscine naturali

molto suggestive. Lungo gli alvei sono riconoscibili quelle forme particolari, dette marmitte dei giganti, costituite da cavità emisferiche di varia grandezza originate dal moto vorticoso delle acque. Questo crea dei movimenti circolari spostando un certo numero di ciottoli che per cavitazione ed abrasione della roccia tendono ad approfondire sempre più. Nei corsi d’acqua sono presenti dei tratti a meandri che sono delle forme molto particolari costituite da delle anse del corpo d’acqua che possono susseguirsi con caratteristiche geometriche regolari. Generalmente la dimensione dei meandri è in relazione alle dimensioni e all’importanza del corso d’acqua. Questi si originano quando nei fiumi si è raggiunto un certo equilibrio tra i processi di sedimentazione e di erosione e lo scorrere dell’acqua crea un’oscillazione laterale della corrente fluviale sulle sponde dell’alveo. Nell’area di studio si hanno dei particolari meandri detti incastrati poiché il fiume percorre delle valli sinuose e strette con l’alveo impostato direttamente sulla roccia e non su formazioni detritiche come invece avviene per i meandri liberi. Questi hanno inciso la roccia sempre più in profondità mantenendo all’incirca lo stesso tracciato e dando luogo ad un processo che si chiama sovrimposizione. Si può osservare il tracciato a meandri lungo il Riu Ollastu, il Riu Picocca (Foto 9), Riu Cannas, Riu Flumini Uri, Riu S’Acqua Callenti e lungo il Fiume Flumendosa.

Foto 9 – Riu Picocca (S. Vito). Tratto nei pressi della confluenza tra il Riu