• Non ci sono risultati.

Parco Naturale Regionale Sette Fratelli-Monte Genis

- Area Marina Protetta “Capo Carbonara”;

- pSIC “Stagni di Murtas e S’Acqua Durci” (ITB040017); - pSIC “Foce del Flumendosa-Sa Praia” (ITB040018); - pSIC “Stagni di Colostrai e delle Saline” (ITB040019);

- pSIC “Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis” (ITB040020); - pSIC “Costa di Cagliari” (ITB040021);

- pSIC “Bruncu de Su Monte Moru – Geremeas (Mari Pintau)” (ITB040051); - pSIC “Campu Longu” (ITB040055);

- pSIC “Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus” (ITB041106); - pSIC “Punta di Santa Giusta (Costa Rei)” (ITB 042233); - pSIC “Costa Rei” (ITB042236);

- pSIC “Riu Barzolu” (ITB042241); - ZPS “Isola Serpentara” (ITB043026); - ZPS “Isola dei Cavoli” (ITB043027). - Monumento naturale “Arco dell’Angelo”; - Monumento naturale “Vette dei Sette Fratelli”;

- Area di rilevante interesse naturalistico “Foresta di Tuviois di Sinnai”

Parco Naturale Regionale Sette Fratelli-Monte Genis _____________

Il Parco Naturale Regionale Sette Fratelli-Monte Genis è stato costituito con la legge regionale 31 del 1989 recante “Norme per l’istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica e ambientale”. Nell’allegato A della legge 31 sono individuati in Sardegna 9 parchi naturali, 60 riserve naturali, 24 monumenti naturali e altre 16 aree di rilevante interesse naturalistico.

L’estensione del Parco Sette Fratelli-Monte Genis è di 58.456 ettari ed interessa il territorio amministrativo di 9 comuni (Tab. 11), delle Comunità Montane XXII°, XXIV° e XXIV° Comprensorio.

Tab. 11 – Comuni su cui ricade il Parco Sette Fratelli-Monte Genis, relative superfici amministrative e superfici destinate a parco (in ettari).

Comuni amministrativa Superficie totale Superficie a parco % superficie su totale comune % superficie comunale su totale parco Burcei 9.497 9.362 98,6 16,0 Castiadas 10.270 3.442 33,5 5,9 Maracalagonis 10.160 6.855 67,5 11,7 Quartucciu 2.500 217 8,7 0,4 Quartu S. Elena 9.628 3.199 33,2 5,5 S. Vito 23.155 11.363 49,0 19,4 Sinnai 22.338 11.729 52,5 20,1 Villasalto 13.072 9.828 75,2 16,8 Villasimius 5.802 2.461 42,4 4,2 Totale 106.422 58.456 54,9 100,0

Dalla tabella 11 emerge che i comuni che presentano un maggior coinvelgimento dei propri territori comunali sono Sinnai, S. Vito, Villasalto e Burcei, mentre hanno minore importanza Quartucciu, Villasimius e Quartu S. Elena. Dalla tabella 1 emerge che la popolazione totale presente nei comuni interessati dal parco è di 115.530 unità.

L’area parco comprende zone di rilevante interesse naturalistico per 32.898 ettari e aree di connessione per 25.558 ettari. Queste ultime sono state incluse nell’area Parco sia per il loro valore intrinseco, sia per la loro funzione essenziale nella tutela e gestione delle aree di rilevante interesse naturalistico.

La gestione del parco è affidata ad un Consorzio appositamente istituito ai sensi dell’art. 3, comma 1, della L. R. 7 giugno 1989, n. 31 e dell’art. 25 dell legge 8 giugno 1990, n. 142. Il Consorzio è costituito dalle Comunità Montane XXI e XXIV e dai Comuni di Burcei, Castiadas, Dolianova, Maracalagonis, San Vito, Sinnai, Quartucciu, Quartu S.Elena, Villasalto e Villasimius.

Oltre all’area del Parco, ai sensi dell’art. 32 della legge 6 dicembre 1991 n° 394, sono individuate intorno ad essa delle aree pre-parco. Vengono riconosciuti così altri tre sistemi la cui gestione risulta fondamentale per il funzionamento del Parco stesso. Si tratta di un area pre-parco (93.530 ha), di una fascia pedemontana del Campidano meridionale e Parteolla (22.868 ha) e della fascia costiera (10.460 ha) che nell’insieme, compresa anche l’area Parco, costituiscono una superficie di 185.711 ettari, interessando la superficie amministrativa di 23 comuni.

L’area pre-parco è quella più vasta e comprende tutti i territori montani circostanti l’area parco che si trovano ad una altitudine superiore ai 200 m, nonchè i territori vallivi del Basso Flumendosa, del Piccoca e del Corr’e Pruna. Fanno parte dell’area pre-parco territori di numerosi Comuni:

- a nord ovest i comuni del Gerrei montano (San Basilio, S. Andrea Frius, S. Nicolò Gerrei, Silius, Goni, Villasalto, Armungia);

- ad ovest i versanti montani dei territori dei comuni del Parteolla (Dolianova, Serdiana, Soleminis) e del Campidano di Cagliari (Sinnai, Maracalagonis, Settimo S. Pietro, S. Isidoro di Quartucciu);

- a sud i versanti montani dei territori comunali costieri (Quartu S. Elena, Maracalagonis, Sinnai e Villasimius);

- ad est i territori dei comuni sulle pendici orientali dei Sette Fratelli e del Monte Arbu (Castiadas, Muravera e S, Vito);

- a est nord-est i territori dei comuni delle pendici di Genna Argiolas e del Bruncu Nieddu Mannu (Muravera e S. Vito);

- a nord-est i territori montani dei comuni del Sarrabus (Ballao, S. Vito e Villaputzu) che occupano le pendici meridionali dell’altopiano di Quirra;

- i territori vallivi dei comuni del Basso Flumendosa (Ballao, S. Vito, Muravera e Villaputzu).

La fascia pedemontana del Campidano di Cagliari e del Parteolla è stata aggregata al progetto del parco in quanto rappresenta l’innesto del sistema funzionale del parco con la conurbazione cagliaritana. La fascia pedemontana comprende territori interessati da due differenti processi di urbanizzazione:

- territori del Parteolla (Dolianova, Serdiana, Donori, Soleminis), del Gerrei (S. Andrea Frius); nonchè territori del Campidano di Cagliari (Sinnai, Maracalagonis e Settimo S. Pietro) non ancora investiti dl processo di urbanizzazione continua e che vanno tutelati nel loro carattere “rur-urbano”. Tali territori presentano significative valenze paesistiche e ambientali per la

persistenza di una tradizione agricola, che si esprime anche in tipologie abitative tradizionali qualificanti lo spazio antropico.;

- territori del Campidano di Cagliari (Quartu S. Elena e Quartucciu) investiti dal processo di urbanizzazione continua.

La fascia costiera è importante per l’interazione paesistico-ambientale tra mare e montagna. Essa ha uno sviluppo lineare di oltre 130 chilometri e interessa:

- il litorale tirrenico tra Capo S. Lorenzo e Capo Carbonara (Villaputzu, Muravera, Castiadas e Villasimius);

- il litorale del Golfo di Cagliari, tra Capo carbonara e il Poetto (Villasimius, Sinnai, Maracalagonis e Quartu S. Elena).

Aspetti botanici nel Progetto di legge “Istituzione del Parco Naturale Regionale Sette Fratelli-Monte Genis” e nel “Regolamento del Parco”

Nel progetto di legge “Istituzione del Parco Naturale Regionale Sette Fratelli- Monte Genis”, e nei diversi articoli vengono riportate varie informazioni che riguardano gli aspetti botanici e forestali.

Nell’Art. 16 relativo alle finalità e contenuti del piano del parco, si parla, al punto “e”, di quelle che devono essere gli indirizzi e i criteri per la gestione e gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente naturale.

Nell’Art. 29 relativo ai divieti, in generale, viene specificato come nel territorio del parco sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la conservazione del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati, con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare i divieti riguardano:

- trasformare i boschi, anche se non sottoposti a vincolo idrogeologico, in altre qualità di colture;

- utilizzare i boschi di proprietà pubblica ed effettuare il taglio dell’alto fusto in quella privata, fatta eccezione per i territori sottoposti ad uso civico e per l’estrazione del sughero, che dovrà essere fatta a norma delle leggi vigenti; - effettuare dicioccamenti e sradicamenti di formazioni vegetali arboree ed

arbustive autoctone evolute, ed effettuare arature in terreni con pendenza superiore al 35%;

Nel regolamento del Parco Naturale Regionale Sette Fratelli-Monte Genis”, nei diversi articoli vengono riportate varie informazioni che riguardano gli aspetti botanici e forestali.

Nell’Art. 4 relativo alle specie botaniche e faunistiche protette, viene riportato che tra le numerosissime specie botaniche presenti nel parco sono particolarmente protette tutte le specie endemiche e le specie rare. Il Consorzio del parco deve predisporre gli elenchi di tutte le specie botaniche e faunistiche protette, con la relativa rappresentazione grafica o fotografica, che saranno diffusamente divulgati nei modi più opportuni.

Nell’Art. 5, “Aree dimostrative della flora”, viene indicato come nel territorio del parco, in punti che meglio si prestano allo scopo, saranno allestite delle aree dimostrative della flora al fine di dare la possibilità ai visitatori di riconoscere le varie specie di piante presenti nel parco.

Nell’Art. 9, relativo alla gestione della fauna e della vegetazione, in modo generico si fa riferimento ad appositi piani di attuazione per settori funzionali che devono essere definiti da parte del Consorzio del parco. Questi devono vere lo scopo di risolvere i problemi relativi alla gestione e alla fruizione delle risorse faunistiche e botaniche del parco.

Nell’Art. 14, relativo alle caratteristiche della segnaletica lungo gli itinerari, si fa riferimento all’inserimento di cartelli che indichino la localizzazione di particolari specie arboree ed arbustive.

Nell’Art. 26, relativo ai Musei e ai Centri di documentazione, tra le varie funzioni che questi devono svolgere, vi è quella di informare sulle possibilità di fruizione delle risorse e sui diversi itinerari di visita previsti, tra i quali vengono specificati quelli botanici.

Nell’Art. 41, relativo ai divieti, vengono indicati gli stessi punti riportati nell’Art. 29 del Regolamento del parco.

Interventi programmati nei Settori Botanico e Forestale

L’obiettivo principale degli interventi necessari a dare attuazione al progetto parco è la crescita economica, sociale e culturale delle popolazioni insediate nel territorio interessato, con l’introduzione di elementi e standard altamente innovativi nel campo della produzione e degli assetti civili. Tra gli interventi programmati dall’Ente parco relativi a diversi aspetti, alcuni riguardano il settore botanico e forestale.

Nel settore botanico è stata programmata la realizzazione di due ”Allestimenti di aree dimostrative della flora”, con lo scopo di dare la possibilità ai visitatori del parco di riconoscere le varie specie di piante presenti. L’intervento, oltre a soddisfare una apprezzabile curiosità, tende anche ad esercitare una funzione educativa del parco stesso che consiste, informando, di suscitare insieme il rispetto dell’ambiente naturale. Considerando la notevole varietà della flora del parco, unitamente alla sua caratterizzazione geomorfologica, l’allestimento delle due aree dimostrative deve avvenire in posizione opportunamente distinta.

Nel settore Forestale è invece emersa la necessità di attivare dei progetti pilota a carattere sperimentale, con lo scopo di approfondire le conoscenze sulle dinamiche evolutive delle leccete e soprattutto delle macchie miste di leccio e specie arbustive. Tali progetti dovranno interessare superfici di limitata estensione attentamente individuate e scelte su tutto il territorio forestale del parco. Tali progetti dovranno necessariamente coinvolgere specifici istituti di ricerca, universitari e non, e L’Azienda Foreste della Regione Sardegna (AFDRS) la quale dovrà curarne l’aspetto gestionale ed economico.

Un primo progetto pilotta, “Avviamento di un programma di disetaneizzazione sulle zone di tipo “A”, su una superficie complessiva di ettari 200”, presenta le seguenti finalità:

- determinazione di sviluppo del leccio;

- determinazione della struttura cronologica del leccio;

- individuazione di aree campione all’interno delle aree già in stato avanzato di avviamento all’alto fusto;

- indagini stazionali, dendrometriche e auxometriche di dettaglio; - analisi ed elaborazione dei dati;

- predisposizione del progetto esecutivo, secondo un disegno sperimentale che prevede l’adozione di differenti tecniche selvicolturali;

- esecuzione del progetto;

- controllo dei risultati e verifica delle ipotesi;

- scelta del tipo o dei tipi possibili di intervento da estendere alle altre aree forestali del parco.

Un secondo progetto pilota, “Avviamento di un programma di passaggio al ceduo composto su cedui matricinati di leccio e misti di leccio e specie arbustive”, presenta le seguenti finalità:

- determinazione della densità ottimale della matricinatura, con particolare riferimento alla rinnovazione culturale;

- determinazione del ciclo di sviluppo delle principali specie arbustive (fillirea, corbezzolo, eriche) e del ginepro, ove presente;

- indagini sulla competizione intra-specifica delle principali specie della macchia;

- determinazione del grado di mescolanza ottimale, in relazione ad uno stato di equilibrio climatico precedentemente definito sulla base dei caratteri stazionali, climatici ed edafici;

- individuazione di aree campione;

- indagini stazionali, dendrometriche e auxometriche di dettaglio; - analisi ed elaborazione dei dati;

- predisposizione del progetto esecutivo, secondo un disegno sperimentale che prevede l’adozione di differenti tecniche selvicolturali;

- esecuzione del progetto;

- controllo dei risultati e verifica delle ipotesi;

- scelta del tipo o dei tipi possibili di intervento da estendere alle altre aree forestali del parco.

Un terzo progetto pilota, “Impianto sperimentale di ciliegio da legno”, presenta le seguenti finalità:

- indagini stazionali volte alla ricerca dei siti idonei;

- individuazione e selezione delle piante madri e controllo genetico della selvaticità;

- raccolta dei semi e allevamento in vivaio delle piantine;

- messa a dimora del postime selezionato in campi sperimentali appositamente progettati;

- analisi di fattibilità economica e di mercato.