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A partire dagli anni ottanta le problematiche relative alla progressiva perdita di biodiversità, dovuta soprattutto al forte impatto antropico sugli ambienti naturali, sono diventate oggetto di numerose convenzioni internazionali. In accordo con tali convenzioni, l’Unione Europea ha emanato le Direttive “Uccelli” (79/409/CEE) ed “Habitat” (92/43/CEE) che prevedono la creazione della Rete Natura 2000. Le due Direttive svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di una rete ecologica che permetta di superare l’isolamento delle singole aree naturali, pianificando un sistema interconnesso di aree ad elevata valenza naturalistica ed omogeneizzando la gestione del territorio naturale e seminaturale compreso all’interno della Comunità Europea.

La Direttiva Habitat, recepita dalla normativa italiana attraverso il D.P.R. 357/97 e il successivo D.P.R. 120/2003, ha lo scopo di favorire la conservazione della biodiversità negli Stati Membri, definendo un quadro comune per la conservazione delle piante, degli animali e degli habitat di interesse comunitario maggiormente in pericolo. A tale scopo sono state elencate negli allegati della Direttiva circa 200 tipi di habitat (allegato I), 200 specie di animali e 500 specie di piante (allegato II).

La precedente Direttiva “Uccelli”, recepita nell’ordinamento nazionale attraverso la Legge N. 157/92 e nell’ordinamento regionale con L.R. 23/98, ha invece come obiettivo azioni atte alla conservazione e alla salvaguardia di 181 specie di uccelli selvatici.

Entrambe le Direttive prevedono l’individuazione di aree di particolare tutela, le Zone di Protezione Speciali per gli uccelli (ZPS), e i Siti di Importanza Comunitaria per specie animali, vegetali e di habitat (SIC). Le due tipologie di aree costituiscono le Rete Natura 2000. Il processo di designazione delle due tipologie di aree è differente. Mentre le ZPS vengono designate con una comunicazione ufficiale dello Stato membro ed entrano a far parte a pieno titolo della Rete Natura 2000 a partire da tale atto, i SIC vengono prima proposti dagli Stati membri e, al termine di un processo di verifica e validazione dei dati e delle coerenze della rete, designati come Zone Speciali di Conservazione (ZSC).

L’individuazione dei siti da proporre è stata realizzata in Italia dalle singole Regioni e Province autonome in un processo coordinato a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente, attraverso il progetto Life Natura “Bioitaly” (1995/1996). Gli elenchi dei Siti di Interesse Comunitario Proposti (pSIC) e delle ZPS sono stati pubblicati con Decreto Ministeriale del 3 aprile 2000, “Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciali, individuati ai sensi delle Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE”, (G.U. n. 95 del 22 aprile 2000), con il Decreto Ministeriale 25/03/2004 “Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina, ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE” (G.U. n. 167 del 19 luglio 2004) e con il Decreto Ministeriale 25/03/2005 “Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea, ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE” (G.U. n. 157 del 08/07/2005).

A seguito della redazione della guida all’interpretazione dell’articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE “La gestione dei siti della Rete Natura 2000” a cura della Commissione Europea, in ambito nazionale sono stati redatti i seguenti documenti di riferimento:

- “Linee guida per la gestione dei Siti Natura 2000”, DM 3 settembre 2002 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione della Natura;

- “Manuale delle linee guida per la redazione dei Piani di gestione dei Siti Natura 2000”, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione della Natura.

L’Unione Europea, mediante il programma LIFE-Natura, strumento finanziario delle due Direttive Uccelli ed Habitat, ha messo a disposizione fondi utilizzabili per azioni di tutela della biodiversità di interesse comunitario, inoltre nella programmazione dei fondi strutturali 2000-2006 sono state stanziate risorse che le regioni possono utilizzare per l’elaborazione di Piani di gestione, per la progettazione e la realizzazione di interventi di conservazione, per la rinaturalizzazione e la fruizione sostenibile dei siti, nonché per azioni di monitoraggio degli habitat e delle specie. La Direttiva habitat, all’Art. 6, prevede tre tipologie di strumenti per la tutela degli habitat

all’interno dei siti Natura 2000: misure di conservazione, misure per evitare il degrado, valutazione d‘incidenza.

Aspetti botanici nei Piani di Gestione dei pSIC

La Direttiva Habitat (Art. 6), al fine di garantire la conservazione dei siti Natura 2000, ha individuato nel Piano di Gestione uno strumento di pianificazione idoneo alla salvaguardia delle peculiarità di ogni singolo sito. Tale strumento è in grado di integrare gli aspetti prettamente naturalistici con quelli socio-economici ed amministrativi. I Piani di Gestione dei siti Natura 2000 “non sono sempre necessari ma, se usati, devono tenere conto delle particolarità di ciascun sito e di tutte le attività previste. Essi possono essere documenti a se stanti oppure essere incorporati in altri eventuali piani di sviluppo”.

Il Piano di Gestione si articola in più fasi. La prima fase prevede una valutazione generale delle valenze naturalistiche, delle minacce e delle criticità attraverso l’analisi e la sintesi dei risultati ottenuti dallo studio generale. In una seconda fase si procede alla definizione degli obiettivi e delle strategie di gestione, all’individuazione degli interventi e alla valutazione dell’attuazione del piano.

Lo studio generale approfondisce l’aspetto relativo alla caratterizzazione biotica (flora, fauna, vegetazione, habitat) con particolare riferimento alla biodiversità di interesse comunitario. In questo inquadramento biotico, tra le varie cose, sono riportate liste delle principali specie botaniche, evidenziando le specie endemiche, quelle dell’allegato II, le specie prioritarie, quelle appartenenti alla Lista rossa nazionale. Attraverso rilievi di campo e studi di dettaglio il Piano di Gestione prevede la realizzazione di carte tematiche, che sotto l’aspetto botanico, riguardano la distribuzione reale e potenziale delle specie vegetali di interesse comunitario e delle specie di interesse nazionale, con particolare riferimento a quelle incluse nelle liste rosse. Per quanto riguarda la vegetazione il Piano di Gestione prevede la realizzazione di una carta fitosociologica, evidenziando oltre alla situazione reale anche quella potenziale. Le cartografie prodotte andranno corredate di opportune descrizioni di dettaglio.

pSIC “Stagni di Murtas e S’Acqua Durci”

Codice sito: ITB040017

Localizzazione: long 9 38’04’’ – lat 39 31’02’’ Area: 745,00 ha

Altezza: min 0 m s.l.m. – max 54 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: gli stagni si trovano nella fascia costiera della regione di Quirra in corrispondenza della piccola piana generata dalle alluvioni recenti dell’omonimo Rio di Quirra. La piana di Quirra dà luogo ad una ampia falcata sabbiosa lunga circa 8 km. L’elevata dinamica litorale produce nei periodi di magra la chiusura della foce ad opera delle sabbie costiere. Nel biotopo si individuano morfologie fortemente caratterizzate sia da un punto di vista genetico che dai processi in atto. Area complessivamente interessante dal punto di vista ecologico per la varietà di ambienti umidi. Importante presenza di aspetti vegetazionali delle dune e degli ambienti igrofili.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di alcuna unità tassonomica.

Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

Fig. 17 – Localizzazione del pSIC “Stagni di Murtas e S’Acqua Durci”.

pSIC “Foce del Flumendosa-Sa Praia”

Codice sito: ITB040018

Localizzazione: long 9 37’48’’ – lat 39 25’39’’ Area: 520,00 ha

Altezza: min 0 m s.l.m. – max 48 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: presenza di popolamenti acquatici vegetali soprattutto nell’immediato sottoriva (nuova foce). Più in profondità le tallofite tendono ad essere sostituite da praterie di Rupia maritima L. e Rupia cirrhosa (Petagna) Grande.

Il sito riveste caratteristiche di particolare importanza nella definizione e preservazione degli equilibri che presiedono alla complessa dinamica fluviale. È infatti localizzato in corrispondenza della foce di un fiume con un dominio territoriale che sottende il grande bacino imbrifero del Flumendosa.

Tipi di Habitat (Allegato I 93/43/CEE): 1120*; 2110; 2120; 3250; 92D0.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: Carex panormitana Guss. Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

Fig. 18 – Localizzazione del pSIC “Foce del Flumendosa-Sa Praia”.

pSIC “Stagni di Colostrai e delle Saline”

Codice sito: ITB040019

Localizzazione: long 9 35’38’’ – lat 39 20’43’’ Area: 1151,00 ha

Altezza: min 0 m s.l.m. – max 5 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: bacino di retrospiaggia situato in zona caratterizzata da alluvioni granitiche e da sabbie marine, alimentato dalle acque del Rio Picocca e del Rio Corr’e Pruna. La sua origine risale agli anni 1945-50 quando, per bonificare l’area paludosa di Corru’e Gani fu deviato il tratto terminale del Riu Picocca che riempì la depressione omonima. Le cenosi sono in successione catenale con le variazioni del livello d’acqua e presentano associazioni ben strutturate e floristicamente differenziate. Il sito presenta una molteplicità di aspetti strutturali che danno all’intera area una grande diversificazione paesaggistica che può essere espressa nella seguente tipologia ecologica: vegetazione acquatica, vegetazione igrofila e vegetazione alofila. La vegetazione acquatica è costituita da praterie a

Ruppia sp. pl. e praterie a Entheromorpha intestinalis. La vegetazione alofila è

caratterizzata da praterie del Juncetalia maritimi, da praterie di elofite annuali (Salicornieti) e da arbusteti o suffruticeti alofili (Arthrocnemion fruticosi). Inoltre ai bordi delle zone umide dello stagno sono presenti praterie di Cotula coronopifolia. Nelle sponde e nei greti del Rio Picocca la vegetazione è inquadrabile nella classe

Nerio-Tamaricetea. L’aspetto climacico del territorio è dato dalla macchia dell’Oleo- Lentiscetum.

Tipi di Habitat (Allegato I): 1150*; 1120*;2270*; 1210; 1410; 1510; 2210; 2240; 2250; 92D0; 9320

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di alcuna unità tassonomica.

Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

Fig. 19 – Localizzazione del pSIC “Stagni di Colostrai e delle Saline”.

pSIC “Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis”

Codice sito: ITB040020

Localizzazione: long 9 33’30’’ – lat 39 7’4’’ Area: 3427,00 ha

Altezza: min 0 m s.l.m. – max 244 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: le isole distano poche centinaia di metri dal promontorio di Capo Carbonara, col quale delimitano l'estrema propaggine meridionale della struttura granitica del Sarrabus. Hanno una morfologia determinata da tipici aspetti di degradazione del granito, con grossi massi erosi dal mare. la costa settentrionale si

presenta a falesie col piede occupato da materiale franoso. L' area è interessata dalla istituzione del Parco geomarino di Villasimius. L'isola dei Cavoli presenta una forma pressocchè compatta con asse maggiore orientato da NW a SE e una superficie di 43,49 ha (compresi i variglioni di circa 0,81 ha complessivi); la sua lunghezza massima è di circa 850 m e la massima larghezza di 700 m. La costa settentrionale si presenta a falesie col piede occupato da materiale franoso. La quota massima di 40 m s.l.m. è raggiunta dai due rilievi che delimitano la piccola valle terminante nella cala di ponente, dove esiste un porticciolo costruito dalla marina militare che gestiva il faro (edificato dal regno piemontese nel 1856) con personale fisso sino al settembre del 1973. Da allora l'isola è disabitata. L'isola di Serpentara è costituita esclusivamente da granito biotitico a struttura porfirica, litotipi attribuiti al Paleozoico. Le coste sono verie nel settore occidentale non sono molto ripide, mentre quelle del settore orientale sono più o meno frastagliate e ricche di falesie. La loro morfologia è determinata essenzialmente dal moto ondoso e dall'azione erosiva del vento. Lo Stagno di Notteri è una raccolta d'acqua marina che è stata racchiusa da due cordoni litorali i quali hanno unito alla terraferma l'isolotto di Punta Santo Stefano facendolo diventare un promontorio. Lo stagno ha forma quasi rotonda e misura 34 ha circa, non ha immissari né sbocco a mare, l'acqua marina vi penetra durante le grosse mareggiate invernali. In estate tende a prosciugarsi evidenziando ampie stratificazioni di sale a ridosso delle emergenze granitiche sul versante meridionale. I campi dunali posti a ridosso del promontorio presentano dune che raggiungono i 35 ms.l.m. ma si mantengono mediamente al di sotto dei 12 m Il Campo dunale di Serra e Morus è il campo dunale meglio conservato dell' area, anche se gli insediamenti turistici e le piantumazioni arboree di tipo ornamentale hanno apportato delle modifiche morfologiche. Dai dati climatici risulta che i mesi più freddi sono gennaio e febbraio e i mesi più caldi sono luglio e agosto, le precipitazioni tendono ad aumentare nei mesi autunno invernali, in particolare nei primi mesi invernali, novembre e dicembre, con minimi nel periodo giugno-agosto. Il periodo di aridità secondo Bagnouls e Gaussen risulta quindi dalla seconda metà di aprile alla seconda metà di settembre. L'indice di termicità di Rivas-Martinez risulta di 405 che corrisponde al termomediterraneo inferiore, l'indice ombrometrico è di 2,61, e corrisponde al secco inferiore.

L'interesse fitogeografico di questo sito è determinato dalla presenza di Brassica

insularis Moris, endemica della Sardegna, della Corsica e di Pantelleria. La specie

nell'Isola dei Cavoli dimostra una sua ottimalità biologica con esemplari ad alberello di grosse dimensioni e comunque di grandezza mai segnalata altrove. Altre endemiche presenti sono Verbascum conocarpum, Limonium retirameum, Bryonia

marmorata, Helicodiceros muscivorus. Di notevole qualità e importanza per la

presenza della vegetazione forestale della sabbia costiera (Pistacio-Juniperetum

macrocarpae) che rappresenta la prima forma di vegetazione arbustiva nella

colonizzazione delle dune sabbiose. Le dune semifisse sono colorizzate dalla vegetazione camefitica del Crucianellion maritimae Rivas-Goday et Rivas-Martinez 1963 che, stabilizzando le sabbie, le prepara all'insediamento della vegetazione forestale delle sabbie costiere. Tra le specie degne di nota si segnala Holcus

setiglumis Boiss. et Reuter, una graminacea Stenomediterranea con baricentro

orientale, nota in Italia anche per l'isola di Capraia (Ricceri 1970). Altrettanto importante il consistente componente endemico che comprende, tra le altre, Ferula

arrigonii Bocchieri e Silene valsecchiae Bocchieri, due specie per le quali Serpentara

rappresenta il locus classicus (Bocchieri 1988).La qualità delle acque è legata all'alimentazione idrica salina e all'assenza di reflui organici che ostacolerebbero le

formazioni dell'habitat prioritario "lagune". Sito di habitat "percorsi substeppici" con ampelodesmeti, rari lungo la costa orientale sarda. La presenza dei substrati basici in un territorio granitico, evidenziata dalla presenza di Ampelodesmos mauritanica, conferisce originalità a questo sito, interessato in parte da intensa attività pastorale. Gli incendi ripetuti mantengono attivo questo habitat, contrariamente a quanto avviene nelle aree circostanti, in cui l'Ampelodesmos è raro e sporadico.

Fig. 20 – Localizzazione del pSIC “Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis”.

Tipi di Habitat (Allegato I): 1120*; 1110; 5330; 2250; 5210; 2210; 2110; 1210; 3130; 1150; 1240; 1410; 1420; 1510; 6220; 2120; 2230; 2270; 1430.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: Brassica insularis Moris e

Rouya polygama (Desf.) Coincy.

Altre specie importanti di flora: Bryonia marmorata Petit, Ferula arrigoni Bocchieri,

Helicodiceros muscivorus (L. f.) Engl., Holcus setiglumis Boiss. et Reut., Limonium dictyocladum (Boiss. in A. DC.) Kuntze, Limonium dubium (Guss.) Litard., Limonium retirameum Greuter et Burdet, Silene valsecchiae Bocchieri, Verbascum conocarpum

Moris ssp. conocarpum.

pSIC “Costa di Cagliari”

Codice sito: ITB040021

Localizzazione: long 9 26’49’’ – lat 39 8’53’’ Area: 2612,00 ha

Altezza: min 0 m s.l.m. – max 490 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: area costiera a morfologie molto articolate e aspre determinate da rocce del magmatismo ercinico, su cui si inseriscono nella fascia a mare, depositi alluvionali del quaternario con dune fossili.

Rilevante presenza di avifauna di importanza internazionale. Presenza contemporanea di habitat elencati nella direttiva CEE. Il sito è interessato da un'interessante macchia mediterranea in diversi stadi della serie del ginepro turbinata e dell'oleastreto e dalle formazioni in ambiente roccioso di Euphorbia dendroides. Per struttura, composizione floristica e capacita' climacica questo habitat costituisce una priorità vegetazionale unica per tutto il Mediterraneo. In questo sito il Juniperus

turbinata ssp. turbinata raggiunge il massimo della sua espressione sia nelle

boscaglie che nelle macchie di derivazione. La potenzialità di sviluppo la si può vedere nella facilità di conquista delle aree abbandonate per l'evidente capacità colonizzatrice.

Fig. 21 – Localizzazione del pSIC “Costa di Cagliari”.

Tipi di Habitat (Allegato I): 5330*; 5210; 2240; 1240; 2230; 2110; 1210; 1120; 2250. Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: Rouya polygama (Desf.) Coincy

Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

pSIC “Bruncu de Su Monte Moru – Geremeas (Mari Pintau)”

Codice sito: ITB040051

Localizzazione: long 9 21’56’’ – lat 39 10’10’’ Area: 136,00 ha

Altezza: min 5 m s.l.m. – max 35 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: trattasi di un antico campo dunale, con dune non superiori a 5 m, a ridosso del granitico Bruncu de Su Monte Moru, in area di Solanas, frequentato solo negli ultimi decenni perchè di difficile accesso. Gli interventi di

forestazione hanno modificato i cespuglieti costieri localizzati a mosaico con i pini e le acacie introdotti. Il clima è di tipo termomediterraneo secco.

Il piccolo campo dunale a ridosso dell' affioramento granitico esposto al maestrale è interessato da un rimboschimento degli anni 50 con un sottobosco di elementi forestali psammofili.

Fig. 22 – Localizzazione del pSIC “Bruncu de Su Monte Moru – Geremeas (Mari Pintau)”.

Tipi di Habitat (Allegato I): 1120; 2250; 2270; 5210; 5330; 2110; 1240.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di alcuna unità tassonomica.

Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

pSIC “Campu Longu”

Codice sito: ITB040055

Localizzazione: long 9 30’24’’ – lat 39 7’31’’ Area: 107,00 ha

Altezza: min 4 m s.l.m. – max 27 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: residuo di un campo dunale molto più esteso dell'attuale, poggiante su graniti attualmente affioranti dalla spiaggia. È delimitata nella parte continentale da aree agricole e da insediamenti turistici. Dai dati climatici risulta che i mesi più freddi sono gennaio e febbraio e i mesi più caldi sono luglio e agosto, le precipitazioni tendono ad aumentare nei mesi autunno invernali, in particolare nei primi mesi invernali, novembre e dicembre, con minimi nel periodo giugno-agosto.

Il periodo di aridità secondo Bagnouls e Gaussen risulta quindi dalla seconda metà di aprile alla seconda metà di settembre. L'indice di termicità di Rivas-Martinez risulta di 405 che corrisponde al termomediterraneo inferiore, l'indice ombrometrico è di 2,61, e corrisponde al secco inferiore. Rimboschimento a Pinus sp. pl., che nel corpo centrale del campo dunale ha modificato il territorio e che presenta un sottobosco che negli ultimi decenni è in netta ripresa con la comparsa di ginepri, lentisco e fillirea.

Fig. 23 – Localizzazione del pSIC “Campu Longu”.

Tipi di Habitat (Allegato I): 2270*; 2250; 1120; 2230; 2110; 1210; 2210; 2120.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di alcuna unità tassonomica.

Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

pSIC “Monte dei Sette Fratelli e Sarrabus”

Codice sito: ITB041106

Localizzazione: long 9 25’17’’ – lat 39 16’54’’ Area: 9290,00 ha

Altezza: min 144 m s.l.m. – max 1023 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: massiccio montuoso granitico e porfirico prospiciente la costa sud orientale della Sardegna. Il sito ricade nel parco regionale dei Sette Fratelli-Monte Genis il cui provvedimento istitutivo è in itinere.

Presenza di importanti aspetti di vegetazione, boschi di leccio e sughera, formazioni a ginepro, macchie a Euphorbia dendroides, vegetazione ripariale ad ontano nero, a salici, pioppi, oleandro. Importante presenza di specie vegetali ad elevato valore naturalistico. Zona di riproduzione delle specie elencate nell’Allegato I della Direttiva

79/409/CEE e nell’allegato II 92/43/CEE (Cervo sardo e Astore); inoltre di importanti endemici elencati nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE quale l’Euprotto sardo. Tipi di Habitat (Allegato I): 9340*; 9330; 5330; 5210; 92A0; 91E0; 6220; 92D0; 9320; 5430.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: Carex panormitana Guss. Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

Fig. 24 – Localizzazione del pSIC “Sette Fratelli e Sarrabus”.

pSIC “Punta di Santa Giusta (Costa Rei)”

Codice sito: ITB042233

Localizzazione: long 9 34’10’’ – lat 39 14’13’’ Area: 4,60 ha

Caratteristiche generali sito: trattasi di un campo dunale poggiante su substrato granitico. Il clima è di tipo mediterraneo secco. Il sito è caratterizzato dalla boscaglia costiera a ginepri, che rappresenta la prima forma di vegetazione arbustiva nei processi di colonizzazione delle sabbie, e che svolge un’importante funzione stabilizzatrice delle dune costiere.

Tipi di Habitat (Allegato I): 2250*; 1120; 2210; 2230; 2120; 2110; 1210; 2240.

Piante elencate nell’Allegato II della Direttiva 93/43/CEE: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di alcuna unità tassonomica.

Altre specie importanti di flora: la Scheda Natura 2000 relativa al sito non indica la presenza di altre unità tassonomiche.

Fig. 25 – Localizzazione del pSIC “Punta S. Giusta (Costa Rei).

pSIC “Costa Rei”

Codice sito: ITB042236

Localizzazione: long 9 34’16’’ – lat 39 14’45’’ Area: 0,52 ha

Altezza: min 1 m s.l.m. – max 2 m s.l.m.

Caratteristiche generali sito: fascia sabbiosa normalmente pianeggiante e di larghezza uniforme non superiore a 40 m. Ha una lunghezza di circa 6 km ed è interroto unicamente dagli affioramenti rocciosi di Capo Turno. Le dune semifisse

sono colonizzate dalla vegetazione camefitica del Crucianellion maritimae Rivas- Goday et Rivas-Martínez 1963 che stabilizzano le sabbie, le prepara all’insediamento della vegetazione forestale delle sabbie costiere.

Fig. 26 – Localizzazione del pSIC “Costa Rei”.