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I movimenti terapeutico-religiosi e le medicine extrascientifiche come terapie alternative

Lanternari è d'accordo con lo psichiatra Frighi nel criticare la tesi dell'amico de Martino. “Era (ed è ancor oggi) un luogo comune sostenere o sentir ribadire l'idea che antiche o primitive tradizioni e costumanze d'ordine magico sacrale e mitico- rituale, vigenti presso le popolazioni cosiddette «primitive», persistenti presso società in via di sviluppo o in certi settori delle società occidentali, sarebbero destinate ad essere automaticamente eliminate e surrogate sic et simpliciter, dall'avvento dei sistemi di medicina scientifica e con l'espandersi delle organizzazioni sanitarie e ospedaliere di tipo moderno.”18 La tesi di de Martino

risulta non solo non condivisibile, perché fondata su pregiudizi etnocentrici, ma soprattutto errata: oggi assistiamo non solo al protrarsi, nella nostra società borghese, di credenze e tradizioni popolari ma anche alla proliferazione di medicine alternative para o extra-scientifiche. Questa dinamica per Lanternari può essere letta come “una delle risposte della società contemporanea alle illusioni mitizzanti di una razionalità scientifica e tecnologica che, nel suo assolutismo dogmatico, rischia di obliterare alcune tra le più pressanti istanze psicologiche 17 Ivi, pp. 31-32.

avverse all'alienazione e […] anche una risposta alle limitazioni della prassi medica occidentale, che assai spesso ha perduto tanto il senso dell'unità «soma- psiche», quanto l'abito del rapporto di fiducia e di delega paziente-medico”19.

Leggere questi fenomeni come residui o sopravvivenze di antiche origini, o come ritardo culturale, è sbagliato. “Lo sviluppo delle terapie carismatiche, insieme con le altre forme di medicina alternativa, fa da controparte e risposta al processo di settorializzazione specialistica della medicina ufficiale, che nella scomposizione- dispersione dei settori specialistici minaccia di perdere di vista perfino l'unità globale dell'organismo umano.”20Il coinvolgimento emozionale collettivo delle

terapie carismatiche, di cui parla diffusamente Lanternari all'interno del libro e che sussiste anche a prescindere dalla guida di un leader carismatico, permette di creare un atmosfera di credibilità che apre la possibilità del superamento della malattia, vissuta come una delle tante espressioni del male del mondo e combattuta in questo caso dalla fede dell'individuo nelle potenzialità salvifiche del culto. Lanternari interpreta la proliferazione del carismatismo, e del comunitarismo spesso ad esso collegato, anche come una risposta alla crisi della società odierna. Attraverso l'adesione al gruppo, alla setta o alla comunità l'individuo “diviso fra la minaccia di perdita della sua identità personale, nel gran mare omologatorio della società di massa, ed il rischio opposto dell'autoisolamento chiuso, inerte e sterile […] realizza il suo bisogno di riaggregazione e comunicazione diretta”21 avviando il suo riscatto da questa crisi

d'insignificanza. È la civiltà di massa, che l'autore vede come fattore soggiacente 19 Ivi, p. 39.

20 Ivi, p. 40. 21 Ivi, p. 48.

della patologia sociale e culturale odierna, che deve essere messa in discussione: il libero commercio degli armamenti, della droga e di sostanze altamente inquinanti, aggiunto alla nuova condizione di un uomo che disumanizzato diventa sabotatore di se stesso, mercificandosi. Nell'assenza di significato del mondo queste comunità assumono la funzione di alternativa, di rifugio dai rischi della crisi. Una simile condizione psichica è anche la causa principale dell'adesione ai culti carismatici neo-orientali, ma anche ad organizzazioni religioso-terapeutiche come

Scientology. Valutare tutti questi fenomeni come dei ritardi culturali è quantomeno

semplicistico: la loro enorme proliferazione evidenzia un vuoto che la società odierna non è riuscita a colmare, un vuoto che con la loro proposta alternativa e significante essi promettono di colmare. “In considerazione del carattere che dobbiamo riconoscere alle terapie carismatiche come «terapie alternative di massa» […] appare illecito, su un piano di coerenza interpretativa, distinguere una «medicina popolare», in quanto tale contrapposta ad una «medicina scientifica ufficiale» […] i due tipi d'orientamento assai spesso coesistono, non in distinti ceti o gruppi sociali, bensì nel medesimo individuo, a qualunque ceto egli appartenga”

22.

Il dualismo oggi è quello tra medicina ufficiale scientifica e medicina alternativa extrascientifica, dualismo che è molto più complesso della schematica contrapposizione tra razionale e irrazionale, e pure di quella tra sottosviluppo e sviluppo. Non solo nel Terzo Mondo, anche nell'Occidente possiamo constatare 22 Ivi, p. 56. Su questo punto basti ricordare che sono molti i casi in cui una persona si rivolga contemporaneamente ad un medico e ad un guaritore, se non addirittura ad un feticcio. Ma sono anche frequenti, e questo dimostra che non è una mera questione di livello culturale, che nei casi di mali incurabili molte persone d'elevato livello critico e intellettuale facciano ricorso ai più disparati espedienti extrascientifici.

“la tendenza a ripristinare l'orientamento mentale che per antica tradizione legò tra loro con un nodo indissolubile religione e guarigione […] orientamento che fu già proprio delle civiltà antiche; che caratterizzò il cristianesimo delle origini nella figura di Gesù-guaritore, nell'ideologia della «guarigione per fede» e nel miracolismo tipico della fase evangelica e dell'intero Medioevo. È l'orientamento che si perpetua – anzi oggi incrementandosi – a livello di religiosità popolare nel culto terapeutico che si dedica in ciascun paese al santo patrono, nei pellegrinaggi votivi ai santuari cattolici, nell'insorgere del fenomeno delle «apparizioni» miracolose, nello stesso culto soteriologico e quasi messianico con cui ci si volge dalla massa cattolica tradizionalista al pontefice polacco […]. È l'orientamento che a nostro avviso funge da nucleo centrale e da primo fattore eziologico di quel fenomeno della nostra società in epoca contemporanea, che è stato designato come «ritorno al sacro»”23.

Questi movimenti terapeutico-religiosi possono avere diverse origini, che dipendono principalmente dalla formazione culturale del loro fondatore. Volendo effettuare una mappatura indicativa delle varie formazioni possiamo in primo luogo asserire che le influenze principali possono essere di derivazione cristiana oppure di derivazione orientale. “Dall'Oriente proviene la tradizione contemplativa, dall'Occidente quella della psicologia dinamica e di un misticismo secolarizzato per fini psicoterapeutici. V'è posto, fra questi nuovi movimenti, per un vigoroso revival pentecostale, ma anche per l'introduzione di comunità (ashram) indo-buddhiste, e di maestri-guru che reinterpretano, selezionano, rimasticano in modi soggettivi antiche filosofie religiose orientali fondendole con 23 Ivi, p. 63.

tratti cristiani o con influssi derivanti da scienze moderne.”24

Per quanto queste formazioni possano essere diverse fra loro, dal pentecostalismo di origine statunitense a Scientology, dalla Soka Gakkai alla Chiesa dell'Unificazione, dagli Hare Krishna alla Meditazione Trascendentale, se guardiamo alle motivazioni di ordine generale che sono all'origine delle numerose adesioni a queste sette, risulta evidente che la causa principale è da individuare nella crisi dell'individuo. La sofferenza psichica, che sia di origine privata o sociale, risulta un tratto comune tra gli adepti di queste sette. L'efficacia terapeutica di questi movimenti “secondo fondate ipotesi psichiatriche, è legata al processo d'integrazione di ciascun soggetto individuale nel gruppo, cosicché malattia o malessere diventano un vero «fatto sociale» coinvolgendo la partecipazione del gruppo […]. Certamente dunque, al di là delle eventuali millanterie miracolistiche, delle criticabili tecniche in uso del lavaggio del cervello, della manipolazione ideologica, e all'infuori della rinunzia imposta ai membri e da loro interiorizzata, ad ogni spirito critico da rivolgere all'interno dell'organizzazione e dell'autorità del leader, le nuove sette terapeutico-religiose, nell'insieme – incluse quelle di matrice cristiana come il pentecostalismo – sono la spia di una pressante richiesta di rivalutazione dei valori interiori, della volontà di recuperare il senso dell'unità organismica di psiche e soma, e del bisogno di rivalorizzare la funzione del corpo come componente essenziale dell'equilibrio psichico”25. La rapida crescita di queste sette ha inoltre istituito al loro interno “un

processo a spirale crescente, alimentato da un circuito dialettico che lega fra loro, 24 Ivi, p. 65.

in un disuguale ordine di cointeressenze, i seguaci dei singoli profeti, terapeuti o guru, e le organizzazioni che costoro promuovono e gestiscono26”, organizzazioni

che nel regime del libero mercato odierno sono diventate vere e proprie macchine da soldi, vere e proprie aziende fondate sulla efficienza manageriale e sulla pubblicità, che crescono grazie ai “contributi elargiti o prodotti dai proseliti, spesso a spese di famiglie succubi e praticamente «rapinate» da un loro membro caduto nella rete di una setta”27 e da cui è anche molto difficile uscire a causa della

rigida disciplina, spesso militaresca, e di vere e proprie minacce mosse contro i fuggitivi28.