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IPOTESI DI VALORIZZAZIONE

3.1 Musealizzazione del sito

I materiali provenienti dallo scavo, una volta studiati e selezionati, potrebbero essere esposti nel già esistente Museo Civico di Scienze Naturali ed Archeologiche di Pescia. L’idea è di far diventare Pescia il centro di un Museo diffuso che comprenda tutta la Valdinievole. La scelta di Pescia come fulcro principale del museo diffuso è determinata dalla posizione facilmente raggiungibile del luogo e dalla presenza del già citato Museo Civico di Pescia. La collocazione del materiale espositivo all’interno del Museo, sarà organizzata con la creazione di un percorso espositivo dedicato all’archeologia medievale nella Valdinievole. In primo luogo, l’obiettivo dell’esposizione sarà quello di raccogliere e spiegare in maniera chiara i materiali provenienti dagli scavi, partendo dai reperti ritrovati nel castello di Lignana, fornendo al visitatore, in un solo luogo, la possibilità di raccogliere informazioni sulla Valdinievole medievale, in secondo luogo, il Museo svolgerà un altrettanto importante ruolo di rimando al territorio dal quale i materiali stessi provengono.

L’idea è quella di un museo che sia luogo deputato allo studio e alla formazione culturale del pubblico, in grado di riallacciare la vita quotidiana con le tradizioni locali presenti nel territorio. La presenza di queste testimonianze contestualizzate e spesso inamovibili crea la condizione ottimale per un museo aperto al territorio, che rimanda il visitatore all’esterno, direttamente sui siti dove è attestata la realtà che non può essere costretta tra quattro mura83.

Gli oggetti raccolti durante l’intervento archeologico devono assolvere due necessità fondamentali: lo studio e la divulgazione della conoscenza84. L’indispensabile conservazione dei reperti è, ovviamente, il mezzo fondamentale per l’osservazione diretta dei materiali. La deperibilità rende necessario distinguere l’attività di studio da quella destinata all’informazione culturale. L’attività di studio, fondamentale per la ricerca85, avrà bisogno di strutture adatte che esulano, nel caso specifico, dalle competenze del museo. A questo scopo sarà auspicabile una sinergia con le strutture e con gli organismi di ricerca presenti nel territorio. Primo fra tutti l’Università degli Studi di Pisa attraverso l’organizzazione di campagne reperti, alle quali potranno partecipare anche studenti iscritti al corso di studi in Scienze dei beni culturali, atte allo studio, alla catalogazione e al restauro dei reperti. La partecipazione degli studenti alle campagne reperti darà un valore aggiunto alla ricerca in Valdinievole, trasformando lo studio

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GENOVESI E., Simulazioni per un progetto: il museo diffuso e il sistema museale, in «Musei e Parchi

archeologici» FRANCOVICH R., ZIFFERERO A. (a cura di), Firenze, 1999, p. 106.

84

Cfr VITTORIA M., CLARELLI M., Che cos’è un museo, Roma, 2008, pp. 65-69.

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Un serio studio e una seria e continuativa attività di ricerca fanno in modo che il museo non si trasformi in un luogo destinato al tempo libero o capace di pochi approfondimenti, vedi SCICHILONE G. Il

Museo archeologico: progetto culturale e ruolo sociale, in «Musei e Parchi archeologici» FRANCOVICH R.,

dei reperti, momento fondamentale per un’indagine archeologica, in un’opportunità di formazione specifica per decine di futuri archeologi.

Il percorso espositivo sarà organizzato in modo da essere facilmente comprensibile, pur senza banalizzazioni, e pienamente esaustivo. L’idea è quella di rompere con l’obsoleta tradizione, purtroppo ancora molto utilizzata, dei musei Wunderkammern, delle vetrine piene di reperti che poco possono dire ai “non cultori della materia”, in pratica un museo che non sia più un luogo passivo ma vivo, attivo, un luogo con il quale si possa interagire86. Lo scopo dell’esposizione sarà quello di fornire ai visitatori “addetti ai lavori” il giusto rigore scientifico, al visitatore “curioso” una serie di notizie utili che possano rispondere alla sua domanda di conoscenza e che però possano, anche, servire da base per eventuali approfondimenti. Spesso alcuni studiosi, al momento di compilare una didascalia per un museo, si sono preoccupati solo del giudizio degli altri studiosi, tralasciando quello che è una delle caratteristiche principali di un museo e cioè quello di essere comprensibile a tutti.

Un altro aspetto fondamentale del progetto espositivo, quindi, sarà quello rivolto alla didattica per le scolaresche. In sintesi l’esposizione dovrà essere come “un libro aperto che deve essere comprensibile a tutti i lettori”87 essendo il più diretto e stimolante possibile nei confronti di chi deve apprendere, ma anche nei confronti di chi deve insegnare88.

Da un’indagine condotta dall’Istat tra il 2003 e il 2005 sul tempo libero degli italiani, che escludeva i bambini dai 6 anni in giù, è risultato che i visitatori interessati alla cultura sono tra il 32 e il 33 per cento. Di questi il 28% visita le esposizioni e il 22% visita siti archeologici e monumenti89.

I visitatori di un museo sono articolati in varie categorie a secondo del loro grado di interesse culturale. Queste categorie sono spesso molto differenziate fra loro, talvolta addirittura contrapposte le une alle altre. L’analisi delle categorie di pubblico diventa perciò un aspetto importante nell’organizzazione di un museo. Questo tipo di studi è stato spesso portato

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MAZZA E., Didattica museale e ricerca educativa, in «Musei e pubblico. Un rapporto educativo» NARDI E. (a cura di), Milano, 2004, p. 82, e ancora AMATO P., Progettare un museo, Roma, 2005, p. 35, e ancora ANGELA A., Musei (e mostre) a misura d’uomo: come comunicare attraverso gli oggetti, Roma, 1988, p. 14.

87

Citazione da GENOVESI E., Simulazioni per un progetto: il museo diffuso e il sistema museale, in «Musei e Parchi archeologici» FRANCOVICH R., ZIFFERERO A. (a cura di), Firenze, 1999, p. 109.

88

ANGELA A., Musei (e mostre) a misura d’uomo: come comunicare attraverso gli oggetti, Roma, 1988, p. 14.

89

SICIOS M., Comunicare l’archeologia: teoria, uso e costruzione dell’audiovisivo e del documentario

avanti da esperti in sociologia o in economia piuttosto che da esperti in didattica90. Il Centro di Didattica Museale ha organizzato, nel 2001, un’indagine sul pubblico di 34 musei Italiani. Il progetto, chiamato “Musei e pubblico. Un rapporto educativo”, poneva particolare attenzione, a differenza di numerosi studi precedenti91, sui fenomeni educativi e quindi sul pubblico. L’indagine è stata fatta per constatare l’esattezza di due ipotesi:

1. La fruizione museale in età scolastica influenza gli atteggiamenti del pubblico in età adulta.

2. La fruizione museale in età adulta ha un effetto di conferma e consolidamento delle conoscenze e competenze precedentemente acquisite.

Per la prima ipotesi è stato fornito ai visitatori un questionario di 26 domande. Tre delle 26 domande sono state costruite specificatamente per indagare il rapporto tra le esperienze museali, il livello scolastico e l’atteggiamento del pubblico adulto:

1. Quando ha visitato per la prima volta un museo?

2. Da chi è stato accompagnato quando ha visitato per la prima volta un museo? 3. Che cosa ricorda meglio di quella prima visita?

In un’alta percentuale dei casi, la prima visita avviene attraverso il filtro della scuola. Il 55% dei rispondenti al questionario ha visitato per la prima volta un museo prima dei 10 anni (Grafico 1)92.

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