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1329Nel 1254 Foggia, dove si sono attestate le truppe pontificie contro Manfredi, viene

Nel documento Cronaca 1326-1340 (pagine 187-189)

espugnata dagli imperiali e gran parte della sua popolazione massacrata. In questa epoca Foggia è circondata da 5 borghi, Tempio a nord, S. Andrea e S. Pietro a settentrione di questo,

Maniaporcum ad ovest e Bassanum ad est. Il borgo del Tempio prende il suo nome dalla

presenza di una domus templare, e forse lo stesso S. Pietro è stato fondato dai Templari. Il centro cittadino è contraddistinto dall’edificio imperiale e dalla chiesa di S. Maria.44

Il palazzo imperiale viene fatto restaurare ed ampliare da Carlo I d’Angiò, che in questo edificio fa celebrare il matrimonio di sua figlia Beatrice con Filippo, primogenito dell’imperatore di Costantinopoli, nel 1273.

Foggia, sin dal terzo decennio del Duecento, è assurta a capitale amministrativa della parte continentale del regno di Sicilia. Una forte presenza di funzionari di corte stimola la crescita economica della società. Carlo I risiede spesso nella zona ed a Foggia e qui muore il 7 gennaio 1285. Il suo cadavere viene trasportato a Napoli, ma le sue viscere sono tumulate in S. Maria di Foggia. La città (chiamiamola così anche se non è sede vescovile) è del demanio reale. Il re possiede molte case nei diversi pittagia (quartieri), e in campagna, vigneti, massarie, stazioni di monta equina (aratie) e di allevamento di cavalli (marescalle).

Nel 1300 Foggia appare una città ricca: solo 2 centri della Capitanata debbono pagare al demanio reale una somma superiore alle 100 once d’oro, Corleto che ne paga 125 e Foggia 121. A lunga distanza dietro di loro, San Severo 88 e Troia 41.45

§ 17. Rolando dei Rossi, signore di Parma

Nel pomeriggio del 26 febbraio, si riunisce il Consiglio generale di Parma nel palazzo comunale. Sono 1.000 uomini. La mozione approvata conferisce pieni poteri a Rolando Rossi. Rolando è un vero signore assoluto, a lui spetta eleggere 100 cittadini che costituiscano il Consiglio di Credenza ed alla cui autorità ed approvazione debbono essere sottoposte tutte le spese comunali. Il potere degli Anziani, già depresso dall’istituzione dei Sapienti, continua a scendere.

Rolando inizia a tenere a casa sua, in una loggia nella quale sono esposte le sue insegne e il suo stemma, un corpo di guardia, a sua protezione. Dovunque egli si rechi, un distaccamento delle guardie lo precede.

Tutti gli affari del comune procedono ad arbitrio di Rolando Rossi.46 § 18. Piemonte, Angiò e Monferrato

Teodoro di Monferrato è tornato nel suo dominio dall’Oriente alla fine dell’anno passato. Alla metà di dicembre Teodoro ha ottenuto, grazie al pontefice, la signoria triennale su Vercelli. Ancora è vigente una sua antica alleanza con Filippo di Savoia Acaia, ma occorre collaudarla alla luce della mutata situazione locale e dei recenti rapporti, che sarebbe meglio definire contese, tra papa e imperatore.

Vediamo allora come si presenta la situazione locale nell’inverno del 1329: i marchesi d’Incisa ed i Cocconato sono alleati con i fuorusciti di Chieri e quindi in guerra contro Chieri ed Asti, spalleggiate dagli Angioini. I Cocconato sono vassalli del Monferrato e quindi Teodoro non può non schierarsi dalla loro parte. In particolare, Teodoro ha nominato Uberto di Cocconato podestà di Vercelli. Chieri si preoccupa per la discesa in campo di un signore potente la cui fama guerresca è eccezionale; sollecita, allora, la mediazione di Lancia da Corticelli, altro feudatario del Monferrato, molto ascoltato. Sono gli Angioini che si oppongono, essendo convinti di avere tutto da guadagnare da un conflitto aperto tra Chieri e Monferrato.

44MARTIN, Foggia nel medioevo, p. 71-75. 45MARTIN, Foggia nel medioevo, p. 88. 46Chronicon Parmense, p. 191.

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Le cose si complicano quando, mentre gli armati di Asti e Chieri sono in marcia per cercare lo scontro con i Cocconato, nei pressi di Primeglio, per motivi non chiari, un distaccamento di questi proveniente da Villanova d’Asti attacca Albugnano. L’atto è una rottura della tregua e Lancia si defila affermando di non essere in grado di trattare in quelle condizioni. Chieri si scusa con Lancia e con lo stesso Teodoro, ma questi sembra deciso a cercare una guerra aperta con Asti e Chieri.

Ai primi tepori della primavera, i militi di Chieri escono in campagna e conquistano Bagnasco, Primeglio e Capiglio, tutte terre dei Cocconato. L’aggressione scatena una quantità di scaramucce alle quali partecipano truppe angioine, monferrine, di Filippo d’Acaia, di Chieri. Ad agosto riprendono i colloqui di pace tra Monferrato e Chieri e ad ottobre Primeglio è di nuovo in possesso dei Cocconato. Capriglio e Bagnasco vengono consegnate nelle mani di Urieto Gribaldi, che ha l’incarico di restituirli ai Cocconato una volta che la pace sia firmata.47

Nel frattempo Filippo di Savoia Acaia si dedica all’ingrandimento e all’abbellimento della città di Torino, che gli è particolarmente cara. A suo favore rinuncia alla gabella del sale, restaura il palazzo che egli possiede in città, ripara il tetto della fortezza di Porta Fibellone, fa scavare un fossato di difesa, per il quale vengono asportati 30 trabucchi di terra. Intanto, ordina a tutti i comuni che gli sono soggetti di preparare i soldati ed armi, pronti per la sua rivista.48

§ 19. Cangrande cittadino e nobile veneziano

Cangrande desidera da lungo tempo di potere essere aggregato alla nobiltà veneziana. La Serenissima, d’altronde, guarda con simpatia al glorioso signore che ora ha pacificato gran parte del Veneto. L’occasione per soddisfare questa ambizione scaligera si presenta ora e vi è chi pagherà con la vita per questo onore. In Verona soggiorna Giacomino Querini, figlio di Matteo e aderente alla congiura di Baiamonte Tiepolo. Venezia vuole averlo in suo dominio, per poterlo giustiziare perché teme, o sa, che Giacomino stia intessendo nuove trame ai danni della repubblica del leone. A Cangrande viene richiesto di favorire la cattura del seminatore di discordia. Lo Scaligero fa imprigionare Giacomino Querini e lo invia a Venezia sotto scorta di Pietro del Verme, Guglielmo Servidei e Pietro dal Sacco. Giunto a Venezia, il disgraziato viene giustiziato insieme a due complici: Jacopo Barozzi e Marino Barizio.

Il 10 marzo 1329 la Quarantia di Venezia delibera di accordare la cittadinanza e l’ammissione nella nobiltà veneziana a Cangrande con 32 voti favorevoli, uno contrario ed uno incerto. Il 12 maggio il doge Francesco Dandolo consegna agli ambasciatori di Cane il diploma di cittadinanza. Anche Marsilio da Carrara viene aggregato al Maggior Consiglio.49 § 20. Il capitano del Patrimonio corre e dà il guasto al Viterbese

Le ostilità con Viterbo riprendono alla fine di marzo. Scendono in campo anche il vescovo di Orvieto, Tramo di Corrado Monaldeschi, insieme al capitano, Ponzio di Duccio Saracini di Siena, ed al podestà cittadino Lello Guglielmo. Gli Orvietani mobilitano la cavalleria ed i balestrieri, arrivano a Celleno, che capitola per patti. Celleno è un castello d’altura, una decina di miglia a meridione di Orvieto, tra il Tevere e Montefiascone. Il giorno seguente,

47RICALDONE, Annali del Monferrato, I, p. 311-313.

48DATTA, I Principi d’Acaia, I, p. 93-95. La notizia relativa ai 30 trabucchi non è chiara: il trabucco è sia

un’unità di lunghezza, pari a circa 6 piedi, quindi diciamo circa 2 metri, che un’unità di volume, variabile, a seconda del luogo d’Italia tra 3,8 e 5,2 metri cubi. Se 30 trabucchi sono misura lineare corrispondono a 60 metri, se di volume 120 metri cubi, in ambedue i casi sembrano una misura insignificante per un fossato cittadino.

49CAPPELLETTI, Padova, I, p. 218-219. Si veda anche VERCI, Storia della Marca Trevigiana, tomo 9°, p.124 che

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