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Nuove tecniche (li raccolta e immagazzina- immagazzina-mento del latte

Nel documento Cronache Economiche. N.328, Aprile 1970 (pagine 62-65)

U n a recentissima indagine giornalistica, se-riamente d o c u m e n t a t a , svolta oltre Manica, ha reso noto che più di 30 milioni sono i litri di latte che giornalmente si raccolgono nelle aziende agricole: due terzi di questo eccezionale quanti-t a quanti-t i v o sono conquanti-tenuquanti-ti in f u s quanti-t i di 45 liquanti-tri ciascuno: il r i m a n e n t e si versa alla rinfusa in speciali contenitori di 7.500-12.000 litri. Tali conte-nitori sono in leghe di alluminio e si sono di-mostrati, come materiale, migliori e più eco-nomici rispetto a quelli in acciaio s t a g n a t o . I veicoli usati per la raccolta di questi conteni-tori sono di tipo aperto, piatti, h a n n o u n a capa-cità di carico di circa 40.000 litri di l a t t e e sono m o n t a t i su chassis delle più note m a r c h e auto-mobilistiche. Si è, comunque, n o t a t a negli ultimi t e m p i u n a crescente preferenza per la raccolta del latte alla r i n f u s a e la richiesta di autocisterne destinate a questo uso è a u m e n t a t a . Tali cisterne sono n o r m a l m e n t e costruite in acciaio inossidabile con uno o più s c o m p a r t i interni e il veicolo è provvisto di u n a cabina posteriore nella quale si t r o v a n o le apparecchia-t u r e di misurazione e di pompaggio.

Nella progettazione di cisterne per il tra-sporto del latte u n a n o v i t à è costituita dall'im-piego di materie plastiche a r m a t e con fibre di vetro. Sono, infatti, in funzione alcune di queste nuove cisterne della capacità di 10.000 li-tri ciascuna con le quali fino ad oggi sono stati t r a s p o r t a t i oltre 5 milioni di litri di latte. Il serbatoio pesa circa 150 chilogrammi, meno, cioè, di u n a cisterna in acciaio inossidabile e con u n a capacità inferiore del 25 per cento.

Sono stati, inoltre, realizzati dei nuovi flussometri a t u r b i n a i quali offrono diversi v a n t a g g i rispetto ai modelli usuali: il t r a s m e t -titore è solo di poco più g r a n d e della t u b a z i o n e alla quale viene fissato e il rotore della t u r b i n a provoca u n a p e r d i t a di pressione r e l a t i v a m e n t e l i m i t a t a : i segnali vengono emessi da u n m a g n e t e s i t u a t o nel rotore e raccolti da u n a bobina ad induzione che si t r o v a all'esterno del gruppo, ciò che semplifica i problemi della ripulitura. L'impulso di corrente p r o v e n i e n t e dalla bobina

di induzione può essere trasmesso a u n totaliz-zatore o a un perforatore a nastri e, se necessario, ad un indicatore del ritmo del flusso situato distante dal trasmettitore.

L'aria che, di solito, precede e segue ogni operazione di misurazione viene segnalata da u n a sonda rivelatrice che interrompe il segnale q u a n d o il latte defluisce. Il peso e le dimensioni di questo n u o v o misuratore sono molto limitate e, perciò, l'apparecchio si presta agevolmente ad essere m o n t a t o su cisterne: con un minimo di tubazioni si possono anche calcolare t a n t o l'afflusso q u a n t o il deflusso del latte.

L a necessità, poi, di raccogliere il latte in fusti ha contribuito alla fabbricazione di apparecchi meccanizzati o automatizzati per l'accettazione: a tale riguardo u n a grande azien-da lattiero-casearia del Regno Unito ha p r o d o t t o u n semplice e poco costoso meccanismo di r i b a l t a m e n t o con u n a capacità di 6 fusti al m i n u t o e con ricollocamento del contenitore a terra. U n altro modello ha u n a capacità di 13 f u s t i e li deposita, rovesciati, sul n a s t r o t r a s p o r t a t o r e che li convoglia a sua volta al g r u p p o di lavaggio.

Q u a n t o a l l ' i m m a g a z z i n a m e n t o del latte esso può avvenire in serbatoi-silo, in cisterne cilin-driche e verticali sistemate all'aperto con u n a capacità di 120.000 litri. U n o di questi serbatoi è s t a t o installato da poco in Australia ed ha u n a capacità di 136.000 litri. È provvisto di isolamento termico e di rivestimento in acciaio tenero verniciato o in vari altri materiali come, ad esempio, acciaio o alluminio ricoperti di materie plastiche. I silo richiedono u n a proget-tazione e s t r e m a m e n t e a c c u r a t a che deve essere eseguita d a tecnici qualificatissimi.

È necessario n a t u r a l m e n t e disporre di un sistema di sgrassatura dei contenitori in luogo e a tale scopo esistono a t t r e z z a t u r e di questo genere a t t e a fronteggiare ogni esigenza di uno stabilimento lattiero-caseario.

Oggi le Centrali del l a t t e più grandi di t u t t o il Regno U n i t o dispongono di u n a b a t t e r i a di cisterne che vengono a l t e r n a t i v a m e n t e riem-pite, v u o t a t e , ripulite: i sistemi di lavaggio sono necessariamente, in tali aziende, più complicati

e comprendono anche un diagramma luminoso che consente di seguire le varie fasi delle ope-razioni nonché congegni di sicurezza tali da garantire che il latte contenuto in qualche scom-parto non possa essere danneggiato.

Una nave da carico di facile gestione.

Oggi — e non è una novità per nessuno — un « modello esclusivo » sia che si t r a t t i di u n abito o di u n ' a u t o o di un aereo è un lusso che pochi possono permettersi. Viviamo in un'epoca di -produzione di massa e perciò i prezzi sono tollerabili in q u a n t o i costi vengono suddivisi su molti prodotti eguali. Tale concezione è giunta anche nel settore delle costruzioni navali. Le « linee di navigazione » debbono affrontare tempi difficili a m a n o a m a n o che la v a s t a flotta mondiale di navi da carico invecchia e deve essere sostituita. L a concorrenza da p a r t e degli aerei si fa sempre più vivace e i costi operativi salgono via via che il naviglio viene tecnicamente superato. I costi di sostituzione

sono elevati per le singole navi e spesso queste danno un reddito modesto rispetto all'investi-mento di capitali che h a n n o richiesto. Anche in questo caso la soluzione migliore è quella della produzione di massa-, la nave da carico dell'av-venire è u n modello semplice e facile da costruire e da gestire e s o p r a t t u t t o a d a t t o ad essere costruito r a p i d a m e n t e in gran numero. T u t t e queste caratteristiche si riscontrano oggi nella «SD 14» u n a nave di 15.000 tonnellate, che si è aggiudicata già u n totale di 57 ordinazioni. I suoi progettisti prevedono di vederne almeno 100 sulle rotte m a r i t t i m e del mondo entro gli anni '80.

L a « SD 14 » è s t a t a costruita nei cantieri della Austin a n d Pickersgill i cui dirigenti si resero conto che si stava aprendo un vasto mercato a m a n o a m a n o che la flotta mondiale di 1.500 navi da carico « L i b e r t y » costruite d u r a n t e la seconda guerra si avvicinavano alla fine della loro vita lavorativa.

Circa 10 progetti per la sostituzione delle « L i b e r t y » uscirono dal r e p a r t o progettazioni di vari cantieri del mondo. La nave di cui si

D u e cisterne del t i p o a silo per l'immagazzinamento del latte installate in Australia. Sono provviste di isolamento t e r m i c o e hanno una capacità di 270.000 l i t r i .

dice è di disegno s t a n d a r d : le iniziali della sua sigla « SD » derivano dal f a t t o che questa è u n a n a v e a tipo p o n t e coperto (shelter decka ). Il 14 sta ad indicare sia la velocità (14 nodi) sia il suo tonnellaggio originario che è a p p u n t o di 14.000 tonnellate. Con u n a lunghezza di 140 metri e u n a larghezza di 20 è l'ultimo grido in f a t t o di n a v i da carico. P u ò t r a s p o r t a r e 13.652 tonnellate di carico generale nelle 5 stive principali e 4 c o m p a r t i m e n t i t r a i ponti. Come nave per carichi sfusi può t r a s p o r t a r e p i ù di 750.000 piedi cubi di cereali. Il suo motore e u n Diesel Sulzer a 5 cilindri con turbo-com-pressore; sviluppa 5000 H P al freno.

Il macchinario della « SD 14 » è s i t u a t o a poppa al disotto della m o d e r n a s o v r a s t r u t t u r a che alloggia 31 cabine singole per l'equipaggio. I locali sono moderni e confortevoli, m a nello stesso t e m p o semplici per t u t t i dal c a p i t a n o all'ultimo mozzo.

Nei cantieri della A u s t i n Pickersgill possono essere i m p o s t a t e c o n t e m p o r a n e a m e n t e 10 di queste navi. Esse h a n n o suscitato particolare interesse f r a gli a r m a t o r i greci che ne h a n n o già p r e n o t a t e 40. Gli altri acquirenti sono ita-liani, francesi e tedeschi occidentali.

Entro Vanno l'energia atomica costerà meno (li quella elettrica?

In t u t t e le Nazioni si seguono a t t i v a m e n t e gli sviluppi di quella i m p o r t a n t e conquista che è l'energia atomica per scopi industriali: l'atten-zione dei circoli scientifici e tecnici più quali-ficati si è ora soffermata su u n a notizia britan-nica a n n u n c i a n t e che è s t a t o compiuto un ulte-riore passo in avanti, tale da rendere l'energia nucleare più economica della energia p r o d o t t a dalle Centrali convenzionali a carbone o a petrolio. Q u a n d o entro la fine di q u e s t ' a n n o (come è s t a t o assicurato) la p r i m a Centrale elettro-nucleare di u n n u o v o modello ideata nel Regno U n i t o e n t r e r à in azione il suo funzio-n a m e funzio-n t o sarà di oltre il 10 per cefunzio-nto più eco-nomico delle grandi Centrali a carbone situate nei bacini carboniferi ed a v e n t i i più bassi costi di t r a s p o r t o . Questo è q u a n t o accadrà, come a b b i a m o detto, in Gran B r e t a g n a . Negli altri Paesi il v a n t a g g i o economico sul carbone ed il petrolio p o t r e b b e essere anche maggiore. In Francia, per esempio, i cui tecnici per primi escogitarono il contenitore in cemento precom-presso (al quale il n u o v o progetto inglese deve

molto della sua fortuna) questo progetto po-trebbe essere usato con grande vantaggio. La semplicità è la caratteristica principale del Reattore avanzato raffreddato a gas (AGR). Per una produzione di 600 megawatts (MW) viene usato un serbatoio a pressione, cilindrico, di 15,24 metri di diametro. Le sue pareti di 3 metri di spessore di cemento precompresso racchiudono non solo il reattore, ma anche il circuito di pressione del vapore il che significa che gli impianti nucleari di questo tipo hanno la m e t à delle dimensioni di u n a Centrale a carbone di produzione analoga. Un altro fattore i m p o r t a n t e è dato dalla possibilità (per la prima volta in un reattore atomico) di utilizzare le turbine ed i generatori di tipo più recente. Questo è il risultato delle già molto elevate t e m p e r a t u r e e pressioni del vapore p r o d o t t o e significa u n a resa del 41,5 per cento contro il 30-34 per cento degli altri tipi di reattori. Mentre il progetto in parola è realizzato per due reattori da 600 M W installati in u n a sola costruzione con servizi collegati, come quello dell'impianto di rifornimento del combu-stibile, la sua concezione p e r m e t t e un amplia-mento in scala con relativa facilità, d a t o che il reattore si basa su u n a semplice u n i t à (ogni barra di combustibile fornisce circa 6 M W di calore).

Sarà sufficiente u n a piccola revisione del progetto per elevare la potenza del r e a t t o r e a 900 e a 1.200 M W con un ulteriore risparmio nei costi di esercizio. Ciò si potrebbe ottenere aggiungendo due o tre file di barre di combu-stibile al primo progetto. Il serbatoio a pres-sione sarebbe poco più g r a n d e della Centrale maggiore. Quali che siano le dimensioni, questo modello apparirà, per diverse ragioni, molto interessante sia per i Paesi più progrediti che per quelli in via di sviluppo. Il n u o v o i m p i a n t o nucleare del quale si parla offre della energia v e r a m e n t e economica. Il suo combustibile che ora lavora a circa 700 gradi C è capace di lavorare fino a 1.600 gradi C. Il f a t t o che, con fiducia, si preveda che il primo r e a t t o r e che entrerà in funzione verso la fine di q u e s t ' a n n o p r o d u r r à energia a meno di 0,45 pence parla da solo. Questi dati valgono per il caso che il r e a t t o r e lavori per il 75 per cento del tempo, con u n a vita assicurata di 20 anni. Per l'80 per cento e 30 anni il costo scende al di sotto di 0,4 pence. Il Centro studi per l'energia nu-cleare d'oltre Manica è la più i m p o n e n t e orga-nizzazione di reattori del m o n d o e nel 1975 controllerà la più g r a n d e massa di energia nucleare.

Nel documento Cronache Economiche. N.328, Aprile 1970 (pagine 62-65)