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Capitolo 5 Produzione e Raccolta: linee guida per un approccio unitario

5.1 Il nuovo approccio

La gestione del processo di produzione e raccolta del rifiuto urbano è stato riprogettato in un’ottica per processi e, come da letteratura, è stato rappresentato per mezzo della tecnica di scomposizione IDEF 0 che maggiormente si presta per questa operazione. Di seguito si riporta una semplice rappresentazione del primo livello affrontato, il livello 0, che individua il processo nella sua globalità, evidenziandone input, output, vincoli e risorse, ossia identificando le sue interazioni con l’ambiente esterno. Nelle pagine a seguire verranno affrontati i processi di livello successivo, scendendo al massimo al livello 2 di dettaglio.

In generale, nel corso della formulazione degli elaborati, si devono tenere costantemente a mente quattro fattori fondamentali, che devono essere rispettati il più possibile:

• Tutti gli input, gli output, le risorse ed i vincoli dei processi a livello superiore, nessuno escluso, ricompaiono opportunamente distribuiti a livello inferiore fra i vari sottoprocessi. Vale pure il viceversa, nel senso che ogni singola voce leggibile nelle mappe a livello inferiore (a meno che non si tratti di output che divengono input o risorse o vincoli solo per altri sottoprocessi all’interno dello stesso processo) compare riunita al livello superiore. In sintesi, i 4 elementi di cui sopra sono ridistribuiti in modo corretto ed omogeneo, sia nel passaggio da un livello superiore a uno inferiore (top down) sia nel cammino opposto (bottom up).

• Come appena rilevato, non è detto che un output divenga necessariamente input per un altro processo o che comunque “esca” dall’intero macroprocesso: può accadere, infatti, che esso costituisca un vincolo per altri processi. È questo il caso, ad esempio, delle attività di programmazione, progettazione e pianificazione, i cui risultati (l’output, appunto ) devono essere rispettati al momento di dare attuazione ai successivi sottoprocessi.

• L’output di un processo possiede un valore aggiunto rispetto all’input e tale valore è conferito per mezzo delle operazioni che vedono la partecipazione dei vincoli e delle risorse.

• Il principio sul quale si basa l’approccio per processi, alla base anche della mappatura, è il PDCA: tale meccanismo si distingue per la ciclicità, che ne fa un ottimo strumento per tendere al miglioramento continuo. La ciclicità, oltre ad essere strumento di realizzazione, consente di raggiungere e ottenere una sorta di allontanamento dal tempo, quasi una “atemporalità” dei processi identificati (o meglio “mappati”). In altri termini, non bisogna interpretare la successione dei processi come qualcosa sequenziale nel tempo: può benissimo accadere, infatti e ciò non deve confondere, che ad esempio l’output di un processo, definito posteriormente, diventi input, per mezzo di feedback, per tutti i processi che lo hanno preceduto nella mappa.

Risorse umane

Figura 32: Schematizzazione del Livello 0

Da un punto di vista logico e funzionale, la soluzione più consona per descrivere come affrontare il passaggio dal binomio “produzione indiscriminata – raccolta inefficace” ad un armonioso equilibrio

“produzione consapevole – raccolta mirata” è sembrata la scomposizione in blocchi che prevede di affrontare i seguenti processi:

ƒ Impostazione dei Processi di Programmazione (a)

ƒ Progettazione e Erogazione degli Interventi (b)

ƒ Pianificazione degli Aspetti Direzionali e di Sistema (c)

ƒ Gestione Operativa delle Risorse (d)

PROCESSO DI EDUCAZIONE ALLE UTENZE E RACCOLTA

DIFERENZIATA UGUALE PER LA

Come si può chiaramente osservare alcuni di questi processi richiamano da vicino quanto espresso dalla norma, ma come precedentemente già accennato, le differenze emergono andando ad affrontare nel dettaglio ciascuno di questi processi, quando si scoprirà che la norma (il più delle volte) non viene rispettata nei suoi punti.

Prima di affrontare nello specifico ciascuno dei processi, ancora qualche parola sul criterio logico seguito: il primo ad essere stato definito è il processo di programmazione a cui è stato fatto seguire quello di progettazione. Di seguito, con effetto a cascata, i processi che la norma definisce

“ausiliari” e quindi responsabilità della direzione, definizione del sistema di gestione, gestione delle risorse e monitoraggio ( da notare come ritorna anche in questo caso il collegamento con la norma).

Ma perché è stato intrapreso questo iter?

Perché l’”idea” portante della soluzione è già stata individuata e trattata ( vedi capitolo precedente) e proprio nel corso del suo sviluppo si è evidenziata la necessità di definire, fin dalle prime battute aspetti a metà fra il direzionale e il progettuale, concernenti aspetti amministrativi e politici.

A questo primo momento è indissolubilmente ed inevitabilmente legato il processo di progettazione vero e proprio. Esso, dal punto di vista contenutistico e lessicale, si riabbraccia fortemente al capitolo 7 della norma, cuore effettivo della ISO, nel quale sono definiti gli step che l’alta direzione dovrebbe seguire per “assicurare una gestione efficace ed efficiente dei processi di realizzazione e di supporto e della rete di processi associati in modo che l’organizzazione sia in grado di soddisfare le parti interessate”15. Il passaggio da programmazione a progettazione è sicuramente corretto:

questo perché per condurre la progettazione del servizio così come indicato nella ISO 9000 (si vedano i punti dal 7.1 al 7.5) è necessariamente presupposta, in modo implicito, una fase di pre - elaborazione della soluzione che ne individui almeno a grande linee i tratti base . E nel caso analizzato a questo momento è fatto proprio coincidere il macroprocesso di programmazione.

OSSERVAZIONE: Alcune parole sui grafici

Per garantire chiarezza alla trattazione dell’argomento, ognuno dei macroprocessi sopra elencati è affrontato singolarmente, eseguendone una caratterizzazione delle componenti, cercando di relazionarlo nel modo più esaustivo e verosimile possibile con i processi intorno. In fondo a ciascuno dei paragrafi dedicati al macroprocesso è stato inserito il grafico di livello 2. Solo alla fine della trattazione di tutti i macroprocessi e delle loro componenti è stato inserito il grafico di livello 1. Questo “stravolgimento” della tecnica usuale di top down con cui sono gestiti i processi realizzati

15 Fonte: “7 - Realizzazione del prodotto; 7.1.1 Introduzione” UNI EN ISO 9004:2000.

con IDEF 0 in realtà deve essere visto in un ottica di semplificazione della già non chiara lettura sia dei grafici di livello 2 che, e soprattutto, del grafico di livello 1.

Prima di inserire, e leggere, i grafici elaborati, è opportuno spiegare la logica seguita per compilare le pagine seguenti e descrivere in modo sommario le componenti ritrovabili sulla mappa, la cui comprensione altrimenti risulterebbe difficoltosa.

La “metodologia” utilizza per la costruzione dei grafici dei macroprocessi ha come fine evitare un eccessivo “appesantimento visivo” della mappa, pertanto sono stati raggruppati ed inseriti in fondo al layer gli elementi di input, le risorse e i vincoli comuni per ciascuno dei sottoprocessi formanti il livello superiore (per esempio quattro processi nel caso del macroprocesso di pianificazione). Essi sono stati poi contrassegnati con una tag (es. INPUT *) che compare sull’unica freccia disegnata affianco al blocco (in questo caso in entrata) e che testimonia questa categoria di elementi; i restanti input, vincoli e risorse precipui per ciascun processo sono stati inseriti nella posizione, corretta dal punto di vista iconografico, al limite inserendoli in blocchi uniti con un connettore. Questo approccio è stato ripetuto per ciascuno dei macroprocessi affrontati.

La struttura descrittiva del testo prevede, per ciascun macroprocesso, l’inserimento delle caratterizzazioni degli elementi (I, O, V, R) comuni, poi quelli precipui di ciascuna fase; come già detto, a ciò segue l’inserimento, per ogni fase del macroprocesso, di una grafico di sintesi di tipo IDEF 0; solo alla fine sarà inserito il grafo di livello 2 dell’intero macroprocesso.

Unico elemento “divergente” in questo senso è il grafico di livello 1, in cui non è stato possibile inserire gli elementi esterni perché la rappresentazione avrebbe assunto veramente un aspetto incomprensibile. La descrizione più approfondita di tale livello è ripresa al paragrafo 7 di questo capitolo.