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Il Nuovo Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” è il primo lotto di intervento del complesso ospedaliero della città di Parma che sarà completato con la costruzione del futuro Polo Materno Infantile.

La struttura sanitaria si configura come un’architettura estremamente stimolante al cui interno collaborano design, pedagogia, psicologia e soluzioni tecnologiche per dar vita ad un ambiente domestico che favorisca la degenza del bambino.

Durante le fasi di progettazione si è prefissato come obiettivo primario il coordinamento dell’effi- cienza delle procedure mediche, con i criteri di umanizzazione dell’architettura sanitaria, in modo da creare un ambiente che giochi un ruolo attivo nella terapia. Per la realizzazione di luoghi a “misura di bambino” una particolare attenzione è stata rivolta a quegli aspetti legati alla per- cezione psicologica dello spazio, come la facilità di orientamento e di mobilità all’interno della struttura, la presenza di luce naturale e il rapporto con l’esterno, la privacy e la socializzazione. L’edificio, rivestito da una doppia pelle vetrata ritmata da montanti colorati, si organizza in quat-

tro piani fuori terra e un piano interrato. Il primo livello simile ad una piastra, sviluppa vertical- mente un volume pluripiano. L’atrio centrale a tutta altezza, attraversato da passerelle sospese e sormontato da un’ampia cavità di luce centrale, è l’ingresso rappresentativo per gli utenti (Figura 2).

Il banco informazioni attrezzato da luci arcobaleno e ad altezza di piccoli, “perchè anche loro possano vedere e capire”1, fornisce fin da subito il corretto orientamento dell’utenza. Poco di-

stante più un incantevole attrazione: un enorme plastico, realizzato da artigiani, composto da trenini, seggiovie e mulini riproduce un piccolo mondo in movimento aiutando così a rendere meno drammatica l’attesa dei piccoli degenti. Il trenino è un’idea e una donazione di Luca Barilla e della sua famiglia: «Mi figlia Sara nei primi anni di vita ha avuto un complesso problema di salu- te che mi ha portato in giro per ospedali in Italia e all’estero. Ho così potuto constatare il livello, superiore al nostro, degli ospedali stranieri. E in Italia ho cominciato a lavorare per migliorare le cose. Ho seguito passo dopo passo la realizzazione dell’Ospedale dei bambini. Il trenino l’ho scoperto negli States. Quattro anni fa, all’ospedale di Huston, Sara fece delle terapie, nell’attesa io e mio figlio passeggiavamo nei corridoi e in uno spazio c’era un plastico con un trenino. Era la meta di genitori e figli. Anche mia e di mio figlio, che ogni giorno scoprivamo un particolare nuovo. Questo semplice passatempo permetteva di alleggerire la tensione che vivevamo noi genitori in attesa delle sedute terapeutiche dei nostri figli». (Luca Barilla, 2013).

Al pianterreno, inoltre, sono collocati la nuova unità di Pediatria generale e d’urgenza e l’Osser- vazione Breve, il cui scopo è quello di evitare il più possibile ai bambini il trauma di un ricovero in ospedale.

L’itinerario all’interno del complesso continua al primo piano con il reparto di Oncoematologia pediatrica. Particolare riguardo è stato rivolto all’area di degenza, strutturata seguendo il mo- derno concetto ospedaliero di “gradualità di cura”. La camera risulta l’elemento fondamentale del Nuovo Ospedale in cui si svolge la vita quotidiana del paziente pediatrico. Le stanze sono doppie e caratterizzate tramite l’uso di due colori per assecondare il desiderio di “possesso” dei bambini e tutte con affaccio sull’esterno. In fase di progettazione l’importanza di ricreare un luogo il più possibile domestico, accogliente e rassicurante, richiede la creazione di uno spazio dedicato alla presenza e permanenza del genitore (divano letto o poltrona letto), alternato a spazi ricreativi e didattici, per l’incontro e la socializzazione. Il secondo piano è destinato alla Neonatologia e alla Terapia intensiva neonatale, ma anche al comparto operatorio. E al terzo li- vello il reparto di degenza che riunisce clinica pediatrica, chirurgia pediatrica, Pediatria generale e d’urgenza e Oncoematologia pediatrica. In tutti i piani sono presenti spazi per l’accoglienza, il 1 Andrea Saccani Responsabile dell’Ufficio tecnico del Maggiore

relax e il gioco, progettati secondo forme gradevoli per massimizzare il benessere fisico e psico- logico di tutti gli utenti. Attraverso l’uso del colore - negli ambienti, negli arredi, nelle pareti - il fattore di riconoscibilità permette un buon sviluppo di un’idea forte di accoglienza. I materiali di finitura sono diversificati, secondo le diverse funzioni ed esigenze degli ambienti, dal legno al grès porcellanato.

Gli ambienti dediti alle attività ludiche si assemblano sia in spazi comuni sia in spazi delimitati nella singola stanza. Attraverso un disegno premuroso e interessato degli ambienti, la qualità e l’assicurazione delle relazioni, l’utilizzo delle più avanzate tecnologie cliniche e le migliori condi- zioni di comfort ambientale e di stimoli sensoriali, l’architettura diviene l’interprete attivo di un processo di innovazione, capace di influenzare positivamente il percorso di cura del bambino e dell’adolescente malati.

La facciata (Figura 5) che permette un’interazione percettiva tra interno ed esterno con gli ele- menti naturali, è articolata attraverso un sistema di montanti verticali distaccati dall’edificio e co- lorati in funzione sia della percezione esterna (che rende sempre mutevole l’edificio in funzione del movimento dell’osservatore), sia del fenomeno di autoidentificazione da parte del paziente rispetto alla propria stanza.

I diversi livelli di trasparenza dei vetri esterni, alleggeriscono visivamente il volume del nuovo ospedale nel contesto, evitando contrasti stilistici con i padiglioni storici esistenti che si riflettono sul nuovo intervento insieme agli elementi naturali.

Il tutto, dall’orientamento dell’edificio alle cromie utilizzate per le stanze di degenza, descrive il Nuovo Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” come un luogo di eccellenza, non solo ospedaliera ma anche architettonica.

La Collina degli Elfi - Craviano