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Criteri e Strumenti progettual

5.6 Orientamento, segnaletica e wayfinding

Le strutture ospedaliere odierne, per problematiche relative alla loro dimensione, complessità planimetrica e distributiva, e mancanza di integrazione con il mondo esterno vengono vissute dagli utenti come veri e propri labirinti, all’interno dei quali orientarsi appare quasi impossibile. Il progetto stesso dell’edificio deve facilitare l’orientamento tramite la forma degli spazi, la forza espressiva dei volumi e delle visuali, la luminosità e la presenta di particolari elementi connotanti. Per orientarsi rapidamente all’interno dell’ospedale devono riconoscersi facilmente gli elementi che scandiscono il percorso: l’atrio, il blocco scale/ascensori, gli obiettivi principali. Le viste verso l’esterno, oltre ad aiutare nella comprensione della struttura del fabbricato, scandiscono i per- corsi interni e mantengono una relazione con l’ambiente circostante. Tuttavia, anche in presenza di un progetto leggibile, un efficace sistema segnaletico completa il messaggio architettonico confermando le intuizioni che la morfologia dell’edifico suggerisce, tramite pannelli informatori che accompagnano l’utente nei percorsi interni all’ospedale.

Per la creazione di un sistema di orientamento interno le componenti progettuali quali finiture d’interni, pareti, soffitti, pavimenti, porte, illuminazione, dettagli architettonici, cartelli segnaletici e di grafica divengono elementi di supporto per una comprensione immediata ed intuitiva. Per quanto riguarda l’atrio, la sua volumetria e l’organizzazione delle funzioni devono rappresen- tare un insieme orientante per gli utenti, al fine di permettere loro di comprendere le direzioni principali da seguire stimolando una comprensione immediata della struttura.

All’interno del sistema dei percorsi gli elementi architettonici con maggiore valenza segnaletica sono gli elementi strutturali quali pilastri, travi, blocco ascensori-scale. Questi elementi devono assumere valenza di segno qualificando l’ambiente.

Colori e illuminazione possono contribuire all’orientamento all’interno degli edifici, ma sono sempre subordinati al progetto architettonico e devono risultare ad esso integrati.

Wayfinding

Come espresso da Fenne Heathcote e Jerras-smith15, il termine wayfindg esprime la capacità

degli individui di imparare , ricordare e seguire un percorso che attraversi l’ambiente fisico tra un luogo e un altro. Per seguire o ritrovare un percorso è necessario riconoscere una serie di localizzazioni che , in genere, coincidono con i punti decisionale del percorso.

15 Fenner J., Heatcote D., Jerrams-smith J., The development of wayfinding competency: asymmetrical effects of vi-

Le caratteristiche architettoniche degli edifici e dei loro interni possono aiutare gli utenti a co- struirsi la mappa mentale dell’ambiente in cui si trovano: tutto ciò avviene grazie alla distinzione delle varie zone che costituiscono l’edificio e la successiva organizzazione degli spazi in modelli familiari. Le principali peculiarità degli edifici che supportano la costruzione di un’accurata map- pa mentale vengono individuate da Del Nord R.16 sono: la chiara definizione del sistema dei

percorsi e della circolazione; la presenza di “landmarks” in grado di risaltare rispetto al contesto generale; la presenza di nodi dove si intersecano i percorsi; la chiara leggibilità dei percorsi e infine la presenza di settori ben definiti.

- Percorsi

La predisposizione di una gerarchia di percorsi che individui percorsi principali e secondari, con- sente di creare un sistema di circolazione che sia facilmente leggibile e memorizzabile negli edifici complessi e articolati. I percorsi principali dovrebbero connettere gli spazi di maggiore im- portanza, quelli secondari dovrebbero condurre dal percorso principale alle destinazioni meno importanti.

La differenziazione tra i due ordini di percorsi potrebbe essere evidenziata utilizzando le maggio- ri caratteristiche architettoniche come, l’altezza, la larghezza e i materiali. Inoltre la diversità tra i percorsi per il pubblico e quelli per gli operatori potrebbe essere accentuata attraverso il diverso dimensionamento del percorso, la segnaletica e le finiture17 (Figura 20).

- Landmarks

Il landmark è un elemento dell’ambiente che, per la sue eminenza percettiva, può essere utiliz- zato come punto di riferimento, sia quando vengono date informazioni agli utenti che si adden- trano nell’edificio per la prima volta, sia quando occorre ricordare le varie tappe di un percorso già fatto.

Possono essere costituiti ad esempio da un gruppo di ascensori, dalla veduta di un cortile, dalla vista di una scultura esterna, di un atrio, di un altro spazio architettonico particolare, o di un opera d’arte che tutti possono ricordare. Il banco informazioni può costituire esso stesso un landmark strategico posto all’entrata dell’edificio: i due studiosi Olsen e Pershing18 hanno con-

statato che almeno il 74% di tutti i pazienti si ferma a questo banco per ottenere informazioni sul wayfinding. Per investirlo di tale funzione dovrebbe essere direttamente visibile dall’accesso e facilmente distinguibile dagli altri desk.

16 Del Nord R. (a cura di), op. cit.

17 Spinelli F., Bellini E., Bocci P., Fossati R., op.cit.

18 Olsen R. V., Pershing A., Winkerl G., A patient and staff evaluation of the Scanmural lounges Unpolished research

I landmarks dovrebbero pertanto essere unici, una presenza eccessiva ne farebbe perdere l’ef- ficacia e l’intento, e infine andrebbero posizionati nelle intersezioni tra i percorsi principali e nei luoghi altamente esposti, collocati in posizioni tali da essere visti da più direzioni possibili. (Figura 21)

- (S)nodi

Gli snodi all’interno di un edificio costituiscono i luoghi dove si intersecano vari percorsi.

Andrebbero chiaramente distinti attraverso l’uso di landmark o caratteristiche architettoniche particolari (ad esempio aperture verso l’esterno, quadri, opere d’arte, disegni a pavimento o installazioni luminose).

Il sistema dei percorsi dovrebbe essere costituito da pochi nodi e questi dovrebbero essere direttamente collegati tra loro tramite i percorsi principali. Il livello di informazioni da prevedere al loro interno dovrebbe essere essenziale e contenere le informazioni riguardanti le direzioni principali (Figura 22).

- Leggibilità dei percorsi

Un percorso può essere percepito attraverso segni sul pavimento, dall’andamento delle pareti o dalla conformazione del soffitto.

Un percorso leggibile dovrebbe offrire contorni che gli utenti possano utilizzare per orientarsi nello spazio e per muoversi nella direzione giusta. Texture contrastanti sul pavimento o installa- zioni luminose sul soffitto che rilevino un’articolazione di percorsi a terra o in alto possono aiutare gli utenti ad attraversare un area aperta e indefinita.

L’installazione di un corrimano continuo lungo i percorsi può costituire una guida naturale per le persone non vedenti. Inoltre la disposizione di immagini o figure con un forte orientamento verso una direzione può guidare gli utenti a una destinazione senza ricorrere alla segnaletica. (Figura 23)

- Presenza di settori

Per agevolare e facilitare l’orientamento degli utenti, gli edifici grandi e complessi dovrebbero essere suddivisi in settori costituti da aree definite da caratteristiche particolari. Gli edifici così suddivisi agevolano l’orientamento degli utenti contribuendo a ridurre la scala degli spazi e dei percorsi da memorizzare.

I settori dovrebbero, per essere facilmente identificabili,dovrebbero essere codificati tramite let- tere, colori o direzioni cardinali. Per guidare con maggiore semplicità gli utenti all’interno occor- re illustrare, fin dall’ingresso principale, i codici dei vari settori in cui è stato suddiviso l’edificio. (Figura 24)

Orientamento e wayfinding nell’età evolutiva

La capacità di riconoscimento ed elaborazione degli spazi da parte del bambino si estende a un’area pari approssimativamente a 100-150 mq, non dissimile dalla superficie della propria casa. La creazione di articolazioni spaziali superiori a tali indici, con prospettive estese, o ancor peggio complesse, prive di punti di riferimento e di stimoli formali e cromatici, determina un ambiente poco leggibile e poco riconoscibile da parte del bambino.

Axia19 evidenzia come Per favorire la riconoscibilità degli spazi da parte del bambino bisognereb-

be suddividere l’ambiente ospedaliero in zone distinte (atrio, zona giochi, corridoi e degenze), sottolineandone la diversità per colori, materiali e atmosfere. Percorsi lineari con poche variazio- ni di direzione facilitano il ritrovamento dei percorsi di collegamento da parte del bambino. Al contrario, percorsi caratterizzati da numerose variazioni di direzione complicano la ricostruzione spaziale dell’ambiente. Una possibile soluzione progettuale è quella che include la disposizione di suggerimenti che sottolineino le relazioni spaziali tra i vari ambienti; tale operazione è possibi- le, ad esempio, segnando dei percorsi a terra che guidino il bambino ai vari accessi.

Come sottolineato da Leibrock20 a predisposizione di spazi che mantengono continuità visiva fra

loro tramite trasparenze che permettono di vedere al loro interno, favorisce l’orientamento dei bambini poiché consente di accertare, prima di entrare, che la stanza raggiunta sia veramente quella nella quale avevano intenzione di andare, e poiché permette di comprendere le relazioni spaziali che intercorrono tra i vari ambienti e stabilire la posizione occupata all’interno dell’edifi- cio. A tale proposito, negli ambienti destinati ai bambini (camera di degenza, spazi gioco), sareb-

19 Axia G., La mente ecologica, Giunti editore, Firenze, 1986.

20 Leibrock C., Harris D., Design Details for Health: Making the Most of Design’s Healing Potential, John Wiley & Sons Inc, Manhattan, 2011

be auspicabile la predisposizioni di vetrate e di porte con pannelli vetrati, collocati a un’altezza tale che si allinei a quella degli occhi del bambino.

Qualora la configurazione di un ambiente si presenti piuttosto indifferenziata, occorre fornire ai bambini dei punti di riferimento in grado di aiutarli nel ritrovamento degli accessi giusti, secondo le loro abilità percettive. Tale operazione è possibile differenziando le porte di accesso ai vari locali attraverso colori, luci e “landmarks”.

Un ulteriore soluzione per il miglioramento del wayfinding è costituito dall’utilizzo del colore, applicato negli ambienti con lo scopo di fornire suggerimenti visuali: differenziando il pavimento di fronte agli accessi delle camere di degenza, se ne facilita l’individuazione e allo stesso tempo di fornisce un tratto connotante. Il colore in generale dovrebbe essere utilizzato su insegne, muri, colonne, e altri elementi architettonici per sottolinearne le forme e costituire una forma di attrazione21.

L’utilizzo di suggerimenti spaziali che coinvolgono più sensi può migliorare l’orientamento e ridurre la perdita di memoria. L’introduzione di suggerimenti vocali potrebbe costituire un buon metodo per favorire il wayfinding del bambino, rendendo l’ambiente allo stesso tempo facil- mente comprensibile e divertente. Nel Royal Hospital for children di Bristol per supportare il wayfinding del bambino, oltre ai percorsi colorati nelle corsie, sono stati predisposti all’interno degli ascensori degli altoparlanti con voci di animali che annunciano il passaggio dei vari piani. in questo modo i bambini rimangono fortemente colpiti dall’ascensore e la vivono come un sorta di esperienza di gioco.

21 Read R. , Harris D., Against ‘Time–Slices’, in “Philosophical Investigations v.26”, 2003, p.24-43.

Applicazione del metodo alla progettazione di