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Open-end funds vs closed-end funds

CAPITOLO 1- LA GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO

1.3. Cenni statistici

1.3.2. Il contesto europeo del risparmio gestito

1.3.2.1. Open-end funds vs closed-end funds

Una prima discriminazione viene fatta tra fondi aperti (open-end funds) e fondi chiusi (closed-end funds). La Banca Centrale Europea, fonte delle serie storiche alla base delle seguenti figure, puntualizza la classificazione della suddetta tipologia di fondi affermando

che considera fondi aperti quei fondi che vendono nuove azioni/quote e consentono il riscatto delle medesime dietro richiesta dell’investitore. La vendita di nuove azioni/quote permette al fondo di raccogliere risorse con cui provvedere a rimborsare gli investitori che avanzano la richiesta di riscatto delle proprie quote.

I fondi chiusi invece hanno emesso un numero fisso di azioni/quote. Coloro che vogliono investire in un fondo chiuso, una volta terminato il periodo di sottoscrizione, possono acquistare azioni/quote solamente nel mercato secondario. Di contro, per poter disinvestire le azioni/quote di un fondo chiuso è necessario venderle ad un altro investitore e non possono essere rimborsate dal fondo stesso60.

Figura 4 - Consistenze dei fondi aperti e fondi chiusi nell'Area Euro

Fonte: ECB Statistical Data Warehouse

La Figura 4 mostra un confronto del dato aggregato dell’area euro tra le consistenze di quote dei fondi aperti e dei fondi chiusi emessi negli ultimi 10 anni. I dati delle serie storiche sono su base mensile, non destagionalizzati e denominati in euro.

Il grafico superiore riporta l’evoluzione delle due tipologie di fondi in valore assoluto. Si nota come le consistenze dei fondi aperti siano sensibilmente superiori ai fondi chiusi e negli ultimi 10 anni, il divario in valore assoluto è ulteriormente aumentato. La consistenza massima dei fondi aperti si è rilevata a settembre 2018 con 11,310 bilioni di euro; nel medesimo periodo, le consistenze dei fondi chiusi ammontavano invece a 0,346 bilioni di euro. Il grafico inferiore invece riporta le medesime serie storiche rapportando i dati iniziali in base 100. Emerge quindi che in 10 anni i fondi aperti hanno sostanzialmente raddoppiato le consistenze mentre i fondi chiusi sono aumentati di 2,75 volte circa e nell’ultimo trimestre del 2018 hanno continuato ad incrementare, a differenza delle consistenze dei fondi aperti che hanno lievemente ritracciato. I fondi chiusi hanno registrato un consistente incremento a settembre 2014, grazie al fondamentale contributo del Lussemburgo. Nonostante questo importante sviluppo, le divergenze all’interno dell’area monetaria europea permangono evidenti. Alcuni Paesi, in forza della propria legislazione fiscale e della maggior apertura al mondo finanziario, attirano i gestori che vi domiciliano i propri fondi.

Figura 5 - Consistenze fondi aperti al 31/12/2018 dei Paesi dell’area monetaria europea

Dalla Figura 5 e dalla seguente Figura 6 emerge come il Lussemburgo sia un paese particolarmente gradito ai gestori per la domiciliazione dei fondi. In questo caso, a differenza dell’analisi della ricchezza finanziaria delle famiglie, non si tratta di acquisti dei fondi da parte di famiglie italiane, francesi, tedesche etc. L’appartenenza della consistenza del fondo al Paese di riferimento è data dalla domiciliazione del fondo stesso.

Questi due istogrammi fotografano le consistenze dei fondi aperti (Figura 5) e dei fondi chiusi (Figura 6) al termine del 2018 di tutti i paesi dell’area monetaria europea.

Nella Figura 5, oltre al Lussemburgo, con 3,717 bilioni di euro di consistenze di fondi aperti domiciliati, emerge l’Irlanda che vede domiciliati fondi con consistenze pari a 1,897 bilioni di euro, valore molto vicino alla Germania con 2,059 bilioni di euro.

L’Italia, in questo caso, si posiziona al 7° posto con 0,241 bilioni di euro di consistenze di fondi aperti domiciliati; dopo anche Francia (1,198 bilioni di euro), Paesi Bassi (0,761 bilioni di euro) e Spagna (0,284 bilioni di euro).

Figura 6 – Consistenze fondi chiusi al 31/12/2018 dei Paesi dell'area monetaria europea

L’istogramma in Figura 6 riporta le consistenze dei fondi domiciliati sempre nei paesi dell’area monetaria europea ma relativi ai fondi chiusi.

Anche in questo caso il primato spetta sempre al Lussemburgo con 99,190 miliardi di euro di fondi chiusi domiciliati, volume comunque nettamente inferiore rispetto alle consistenze dei fondi aperti (3.717,650 miliardi) con valori pari a circa 37 volte quelli chiusi.

Confrontando i Paesi, questa volta, al secondo posto compare l’Italia con 74,996 miliardi di euro, seguita dai Paesi Bassi (66,508 miliardi di euro). Successivamente si trova la Germania (48,772 miliardi di euro), l’Irlanda (36,801 miliardi di euro), il Portogallo (10,484 miliardi di euro) e la Spagna (5,913 miliardi di euro).

A differenza dei fondi aperti, dove tutti i Paesi dell’area monetaria presentavano consistenze domiciliate – seppur con valori particolarmente contenuti – per i fondi chiusi ci sono Paesi che non ne presentano. Nello specifico, Belgio, Francia, Slovenia e Slovacchia.

Al fine di approfondire l’analisi, di seguito un confronto – sia per tipologia di fondo che per strategia di investimento – in valore assoluto e con dati in base 100 su un orizzonte di 10 anni, limitato a 6 Paesi dell’area monetaria europea (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi) al fine di facilitarne la lettura.

Il grafico superiore nella Figura 7 (seguente) confronta gli andamenti in valore assoluto delle consistenze dei fondi aperti domiciliati nei vari Paesi negli ultimi 10 anni. Per tutti i suddetti paesi il trend è crescente anche se con importanti differenze in termini di valori.

Come detto il Lussemburgo, al termine del 2018, ha domiciliati fondi aperti per 3,717 bilioni di euro. Il massimo storico, però, è stato raggiunto a settembre 2018 con un valore di 3,987 bilioni di euro.

Dall’altro lato, limitatamente al confronto illustrato nel grafico, c’è l’Italia, il cui massimo storico è stato raggiunto a gennaio 2018 con consistenze per 0,262 bilioni di euro di fondi aperti domiciliati.

Figura 7 - Confronto consistenze fondi aperti dei Paesi europei

Fonte: ECB Statistical Data Warehouse

Il grafico inferiore della medesima Figura 7, invece, rappresenta l’evoluzione del confronto in parola rapportando i dati iniziali di dicembre 2008 in base 100. Si nota, anche in questo caso, una tendenza generalmente crescente per tutti i Paesi, fatta eccezione per alcuni periodi (2010-2012 limitatamente all’Italia e il secondo semestre 2011 per gli altri Paesi).

I Paesi Bassi hanno registrato una forte crescita nel 2009 poi stabilizzatasi in un progressivo aumento delle consistenze con intensità più moderata. L’Irlanda, invece, ha mantenuto un tasso di crescita moderato ma costante, arrivando in 10 anni ad aumentare i valori delle consistenze dei fondi aperti di circa 6 volte (600%). L’Italia e la Francia invece in 10 anni hanno incrementato le proprie consistenze di fondi aperti di circa 1,5 volte (150%).

Sensibilmente diversi sono i valori assoluti e gli andamenti delle consistenze dei fondi chiusi, evidenziati nella figura seguente.

Nel grafico seguente (Figura 8) non viene riportato l’andamento della Francia perché non presenta fondi chiusi domiciliati.

I valori assoluti dei fondi chiusi sono sensibilmente inferiori, per ciascun Paese, alle consistenze dei fondi aperti. Anche per questi, il primato spetta al Lussemburgo che ha sorpassato a fine 2015 Italia e Paesi Bassi, mostrando per tutto il decennio la progressione più consistente con brevi e modesti arretramenti. Nel decennio 2008-2018 i valori delle consistenze dei fondi chiusi del Lussemburgo sono incrementati del 2100%, rispetto al 420% dell’Irlanda, 373% dei Paesi Bassi e 287% dell’Italia.

La Germania ha iniziato ad avere fondi chiusi domiciliati da metà 2015 e successivamente crescono con moderazione.

Figura 8 - Confronto consistenze fondi chiusi dei Paesi europei