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Opportunità dalla PAC 2014-

PRATI E DEI PASCOLI IN VALLE D’AOSTA

3.7 Opportunità dalla PAC 2014-

A fronte dei fabbisogni emersi dallo studio sull’approccio collettivo alla ge- stione dei prati e dei pascoli in Valle d’Aosta, tra le misure di politica comunita- ria proposte per il periodo di programmazione 2014-2020 sono state individuate quelle che si ritiene possano meglio contribuire al mantenimento del tradizionale sistema di utilizzazione dei prati e dei pascoli e, dunque, alla fornitura di beni e servizi ambientale preziosi per la collettività (tab. 3.3).

Tab. 3.3 Fabbisogni e opportunità dalla PAC 2014-2020

Fattore chiave Fabbisogno PAC 2014-2020

Accessibilità Parco macchine adeguato; mantenere l’attività agricola anche in aree marginali

ii Pilastro - investimenti in immobilizzazioni materiali, indennità in aree fragili sotto il profilo ambientale

Gestione delle

superfici foraggere Corretta gestione delle superfici foraggere i Pilastro- Greening e ii Pilastro - investimenti in immobilizzazioni materiali; Pagamenti agro- climatico-ambientali; indennità in aree fragili sotto il profilo ambientale

Paesaggio Corretta gestione delle superfici

foraggere i Pilastro - Greening e ii Pilastro - Pagamenti agro-climatico-ambientali; indennità in aree fragili sotto il profilo ambientale

Turismo Corretta gestione delle superfici

foraggere i Pilastro - Greening e ii Pilastro - Pagamenti agro-climatico-ambientali; indennità in aree fragili sotto il profilo ambientale

Miglioramento

fondiario Porre rimedio alla frammentazione fondiaria ii Pilastro - investimenti in immobilizzazioni materiali

Burocrazia Semplificazione Trasversale

Parcellizzazione

fondiaria Favorire l'acquisizione di superfici foraggere ii Pilastro - investimenti in immobilizzazioni materiali Manodopera Reperire personale qualificato

disponibile a lavorare presso le aziende zootecniche

ii Pilastro - Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione

>>> segue >>>

Filiera integrazione verticale ii Pilastro - Cooperazione

Qualità dei prodotti Da raggiungere e promuovere ii Pilastro - Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari; investimenti in immobilizzazioni materiali Apprendimento Formazione professionale;

responsabilizzare gli agricoltori in merito alle corrette scelte gestionali

ii Pilastro -Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione

Fonte: nostre elaborazioni

Uno dei principali fabbisogni evidenziati dagli intervistati è quello che sot- tende alla corretta gestione delle superfici foraggere che, a sua volta, è in grado di garantire la tutela del paesaggio, di preservare gli aspetti ambientali e di mante- nere o incrementare il turismo. Le misure legate al secondo Pilastro della PAC - in particolare, i pagamenti agro-climatico-ambientali - sono tra quelle più indicate per favorire la preservazione del sistema pascolivo e, allo stesso tempo, per cer- care di recuperare le aree più marginali.

Altra misura - così come le precedenti, già applicata in passato - specifica- mente intesa a incentivare la cura dello spazio naturale e, dunque, potenzialmente in grado di contrastare la diffusione dell’incolto è quella che prevede la correspon- sione di indennità a favore di chi opera in aree fragili sotto il profilo ambientale, vale a dire in zone montane o in altre zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici. Del tutto nuovo, invece, è il pagamento ecologico o greening che, essendo corrisposto agli agricoltori beneficiari dei pagamenti diretti in rapporto alla superficie detenuta, persegue l’obiettivo di estendere le pratiche benefiche per il clima e l’ambiente su areali quanto più possibile vasti e ininterrotti.

Al fine di intervenire sulle strutture aziendali (fabbricati, macchine) e sulle infrastrutture necessarie allo sviluppo e all'adeguamento dell'agricoltura, com- presi l'accesso ai terreni agricoli e forestali, la ricomposizione fondiaria, l'approv- vigionamento energetico e la gestione idrica è necessario fare riferimento alla mi- sura pertinente gli investimenti contemplata, naturalmente, dalla proposta sullo sviluppo rurale. Anche se in passato per questo tipo di intervento sono state utiliz- zate prevalentemente risorse proprie (aiuti di stato) ai fini della programmazione degli interventi validi per il periodo 2014-2020 occorre valutare l’opportunità di attingere al cofinanziamento comunitario, a ragione della minor disponibilità di fondi regionali conseguente alla crisi economica globale che negli anni recenti non ha mancato di far sentire i suoi effetti negativi in Valle d’Aosta.

Dalle interviste emerge l’esigenza di favorire l’integrazione verticale della filiera zootecnica a fronte anche della promozione dei prodotti di qualità, ciò che

corrisponde a una delle priorità dell'Unione europea in materia di sviluppo rurale. Particolarmente adatta appare la misura pertinente la cooperazione, che per il pe- riodo 2014-2020 risulta sensibilmente rafforzata ed estesa ad un'ampia gamma di forme di cooperazione (economica, ambientale e sociale) tra molteplici tipologie di beneficiari. Tale misura intende per l’appunto incentivare l’istituzione di rapporti di cooperazione tra diversi operatori della filiera agroalimentare e tra altri soggetti, auspicando la creazione di strutture a grappolo (cluster) e di vere e proprie reti tra i diversi attori; inoltre, nelle intenzioni del legislatore europeo il sostegno alla coo- perazione di filiera dovrebbe essere in grado di catalizzare lo sviluppo economica- mente razionale delle filiere corte, dei mercati locali e delle catene di distribuzione di prodotti alimentari su scala locale.

Ulteriore fabbisogno che il futuro programma di sviluppo rurale potrebbe soddisfare riguarda la responsabilizzazione degli agricoltori - in special modo dei giovani agricoltori - sulle scelte gestionali relative ai pascoli e all’allevamento. In tal senso agisce l’intervento inteso a promuovere il trasferimento di conoscenze e le azioni di informazione, che prevede non soltanto l’organizzazione di corsi di formazione professionale, seminari e coaching, ma è volto anche alla realizzazione di attività dimostrative e di azioni di informazione.

A questo proposito si evidenzia la forte enfasi che l’Unione europea pone sulla diffusione dell’innovazione – vedi il ruolo assegnato al già richiamato par- tenariato europeo per l'innovazione (PEI) in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura - e sulla promozione di approcci collettivi ai progetti e alle pratiche ambientali, poiché si ritiene che tali azioni dovrebbero produrre benefici ambienta- li e climatici più incisivi e coerenti di quelli che possono ottenere singoli operatori senza alcun collegamento gli uni con gli altri.

Da ultimo si sottolinea l’esigenza di semplificazione che, per altro, è uno de- gli obiettivi che la politica comunitaria si prefigge, tant’è vero che il greening è con- cepito in modo da minimizzare gli oneri amministrativi, come i costi dei controlli e il regime semplificato per i piccoli agricoltori - che prevede la corresponsione di un pagamento forfettario in sostituzione dei pagamenti diretti - è esso pure inteso a garantire una semplificazione amministrativa connessa all'alleggerimento degli obblighi di tali agricoltori in fatto di inverdimento, condizionalità e controlli.

Poiché garantiscono la conservazione dei prati permanenti e dei pascoli, le tradizionali pratiche di allevamento svolgono un ruolo fondamentale nella produ- zione di preziosi beni e servizi pubblici in Valle d’Aosta.

Gli agricoltori intervistati mostrano una forte consapevolezza delle ester- nalità positive - in termini ambientali e paesaggistici - derivanti dal loro lavoro e, in alcuni casi, proprio la cura del territorio figura tra le motivazioni determinanti la scelta di avviare o mantenere l’azienda. Laddove vi è la presenza di un forte legame tra agricoltore e territorio la volontà di conservare in buono stato le pro- prietà e di prendersi cura di un territorio appartenuto alle precedenti generazioni paiono essere le motivazioni principali che spingono gli agricoltori a rimanere a lavorare nel settore agricolo, prescindendo anche da valutazioni più strettamente economiche. Questa forte motivazione viene affievolita laddove, invece, il legame tra l’agricoltore e il territorio è meno sentito e, di conseguenza, il criterio di scelta preponderante rimane la redditività del lavoro.

Proprio in tema di redditività dell’attività agro-zootecnica gli agricoltori in- terpellati denunciano il forte disequilibrio tra lavoro investito e ricavi ottenuti: a fronte di un importante investimento in termini di ore di lavoro e dell’aumento del costo dei fattori produttivi, si evidenzia un mancato adeguamento dei prezzi dei prodotti. In un tale contesto è unanime il riconoscimento del ruolo imprescindibile del sostegno pubblico per la sopravvivenza economica delle aziende.

I progressivi cambiamenti nelle strutture aziendali con l’importante aumen- to dei contratti di affitto come titolo di possesso principale dei fondi, il superamen- to delle barriere geografiche e la possibilità di spostare i capi con relativa facilità conferiscono alle reti di relazioni che si costituiscono per lo sfruttamento di prati e pascoli una maggiore variabilità. Si assiste al progressivo passaggio da reti di relazioni più stabili, con una delimitazione territoriale più precisa, a un contesto a geometria variabile nel quale le relazioni si creano e si modificano più rapida- mente a scapito, spesso, della creazione di un più forte legame tra territorio e imprenditori agricoli.

In un tale contesto, l’introduzione di una dimensione collettiva/territoriale dell’aiuto potrebbe aumentare l’efficacia del sostegno pubblico. Favorire, attraver- so aiuti specifici, la diffusione delle dinamiche associative che si creano tra agri-

coltori per uno sfruttamento più corretto delle superfici foraggere potrebbe por- tare a delle ricadute ambientali positive in termini territoriali e non solo aziendali. D’altro canto, in un contesto di crescente importanza dei contratti d’affitto per la messa a disposizione di terreni e aziende d’alpeggio si deve sottolineare la stortura indotta dai premi a superficie nella fissazione dei canoni. I premi a super- ficie potenzialmente erogabili sui terreni oggetto di contratto diventano, in molti casi, il parametro di riferimento per la fissazione dei prezzi d’affitto; il rischio è quello di snaturare l’obiettivo dell’aiuto che, in questi casi, viene incorporato nella rendita immobiliare.

L’entità del sostegno attualmente destinato agli alpicoltori valdostani viene giudicato nel complesso adeguato, talché se ne auspica il mantenimento nel futuro periodo di programmazione della politica agricola e di sviluppo rurale europea: ciò che non è per nulla scontato in virtù del ridimensionamento del budget comu- nitario e anche a ragione degli effetti della crisi economica che riduce le risorse disponibili in forma di aiuti di stato.

Grande interesse suscita tra gli operatori intervistati la possibilità di miglio- rare sotto il profilo qualitativo l’assegnazione delle risorse, con interventi mirati a concentrare le stesse in specifici ambiti territoriali ovvero destinate alla soluzione di specifici problemi. È emersa, per esempio, l’esigenza di incentivare maggior- mente l’utilizzazione delle porzioni più marginali degli alpeggi e non solo quelle più facilmente accessibili, in modo tale da evitare che il pascolo si trasformi in incolto e venga invaso dagli arbusti. Nel contempo, si auspica che sia impedito il sottoutilizzo degli alpeggi che, non di rado, sono acquisiti a seguito di aste pub- bliche da grandi aziende zootecniche che sotto-utilizzano le superfici monticando pochi capi improduttivi. Infine, si suggerisce di effettivamente limitare l’uso dei concentrati, specialmente in alpeggio, che fa concorrenza al corretto sfruttamento delle foraggere poiché è meno sentita l’esigenza di disporre di fieni proteici pro- dotti in azienda.

Una proposta degna di considerazione riguarda l’opportunità di introdurre, con i dovuti adeguamenti, un’azione analoga alle “prairies fleuries” francesi al fine di incentivare le corrette tecniche agronomiche di utilizzazione dei prati e di garan- tire, nel contempo, una ricchezza floristica che sia possibile misurare con rilievi semplici (l’aspetto interessante del metodo francese) senza oneri per il sistema di controlli e, soprattutto, senza accrescere il carico burocratico per gli agricoltori. L’interesse di tale misura discende dal cambiamento della logica sottesa all’eroga- zione del premio: si assiste, infatti, al passaggio da un metodo basato su obblighi e divieti inerenti la gestione delle superfici ad un’obbligazione di risultato, con l’ac-

quisizione da parte dell’agricoltore di una maggiore libertà di azione. Tale azione, oltre a contribuire al mantenimento della biodiversità vegetale e alla produzione di foraggi di migliore qualità, potrebbe sortire ricadute positive anche sulla vendita dei prodotti della zootecnia: oltralpe si incomincia a ragionare, infatti, in termini di marchio specifico e attraverso i concorsi denominati “prairies fleuries”, ripresi dalla stampa nazionale e locale si rende partecipe la collettività dei benefici che derivano dalla gestione attenta alla biodiversità delle superfici foraggere.

Infine, emerge con chiarezza tra gli intervistati la necessità di favorire con ogni mezzo la consapevolezza da parte degli altri operatori economici (ristorato- ri, albergatori, ecc.) del ruolo attivo svolto dagli agricoltori nella salvaguardia del territorio e del paesaggio. È indispensabile far sì che sempre più gli albergatori e i ristoratori si rendano conto della presenza di produttori locali e che contribuisca- no alla valorizzazione dei loro prodotti acquistandoli e proponendoli ai turisti e ai clienti locali.

La creazione di momenti di scambio e di condivisione dei problemi comuni è vista come condizione essenziale affinché i diversi operatori economici - e, più in generale, la popolazione locale e i turisti – si rendano ben conto della molteplicità dei beni e di servizi che l’esercizio delle pratiche agro-zootecniche secondo le mo- dalità in uso da secoli in Valle d’Aosta rendono a tutti disponibili.

AGEA: Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura AREV: Association Régionale Eleveurs Valdotâines CE: Commissione europea

CEE: Comunità economica europea CFL: Contratto fieno-letame

COMAGRI: Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo DG-AGRI: Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione

europea

DOP: Denominazione di origine protetta

ENRD/RESR: European Network for Rural Development/Rete Europea per lo Svi- luppo Rurale

FEASR: Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale ISTAT: Istituto Centrale di Statistica

LEADER: Liaison entre actions de développement de l’économie rurale

OCSE/OECD: Organisation de Coopération et de Développement Économiques/Or- ganisation for Economic Co-operation and Development

PAC: Politica agricola comune

PBL: Netherlands Environmental Assessment Agency PEI: Partenariato europeo per l’innovazione

PSR: Programma regionale di sviluppo rurale RAVA: Regione Autonoma Valle d’Aosta

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