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Traccia per intervista

Nome: ... N° intervista... Intervistatore: ... Data intervista: ... /... /...

1. Quale attività svolge (allevatore, trasformatore – casaro, funzionario, tecnico etc..)?

…... ... Solo ad agricoltore/allevatore o altro operatore che si occupi della gestione dei pascoli*:

1. Superficie foraggera disponibile: ...ha Titolo di possesso: proprietà ...ha

affitto ...ha

uso gratuito ...ha

* Con il termine “pascoli” si intendono tutte le superfici foraggere permanenti sfalciate e pascolate; con il termine “gestione dei pascoli” si intende a) le modalità di utilizzazione delle superfici forag- gere (prati permanenti, prati-pascoli, pascoli) con particolare riguardo a quelle di mayen e d’alpe; b) l’organizzazione aziendale e inter-aziendale (trasferimenti di capi).

2. Mi può descrivere operativamente l’attività di gestione dei pascoli che svolge la sua azienda?

a. Come procede operativamente? (specificare 1. come sono utilizzate le super- fici foraggere - tecniche di pascolamento, eventuali sfalci, entità del carico di bestiame, ecc. e 2. fornire elementi circa la gestione dei capi – dettagli sulla fida (capi dati in fida e capi presi in fida) in termine di numero di capi, catego- rie, periodi; distribuzione dei parti (concentrazione in inverno o distribuzione su più mesi/destagionalizzazione delle nascite; categorie di capi monticati (vacche da latte/capi giovani); ecc.?

b. Come ha appreso l'attività? (Conoscenze locali, metodi tradizionalmente uti- lizzati dagli agricoltori della zona o tecniche innovative che ha imparato gra- zie a corsi, contatto con altri operatori,...)

c. Le nuove conoscenze derivano dalla sua interazione con quali soggetti? (re- sponsabili della Comunità montana, tecnici, altri agricoltori)

3. È a conoscenza di modalità di gestione differenti al di fuori dei confini aziendali? Se sì quali?

Rivolte a tutti i soggetti:

1. Quali sono i principali fabbisogni della zona in termini di gestione dei pascoli? 2. Quali sono le principali difficoltà e gli aspetti critici delle attività di gestione dei pascoli?

a. Conoscenze territorio (soprattutto da parte dei nuovi assunti)

b. Competenza sulle attività da svolgere (soprattutto da parte dei nuovi assunti) c. Limiti nell’utilizzo (es. pendenza, assenza di viabilità, scarsa fertilità delle

superfici)

3. Ritiene che la gestione dei pascoli sia in generale di supporto o no alla conserva- zione e manutenzione del territorio?

4. Quali sono, secondo lei, le ricadute positive determinate dalla corretta gestione dei pascoli sulla comunità locale e/o sugli altri settori produttivi (anche extra-agri- coli)? Se sì, da parte della collettività c’è un riconoscimento dei benefici prodotti? 5. Secondo lei esiste un approccio collettivo alla gestione del bene pubblico – pa- scolo? Se sì quale tipo di approccio è stato adottato?

a. Modalità top down, (es. è la Regione, il Comune, la Comunità Montana, il Consorzio di Miglioramento Fondiario, il GAL, … che hanno previsto un certo tipo di intervento e una serie di azioni nell’esercizio della programmazione della politica agricola e/o di sviluppo rurale)

b. Modalità bottom-up: partecipazione (es. forum di discussione, incontri strut- turati, ecc.)

La rete e l’apprendimento (rivolto a tutti i soggetti)

1. Quali sono le interazioni (positive e negative) tra i diversi soggetti – istituzioni, enti, agricoltori/produttori, comunità - coinvolti direttamente nella gestione dei pascoli?

a. Es. interazioni positive: contrattuali (contratti di affitto, di fida, ecc), commer- ciali (es. conferimento del latte/Fontina), turistiche (presenza reciprocamen- te accettata), istituzionali (gestione dell’alpeggio legata ai premi/contributi regionali), ecc.

b. Es. di interazioni negative: concorrenza fra i produttori locali, con le istitu- zioni (controlli eccessivi, complicazione delle normative sanitarie, di igiene e benessere animale), turistiche (presenza reciprocamente non accettata), con comunità locale (la comunità è indifferente al tipo di attività o presenta un atteggiamento scostante nei confronti della stessa, la comunità è critica/ ostacola il tipo di attività), ecc.

2. Quali sono i principali scambi di opinione e, più in generale, le interazioni tra gli agricoltori/allevatori?

a. Tipo di interazione e scambio di conoscenze con gli altri agricoltori che gesti- scono pascoli

b. Interazione e creazione di reti

c. Apprendimento e scambio di esperienze

3. Quali sono i principali scambi di opinione e, più in generale, le interazioni tra agricoltori/allevatori e i tecnici?

a. Scambi di conoscenze

b. Differenza nel tipo di approccio

c. Interazione sapere locale/sapere tecnico d. Formazione e fiducia reciproca

4. Quali sono i principali scambi di opinione e più in generale le interazioni tra agricoltori/allevatori e i rappresentanti delle istituzioni (locali e non)?

a. Modalità di scambio informazioni e conoscenze

b. Eventuali altre interazioni (Regione, Comunità Montana, Comuni)

5. Quali sono i principali scambi di opinione e più in generale le interazioni tra agricoltori/allevatori e i cittadini? L' azienda agricola è un punto di riferimento per la comunità locale?

6. Quali sono i principali cambiamenti/evoluzioni rispetto al passato, con particolare riferimento al sistema di relazioni?

Le politiche

1. (solo per agricoltore/allevatore) A quali misure di aiuto, previste dall’Ammini- strazione regionale, fa riferimento nella gestione dei pascoli?

a. Indennità compensativa e misure agroambientali del PSR

b. Finanziamenti locali/regionali (anche per commercializzazione, promozione prodotti, diversificazione ecc.)

del PSR; Finanziamenti locali/regionali) sono più importanti? Ne suggerirebbe di nuovi o cosa cambierebbe di quelli esistenti? (ci sono problemi relativi alla man- canza di copertura dei costi di transazione?)

3. (solo per agricoltore/allevatore) Continuerebbe questa attività come la sta svol- gendo oggi anche in mancanza di aiuti pubblici o muterebbe qualche cosa?

4. Quali pensa possano essere gli effetti delle recenti proposte di regolamento comunitario (con particolare riferimento al greening)?

Finito di stampare nel mese di giugno 2013 da CSR Centro Stampa e Riproduzione srl

collana puBBlIcazIoNI regIoNalI

le attività delle Sedi regionali dell’Istituto sono molteplici, dall’assistenza alle regioni e agli altri enti locali, in particolare per l’attuazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche comunitarie (interventi strutturali, di mercato, sviluppo rurale, ecc.), per la produzione di fonti informative originali sul fun- zionamento delle imprese agricole (rIca) e sulle dinamiche di importanti feno- meni che investono il settore primario: irrigazione, foreste, immigrati, mercato fondiario, filiere agroalimentari, produzioni di qualità e biologiche, ecc. Ma una componente di rilievo è rappresentata anche dalle attività di ricerca che le sedi regionali assicurano per la realizzazione di indagini condotte dalla sede nazio- nale dell’ente e dalle collaborazioni attivate in partnership con il mondo della ricerca nazionale e internazionale.

la produzione tecnica e scientifica delle Sedi regionali spazia dai rapporti fina- lizzati alle esigenze di supporto alle decisioni delle istituzioni locali ai quaderni divulgativi sul sistema della conoscenza in agricoltura e sulla evoluzione e gli scenari di sviluppo agricolo e rurale. le competenze e le esperienze accumu- late in molte sedi consentono anche di sviluppare autonome attività di studio e di ricerca mirate a fornire contributi metodologici e un avanzamento delle conoscenze.