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Opportunità per lo sviluppo di iniziative di community-based tourism

IV. INTRODUZIONE AL CASO STUDIO: MANI TESE E TERRA MADRE INSIEME

IV.2 Due anni dopo: gli sviluppi del progetto

IV.2.4 Opportunità per lo sviluppo di iniziative di community-based tourism

Come descritto nel primo capitolo, il Community-Based Tourism (CBT) è stato promosso a partire dagli anni ’70 (Goodwin, 2006) come strumento di sviluppo economico e sociale delle comunità locali in molti dei Paesi del Global South. Tuttavia, come spiega Harold Goodwin (2009) nel suo articolo “Community-based tourism: a success?”, non sono molte le iniziative che vengono monitorate in seguito alla conclusione dei finanziamenti e poche sono le documentazioni presenti in merito ai casi di successo, o fallimento, dei progetti di CBT. Conoscere i benefici derivanti da queste iniziative è ad ogni modo un elemento fondamentale per comprendere i fattori determinanti il risultato positivo dell’attività e, dal punto di vista della comunità, per valutare se l’impegno richiesto possa nel tempo portare a effettivi vantaggi e miglioramenti allo stile di vita locale. “La comunità contribuisce con il suo tempo e lavoro, il suo investimento nell’iniziativa. Il tempo e il lavoro della comunità hanno valore, e questi rappresentano spesso dei costi opportunità significativi”186 (Goodwin, 2009, p. 4). Per lo sviluppo di un’iniziativa di CBT è quindi opportuno

valutare anticipatamente i benefici netti, al fine di evitare una situazione opposta a quella auspicata in cui la popolazione locale si ritrova ulteriormente impoverita ed emarginata.

Alcune ricerche condotte dimostrano come la maggioranza delle iniziative di CBT non abbiano avuto successo e, tra le cause principali, si identificano la dipendenza dai finanziamenti dei donatori, la mancanza di una corretta e autonoma gestione e la difficoltà di accedere a un mercato adatto che possa assicurare la sostenibilità economica dell’attività (Goodwin, 2009).

I progetti di CBT, come già anticipato, si basano sull’approccio partecipativo che implica il coinvolgimento attivo della comunità locale. Tuttavia, sebbene questo rappresenti l’elemento essenziale per lo sviluppo di qualsiasi community-based project, Scheyvens evidenzia che “le comunità raramente avviano lo sviluppo turistico senza un input da parte di una fonte esterna”187 (2002, p. 10). La proposta di un progetto di sviluppo, che nella maggior parte dei casi viene avanzata da una Ong, da un’organizzazione internazionale per la conservazione o da un tour operator (Goodwin, 2009), difficilmente nasce quindi da un’intenzione interna alle comunità, le quali sono spesso strettamente legate ad attività di sussistenza e non dispongono delle competenze necessarie per lo sviluppo di attività economiche alternative.

185 Testo originale: “Without their support we can not do anything”.

186 Testo originale: “The community contributes time and labour – its investment in the initiative. The time and labour of the community has value, these are often significant opportunity costs”.

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Nel caso studio del progetto di turismo responsabile nel villaggio di Mariashoni, l’iniziativa è stata inizialmente promossa dalla Ong italiana Mani Tese ed è stata subito accolta con grande interesse dalla comunità locale. Come anticipato, in Kenya non è ancora presente una specifica regolamentazione per le CBT organizations, che vengono attualmente incorporate all’interno della più vasta sfera delle CBO. Tuttavia, l’attività sviluppata con la comunità indigena degli Ogiek rappresenta sotto tutti i punti di vista un progetto di CBT, il quale:

 è gestito in modo autonomo e indipendente dai membri della popolazione locale;

 è basato sulla costruzione di un eco-lodge per l’accoglienza di un massimo di 16 visitatori, e sullo sviluppo di percorsi turistici nei pressi del villaggio e nella foresta con l’accompagnamento di guide locali specializzate;

 ha creato posti di lavoro per 10 persone impegnate direttamente nell’attività (5 guide della foresta e 5 impiegati per la gestione della guest house), a cui si aggiungo molti altri componenti della comunità che ne hanno tratto beneficio indirettamente;

 ha generato ricavi alternativi per le persone direttamente coinvolte nella gestione, e ha creato un indotto indiretto sulle altre attività economiche locali come la vendita dei prodotti tradizionali locali, il trasporto e la fornitura dei generi alimentari per la cucina presente all’interno della struttura d’accoglienza;

 ha portato dei benefici economici indiretti, come l’aumento delle opportunità di lavoro nel villaggio e la diversificazione dell’economia locale, con una conseguente diminuzione della migrazione verso i grandi centri urbani.

Se l’iniziativa presenta apparentemente tutti i requisiti fondamentali per essere identificata come un caso di CBT di successo, la garanzia della sostenibilità nel lungo periodo dell’attività non è un elemento da sottovalutare. Come sottolinea Goodwin nella sua ricerca sui casi di successo di iniziative di CBT, “La grande maggioranza delle iniziative di community-based tourism sono basate sullo sviluppo di lodge localmente gestiti e di proprietà della comunità o sull’homestay”188 (2009, p.

12), tuttavia nella maggior parte dei casi il tasso annuo di occupazione della struttura presenta valori estremamente bassi (Goodwin, 2009).

Durante il lavoro di ricerca ho provveduto a raccogliere dal book of visitors i dati disponibili sugli arrivi alla guest house di Mariashoni a partire dall’inaugurazione del giorno 26 giugno 2015189. Dal

numero, più o meno attendibile, delle firme degli ospiti risulta un buon arrivo di visitatori nell’anno

188 Testo originale: “The large majority of community-based tourism initiatives are based on the development of community-owned and managed lodges or homestays”.

189 Dal libro dei visitatori presente nella struttura d’accoglienza di Mariashoni ho contato le firme dei visitatori anno per anno con il seguente risultato: n. 46 visitatori nel 2015, 116 nel 2016, 72 nel 2017 e 17 nel 2018 fino alla data del 21 maggio.

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successivo all’apertura con l’accoglienza di 116 persone tra turisti, ricercatori e membri delle organizzazioni locali che hanno partecipato al progetto, seguito da un successivo calo nel 2017 con 72 presenze. Il tasso di occupazione varia quindi tra il 2%190 del 2016 e l’1,23% del 2017 e mostra

come le potenzialità della struttura ricettiva non siano pienamente sfruttate. Ciò nonostante, il lodge rappresenta un passo importante verso lo sviluppo di una proposta di turismo sostenibile in un territorio isolato e lontano dai centri urbani, in cui la presenza di una struttura per il pernottamento e il ristoro dei visitatori detiene un ruolo fondamentale nell’offerta turistica locale.

Le principali problematiche che il progetto ha dovuto affrontare in questi anni sono legate a due aspetti specifici: la difficoltà di entrare in contatto con una domanda di mercato che permetta di assicurare la sostenibilità economica dell’attività durante tutti i mesi dell’anno, e la mancanza di infrastrutture adeguate (vedi figura 40), come: strade asfaltate e connessione telefonica. Se quest’ultimo punto rientra in una questione più ampia di gestione territoriale da parte del governo centrale che interessa la maggior parte delle aree rurali del Paese, l’accesso al mercato rappresenta uno dei punti deboli della maggior parte delle iniziative di CBT (Goodwin, 2009).

La creazione di collegamenti con altre iniziative di turismo responsabile o di ecoturismo presenti nella regione, o l’accordo con altri attori del settore privato, sono condizioni necessarie affinché questo tipo di proposte di CBT possano uscire dal loro isolamento e raggiungere un bacino più ampio di utenti.

Fig. 40. Strada sterrata e spesso in condizioni impraticabili che collega Molo con il villaggio di Mariashoni.

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L’agenzia Terra Madre Tours and Travels, il cui ruolo è stato rafforzato con il progetto di Mani Tese, sta lavorando in questa prospettiva ma, per la creazione di un’efficace rete di connessioni e interazioni tra i principali attori del settore del turismo responsabile, è indispensabile un piano di lavoro condiviso.

L’intervento del Kenya Community Based Tourism Network (KECOBAT) gioca qui un ruolo fondamentale: l’organizzazione, che si propone come l’ente rappresentante l’interesse delle CBT

Organizations in Kenya, lavora allo scopo di facilitare la condivisione di informazioni, fornire

supporto tecnico e informativo, mediare gli interessi delle diverse iniziative presenti sul territorio nazionale con il governo e le principali istituzioni del settore, e dare rilievo ai progetti all’interno del più vasto mercato turistico nazionale191. A seguito di un colloquio intercorso con due rappresentanti dell’organizzazione, Andrew Kwemboi e Vincent Oluoch, è emerso in modo evidente come gli obiettivi, individuati in modo chiaro e deciso, rispecchino la principale volontà di creare un network tra le molte e spesso sconosciute iniziative di community-based tourism presenti nel Paese, sebbene la strada per il traguardo sia ancora lunga e complessa.

Tornando alle principali motivazioni del fallimento dei progetti di CBT identificate da Goodwin (2006), Stone e Stone (2010, p. 100) sottolineano come “troppe iniziative di CBT dipendono sulla costruzione di lodge, i quali richiedono un elevato investimento di capitale e una manutenzione considerevole”192. Prendendo in considerazione l’elevato investimento legato alla realizzazione di

una struttura ricettiva, in molti casi lo sviluppo di attività turistiche complementari alle principali attività economiche presenti nel territorio rappresenta una migliore e più diretta alternativa per il coinvolgimento delle comunità locali, e una più sicura garanzia di ottenere un’entrata integrativa. Spostando lo sguardo al caso studio, in particolare sulla contea di Baringo dove Mani Tese e Necofa hanno implementato numerosi progetti legati allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, sono molti i contesti territoriali in cui risulta interessante la possibile creazione di iniziative di CBT basate su attività turistiche da svolgere nell’arco della giornata. In questo caso, il segmento target sarebbe rappresentato da visitatori giornalieri che, interessati a conoscere la cultura e lo stile di vita locale, ben si presterebbero a visitare i progetti e trascorrere la giornata in compagnia delle persone appartenenti alle comunità indigene del luogo. Semplici attività quotidiane, quali la pesca della tilapia nel lago Baringo, la raccolta del miele dalle arnie tradizionali o della frutta tropicale delle coltivazioni del Kirambach Women Group, costituiscono per l’ospite straniero un’opportunità per conoscere un territorio e un modo di vivere lontano dal proprio e per questo interessante e stimolante. Come spiega Marco Aime nel suo libro “L’incontro mancato”, “il turista alternativo

191 http://www.kecobat.org/about-us.html (consultato il 03/07/18)

192 Testo originale: “Too many CBT initiatives rely on building lodges, which are capital intensive and need considerable maintenance”.

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sente la necessità di allontanarsi dalla propria esperienza quotidiana per viverne una nuova” (2005, p.41) e questo desiderio si esaurisce nell’incontro e nello scambio tra persone di culture diverse. Sono quindi molte le possibili attività turistiche capaci di valorizzare l’identità del territorio. Prima tra tutte la creazione di percorsi guidati in cui ad accompagnare il visitatore è una guida locale: un Ogiek, profondo conoscitore della foresta Mau (vedi figura 41), un pescatore della comunità Illchamus dell’isola di Kokwa, disponibile a mostrare e insegnare al suo ospite le tecniche della pesca tradizionale svolta a bordo di piccole imbarcazioni di bambù, un apicoltore del Toaret Group193 esperto nelle diverse fasi di raccolta e lavorazione del miele, o una delle donne del gruppo di coltivatrici. A completare il tour, l’assaggio e la possibilità di acquisto dei prodotti agroalimentari locali offrono un’ulteriore possibilità al visitatore di avvicinarsi alla cultura del territorio, e al locale di ottenere un ricavo aggiuntivo.

Nella realizzazione di un’esperienza turistica positiva e memorabile, la partecipazione attiva del turista e il suo coinvolgimento emotivo e sensoriale costituiscono dei requisiti fondamentali, che devono per questo motivo essere studiati e inclusi all’interno dell’offerta turistica proposta. Il percorso guidato, all’interno del quale si inseriscono la conoscenza della realtà locale e la pratica delle attività economiche tradizionali, può quindi rappresentare l’elemento chiave per lo sviluppo di iniziative di CBT che possono venire successivamente integrate tra loro nella creazione di una proposta di viaggio di turismo responsabile.

Fig. 41. John, guida Ogiek che mi ha accompagnato durante il mio soggiorno nel villaggio di Mariashoni.

193 Il Toaret Group è una community-based organization che si occupa di ricevere il miele dai vari gruppi di apicoltori presenti nelle vicinanze del villaggio di Koriema per poi raffinarlo, confezionarlo e venderlo sul mercato.

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A contribuire al successo dei progetti di CBT vi sono anche le attività di organizzazione e gestione di un “Souvenir Shops” o di un “Ufficio Informazioni Turistiche” dove i turisti hanno la possibilità di ottenere maggiori informazioni sulle diverse attività e attrattive presenti sul territorio e acquistare prodotti locali di qualità e a km zero. Nel villaggio di Mariashoni questo tipo di iniziativa è stata sviluppata come parte del progetto all’interno dell’area della guest house, ma ad oggi la struttura non è ancora stata utilizzata per il suo iniziale scopo informativo e di vendita dei prodotti tipici locali. La spiegazione a questo ritardo viene riassunta da Samuele Tini, responsabile di Mani Tese in Kenya e del progetto, nella mancanza di comprensione da parte della comunità locale del valore attrattivo che questa attività rappresenta per i turisti, e dei potenziali guadagni che ne possono derivare a favore della popolazione locale194.

Per concludere, un aspetto fondamentale, che spesso viene trascurato ma che dovrebbe essere previsto nell’implementazione dei progetti di CBT, è la presenza di figure specializzate che si occupino di monitorare lo sviluppo dell’iniziativa negli anni e di elaborare dei resoconti, con particolare riguardo al coinvolgimento della popolazione locale e a: “occupazione, collegamenti economici locali, benefici economici per la comunità e sostenibilità economica”195 (Goodwin, 2009,

p. 36).