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Verso la creazione di una rete di turismo responsabile nazionale

V. LE PROSPETTIVE FUTURE PER LO SVILUPPO DI UNA RETE DI TURISMO

V.1 Lo sviluppo turistico nelle aree rurali: a piccoli passi verso il successo

V.1.3 Verso la creazione di una rete di turismo responsabile nazionale

Sebbene, come affermano Ezeuduji e Rid nel loro studio in Gambia, “è possibile che il turismo rurale non diventi una panacea per i pacchetti turistici nella nazione”256 (2011, p. 208), nel caso del

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Kenya il turismo responsabile potrebbe rappresentare una possibile alternativa alla classica offerta delle tre “S” (Sea , Sun, Sand) accoppiata con la consueta proposta del safari.

Durante la fase di ricerca sul campo è stata posta agli intervistati delle organizzazioni competenti la medesima questione circa l’opportunità per le iniziative di community-based tourism di proporsi sul mercato quale ulteriore scelta rispetto al pacchetto all inclusive degli innumerevoli villaggi internazionali presenti lungo la costa. Con la consapevolezza dell’importanza che questo ultimo segmento di offerta detiene per l’economia turistica nazionale, gli interlocutori hanno espresso il loro disappunto in merito alla situazione di povertà in cui si trova la popolazione costiera, in gran parte occupata in mansioni stagionali e sottopagate.

Dalla conversazione con i soggetti è emersa inoltre una riflessione sul cambio di tendenza della domanda turistica che, come sottolinea Andrew Kwemboi di KECOBAT, “sta scappando dall’esperienza tradizionale, alla ricerca di un contatto umano con le comunità locali”257. La

legittimazione dei progetti di CBT viene quindi vista come l’occasione di “introdurre sul mercato un nuovo prodotto legato alla conoscenza approfondita del patrimonio culturale”258 afferma Joyce

Kiruri, membro dell’organizzazione Ecotourism Kenya.

A questo proposito, la creazione di una rete di turismo responsabile nazionale costituirebbe dunque lo strumento attraverso il quale mettere in relazione i diversi progetti presenti nel Paese, al fine di condividere informazioni e promuovere una tipologia di viaggio in Kenya più sostenibile e attenta alle questioni sociali.

Nel campo del marketing della destinazione è accertato come “le reti di marketing, in cui le imprese collaborano e cooperano consapevolmente, siano più efficaci nel fornire una vasta gamma di servizi alla comunità rispetto a quello che le stesse organizzazioni potrebbero fare lavorando singolarmente”259 (Wang, 2011, p. 13). Il primo soggetto a trarre beneficio da questa struttura

organizzativa è dunque la comunità locale che, attraverso il coordinamento tra i diversi stakeholder coinvolti nel settore turistico, ha l’opportunità di emergere e comunicare con il mondo esterno, uscendo dall’isolamento che caratterizza molte realtà rurali.

Tuttavia la gestione congiunta delle attività potrebbe dar luogo ad alcuni problemi in merito all’allocazione delle risorse, la condivisione dei benefici, l’accordo sugli obiettivi e i risultati attesi (Wing, 2011), che dovrebbero essere alleviati dalla presenza di un’organizzazione incaricata della gestione della rete. Il Kenya Community-Based Tourism Network potrebbe dunque ricoprire questo

257 Testo originale tratto dall’intervista: “people are running away from the mainstream experience looking for a touch with the local communities”.

258 Testo originale tratto dall’intervista con Joyce Kiruri: “to introduce another product on the market based on a deep knowledge of cultural heritage”.

259 Testo originale: “marketing networks in which individual businesses that consciously collaborate and cooperate with one another are more effective at providing a complex array of community-based services than the same organizations are able to do when they go their own ways”.

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ruolo “operando in qualità di agente a favore della comunità e come responsabile nei confronti dei membri del network nel guidare, coordinare e legittimare le attività della rete”260 (Wing,2011, p.

13).

La collaborazione tra gli attori coinvolti nell’iniziativa e il supporto di soggetti esterni sono requisiti fondamentali per il successo di questa tipologia di struttura organizzativa.

Prendendo in considerazione la più ampia prospettiva dello sviluppo di una rete a livello nazionale, questa iniziativa potrebbe rappresentare lo strumento chiave per gestire i progetti di CBT e promuovere sul mercato un’offerta unitaria e organizzata di turismo responsabile. Questo proposito si presenta come un obiettivo molto ambizioso, dovuto all’evidente difficoltà di mettere in comunicazione le molte e diverse organizzazioni presenti nel Paese che, nella maggior parte dei casi, si trovano in territori rurali in cui l’accesso alle fonti di informazione non è così scontato e immediato. Tuttavia KECOBAT sta già lavorando su questo fronte da alcuni anni nel tentativo di individuare le iniziative presenti sul territorio nazionale, al fine di “facilitare la condivisione delle informazioni, fornire un adeguato supporto tecnico e servizi di consulenza, mediare e rappresentare i loro interessi di fronte al governo e ad altre istituzioni competenti, integrando così gli interessi delle comunità con il turismo nazionale”261.

Come già spiegato nel secondo capitolo, la posizione dell’attuale governo keniano è favorevole alla valorizzazione delle forme di turismo culturale gestite dalle comunità e, partendo dalla regolamentazione delle CBT organizations, si dimostra pronto a supportare il Kenya Tourism Board (KTB) nella pianificazione di una sezione appositamente dedicata, all’interno della piattaforma web di promozione della “destinazione turistica Kenya” attualmente in fase di elaborazione262.

La presenza di un vitale sistema di condivisione di informazioni rappresenta un requisito importante per la sostenibilità nel lungo temine dei progetti e, nell’ambito di ricerca analizzato, costituisce probabilmente l’anello debole di molte iniziative. Secondo il punto di vista di Keziah Odemba,

Assistant Director of Tourism del Ministero del Turismo, “c’è una buona comunicazione tra gli

organi governativi e le Ong attive nel settore del turismo, ma è necessario migliorare la condivisione online delle informazioni”263.

260 Testo originale: “acting in its capacity as agent for the community and as principal to its network members to ‘guide, coordinate, and legitimize’ network activities”.

261 http://www.kecobat.org/about-us/background-information.html, consultato il 26/07/18. Testo originale: “facilitate information sharing; delivering appropriate technical support and advisory services; mediating and lobbying their interests to government and other relevant institutions and thereby integrating community concerns into national tourism”.

262 Informazioni raccolte durante l’intervista con Keziah Odemba, assistente del direttore del Ministero del Turismo, e il “KTB Regional Stakeholders Forum” tenutosi a Naivasha il 18 maggio 2018.

263 Testo originale tratto dall’intervista con Keziah Odemba: “there is a good communication with the NGOs operating in the tourism sector, but we need to improve the online sharing of information”.

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Il KTB, per aggiornare gli stakeholder in merito alle nuove linee programmatiche sulla promozione dell’immagine turistica del Paese, organizza periodicamente dei forum regionali ai quali vengono invitati i gestori delle strutture alberghiere, le guide turistiche e i rappresentanti dei tour operator e delle agenzie turistiche presenti sul territorio interessato. In queste occasioni vengono fornite informazioni rilevanti sulle strategie e gli obiettivi prefissi in collaborazione con il Ministero del Turismo e, in aggiunta, viene lasciato ampio spazio alla condivisione delle problematiche e delle nuove proposte da parte dei diversi attori attivi nel settore turistico. L’intervista con i proprietari di alcuni tour operator di Nakuru mette in luce il cambiamento positivo avutosi con la nuova commissione nazionale per il turismo: “Molto lentamente, ma qualcosa si sta muovendo. Il sistema di condivisione di informazioni sta migliorando”264 spiega Peter M. Gatere del “Pega Tours and Travel Agency” durante il nostro incontro tenutosi in prossimità dell’evento del Forum degli Stakehold per la regione della Rift Valley.

Tuttavia, sebbene questi incontri abbiano riscontrato un buon consenso tra i partecipanti, le istanze delle comunità locali non trovano in questa sede lo spazio idoneo per poter esprimere la propria opinione. Ad affrontare la questione approfonditamente è Lucy Mathenge di Necofa che, durante l’intervista, spiega la grande difficoltà legata alla comunicazione con i membri delle popolazioni rurali in gran parte analfabeti e isolati. Sono queste condizioni estreme a rendere complicato il rapporto tra i governi locali e le comunità, le quali necessiterebbero di un rappresentante capace di portare i loro interessi al tavolo degli stakeholder. Secondo Peter Khaemba, l’organizzazione di eventi informativi aperti a tutta la popolazione potrebbero rappresentare una buona occasione d’incontro, anche se, sottolinea: “dovremmo accrescere tra la comunità la consapevolezza dell’importanza di partecipare a questi eventi.”265.