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La posizione del Governo Keniano e i nuovi obiettivi del Kenya Vision 2030

II. IL RUOLO DEL TURISMO IN KENYA

II.3 Il ruolo del governo nello sviluppo del turismo

II.3.1 La posizione del Governo Keniano e i nuovi obiettivi del Kenya Vision 2030

Come evidenziato nel paragrafo precedente, la pianificazione del turismo in Kenya si è focalizzata per molti anni nel favorire e incoraggiare investimenti stranieri, senza prestare la dovuta attenzione a mettere in relazione il settore turistico con gli altri ambiti dell’economia del Paese, ad assicurare adeguate infrastrutture e a coordinare le iniziative di sviluppo tenendo in considerazione le peculiarità del territorio e gli interessi delle comunità locali (Harris et al., 2012). L’approccio adottato nel corso dei decenni passati si è rivelato fallimentare per la costruzione di un’industria turistica stabile, capace di massimizzare i benefici locali e di attenuare gli impatti negativi sull’ambiente naturale e sul tessuto socioeconomico del territorio. Risulta dunque necessario un radicale cambiamento di questa politica laissez faire, di cui hanno beneficiato i grandi investitori turistici multinazionali (Akama, 2000, p. 3), a favore di un approccio turistico maggiormente pianificato a livello locale, da implementare non solo in Kenya ma anche in tutti i Paesi del Global South. Come sottolineano Harris, Doan e Wilson (2012, p. 176), “una pianificazione più partecipativa del turismo potrebbe infatti portare al raggiungimento di diversi obiettivi, tra cui: una maggior integrazione tra il turismo e le altre attività produttive, un rafforzamento della capacità di recupero delle comunità locali in merito agli shock interni ed esterni che periodicamente causano l’instabilità del settore, e un incremento dell’abilità di evitare i conflitti etnici grazie alla condivisione dei benefici”68.

L’approccio partecipativo applicato al turismo in Kenya porterebbe all’industria notevoli benefici dovuti al carattere stesso del settore, il quale comprende non solo il trasporto aereo, l’alloggio e l’organizzazione del viaggio, ma anche altre attività come l’artigianato locale, la ristorazione e molte altre produzioni che possono soddisfare gli interessi dei visitatori. Inoltre, è opportuno ricordare che gli impatti e i costi del turismo ricadono prevalentemente sulla sfera locale e, per questo motivo, una strategia turistica di successo deve necessariamente integrare il contesto locale all’interno del più ampio approccio nazionale e trattare separatamente l’ambito turistico dagli altri settori economici keniani (ibidem).

I governi detengono un ruolo cruciale nella gestione del turismo dei Paesi e il loro intervento, in sinergia con l’azione svolta dal settore privato, dovrebbe mirare a ridurre i possibili danni e a rafforzare i vantaggi dei diversi prodotti turistici, al fine di contribuire al conseguimento dello sviluppo turistico sostenibile (UNEP-UNWTO, 2005). Nel contesto territoriale del Kenya, le

68 Testo originale: “more participatory planning for tourism would achieve several objectives: a greater interaction between tourism and other productive activities, a strengthened resiliency in local community regarding internal and external shocks that cause periodic volatility, and the increased ability to avoid ethnic conflict through shared benefits”.

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questioni che richiedono particolare attenzione da parte dell’amministrazione pubblica sono essenzialmente due: un’attenta ed efficace pianificazione infrastrutturale, necessaria affinché possa essere garantita una migliore connessione tra le destinazioni turistiche e il resto del Paese69, e il

miglioramento della partecipazione locale, attraverso il coinvolgimento della popolazione a tutti i livelli del processo di pianificazione e l’incentivazione a istituire organizzazioni interne alle comunità indigene che sappiano promuovere la diversificazione e la creazione di nuove piccole e medie imprese. Con l’apertura del governo keniano a un approccio partecipativo, in passato negato per la costante paura di fomentare ulteriori conflitti etnici (Smoke, 2003), una nuova strategia basata sull’integrazione della componente locale (Ong, settore privato, popolazione locale) nella progettazione turistica potrebbe oggi aiutare ad alleviare gli scontri interni alla nazione (Harris et

al., 2012).

La legittimità e la capacità sociale e politica proprie degli organi governativi conferiscono ai governi nazionali l’importante compito di mettere insieme e coordinare le istanze dei diversi gruppi di interesse coinvolti nello sviluppo turistico nazionale, e fanno sì che essi esercitino un ruolo influente nella determinazione delle sorti dell’industria turistica dei Paesi (Akama, 2002). In Kenya, questa posizione così decisiva70 fece sì che il Governo keniano fosse in gran parte responsabile non solo del rapido sviluppo del settore, ma anche della forte volatilità e dei periodi di recessione che caratterizzarono l’evoluzione del turismo nel Paese. Tuttavia, come conclude Akama (2002) a seguito della sua analisi sul tema, il compito del governo dovrebbe limitarsi ad assicurare la gestione efficace e sostenibile delle risorse territoriali, rappresentanti la base su cui si fonda l’offerta turistica, e a facilitare la creazione di un ambiente socio-politico favorevole per lo sviluppo e il successo delle iniziative promosse dal settore privato.

Nel 2007 un decisivo passo in avanti verso una gestione partecipativa del turismo venne fatto con l’approvazione del Kenya Vision 2030: un progetto di sviluppo a lungo termine elaborato secondo un approccio altamente inclusivo e consultivo, il cui obiettivo consiste nel “trasformare il Kenya in un Paese a reddito medio e di nuova industrializzazione, che sappia offrire un’alta qualità della vita a tutti i suoi cittadini in un ambiente pulito e sicuro”71. All’interno di questo piano di sviluppo, viene inoltre incluso il Tourism Act 2011 che prevede lo sviluppo, la gestione, la promozione e la

69 L’incuria della rete stradale iniziò negli anni ’90 quando il settore turistico cominciò ad essere caratterizzato da una forte instabilità che, dal quel momento, accompagnò l’industria per tutti gli anni successivi peggiorando ulteriormente le condizioni già critiche delle infrastrutture stradali (Harris et al., 2012).

70 In molti dei Paesi del Global South il ruolo del governo è stato decisivo per lo sviluppo del turismo poiché, in una fase iniziale in cui non vi sono garanzie di ritorno economico o di stabilità socio-economica e politica, le imprese del settore privato non sarebbero state disposte ad investire, mentre il governo ha potuto intraprendere iniziative e misure socio-economiche volte a favorire e ad incoraggiare la rapida crescita dell’industria turistica (Akama, 2002).

71 Testo originale: “to transform Kenya into a newly-industrialising, middle income country providing a high quality of life to all its citizens in a clean and secure environment" (http://vision2030.go.ke/about-vision-2030/, consultato il 3/09/18).

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regolamentazione dello sviluppo sostenibile, e la formulazione e pubblicazione, ogni cinque anni, di una strategia nazionale per il turismo a cura del ministro responsabile per il settore turistico (Government of Kenya, 2013).

L’ultimo piano strategico realizzato per il periodo 2013-2018 individua, tra le sfide da affrontare, lo sviluppo del turismo secondo i principi della sostenibilità, l’investimento nelle infrastrutture turistiche e il miglioramento della valorizzazione delle risorse disponibili. Inoltre, tra gli obiettivi, viene individuato quello di raggiungere, entro la fine del 2018, un tasso di occupazione delle strutture ricettive del 55%, al fine di ridurre i costi di gestione delle stesse e di stabilizzare il settore turistico nazionale (ibidem).