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Metodi di misurazione e gestione del rischio di tasso di interesse

2. Metodi di gestione del rischio di tasso d’interesse

2.2. I contratti derivat

2.2.2. Le opzioni sui tassi di interesse

Un secondo insieme di strategie è invece rappresentato dall’utilizzo di strumenti di rischio di tipo asimmetrico, ossia i contratti di opzione.

Questi contratti sono utili nel caso in cui le banche intendano proteggersi dalle variazioni avverse dei tassi di interesse, negative per quelle asset-sensitive e positive per quelle liability-sensitive, ma allo stesso tempo vogliano mantenere i benefici delle variazioni favorevoli. In questo caso dovranno perseguire strategie di copertura con strumenti di tipo asimmetrico acquisendo posizioni in opzioni su titoli o in specifici contratti come quelli di cap e floor.

L’obiettivo di questa strategia di copertura è quello di delimitare il campo di variazione del margine di interesse alle sole fluttuazioni positive. Una banca che presenta una posizione asset-sensitive e che quindi è esposta alle variazioni negative dei tassi di interesse, ha come obiettivo quello di assumere posizioni in contratti a rischio asimmetrico che generino flussi di reddito nulli nel caso di aumenti nei tassi di interesse e di ammontare pari alla variazione nel margine prevista dalla posizione di gap delle poste in bilancio nel caso invece di una diminuzione dei tassi di interesse. A questa esigenza rispondono le opzioni call che generano, per l’acquirente, un flusso di cassa positivo nel caso di diminuzione dei tassi di interesse e contratti di tipo floor su tassi di interesse, in cui l’acquirente pagando un premio, riceve un flusso di cassa positivo nel caso in cui il livello dei tassi di mercato scenda al di sotto di quello prestabilito nel contratto. In entrambi i casi, l’acquirente di opzioni call su titoli obbligazionari e di contratti floor non deve pagare alcun flusso di cassa nel caso di aumento dei tassi di interesse.

Per quanto riguarda invece le banche liability-sensitive, la copertura è necessaria per far fronte ad aumenti nei tassi di interesse. Una strategia di copertura asimmetrica richiederà l’acquisto di contratti di opzione in modo tale da generare un flusso di cassa nullo, nel caso in cui i flussi di cassa diminuiscano in futuro, ed un flusso di cassa positivo in misura tale da compensare la diminuzione del margine di interesse generata dalla posizione in bilancio, nel caso di aumenti dei tassi di interesse.

Rispondono a questa esigenza le opzioni put scritte sui titoli obbligazionari che generano, per l’acquirente, un flusso di cassa positivo nel caso di aumenti dei tassi di interesse e contratti di tipo cap su tassi di interesse, in cui l’acquirente, dietro il pagamento di un premio, riceve un flusso di cassa positivo nel caso in cui il livello dei tassi di mercato superi quello prestabilito nel contratto. Anche in questo caso,

l’acquirente delle opzioni put e cap non dovrà pagare nessun flusso di cassa nel caso in cui i tassi di interesse diminuiscano.

Ad esempio, una banca che si è finanziata mediante un’emissione obbligazionaria con scadenza quinquennale del valore di 1 milione di Euro e che corrisponde a scadenze annuali un tasso cedolare indicizzato al LIBOR a 1 anno, è esposta al rischio di un rialzo dei tassi d’interesse. Essa può acquistare un cap di durata 5 anni con valore nozionale di 1 milione di Euro che prevede pagamenti annuali e un tasso cap pari al 5%. Se, alla fine dell’anno 1, il LIBOR a 1 anno risulta pari al 6% (oltre la soglia imposta dal tasso cap), la banca si vedrà corrispondere un importo pari al differenziale tra il LIBOR a 1 anno e il tasso cap, moltiplicato per il valore nozionale:

6% − 5% ∗ 1.000.000€ = 10.000€

Se, alla fine dell’anno 2, il LIBOR a 1 anno risulta pari al 7%, la banca si vedrà corrispondere un importo pari a

7% − 5% ∗ 1.000.000€ = 20.000€ e così via, fino alla scadenza del cap.

In questo modo la banca elimina l’incertezza sull’ammontare di interessi che deve corrispondere: l’aumento del LIBOR a 1 anno determina per essa un aumento del costo del finanziamento, ma tale aumento è compensato dal guadagno derivante dalla posizione sul cap. Inoltre, per ridurre il costo del premio pagato per il cap, la banca può aprire una posizione su un collar.

In ipotesi di ribasso dei tassi, le banche sono esposte al rischio che gli interessi attivi incassati sulle attività a tasso variabile detenute si riducano. Per coprirsi da tale rischio esse possono assumere una posizione lunga su un contratto floor.31

Ad esempio, una banca che ha erogato un mutuo decennale del valore di 1 milione di Euro che corrisponde interessi annuali indicizzati all’ EURIBOR a 1 anno più il 2%, è esposta al rischio di ribasso dei tassi d’interesse. Essa può acquistare un contratto put di durata 10 anni con valore nozionale di 1 milione di Euro che prevede pagamenti annuali e un tasso put pari al 4%. Se, alla fine dell’anno 1, l’EURIBOR a 1 anno risulta pari al 3% (oltre la soglia imposta dal tasso put), la banca si vedrà corrispondere un importo pari al differenziale tra l’EURIBOR a 1 anno e il tasso put, moltiplicato per il valore nozionale:

4% − 3% ∗ 1.000.000€ = 10.000€

Se, alla fine dell’anno 2, l’EURIBOR a 1 anno risulta pari al 2%, la banca si vedrà corrispondere un importo pari a

4% − 2% ∗ 1.000.000€ = 20.000€ e così via, fino alla scadenza del put.

In questo modo la banca elimina l’incertezza sui ricavi derivanti dal mutuo in esame: la diminuzione dell’EURIBOR a 1 anno determina per essa una riduzione dei ricavi, ma tale riduzione è compensata dal guadagno derivante dalla posizione sul put.32