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Organizzazione degli interventi socio-sanitari

3. GLI AMBITI DELLA PROGRAMMAZIONE

3.5 AREE DI INTERVENTO SOCIALE E SANITARIO

3.5.1 Organizzazione degli interventi socio-sanitari

,FDPELDPHQWLVRFLDOLHGHPRJUDILFLTXDOLO¶LQYHFFKLDPHQWRGHOODSRSROD]LRQHODFULVL

economica ed il conseguente aggravamento del carico familiare influenzano i bisogni sociali e socio-sanitari e sollecitano sinergie tra le organizzazioni, orientando DOO¶LQWHUGLVFLSOLQDULHWj DOOD FRQWLQXLWj GHL SHUFRUVL GL FXUD DG XQ VLVWHPD LQWHJUDWR GL

interventi.

,Q TXHVW¶RWWLFD LO PRGHOOR VRFLR-sanitario veneto di servizi integrati alla persona si conferma come la modalità di risposta più adeguata ai bisogni della popolazione, che WURYDUHDOL]]D]LRQHQHOO¶DPELWRGHL'LVWUHWWLVRFLR-sanitari.

La programmazione e la gestione associata dei servizi sociali dei Comuni e socio-VDQLWDULGHOOH$]LHQGH8/66VLFRQFUHWL]]DQHL3LDQLGL=RQDVWUXPHQWRFKHQHOO¶XOWLPR

decennio ha contribuito al processo di evoluzione del welfare veneto.

In attuazione ai processi già in corso e definiti con le linee guida per O¶DWWXD]LRQHGHL

3LDQL GL =RQD H FRQ O¶RELHWWLYR GL XQD SUHVD LQ FDULFR QRQ SDUFHOOL]]DWD GHL ELVRJQL

O¶$]LHQGD 8/66 GRYUj DVVXPHUH XQ UXROR GL FRRUGLQDPHQWR GHO VLVWHPD GHL VHUYL]L

promuovendo strategie di razionalizzazione fra il sistema sanitario ed il sistema sociale;

i Comuni, singoli o associati, dovranno affrontare una programmazione coordinata e concertata con le politiche sanitarie in coerenza con la programmazione regionale sul sociale.

Rappresentano obiettivi strategici della programmazione regionale:

- IDFLOLWDUHO¶DFFHVVRDOVLVWHPDGHLVHUYL]LLQWHJUDWLDWWUDYHUVRLOFRQVROLGDPHQWRGHOOD

rete integrata di sportelli socio-sanitari, gestiti da operatori sociali e sanitari. Lo sportello unico viene, infatti, a costituire per il cittadino il luogo al quale rivolgersi FRQ ILGXFLD VDSHQGR FKH O¶LPSHJQR GHOO¶RSHUDWRUH VDUj TXHOOR GL LQGLYLGXDUH

correttamente il bisogno, traducendolo se necessario in un intervento assistenziale HGLQGLUL]]DQGRORDOO¶HQWHRVHUYL]LRSUHSRVWR

- valutare in modo unitario ed uniforme i bisogni sanitari, sanitari, socio-assistenziali, che hanno portato alla domanda di un servizio, garantendo un confronto tra operatori del sistema sanitario e socio-assistenziale ed individuando la risposta più appropriata attraverso:

- lD PXOWLSURIHVVLRQDOLWj FRQ LO FRLQYROJLPHQWR GHO UHVSRQVDELOH GHOO¶XQLWj

RSHUDWLYD&XUHSULPDULHGHOPHGLFRSHGLDWUDGLIDPLJOLDGHOO¶DVVLVWHQWHVRFLDOH

delle figure infermieristiche, dei professionisti delle discipline relazionate alle problematiche della persona (garantita dalla UVMD);

- O¶XWLOL]]R FRQGLYLVR GL VSHFLILFL VWUXPHQWL GL YDOXWD]LRQH HV 69$0$ H

SVAMDI);

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

Quinta Commissione consiliare

- la definizione del Progetto Assistenziale Individualizzato, atto ad individuare e garantire il livello assistenziale più appropriato rispetto alle condizioni del paziente;

- il monitoraggio delle necessità assistenziali per intercettare eventuali modifiche RO¶HPHUJHUHGLQXRYLELVRJQL

- valutare i risultati con procedure di verifica dello stato di attuazione degli obiettivi programmati e della IXQ]LRQDOLWj GHOO¶RUJDQL]]D]LRQH JDUDQWHQGR DQFKH OD

rilevazione dei costi e degli esiti.

È, inoltre, obiettivo della programmazione regionale superare le disomogeneità degli aspetti organizzativo-gestionali dei Distretti delle Aziende ULSS, anche mediante la ridefinizione degli atti aziendali ed una conseguente riallocazione delle risorse.

/¶DXPHQWR HG LO GLYHUVLILFDUVL GHL ELVRJQL QRQ-autosufficienza/disabilità, disagio minorile/familiare, dipendenze, ecc.), nonché il concomitante contenimento delle risorse SXEEOLFKH ULFKLHGRQRO¶LQGLYLGXD]LRQH GL DOFXQH D]LRQL GL VLVWHPD YROWHD JDUDQWLUH JOL

attuali livelli di assistenza ai cittadini, quali:

- la promozione della delega delle funzioni sociali ovvero il vincolo di gestione associata dei servizi per i Comuni con eventuale esclusione dei capoluoghi di provincia, anche al fine di razionalizzare le risorse e garantire uniformità di trattamento su tutto il territorio regionale;

- la sostenibilità dei servizi socio-sanitari per ciascuna Azienda ULSS dovrà essere garantita da un sistema di finanziamento del Fondo Sociale Regionale, dal Fondo regionale della non autosufficienza, dalle quote capitarie dei Comuni, dal Fondo Sanitario in quote capitarie, dalla compartecipazione degli utenti e da un Fondo Sociale di SoOLGDULHWjWUD&RPXQL4XHVW¶XOWLPRDVVXPHXQVLJQLILFDWRGLSDUWLFRODUH

ULOLHYRULVSHWWRDOO¶DVVXQ]LRQHGLFRUUHVSRQVDELOLWjGLWXWWLL&RPXQLLQUHOD]LRQHDOOH

esigenze dei propri territori ed alla sostenibilità di oneri, a volte particolarmente gravosi, soprattutto da parte dei Comuni di piccole dimensioni;

- LO PLJOLRUDPHQWR GHOOD DSSURSULDWH]]D GHOO¶DVVLVWHQ]D VRFLR-sanitaria attraverso VLVWHPLGLYDOXWD]LRQHGHOODGRPDQGDHGHOO¶RIIHUWDVXSSRUWDWRGDOO¶DWWLYD]LRQHGLXQ

sistema informativo regionale, organico ed integrato, sui servizi territoriali;

- il potenziamento del sistema di valutazione della qualità assistenziale, ponendo attenzione al percorso assistenziale e non alla singola prestazione, anche attraverso indicatori di appropriatezza prescrittiva e di monitoraggio degli esiti;

- la diversificazione e la rimodulazione delle unità di offerta sviluppando anche O¶HODVWLFLWjRUJDQL]]DWLYDSHUDGHJXDUHJOLVWDQGDUGSUHYLVWLGDOOD/5QDOOH

esigenze assistenziali ed alla sostenibilità economica del sistema;

- la validazione di ipotesi di implementazione di forme di compartecipazione alla spesa per alcune tipologie di servizi e per alcune categorie di cittadini, nel rispetto di specifici criteri di equità e conformemente al Progetto Assistenziale Individualizzato;

- O¶DSSOLFD]LRQH XQLIRUPH VX WXWWR LO WHUULWRULR UHJLRQDOH GL XQD PHWRGRORJLD GL

misurazione delle risorse economiche ai fini della compartecipazione del cittadino ai servizi.

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

Quinta Commissione consiliare

/DIDPLJOLDXQD³ULVRUVD´GDVRVWHQHUH

Si possono individuare due dinamiche contrapposte che agiscono sulla struttura e sulla FRPSRVL]LRQHIDPLOLDUHGDXQODWRO¶LQYHFFKLDPHQWRGHPRJUDILFRFRPSRUWDO¶DXPHQWR

GHO QXPHUR GL SDUHQWL DQ]LDQL FRQYLYHQWL GDOO¶DOWUR VL YD ULGXFHQGR LO QXPHUR GHL

EDPELQLWDQW¶qFKHil modello diffuso di famiglia oggi si caratterizza principalmente per ODSUHVHQ]DGLXQXQLFRILJOLR/¶HVLWRGLTXHVWHGXHGLQDPLFKHSURGXFHXQDOOXQJDPHQWR

strutturale della famiglia, che diventa sempre più verticale e sempre meno orizzontale.

È, altresì, vero che queste dinamiche vengono in parte attutite dalla significativa presenza di comunità immigrate, caratterizzate da modelli familiari e riproduttivi molto diversi da quelli autoctoni. Inoltre si assiste ad una sempre minore stabilità delle unioni H GHL QXFOHL IDPLOLDUL DOO¶DXPHQWR GHL QXFOHL PRQRJHQLWRULDOL HG DOOD SL GLIIXVD

presenza di famiglie ricostruite.

In ogni caso questi cambiamenti strutturali impongono una riflessione sul ruolo svolto dalla famiglia nella società, alla quale va riconosciuto il significato di nucleo delle relazioni solidali in grado di assicurare protezione e cura e, dunque, di generare valore sociale aggiunto. La famiglia rappresenta, infatti, uno dei luoghi privilegiati per valorizzare e sviluppare risorse utili a soddisfare le necessità dei suoi componenti: è stata e continua ad essere nel contesto veneto un rilevante ammortizzatore sociale, agendo sul sistema di protezione dei propri componenti nei passaggi cruciali delle fasi del ciclo di vita ed in occasione di particolari eventi (es. nascita ed accudimento dei figli, malattia, ecc.).

La famiglia, quale fonte di sostegno, di educazione, di cura della salute, di protezione, richiede di essere valorizzata e debitamente sostenuta, fermi restando gli obblighi del SSSR.

Una scelta strategica della programmazione regionale è, dunque, rappresentata dal sostegno alla famiglia:

- nel compito educativo verso i figli, attraverso interventi di sostegno alla genitorialità ed alla neo-genitorialità,

- nella realizzazione sociale ed economica dei coniugi che lavorano, attraverso la disponibilità di servizi per la prima e la seconda infanzia;

- nelle fasi di crisi coniugali e familiari, attraverso la formazione al dialogo di coppia HGXQ¶D]LRQHSXQWXDOHGDSDUWHGHLVHUYL]LWHUULWRULDOL

- nel lavoro di cura verso i suoi componenti più deboli (anziani non autosufficienti, GLVDELOL HFF  DWWUDYHUVR LO SRWHQ]LDPHQWR GHOO¶DVVLVWHQ]D GRPLFLOLDUH OD

finalizzazione degli assegni di cura, ecc.;

- QHOO¶LQWHJUD]LRQH GHOOH IDPLJOLH LPPLJUDWH DWWUDYHUVo interventi di mediazione culturale ed altri supporti per quei nuclei particolarmente a rischio.

In particolare le tipologie assistenziali da implementare devono rispondere a due principi fondamentali:

- la centralità della persona e della famiglia intesa sia come destinataria delle azioni di promozione della salute, prevenzione delle malattie, cura, riabilitazione e

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

Quinta Commissione consiliare

UHLQVHULPHQWR VRFLDOH GHL VRJJHWWL VLD FRPH SURWDJRQLVWD DWWLYR LQ XQ¶RWWLFD GL

sussidiarietà, nelle azioni che influiscono sulla salute;

- O¶integrazione tra settori sanitari e sociali, con il coinvolgimento di istituzioni operanti in piani diversi, quali quello educativo, della protezione e tutela.