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e quali la contrastano

P ROGETTO E DUCATIVO

Il CFP propone, in un ambiente che privilegia lo stile di famiglia, una serie di attività finalizzate alla crescita dei ragazzi come onesti cittadini e buoni cristiani. Una ricerca della maturità professionale ed umana, che promuove la dimensione spirituale, educativa, sociale, politica e di solidarietà. Crescere nel celebrare e coin-

volgere i ragazzi nella celebrazione della nostra fede: celebrazione eucaristica, pre- ghiera e animazione liturgica.

PROPOSTE

Nelle attività proposte e animate dalla CEP CFP cerchiamo di rendere presenti e visibili le dimensioni dell’educazione del giovane, dell’evangelizzazione dei ra- gazzi (in realtà all’inizio del primo anno parliamo di pre-evangelizzazione), dell’e- sperienza associativa (partendo dal gruppo classe per favorire la partecipazione alle attività dell’oratorio e del MGS, etc.), dell’orientamento vocazionale (accompa- gnarli a riconoscere il proprio progetto di vita).

Vediamo concretamente quali proposte vengono realizzate: Da proporre a tutti gli allievi

1. L’Accoglienza con addobbi della festa (con lo scopo di creare al centro un clima accogliente per l’arrivo dei genitori e l’inizio della scuola).

2. Il Buongiorno

3. La Giornata dell’amicizia ad inizio anno (per i primi anni divisi per settore - per dare impulso alla creazione del gruppo classe).

4. La Giornata con Don Bosco (per i secondi anni, anche essi divisi per settore - per rinsaldare dopo le vacanze il gruppo classe), conoscenza di Don Bosco e dei luoghi in cui è vissuto a Roma con visita al Sacro Cuore e al Tempio Don Bosco di Cinecittà.

5. Il Forum MGS (come partecipazione ai momenti del MGS - attività su convo- cazione).

6. La Festa del Premio e del Grazie (vengono premiati gli allievi più meritevoli del terzo anno trascorso; si consegnano gli attestati di qualifica; un ex allievo adulto rende la sua testimonianza di vita a cui segue quella di ragazzi ex allievi del CFP del Borgo).

7. La Giornata dei defunti e la Castagnata (la celebrazione eucaristica viene pre- parata insieme agli allievi con l’invito a pregare per i defunti dei ragazzi. La Castagnata finale viene realizzata in ricordo del miracolo delle castagne di Don Bosco).

8. 8 dicembre (si festeggia con un momento di preghiera a Maria). Durante la set- timana precedente la festa, vengono effettuati dei momenti di preghiera nelle classi, anzi preferibilmente nei laboratori.

9. La preparazione degli addobbi per il Natale (per creare nel centro un clima na- talizio - con i ragazzi si addobbano le aule, si preparano i presepi e l’albero di natale).

10. Le attività di preparazione al Natale. (Viene realizzato un momento di pre- ghiera in preparazione del Natale e il successivo scambio di auguri, nelle classi e nei laboratori, tra compagni e con i formatori).

11. La preparazione alla Festa di Don Bosco e l’incontro con i Novizi (nella setti- mana precedente la festa di Don Bosco, ci si prepara approfondendone la sua conoscenza - Una giornata è dedicata all’incontro con i novizi che preparano un momento di presentazione della loro esperienza, con giochi e spettacoli. Gli allievi si confrontano con ragazzi che hanno fatto una scelta importante e con- trocorrente. Una testimonianza forte ed apprezzata).

12. La giornata della memoria (ha lo scopo di sensibilizzare i ragazzi alla Shoah. Una riflessione sulle dinamiche del razzismo, fenomeno assai diffuso nei gio- vani abitanti in Roma).

13. La festa di San Giovanni Bosco (la celebrazione eucaristica viene curata e pre- parata dai ragazzi. Ogni classe si interessa di un particolare aspetto in modo che si sentano pienamente coinvolti nella celebrazione e nella festa).

14. L’imposizione delle ceneri (viene spiegato il senso di questa tradizione cri- stiana a cui seguono dei momenti di preghiera divisi per settore).

15. La festa di San Giuseppe (per festeggiare il patrono degli artigiani e dell’opera vengono invitati i papà e alcuni formatori scelti rendono una testimonianza della loro vita vissuta al centro).

16. Gli esercizi Spirituali Intercentro (tre giorni di preparazione e riflessione per i ragazzi dei tre centri del CNOS-FAP Regione Lazio - l’attività è su convoca- zione).

17. Il ritiro per la preparazione alla Pasqua (un momento di riflessione guidata per tutti i primi, tutti i secondi e tutti i terzi anni, con la possibilità delle confes- sioni. Il giorno seguente viene celebrata la liturgia nei laboratori).

18. La festa di Maria Ausiliatrice e della Famiglia (viene festeggiata Maria Ausi- liatrice con la liturgia. È una ulteriore occasione per incontrare le famiglie che partecipano attivamente alla realizzazione della festa e far vedere loro ciò che fanno praticamente i loro figli durante le attività di laboratorio. È presente il VIS per sensibilizzare i ragazzi a mettersi al servizio degli altri).

19. Il campo sui luoghi di Don Bosco (una esperienza insieme per visitare i luoghi di Don Bosco premiando con l’invito i ragazzi più meritevoli, con l’obiettivo di cercare di formare un gruppo con i ragazzi più sensibili).

Da proporre come attività extradidattica pomeridiana

1. Il gruppo cresima (un percorso di preparazione per ricevere il sacramento della confermazione).

2. Un percorso per l’inclusione e l’integrazione sociale (per ragazzi stranieri di prima generazione).

3. Le ripetizioni e il sostegno scolastico. 4. Un percorso della seconda opportunità. 5. Il gruppo per imparare a suonare la chitarra. 6. Il gruppo di teatro dell’oratorio.

7. L’inserimento dei ragazzi del CFP nelle attività dei gruppi sportivi e nei per- corsi formativi dell’oratorio.

Ai giovani offriamo un percorso dove ogni attività è utile per ricercare gli stru- menti più idonei a riconoscere il proprio progetto di vita.

Ecco allora l’assunzione della vita come vocazione. La vita vista come servizio.

Ci affianchiamo ai giovani, camminiamo con loro per accompagnarli in questa fase ancora di “incertezza”, di “ricerca”.

Cerchiamo di testimoniare con coerenza perché possano avere l’esempio di chi ha già scelto.

Li accompagniamo così come il Signore ce li ha consegnati, per ricercare in- sieme la strada da percorrere attraverso lo studio, il lavoro, il servizio.

La nostra CEP dell’area CFP cerca di vivere quotidianamente lo spirito sale- siano facendo in modo che i percorsi con le relative attività proposte si muovano trasversalmente all’interno di quattro aree:

I. Area: Educazione, come poter giungere alla maturità umana; II. Area: Evangelizzazione, come incontrare Cristo;

III. Area: Esperienza associativa; IV. Area: Orientamento alla vocazione.

SERVIZI

A sostegno dei percorsi proposti e delle varie attività sono stati attivati alcuni servizi:

1. L’orientamento.

2. Il Tutoraggio. I Formatori/Tutor sono a disposizione per colloqui individuali, contatti con le famiglie e le istituzioni.

3. SOS Ascolto Giovani - uno sportello di supporto anche psicologico per i ra- gazzi e per i genitori in difficoltà.

4. Dalla rete educativa del BRDB e, per darle maggiore significatività, scaturisce l’attività dell’equipe integrata. In via sperimentale, alcuni ragazzi più difficili e presenti in aree diverse vengono seguiti da un coordinamento educativo rap- presentativo delle aree stesse, per soddisfare l’unità educativa.

Si sta studiando con il Vescovo del settore est di Roma, la possibilità di poter lavorare in rete con i parroci delle parrocchie di appartenenza dei ragazzi che intra- prendono il cammino per ricevere il Sacramento della Confermazione, in modo da creare quella sinergia e rete educativa con il luogo di provenienza.

Per concludere, volevo ringraziare il Signore per averci voluto “suoi stru- menti” e affidare a Don Bosco la nostra profonda inadeguatezza, chiedendo di so- stenerci perché anche i giovani, a noi affidati, possano riconoscersi discepoli di Cristo.

1Animatore Pastorale S. Maria La Longa (UD).

1. GUARDARE ALLA CULTURA CON OCCHI DIVERSI

L’esperienza vocazionale è l’esperienza della scienza, termine da intendere non nella sua accezione povera ereditata dalla modernità. Già nel sogno dei nove anni, al piccolo Giovannino la Guida indica l’«obbedienza» e l’«acquisto della scienza»: preferiamo, dunque, parlare di scienza intesa come sapienza, che indica lo studio e la conoscenza delle cose come la base per la formazione dello spirito ec- clesiastico. Lo studio, nella sua accezione latina, indica l’amare, il prendersi cura delle cose.

Nella pastorale ordinaria, l’amore per le esperienze artistiche e letterarie è con- siderato per lo più un fatto solo per i più dotati. Nell’esperienza di pastorale giova- nile nella Bassa Friulana, vedo come proprio perché ci sono persone culturalmente povere c’è maggior bisogno di arte. Ma per poter comprendere e vivere questo tipo di pastorale è necessario sottrarre la cultura da due particolari esperienze che, dalla modernità fino ad oggi, segnano e pregiudicano l’interpretazione di autori e artisti, delle loro opere e delle esperienze in esse custodite:

✓ l’approccio semiologico dell’esperienza artistica è la più diffusa nella scuola italiana e pretende di fornire un codice (che prende in considerazione, nelle arti visive ad esempio, linee di forza, colori, ecc.) ma che lascia da solo chi guarda l’opera, non permettendo di entrare in contatto con la persona e la comunità (indicate dai manuali di storia dell’arte semplicemente come “committenza”, svuotandola di significato) che hanno desiderato riflettere ed esprimere la pro- pria esperienza di vita attraverso quella forma artistica. Molti artisti (Dante, Ariosto, Caravaggio solo per indicarne alcuni) hanno fatto dell’esperienza cri- stiana il cuore della propria esperienza. Le sfide della nostra epoca a livello an-

Quali “aspetti” concorrono alla costruzione

di un ambiente che promuove la cultura

vocazionale e quali la contrastano.