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Dalla Pace di Vestfalia all’Illuminismo: la creazione di uno stato secolare

2. RELIGIONE COME IDENTITÀ: LE RADICI STORICHE

2.3. Un fattore nuovo: l’influenza statunitense

2.3.1. Dalla Pace di Vestfalia all’Illuminismo: la creazione di uno stato secolare

Il continente americano è stato oggetto di conquista da parte dell‘impero spagnolo, portoghese e francese, oltre che inglese. Ma in America settentrionale ha prevalso la dominazione inglese sulle altre e soprattutto, ha prevalso il modello democratico britannico. Francis Bacon ben rappresenta i sentimenti britannici dell‘epoca nella sua opera La Nuova Atlantide pubblicata nel 1627, ovvero negli anni della fondazione delle prime colonie americane. Egli racconta di come l‘America sarebbe potuta divenire la base di un‘utopia mondiale di cui gli inglesi avrebbero dovuto essere il motore in grado di guidare la costruzione della «nuova Atlantide».

La dinastia Tudor, oltre ad essere stata l'artefice delle Plantations in Irlanda, fu anche l'iniziatrice della colonizzazione della costa nord-orientale del Nuovo

Mondo154. Nell'epoca in cui i primi coloni giunsero nel territorio che oggi compone gli

Stati Uniti, il «vecchio continente» era pervaso dalle guerre di religione che avevano sconvolto gli animi di molti europei. Questi cercarono nuove terre dove potersi costruire una vita libera da ogni coercizione di tipo religioso o politico e dove ricercare il benessere economico.

I primi a stabilirsi nelle 13 colonie nel 1621 furono i noti Padri Pellegrini, membri del puritanesimo inglese, giunti in America per fuggire alle persecuzioni religiose. Vennero perseguitati in Inghilterra non solo a causa del fatto che la propria fede fosse contraria alla religione di stato, ma anche perché quella puritana ―non è soltanto una dottrina religiosa, ma si confonde anche in molti punti con le teorie democratiche e repubblicane più assolute.‖155

Gli iniziali abitanti del Nuovo Mondo erano in prevalenza contadini o indigenti in cerca di fortuna e perseguitati religiosi in cerca della libertà; ma vi era tra di loro anche una parte di esiliati politici e di intellettuali appartenenti alla classe media che, avendo sofferto le imposizioni della monarchia assoluta, sognavano un mondo in cui impiantare il seme della tolleranza, dove diffondere i principi di uguaglianza e gli ideali della democrazia.

Inoltre, è fondamentale non dimenticare che le colonie americane formatesi nel corso della seconda metà del Seicento, erano parte anche di una più vasta comunità internazionale:

Formed at the Peace of Vestfalia in 1648, this new system sought to end years of bloody religious strife by enlarging the stature and role of the nation-sate. Based in part on concepts developed by Hugo Grotius, the Dutch political theorist and father of International law, Westphalia established principles such as the sovereign equality of states, the territorial integrity of the state, non-interference by one state in the domestic affairs of others, peaceful resolution of disputes, and the obligation to abide by international agreements. After Westphalia, diplomacy and war came under the purview of civil

154

L'esplorazione dell'Impero Britannico oltreoceano iniziò nel 1497 con Sebastiano Caboto, durante il regno di Enrico VII. Nel 1599 Elisabetta I istituì la Compagnia delle Indie Orientali e avviò l'occupazione dell'America settentrionale, sebbene l'insediamento delle cosiddette «13 colonie» (New Hampshire, Massachusetts, Rhode Island, Connecticut, New Jersey, New York, Pennsylvania, Maryland, Delaware, Virginia, North Carolina, South Carolina, Georgia) avvenne ad opera degli Stuart negli anni dal 1607 al 1732.

rather than religious authority.156

In conseguenza della pace di Vestfalia del 1648 quindi, l‘Età Moderna è contrassegnata dalla centralità dello Stato come unico attore legittimo delle relazioni internazionali e detentore del monopolio legittimo della coercizione, dalla regola della non ingerenza (frutto del principio del cuius regio eius religio) e dalla rinuncia da parte degli Stati di imporre una religione sulle altre. I concetti di «ragion di stato» e «equilibrio di potenza» hanno sostituito la pretesa di morale universale da sempre promossa dalla Chiesa. Gli interessi dello Stato si sono posti al primo piano nel determinare l‘azione politica da intraprendere, perché lo scopo ultimo doveva essere la preservazione dello Stato stesso, a discapito, se necessario, dell‘unità religiosa.

Conclusasi la Guerra dei Trent‘anni infatti, si assistette alla massima realizzazione dell‘assolutismo e al compimento dell‘equilibrio europeo mantenendo separate le grandi potenze europee per mezzo di una fascia centrale di piccoli stati tenuti politicamente deboli. In maniera simile si volle ricondurre anche le varie fedi religiose entro diversi limiti territoriali. La pace di Vestfalia infatti confermò le disposizioni della pace di Augusta estendendo la tolleranza anche ai calvinisti e imponendo ai sovrani di rispettare le minoranze religiose presenti nel proprio territorio.

Per effetto della Riforma, infatti, si assistette al diffondersi del concetto di diversità, il quale contrastò la precedente unitarietà della comunità religiosa, favorendo la costruzione di un ordine politico postvestfaliano sulle basi del pluralismo religioso. Quindi, se da un lato la pace di Vestfalia contribuì alla formazione dello stato-nazione in senso moderno e di un‘unica cultura nazionale, dall‘altro ebbe come conseguenza il diffondersi di crescenti diversità religiose. Una

156

George C. Herring, From Colony to Superpower: U.S. Foreign Relations since 1776. (New York: Oxford University Press, 2011), p. 12-13. [Costituitosi con la pace di Westphalia nel 1648, questo nuovo sistema cercò di porre fine anni di sanguinosi conflitti religiosi, ampliando la statura e il ruolo dello stato- nazione. Basato in parte su concetti sviluppati da Ugo Grozio, il teorico politico e padre del diritto internazionale, Westphalia stabilì principi quali l’uguale sovranità degli stati, l’integrità territoriale dello stato, la non ingerenza da parte di uno stato negli affari domestici di altri stati, la risoluzione pacifica delle dispute e l’obbligo di rispettare gli accordi internazionali. Dopo Westphalia la diplomazia e la guerra erano soggetti all’autorità civile piuttosto che a quella religiosa.]

soluzione a questo paradosso, secondo Steve Bruce, fu la realizzazione dello stato neutrale, o meglio, secolare157.

Fin dalla propria nascita perciò gli Stati Uniti d‘America hanno costruito la propria politica sulla base di questi valori. Si può dire che la creazione degli Stati Uniti rappresentasse un tentativo di realizzare in pratica uno stato che fosse realmente secolare.

In questa nuova realtà il papato vide scemare il proprio ruolo politico internazionale. Per questo motivo, se prima la Chiesa mirava all‘affermazione del proprio ruolo tra gli stati, ora ripiegò la propria attenzione nei problemi interni alla chiesa stessa, promuovendo ―una nuova stagione di riformismo disciplinare‖158.

Tuttavia, lo stato secolare non fu il frutto immediato della pace di Vestfalia, bensì il risultato di un lungo e graduale processo. Durante tutto il Settecento, la religione rimase saldamente intrecciata alla vita politica e sociale. Secondo Tortarolo:

L‘identità dei singoli individui era in larga misura di natura religiosa, così come la loro identità sociale e politica dipendeva in modo determinante dalla loro posizione nei confronti della chiesa dominante. Come si concepiva Dio e come ci si rapportava istituzionalmente alla divinità costituivano un asse fondamentale dell‘esistenza: non solo i grandi momenti nella vita dell‘individuo, la nascita, il matrimonio, la morte, erano amministrati e dotati di significato dalle istituzioni religiose; anche la vita di tutti i giorni, compresi i ritmi di lavoro e di festa, di isolamento e socialità, era dominata dalla religione. I calendari e i rituali rappresentavano un legame strettissimo tra la vita quotidiana e la religione istituzionale e pubblicamente riconosciuta. Nei paesi cattolici questa presenza della religione aveva una particolare ampiezza in ragione del grado di autonomia di cui godeva l‘istituzione ecclesiastica nei rapporti con il governo civile.159

157

Steve Bruce, “Secularisation and Politics”, in Routledge Handbook of Religion and Politics, (Op. Cit.), p. 149.

158

Paola Vismara, Op. Cit., p.252.

In Inghilterra, nella seconda metà del Settecento, il fervore religioso e culturale degli anni della rivoluzione andarono scemando, anche a causa del benessere causato dall’egemonia imperiale britannica. Fu in questo contesto che sorse il movimento di risveglio religioso e morale dei metodisti. La corrente, che promuoveva attività a scopo filantropico e missionario, prese a diffondersi oltre che in Inghilterra, anche in Galles, in Irlanda e nelle colonia americane del nord.

159 Edoardo Tortarolo, L’Illuminismo: Ragioni e dubbi della modernità. (Roma: Carrocci Editore S.p.A., 2002),

A partire dagli ambienti olandesi e inglesi, il clima di tolleranza religiosa, libertà d‘opinione e di ricerca raggiunse nel Settecento l‘elite culturale europea, rendendo possibile ―la critica corrosiva dei philosophes all‘ancien régime, l‘avvento della cultura dei lumi, l‘inizio del cammino che nel tardo Settecento portò prima alla rivoluzione americana e poi a quella francese‖160.

In questi anni il pensiero illuminista rivolse molte riflessioni al rapporto con la religione. Anche se normalmente si ritiene che l‘illuminismo predicasse il primato della ragione e della scienza sulla religione, in realtà la critica illuminista mirava a riformare la religione e non a bandirla dalla società e dalla politica.

Molti filosofi illuministi sperimentarono in prima persona le persecuzioni e questo influì sulle loro riflessioni in materia religiosa. In particolare, i ―padri della riflessione religiosa dell‘illuminismo, Spinoza, Bayle e Locke‖161 formularono

osservazioni che servirono da cardine per la maturazione e la reinterpretazione di ulteriori e più elaborate considerazioni.

Locke riconosceva come unico mezzo per decidere sulle questioni di fede la ragione che doveva fungere da lume per estrapolare la verità da quell‘insieme di preconcetti e dogmi che la religione tradizionalmente imponeva. In maniera simile Spinoza riteneva che la ragione fosse l‘unico strumento per interpretare in maniera corretta le Sacre Scritture. Bayle, rifugiato ugonotto, sosteneva che il clero nutrisse troppi interessi per essere realmente cardine ed esempio di moralità. Egli poneva al centro del suo pensiero il singolo individuo che doveva ritrovare la verità facendo fede solo alla propria coscienza.

In sostanza quindi, alla base del pensiero religioso illuminista vi era ―una figura sociale e intellettuale, un tipo umano cui era intrinseca la critica alla religione tradizionale e che era caratterizzato da una ricerca intensa di autosufficienza rispetto alla divinità e di autonomia morale.‖162 Queste riflessioni diedero poi la

spinta iniziale all‘elaborazione di posizioni più estreme, quali il deismo e l‘ateismo. Uno dei più celebri e importanti esponenti del deismo, Voltaire, fece tesoro dell‘esperienza vissuta in esilio in Inghilterra per elaborare il proprio pensiero politico-religioso. Prendendo a modello il sistema politico e culturale inglese, Voltaire promosse la pacifica coesistenza di diverse confessioni in una stessa realtà nazionale. Vedeva l‘Inghilterra come un modello di civiltà da seguire perché

160

Emidio Campi, Op. Cit., p.113

161 Edoardo Tortarolo, Op. Cit., p. 21. 162 Ivi, p. 30.

moderno e tollerante nei confronti delle numerose sette religiose che ospitava. Inoltre, il sistema inglese poggiava sull‘uguaglianza di fronte alla legge e vi era una forte presenza dell‘opinione pubblica nel contesto politico e un‘ampia libertà di stampa che Voltaire ammirava. Egli infine, sosteneva che la ragione non respingesse la fede, bensì che confermasse l‘esistenza di Dio in quanto creatore dell‘universo e dell‘ordine che lo guida. Anche Montesquieu abbracciò le posizioni deiste, ma a differenza di Voltaire, considerava la religione un fenomeno prevalentemente sociale. Infatti, riteneva che la religione, se mite, potesse cooperare con le leggi civili per favorire comportamenti morali nella società.

L‘altro estremo, l‘ateismo, che tuttavia non ha ottenuto lo stesso esito del deismo in Francia, criticava la tradizione della religione cattolica e poneva in primo piano la scienza e il ruolo delle istituzioni pubbliche. Si può affermare che, in generale, i pensatori illuministi non ravvisassero una totale contraddittorietà tra i concetti di scienza e modernità da un lato e religione cristiana dall‘altro. Tuttavia, il cattolicesimo veniva respinto da alcuni esponenti, tra i quali Rousseau, in quanto ―il suo doppio e concorrente legame di dipendenza, dalla chiesa e dallo Stato, rompeva l‘unità sociale.‖163 Rousseau, come anche David Hume, riteneva errata la

visione deista di una religione fondata sulla ragione, preferendo invece l‘idea che la religione trae origine dal sentimento e dalle passioni dell‘animo umano.

Nel corso del Settecento si è perciò assistito ad una profonda trasformazione nel sentire religioso e le riflessioni sul ruolo della religione nella politica sono avanzate, seppur cautamente, verso una sempre maggiore secolarizzazione. Certamente la frammentazione religiosa conseguente la Riforma favorì, nel corso degli anni, lo sviluppo di uno stato che fosse neutrale sotto il punto di vista religioso, ma vi furono altri elementi che concorsero a questo risultato164. Si

può dire quindi che il graduale processo che ha portato alla realizzazione dello stato secolare non sia stato il frutto di un particolare gruppo di pensiero o esito del fallimento di alcune fedi.

163

Ivi, p. 50.

164

Alcuni dei fattori determinanti che hanno condotto alla secolarizzazione dello stato moderno furono l’industrializzazione, il conseguente sviluppo economico e il progresso tecnologico. Infatti, l’industria rivoluzionò la sfera privata, favorendo la riallocazione del lavoro che dall’ambito domestico si spostò verso il lavoro salariato, accrescendo così la capacità di consumo e cambiando di conseguenza le abitudini familiari. Importanti trasformazioni ebbero luogo nel campo sociale poiché molte funzioni che venivano ricoperte dalla chiesa, come per esempio l’educazione, la sanità, la previdenza sociale, vennero affidate a istituzioni pubbliche.

Grazie alla Riforma, si era spezzata la barriera culturale che impediva la strada verso la modernizzazione economica. Questa favorì la divisione del lavoro, che a sua volta portò il concetto di egualitarismo nell‘immaginario collettivo. L‘industrializzazione e lo sviluppo economico produssero una sorta di individualismo che ricerca l‘uguaglianza economica e sociale e una maggiore mobilità occupazionale. Secondo Steve Bruce:

Diversity created the secular state. Modernisation brought with it increased cultural diversity in three ways. Peoples moved and brought their language, religion and social mores into a new setting. Second, the expansive nation-state encompassed new peoples. Third, especially common in Protestant settings, economic modernisation created classes which created competing sects. Hence the paradox: at the same time as the nation-state was trying to create a unified national culture out of thousands of small communities, it was having to come to terms with increasing religious diversity. The solution was an increasingly neutral state.165

Bruce conclude sostenendo che una conseguenza a tale diversità fu la separazione tra lo stato e la Chiesa, attestata peraltro dalla volontà delle monarchie assolute illuminate di subordinare il potere spirituale a quello temporale166.

Questa volontà, comune alla maggior parte dei pensatori politici del periodo post-vestfaliano, aveva trovato ispirazione nella Riforma protestante (in particolare attraverso la teoria dei due regni formulata da Lutero che predicava la distinzione tra il regno spirituale e il regno degli uomini). Se da un lato il Protestantesimo ha provocato la spaccatura del mondo cristiano, dall‘altro ha prodotto riflessioni che

165

Steve Bruce, “Secularisation and Politics”, in Routledge Handbook of Religion and Politics, (Op. Cit.), p. 149. *“La diversità ha creato lo stato secolare. La modernità ha portato con sé una sempre maggiore diversità culturale in tre modi. La gente si muoveva e portava con sé la propria lingua, religione e costumi sociali in un nuovo scenario. Secondo, l’ampio stato-nazione includeva nuove genti. Terzo, particolarmente comune in ambienti protestanti, la modernizzazione economica creò classi che creavano sette competitive. Quindi il paradosso: mentre lo stato-nazione cercava di creare una cultura nazionale unificata dalle migliaia di piccole comunità, dovette venire a patti con una sempre maggiore diversità religiosa. La soluzione era uno stato sempre più neutrale. ”+

166

I sovrani del XVII e XVIII secolo infatti rivendicavano gli iura circa sacra, diritti che si attribuivano per limitare l’ingerenza del papato nella politica dello stato. Tali diritti non erano rivolti a manifestare opposizione alla Chiesa cattolica, bensì ad allontanarla dalle decisioni che i sovrani, il cui potere derivava direttamente da Dio, volevano compiere in piena autonomia. In quest’epoca era diffusa inoltre l’idea che la scienza e la ragione avrebbero sostituito la religione nel suo ruolo all’interno della società e che avrebbero dato quelle risposte che la fede non poteva dare. Per esempio i progressi scientifici e nel campo tecnologico misero in secondo piano la religione per quanto riguarda la risoluzione di quei problemi che spesso la cultura popolare attribuiva a sfortune, punizioni divine, superstizioni e demoni. Infine, nuove istituzioni secolari avrebbero ricoperto il ruolo tradizionalmente occupato dalla religione.

hanno mostrato ―la via di uscita di tale crisi e le categorie politiche sulle quali edificare un nuovo ordine internazionale.‖167