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2. RELIGIONE COME IDENTITÀ: LE RADICI STORICHE

3.1. Le origini della Questione Irlandese

3.1.2 Settarismo del Nord

Le province del nord si erano differenziate da quelle del sud sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista della composizione sociale. Grazie alla

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Thomas Fleming, “The Green Flag in America”, American Heritage Magazine, Vol. 30 N.4, 1979, p.11.

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L’articolo 12 del Trattato prevedeva infatti che se l’Irlanda del Nord avesse deciso di non partecipare insieme alle contee del Sud al progetto di un’Irlanda unita, una Commissione (Boundary Commission) avrebbe provveduto a tracciare i confini che avrebbero separato le due aree sulla base di considerazioni economiche e geografiche.

John O’Beirne Ranelagh, Op. Cit., p. 217.

243 Per una maggiore comprensione di questo punto, si rimanda al capitolo 2.4. “L’atteggiamento della

diffusa industrializzazione si era creato un legame commerciale con l‘Inghilterra che andava a vantaggio dell‘unione:

―Not only were the majority of people in north-east Ulster Protestants (landlord tended to be Anglican; workers and others were often non-conformists – frequently Presbyterian – though of course areas within the north-east had Catholic majorities), but the majority of industrial and commercial concerns were owned by and employed mostly Protestants. In 1911, Protestants comprised 76 per cent of the population of Belfast and held 92 per cent of the city‘s job in shipbuilding and 88 per cent of the jobs in engineering industries.‖244

Quando la campagna per l‘Home Rule sembrò riscuotere maggior consenso, in Ulster si riaccesero i sentimenti settari che avevano attraversato la regione alla fine del secolo precedente. I protestanti245 temevano di divenire una minoranza

all‘interno di un‘Irlanda unita e di perdere i vantaggi sociali, economici e politici che il proprio status garantiva loro. Per essi l‘Autogoverno rappresentava il rischio di perdere i privilegi a favore della comunità cattolica.

L‘appoggio della Chiesa Cattolica per il progetto dell‘Home Rule spinse molti protestanti a temere il diffondersi della tirannia papista in Irlanda: ―Loyalty to Britain was simply the way to prevent incorporation in a catholic-dominated independent Ireland‖246. Inoltre, dal momento che a partire dal 1870, in occasione del Concilio

Vaticano, la Chiesa Cattolica aveva dichiarato l‘infallibilità del Papa, la cui autorità doveva essere accettata come suprema da tutti i fedeli, la comunità protestante dell‘Ulster temeva che un Home Rule equivalesse a sottomettere la nazione al potere di Roma, e quindi ad un «Rome Rule».

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John O’Beirne Ranelagh, Op. Cit., p. 146. [Non solo la maggioranza della popolazione nel nord-est dell’Ulster era protestante (proprietari terrieri tendevano ad essere anglicani; lavoratori e altri erano spesso non conformisti – frequentemente presbiteriani – sebbene naturalmente, aree nel nord-est avessero maggioranze cattoliche), ma la maggior parte delle imprese industriali e commerciali erano possedute e avevano alle dipendenze prevalentemente protestanti. Nel 1911, i protestanti componevano il 76 per cento della popolazione di Belfast e possedevano il 92 per cento degli impieghi della città nella costruzione di navi e l’88 per cento degli impieghi nelle industrie meccaniche.+

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Con il termine protestanti si fa riferimento agli aderenti alla Chiesa d’Irlanda ovvero all’Anglicanesimo, da distinguersi dai protestanti dissenzienti (presbiteriani, quaccheri, metodisti, ecc.) che come i cattolici avevano subito discriminazioni sociali e politiche ad opera degli aderenti alla Chiesa di stato. Tuttavia, quando si trattava di schierarsi in favore dell’Unione con il Regno Unito l’insieme delle denominazioni protestanti hanno sempre fatto fronte comune.

Kenneth Milne, “Vita della Chiesa d’Irlanda e del protestantesimo irlandese nel XIX e XX secolo”, in

Storia religiosa dell’Irlanda, (Op. Cit.), p.421.

246 Frank Wright, “Protestant Ideology and Politics in Ulster”. European Journal of Sociology, N. 12, 1973, p.

Quando negli anni ‘80 dell‘Ottocento il Partito Conservatore inglese, guidato da Lord Randolph Churchill247, appartenente all‘Orange Order, dichiarò di essere a

favore dell‘unione, il movimento unionista dell‘Ulster si mobilitò e i membri dell‘Ordine aumentarono considerevolmente. La società, i cui membri erano protestanti, divenne quindi un simbolo della campagna contro l‘Home Rule, che i politici sfruttarono per mobilitare la popolazione protestante in difesa dei propri interessi. Sfruttando la «Orange Card»248 Churchill alimentò l‘idea di un‘Irlanda del

Nord divisa su basi religiose spaccando la classe lavoratrice del nord per salvaguardare l‘imperialismo del Regno Unito, sfruttando i sentimenti contrastanti delle due comunità e la lealtà, condizionata dagli interessi economici, dei protestanti.

Dopo che il Trattato Anglo-Irlandese del 1922 divenne effettivo, lo Stato Libero d‘Irlanda assunse le vesti di un dominio auto-governato che continuava a far parte del Commonwealth britannico rimanendo di fatto subordinato alla corona. I nazionalisti irlandesi non accettarono il Trattato che inoltre divideva il paese in due entità politiche separate.

Se nell‘Eire249 grazie a De Valera si tentò di realizzare una separazione tra

stato e Chiesa che non escludesse la supremazia della morale cattolica250, in

Irlanda del Nord il cattolicesimo si intrecciò al nazionalismo irlandese. La Chiesa era direttamente coinvolta nella National League of the North fondata nel 1928, che ospitava anche membri appartenenti al clero. Inoltre, dava il proprio appoggio ai politici nazionalisti durante le campagne elettorali al fine di mantenere il proprio ruolo nell‘insegnamento pubblico251. Coscienti del legame tra la Chiesa Cattolica e il

governo del sud, i protestanti dell‘Irlanda del Nord temevano che, nell‘ipotesi di un‘Irlanda unita, sarebbero dovuti sottostare ad uno stato di stampo clericale. Si può dire perciò che la partizione dell‘isola determinò un aggravarsi del fenomeno di settarismo nell‘Ulster.

La nascita della provincia dell‘Irlanda del Nord fu accompagnata da tumulti. Nel tentativo di ripristinare l‘ordine il governo istituì nel 1922 la Royal Ulster

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Cancelliere dello Scacchiere (ministero delle finanze e del tesoro) e membro della Camera dei Comuni.

248

John O’Beirne Ranelagh, Op. Cit., p. 158.

249

Solamente il 7 settembre 1948 l’Eire venne dichiarata una Repubblica.

250 L’intransigenza di Benedetto XV e il pensiero di Pio XI (che trova espressione nel motto “pax Christi in

regno Christi”) avevano indotto il mondo cattolico a credere nella possibilità di realizzare uno stato

cristiano applicando i principi sociali cattolici alla vita secolare.

Constabulary (RUC)252, che era composta prevalentemente da protestanti i quali

vedevano la comunità cattolica come una minaccia alla partizione (i cattolici che ne presero parte rimasero sempre meno del 20%). Infatti, il governo253, che fino al

1972 fu guidato dal partito Unionista (Ulster Unionist Party), i cui membri erano tutti anche membri dell‘Orange Order, era esplicitamente avverso al nazionalismo irlandese. L‘utilizzo di forze di polizia e militari era visto come un mezzo per garantire la sicurezza nella provincia e per tutelare la minoranza protestante. L‘applicazione inoltre, a partire dal 1922, degli Special Powers Act254 contribuì ad

aggravare il clima di tensione tra le due comunità.

Vi era la paura che la comunità cattolica (un terzo dell‘intera popolazione del Nord), che non accettava la partizione costituisse una quinta colonna capace di sovvertire l‘ordine costituito e, per questa ragione, il governò si impegnò a mantenere la maggioranza nell‘impossibilità di far valere i propri diritti attraverso una politica discriminatoria255. Tale politica consisteva in un sistema elettorale che

restringeva l‘insieme degli aventi diritto al voto secondo criteri palesemente a svantaggio dei cattolici256 (il cosiddetto Gerrymandering in vigore fino al 1969), e

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La RUC usufruiva della cooperazione di tre unità: gli ‘A’ Specials (full-time per periodi di sei mesi), i ‘B’ Specials (part time), che era il gruppo più numeroso e temibile che divenne parte permanente della RUC intorno agli anni ‘30, i ‘C’ Specials (una riserva in caso di emergenza). I ‘B’ Specials, i cui membri erano esclusivamente protestanti, vennero sciolti nel 1970 e sostituiti dall’Ulster Defence Regiment, di stampo militare.

253 Il parlamento dell’Irlanda del Nord, con sede a Stormont a partire dal 1932, fu costituito nel giugno 1921.

Composto da una Camera dei Comuni (52 membri) e dal Senato (26 membri) era dotato di un potere fortemente limitato da Westminster. Il governo britannico infatti, manteneva la propria autorità in materie quali guerra e pace, relazioni internazionali, difesa, commercio estero, cittadinanza, moneta, diritti d’autore, ecc.

John O’Beirne Ranelagh, Op. Cit., p. 258.

254

Il Civil Authorities Special Powers Act consentiva al governo di intraprendere qualsiasi azione ritenesse opportuna per il mantenimento dell’ordine e della pace. Tra i provvedimenti consentiti da questa legge vi erano la facoltà di arrestare individui senza bisogno del mandato, la libertà di perquisire le abitazioni senza mandato, il potere di imprigionare senza formulare un’accusa e senza la possibilità di ricorso alla Corte di Giustizia, l’autorità di istituire un coprifuoco, di verificare ed eventualmente manipolare i conti correnti e di vietare la circolazione di giornali, film o altri mezzi di comunicazione di massa.

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Quando venne istituita la Boundary Commission per determinare i nuovi confini che avrebbero diviso l’isola, il governo dell’Irlanda del Nord fu sollecito nel modificare il sistema elettorale in modo da alterare gli esiti delle elezioni al fine di persuadere la Commissione che aree in realtà in prevalenza nazionaliste erano, in base alle preferenze, in maggioranza unioniste. In questo modo, aree con un’alta percentuale cattolica, come Derry, Tyrone, Fermanagh, Armagh e Down, vennero separate dal Free State e incluse nel territorio del Nord.

Marianne Elliott, Op. Cit., pp. 378-379.

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Il diritto di voto era riconosciuto solo ai contribuenti proprietari o a quegli inquilini che pagavano il canone di locazione o versavano le imposte immobiliari (con la conseguente esclusione dei cattolici nazionalisti che costituivano la parte più povera della popolazione e che spesso, a causa dell’iniqua assegnazione degli alloggi, si trovavano a condividere l’abitazione con altre famiglie); agli imprenditori (protestanti) veniva assegnato un voto plurimo (fino a sei voti) a seconda del valore della propria

nell‘assegnazione arbitraria di abitazioni a favore dei protestanti (dal momento che ogni alloggio assegnato ai cattolici equivaleva ad un potenziale voto a favore dei nazionalisti).

Inoltre, l‘Irlanda del Nord, nonostante il suo alto livello di industrializzazione, a partire dal 1921 si trovò ad affrontare serie difficoltà economiche, confermate da una persistente disoccupazione. La competizione al fine di ottenere un impiego finì con il peggiorare il problema settario nella provincia. L‘obiettivo degli unionisti era quello di assicurarsi sempre la maggioranza e di mantenere i nazionalisti in condizione di non poter cambiare lo stato delle cose. Intorno al 1935 queste condizioni portarono al riaccendersi di tumulti, ormai diventati un fattore endemico nella provincia dell‘Ulster.