1 Carte riguardanti S Maria del Piano
6 (194) PAGINA DI ENFITEUSI 1141 giugno 17, Fano
Gozo, abate di S. Maria in Portuno, concede in enfiteusi fino a terza genera- zione, a Giovanni Brostengo e a Maria sua moglie due moggi di terra (due terzi di ettaro), siti nel territorio di Senigallia, nel fondo Monte Zapani, dove era la chiesa di S. Fortunato, ed un altro appezzamento coltivato, pure nel territorio di Senigallia, nella regione S. Paterniano de Curciccli, (probabile zona del Cesano sotto Frattula) per la pensione annua di un inforzato e di un decimo del lavoro e alle (solite) con- dizioni: di ritorno della proprietà (migliorata) al monastero dopo la morte degli en- fiteuti e successori se anteriore alla scadenza dell’enfiteusi, e di una penalità per il monastero (del doppio della terra) se inadempiente quanto al libero possesso dei terreni da parte degli enfiteuti. I confini del primo appezzamento sono su tre lati (la chiesa di) San Michele (lungo la dorsale collinare Corinaldo-Monterado?) e sul quarto un ruscello; del secondo appezzamento sono alquanto indefiniti: una via e gli eredi degli eredi di Giovanni di Domenico Maria.
Firmano l’abate Gozo e i monaci Bono e Giovanni; fanno da testimoni Leto, Cincio e Dusia figli del fu Agifredo, e Pagano di Pietro di Attone di Leto, e Giovanni Testa.
L’atto è stato redatto dal notaio Attone.
7 - (237) PAGINA (cHARTULA) cONcESSIONIS SEU cOMMUTATIONIS 1154 marzo I3, Senigallia.
Giovanni, abate di S. Gaudenzio, con il consenso di tutti i suoi monaci, per- muta con Savino, priore di S. Croce di Fonte Avellana, per ciò che spetta alla chiesa di S. Gaudenzio o alle chiese da essa dipendenti di S. Michele Colline Urbani, di S. Paterniano de Mampule, di S. Gervasio Bulgarie, tutti i beni che una volta furono di Giovanni B a r u n ce l l i e di Ugo suo fratello, la chiesa di S. Eleuterio sita presso il Castellare Guidonis de Guidone, i possessi che la chiesa di S. Croce di Fonte Avellana detiene da Guiduccio e da suo figlio Pietro, ed inoltre il manso di Giovanni B a r i , ricevendo in cambio tutto ciò che spetta alla chiesa di S. Croce di Fonte Avel- lana della pieve di S. Erasmo e relative pertinenze, la vigna che fu di Pe c i o M o n - t a n a r i o con tutta la tenuta che detto Pe c i o nebbe da quella chiesa, il manso che
Guglielmo ha in feudo da Fonte Avellana, il campo d e Va ca r i a , la selva presso detto campo ed una pezza di terra lavorativa sita presso la terra di M a l a b ra n ca ; inoltre conferma la transazione che i suoi predecessori fecero con Fonte Avellana circa la chiesa di S. Donnino. Si impegna a fare in ogni modo a che Fonte Avellana goda di tutti i suoi nuovi diritti e a versare, in caso contrario, una penale di cinque lire di oro ottimo.
Si firmano Giovanni abate di S. Gaudenzio; come testimoni Severo di Gio- vanni di Geizia, Gislerio di Bonfiglio, Gozo di Stefano, Malabranca, Attone di Sardia, Giraldo di Supone e Giacomo di Bonfiglio; si firma a ratifica e conferma di tutto quanto si contiene nell’atto anche Trasmondo vescovo di Senigallia e con lui Pietro presbitero e monaco e Leto monaco.
Notaio è Giovanni di Senigallia.
Questo documento non riguarda direttamente e nominatamente S. Maria in Portuno, ma vi si nominano beni (fondi e terre) che spettavano a chiese come S. Michele di Colorbano (o Colle Urbani), S. Paterniano di Mampula, la chiesa di S. Eleuterio presso il castellare di Guido di Guido: luoghi tutti nel territorio di Co- rinaldo che entreranno in seguito nell’orbita di S. Maria in Portuno e/o, poi, in quella di Fonte Avellana. Per intanto ci preme segnalare che dal documento risulta come l’abate di S. Gaudenzio in Senigallia avesse proprietà oltre che sulla fiancata destra (per chi scende verso Senigallia dal Catria) del Nevola-Misa, anche sulla sinistra e sul versante collinare tra Castelleone e Corinaldo, intercalate cioè fra quelle di Fonte Avellana, e come questa avesse, a sua volta, proprietà o possessi (per enfiteusi) sulla fiancata destra del Misa (la Vacaria o Vaccarile, ad esempio). La permuta che si fa avvantaggia entrambe le Congregazioni, interessate ciascuna all’accorpamento o almeno all’avvicinamento delle sue proprietà e a non avere a contatto altri proprietari con i quali potessero insorgere liti e contestazioni trop- po facilmente. Ma sebbene l’iniziatva qui risulti presa dall’abate di S. Gaudenzio, al quale consente maggiore facilità di controllo per la riscossione dei canoni, di natura migliore e diversa è l’importanza della pèrmuta per Fonte Avellana, dato che a questa dall’accorpamento risulta più agevole la realizzazione del progetto di promozione umana e sociale delle plebi rurali. La tendenza, comunque, dell’ere- mo del Catria è di concentrare le sue proprietà nel comitato senigalliese a ferro di cavallo attorno alla dorsale che si erge tra Nevola-Misa e Cesano: per chiarire meglio, a scendere da Castelleone verso la Croce del Termine lungo la fiancata che spiana sul Cesano, comprendendo il versante corinaldese fino a sotto Monterado e poi fino alla Brugiata (in quel di Castel Colonna); allargandosi un po’sulla pianura della Cesanella; tornando indietro, ad aggirare lo sperone della dorsale, sotto la
Croce di Montagnano sempre nel castelcolonnese, per occupare terre sulla vallata destra (per chi sale verso il Catria) del Misa-Nevola, risalendo da Senigallia sotto Ripe fino a Cartecosa, Serra del Pavone, Serra della Calcinara sotto Castelleone ai confini con Corinaldo sul rio di Casa Alta, e poi sino a Farneto e al Colle di Guido in pieno territorio castelleonese.
8 - (248) PAGINA DONATIONIS ET REFUTATIONIS PRO ANIMA (1159 ma.. 5)
[…] donano, per la salvezza delle loro anime, all’eremo di S.Croce di Fonte Avellana, in persona di […], una selva nel comitato di Osimo e rinunciano in suo favore ad una pezza di terra presso la chiesa di S. Maria in Portuno nel comitato di Senigallia.
(Pergamena in pessimo stato di conservazione a causa dell’umidità, che ha provocato chiazze di muffa molto intense su tutta la sua superficie, scolorito l’in- chiostro e determinato la putrefazione e conseguente caduta della membrana in vari punti).
9 - (269) PAGINA (cHARTULA) DONATIONIS PRO ANIMA 1164 luglio 2, comitato di Senigallia.
Rainuccio Teniosi Amici dona, per l’anima sua e dei suoi parenti, alla chie- sa di S. Croce di Fonte Avellana e a quella di S. Maria in Portuno, in persona di Tebaldo priore di S. Croce, tutta la sua proprietà nella corte di S. Maria. I confini sono: sul primo lato la serra di S. Giovanni; sul secondo il Monte Scotto; sul terzo il fiume Cesano; sul quarto la via che viene a Cerqua Cupa e va al fiume Cesano. L’investitura fisica avviene tramite Alberico Teniosi Fuscarini. (Il solito) impegno a consentire il pieno e libero possesso ai monaci dell’Avellana e all’abate di S. Maria in Portuno (donatari in solido) della proprietà e a versare, in caso contrario, una penale di cento soldi di danari lucchesi.
Firmano Rainucio donatore e in ruolo di testimoni (...)nello di Attolo di Ma- ria, Alberico Tenioso Tarini, Albertuccio Guinicelli, Peluco di Giovanni di Giuslia e Petrucio de Maria. Notaio è Pietro.
L’importanza di questa Carta è massima: S. Maria in Portuno e Fonte Avel- lana che avevano proprietà separate e indipendenti anche negli stessi territori, e pertanto avrebbero potuto essere tentate di rivalità e gelosie, entrano in coproprie- tà proprio nel comprensorio corinaldese. Altro passo da fare sarà l’aggregazione di S. Maria in Portuno all’eremo, più prestigioso e ricco, del Catria.
10 - (297) cHARTA cONcESSIONIS PRO ANIMA
1182 dicembre(non indicato il luogo della stipula)
Maria, vedova di Monaldo, e Sibilia sua figlia, con il consenso dei parenti, donano, per l’anima di Monaldo, ad Alberico preposito e a Filippo priore di S. Croce di Fonte Avellana quanto possiedono nel comitato di Senigallia nella corte di Frat- tola e nella corte di Castel Michele e cioè: nei fondi Monte G i b o v i, S. Paterniano, Montagnano, nel campo d e S a n c t o Christoforis, nel piano Capelle, un mulino nel fondo Ortenesi, in altri tre luoghi oltre il fiume Cesano, nei fondi Montecili, Marzano, Moli ed in altri luoghi entro determinati confini; e nel comitato di Came- rino nella corte di Valentana, in località detta ca m p o d e Va le n t a n a , che fu dei figli di Oderisit, de Gozo Petri, de Acto de Gisso abitante nella corte della Rocca dei figli di Giso.
Per i beni donati con questo documento non riportiamo le confinazioni, per- ché tante, ma soprattutto perché non necessarie a che ci rendiamo conto trattarsi di terreni (quelli in territorio o comitato senigalliese) situati nella corte di Frattola e nella zona della Croce di Montagnano che sovrastava il versante estremo (verso Senigallia) della corte medesima. Qui S. Maria in Portuno non è chiamata in causa direttamente; ma si sa dal documento precedente che sta entrando nell’orbita di Fonte Avellana e costituirà, quando ne diventerà “membro” o chiesa soggetta, il nucleo estremo (opposto a Frattola) del patrimonio agrario cesanense.
11 (312) GREGORII PAPAE VIII PRIVILEGIUM