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Come passare da esperienze di nicchia a sistema

Nel documento RicercAzione Volume 8 - Numero 1 (pagine 128-133)

nell’alternanza scuola-lavoro

6. Come passare da esperienze di nicchia a sistema

Le considerazioni fi nali non possono non aff rontare il problema di come passare da valide ed interessanti esperienze di nicchia a sistema. L’esperienza degli altri, le buone pra-tiche possono sicuramente dare un contributo per altre esperienze, per ottimizzare processi ed evitare errori. Non basta però descrivere buone pratiche, in quanto la realtà del mondo dell’educazione e della formazione in Italia è ricca di casi positivi, che però faticano a diventare sistema.

L’orientamento è stato spesso una politica marginale e non compresa nella sua pienezza, i programmi di educazione all’imprenditoria-lità sono ancora un’innovazione per pochi e

16 Da colloqui di lavoro con la prof. Marilina Saba.

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spesso off erti in uno spazio extracurricolare, l’alternanza scuola lavoro, se si escludono le esperienze precedenti delle scuole tecniche, è diventata obbligatoria da poco tempo per tutti, licei compresi. Sono tre ambiti in cui sono già nati diversi progetti eccellenti, ma di nicchia.

L’integrazione fra essi, così come è propo-sta in questo contributo, è un ulteriore passo.

È però un obiettivo ancora poco defi nito, sicu-ramente presente nella volontà degli educatori e degli orientatori più attenti, ma non è ancora stato oggetto di un’analisi approfondita e di discussione fra educatori ed esperti.

Se lo sviluppo di uno spirito imprenditivo, di career management skills e di un’esperien-za di alternanun’esperien-za promuovono l’acquisizione di competenze trasversali utili per tutti, secondo un approccio educativo globale, resta da chie-dersi come sostenerne lo sviluppo. Sono ne-cessarie naturalmente alcune condizioni per il successo di iniziative di questo tipo. Un’in-tegrazione tra educazione all’imprenditorialità e sviluppo di CMS nell’ambito dell’ alternanza richiede di prendere in considerazione alcune piste di lavoro, come ad esempio:

– brevi seminari, workshop di formazione fra docenti, orientatori ed esperti aziendali (compresi i volontari);

– progetti di ricerca-azione per la sperimen-tazione di percorsi integrati secondo la proposta in oggetto, seguiti da una valu-tazione sui risultati conseguiti;

– gruppi di scambio e comunità di pratica professionale fra i docenti;

– diff usione delle esperienze innovative e dei materiali/strumenti utilizzati;

– proposta di partenariati ed alleanze fra scuole /imprese/ attori sociali.

Una prima direzione di lavoro potrebbe essere proprio la discussione del tema in sede di seminari di studio con esperti di settore o nell’ambito di workshop specifi ci per un’ ana-lisi e formazione sul campo. La realizzazione dell’alternanza secondo la legge 107/2015 prevede momenti di formazione per i docenti

che potrebbero essere utilizzati con questo approccio, con la presenza in contemporanea di manager/ esperti aziendali e di volontari aziendali, per favorire una conoscenza reci-proca fra le persone e un avvicinamento dei due mondi, quello formativo e quello azien-dale, al fi ne di promuovere una relazione più effi cace e produttiva sul piano formativo. Un aggiornamento e una sensibilizzazione dei docenti è necessaria inoltre sull’orientamen-to, che negli ultimi anni si è evoluto in una prospettiva permanente in raccordo con l’

apprendimento che deve essere sempre più

“lifelong e lifewide”, come sollecitano le ultime Linee guida del Miur in materia.

In secondo luogo la sperimentazione di un percorso integrato che, utilizzando la nor-mativa e le modalità dell’alternanza scuola lavoro, abbia come obiettivo anche lo sviluppo dello spirito imprenditoriale e delle CMS po-trebbe essere oggetto di una ricerca-azione per sperimentare le azioni formative che le attuali esperienze scolastiche ci presentano come migliori, valutarne l’impatto e i risultati conseguiti sugli studenti.

Le idee, il processo e i risultati di questi momenti di formazione, sperimentazione, va-lutazione dovrebbero essere veicolati nell’am-bito di comunità di pratica professionale per un confronto fra diversi soggetti da un lato e dall’altro per un ulteriore allargamento dei fruitori, così come i materiali, gli strumenti utilizzati, la progettualità nata nell’ambito della community dovrebbe poi essere oggetto di diff usione attraverso tutti i canali utilizzabili.

Se la scuola deve tenere salda la regia, non può però fare da sola. L’integrazione richiede per defi nizione la collaborazione fra tutti i soggetti interessati e l’attivazione di partenariati ed alleanze fra scuole, imprese e attori sociali disposti ad impegnarsi attraverso un lavoro di rete per raggiungere gli obiettivi di innovazione proposti. Un dialogo continuo scuola-imprese, inoltre, se da un lato contri-buisce a rendere la scuola più vicina alle mu-tevoli esigenze del mondo del lavoro, dall’altro può rivelarsi un fondamentale supporto in fase di orientamento e di scelta formativa nel

rispetto degli interessi e delle vocazioni degli stessi studenti.

Passare da esperienze di nicchia a siste-ma richiede impegno sia agli individui sia alle organizzazioni. Il lavoro di docenti, orientatori ed esperti aziendali, impegnati nella forma-zione e nella sperimentaforma-zione, deve essere sostenuto da un lavoro di rete effi cace e capace di creare le condizioni necessarie al raggiungimento di questi obiettivi, coinvolgen-do le istituzioni competenti, tutti gli attori e il complesso del sistema sociale e territoriale.

Il compito delle istituzioni che governano il sistema formazione-lavoro a livello territoriale (Regioni, USR) è primario nel predisporre le condizioni per un’azione di sistema locale e ci sono già esperienze signifi cative in tal senso17. Il principio di responsabilità sociale invita anche tutti i soggetti/organizzazioni private indicati dalla Guida operativa MIUR ad individuare modalità utili per accorciare la distanza fra sistema formativo e mondo

del lavoro, off rendo possibilità di crescita ai giovani e maggiori opportunità di sviluppo a tutto il sistema. Sono tanti i partner possibili e tanti i contesti lavorativi, anche per i licei.

È stato bello vedere l’entusiasmo di alcuni licei della Lombardia dove i ragazzi hanno provato nell’ambito del progetto “Green Jobs”

a misurare i loro interessi e talenti verso nuovi lavori nell’area ambientale, la cosiddetta gre-en economy, che fi no a quel momgre-ento non avevano mai né conosciuto né considerato18. Tutti gli educatori e gli esperti di settore sono consapevoli che l’innovazione è complessa e richiede fatica, sia essa tecnologica, or-ganizzativa o formativa, ma l’immagine dei giovani più motivati e soddisfatti alla fine dell’esperienza di “Green Jobs” può costituire un simbolo e un obiettivo da raggiungere. È sicuramente una motivazione per l’impegno di tutti, educatori, istituzioni, imprese, soggetti territoriali, pubblici e privati.

17 Ad esempio le esperienze delle Regioni Marche, Umbria e Friuli Venezia Giulia, le cui azioni di sistema sono state presentate nella Conferenza internazionale “Preparare all’alternanza scuola lavoro università” 21.4.’16-Università di Firenze.

18 Progetto “Green Jobs” di Fondazione Cariplo, InVento Lab e Junior Achievement Italia.

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Edizione: Provincia autonoma di Trento RICERCAZIONE - Vol. 8, n. 1 - June 2016 | 133

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