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PATOLOGIE MECCANICHE DEL RACHIDE LOMBARE

PATOLOGIA DISCALE LOMBARE

Il disco intervertebrale è una struttura inserita tra una vertebra e l’altra con due compiti ben definiti: quello di ammortizzatore e quello di snodo sul quale avvengono i movimenti del segmento vertebrale.

Per discopatia si intende una condizione patologica caratterizzata da alterazioni regressive di tipo prevalentemente degenerativo a carico del disco intervertebrale e delle strutture anatomiche ad esso adiacenti.

Tali alterazioni degenerative si instaurano ed evolvono in relazione al determinarsi di eventi microtraumatici iterativi che sono a loro volta connessi a varie condizioni biomeccaniche di sovraccarico funzionale del tratto lombosacrale della colonna.

In modo molto schematico si possono distinguere sostanzialmente:

1.un sovraccarico anteriore, che si determina nel corso delle attività prolungate con la schiena in flessione(posizione di guida, lavoro in ufficio, alcuni lavori pesanti, sedentarietà)

2.un sovraccarico posteriore che è tipico, ad esempio, degli atteggiamenti posturali in iperlordosi;

3.un sovraccarico laterale e rotatorio, frequente, ad esempio, nelle deviazioni scoliotiche e in numerose condizioni di squilibrio a carico delle anche e degli arti inferiori.

Tali condizioni accelerano i processi regressivi che sfociano nella discopatia.

Essa è caratterizzata da una perdita di funzionalità del disco intervertebrale e da una sua permanente diminuzione in altezza, che si instaura quando si determinano lesioni di carattere degenerativo della porzione più interna dell’anello fibroso, il quale non riesce più a contenere correttamente sotto pressione il nucleo polposo. Questo ultimo a sua volta va incontro a fenomeni irreversibili di disidratazione e perde più o meno la sua forma sferica insinuandosi nelle lesioni dell’anello fibroso. La deformazione del disco lesionato causa un processo destabilizzante la normale attività funzionale delle vertebre culminante in un processo di avvicinamento dei corpi vertebrali tra loro e interessati dalla discopatia. Inoltre si hanno alterazioni delle dimensioni e della conformazione del canale di coniugazione con irritazione delle radici nervose e conseguente insorgenza del dolore.

Il progredire dei processi di invecchiamento e il peggioramento delle lesioni dei foglietti fibrosi del disco intervertebrale, da un lato conducono alla fibrosi del disco stesso, dovuta alla sostituzione delle aree degenerative e necrotiche con tessuto cicatriziale, dall’altro possono nel tempo causare la fuoriuscita di materiale nucleare dalla sua normale sede.

Il disco intervertebrale assume così l’aspetto di un pallone sgonfio che, sotto l’azione di forze compressive, protrude in modo sempre più evidente dai bordi del corpo vertebrale, più spesso posteriormente, sino ad interessare il legamento longitudinale posteriore e a produrre su questo un’impronta che può interessare le strutture nervose del canale spinale. Questa condizione patologica si può considerare la tappa evolutiva intermedia tra la discopatia e l’ernia del disco.

L’interessamento del legamento longitudinale comune posteriore e delle radici nervose da parte della protrusione discale determina un dolore di tipo infiammatorio di intensità anche elevata. Tale situazione può ulteriormente evolvere, fino alla tappa finale della discopatia, cioè l’ernia del disco, patologia quasi sempre legata ad un evento traumatico, quale l’effettuazione di un movimento brusco o uno sforzo eccessivo per la colonna.

Dunque, l’evoluzione della discopatia percorre 3 tappe:

1.la distrofia del disco caratterizzata da una diminuzione del suo spessore 2.la fibrosi;

3.l’ernia, che può manifestarsi o meno in relazione al verificarsi di particolari eventi traumatici.

L’ernia posteriore, che è di gran lunga la più frequente, è caratterizzata dalla rottura completa dei foglietti fibrosi e dalla conseguente fuoriuscita del nucleo polposo dal disco, che in una prima fase può ancora essere contenuto dal legamento longitudinale posteriore (ernia contenuta). Successivamente la pressione del nucleo polposo erniato può provocare lo scollamento del legamento longitudinale posteriore con conseguente migrazione al di sotto di questo e la perforazione del legamento longitudinale posteriore. In questo caso l’ernia può rimanere allo stesso livello del disco (ernia protrusa) o migrare inferiormente all’origine (ernia espulsa o migrata). Questo fenomeno in relazione alla direzione presa dal materiale erniario, può provocare la compressione diretta del midollo spinale (ernia mediana) , oppure la compressione di una radice nervosa, quando è interessato il canale di coniugazione 8ernia espulsa lateralizzata a destra o sinistra).

La discopatia interessa soprattutto soggetti tra il terzo ed il quinto decennio di vita ed esordisce di solito con un episodio acuto di lombalgia. Tale esordio è da mettere in relazione a un movimento sbagliato, al sollevamento di un peso, a un incidente. Peraltro, essendo le discopatie caratterizzate da uno stato di sofferenza inveterato del disco intervertebrale, spesso si assiste ad una discrepanza tra l’apparente banalità dell’evento traumatico e la gravità della sintomatologia dolorosa.

Gli episodi dolorosi tendono comunque a ripetersi nel tempo, fino a diventare talmente frequenti, prolungati e resistenti alle terapie, da determinare un quadro clinico di vera e propria lombalgia cronica, quadro che il più delle volte si complica con la comparsa di sintomi a carattere neurologico (lombo sciatalgia e lombocruralgia). Malgrado quindi l’esordio spesso acuto, le lombalgie da discopatia tendono ad essere, sotto il profilo dell’evoluzione clinica, patologie a carattere sostanzialmente cronico, in quanto legate al graduale progredire dei processi degenerativi a carico del disco intervertebrale.

clinica

La localizzazione più frequente della patologia discale è la parte bassa della schiena; solitamente è franca ma più spesso si accompagna a dolore che si irradia verso la regione sacroiliaca e le natiche o ancora più in basso verso la coscia e posteriormente. Questo accade perché spesso vengono coinvolte molte strutture anatomiche, come le faccette articolari, il legamento longitudinale posteriore e persino il periostio, cosicchè il dolore irradiandosi lungo il dermatomero corrispondente può arrivare sin dietro il ginocchio.

Il dolore da discopatia generalmente è di tipo intermittente, si attenua con il riposo e peggiora con il carico, con la posizione seduta prolungata, con la posizione eretta e con la

deambulazione; può essere aggravato e presentarsi primariamente se il paziente si sottopone a movimenti di stiramento muscolo scheletrico o ancora a semplice starnuto.

In alcuni casi, soprattutto quelli in cui il disco intervertebrale è notevolmente degenerato, il paziente può accusare astenia intermittente, parestesie, alterazioni funzionali degli arti inferiori al corrispondente livello neurologico, sia monolaterali che bilaterali.

Occasionalmente il dolore all’inguine o al testicolo può accompagnare la patologia discale vertebrale lombare.

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