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I dati raccolti con il test di Matthias sono di seguito riportati:

Per quanto riguarda i dati riferiti al test di Matthias nel post-trattamento abbiamo osservato un miglioramento della flessione anteriore del rachide in entrambi i gruppi.

In particolare, nei pazienti del gruppo A si è ottenuto un recupero di 6,1 cm passando da una distanza dita-suolo di 19,2 nel pre-trattamento a 13,1cm nel post trattamento.

Nel gruppo B che aveva utilizzato il Myback nel post-trattamento è stato rilevato un recupero maggiore, di 10,55 cm, infatti prima del trattamento la distanza dita suolo media era 19,5 cm, nel post-trattamento era 8,55 cm, con una differenza di recupero tra il gruppo A e gruppo B di circa 4,55 cm.

Il test di Matthias eseguito a due mesi di distanza nel gruppo A, ha rilevato una perdita di circa 2,55 cm rispetto al post-trattamento, mentre nel gruppo B la perdita è stata di soli 0,8 cm passando da un valore di 8,55 cm a 9,35 cm.

0

5

10

15

20

25

30

prima

dopo

a 2 mesi

gruppo A: crenochinesiterapia + chinesiterapia gruppo B: crenochinesiterapia + chinesiterapia + myback

19,2 19,5

13,1

8,55

15,65

9,35

Vogliamo inoltre evidenziare che al termine del trattamento riabilitativo tutti i pazienti sono stati invitati a compilare un breve questionario di gradimento con l’obiettivo di raccogliere le singole valutazioni riguardo l’esperienza svolta con l’apparecchiatura myback (gruppo B) e con il piano di appoggio-cuscino (gruppo A), al fine di analizzare la facilità di esecuzione dell’esercizio, la praticità della macchina o del cuscino, le sensazioni trasmesse dall’esecuzione dell’esercizio.

In particolare, le domande che sono state formulate ai pazienti sono state:

1) Assumere la posizione sulla macchina o sul piano di appoggio le è sembrato difficoltoso? molto abbastanza poco per niente

2) É riuscito a mantenere la posizione per tutti i minuti previsti? si no

3) Durante l’esercizio svolto sul myback/cuscino ha mai provato dolore, o fastidio ? si no

se ha risposto si descriva il problema: _______________________________

4) L’esercizio svolto sulla macchina myback/cuscino le è sembrato gradevole? molto abbastanza poco per niente

5) Nel complesso quanto sei soddisfatto di aver partecipato a questa esperienza? molto abbastanza poco per niente

Note, Osservazioni, Commenti e Suggerimenti per il miglioramento dello strumento:

_________________________________________________________________________________

Quasi tutti i pazienti appartenenti al gruppo A hanno risposto di non aver trovato difficoltà ad assumere la posizione di scarico vertebrale, gambe flesse al ginocchio appoggiate su un cuscino, ma hanno riferito che hanno avuto difficoltà nel mantenere sollevato il bacino per tutto il tempo previsto a causa dell’assenza di un vincolo alle caviglie. Le gambe infatti scivolavano indietro e per contrastare lo scivolamento i pazienti dovevano attivare la contrazione degli addominali, ed eseguire continui aggiustamenti della posizione richiedendo una più assidua presenza del fisioterapista, per questo dopo qualche minuto tornavano a

Comunque, nel complesso, quasi tutti i pazienti hanno riferito che l’esercizio sarebbe stato gradevole se non fosse stato per questi inconvenienti.

Dalle risposte raccolte nel gruppo B abbiamo potuto concludere che la maggior parte dei pazienti non ha avuto grandi difficoltà nel raggiungere la giusta posizione sul Myback; anche i pazienti più anziani hanno risposto di aver utilizzato la macchina agevolmente; alcuni sono riusciti sin da subito a posizionarsi correttamente, altri dopo qualche giorno.

Quasi tutti i pazienti sono riusciti a rimanere in posizione sulla macchina per tutti i minuti previsti, anche se quasi tutti hanno riferito la comparsa di parestesie ai piedi o dolore al cavo popliteo a tutte le sedute (a causa dei punti di appoggio anteriori e posteriori). Nessuno mai ha interrotto l’applicazione per questo, ma la maggior parte dei soggetti abbassava per alcuni istanti l’altezza di sospensione e poi ritornava al livello precedente.

La maggior parte dei pazienti ha risposto che l’esercizio svolto con l’apparecchio myback è stato molto gradevole soprattutto perché grazie alla pulsantiera potevano raggiungere la posizione antalgica in maniera graduale ed autogestita. Questo per noi è molto importante perché alcune volte la comunicazione paziente-fisioterapista non è valida ed efficace. Tale discorso è vero sia perchè ci sono pazienti che per limiti culturali o di pudore non riescono a esprimersi di fronte ai riabilitatori, e anche se sentono dolore non lo riferiscono; ma soprattutto è vero per quanto riguarda il paziente lombalgico che ha paura del dolore, non riesce a gestirlo, e molto spesso pur di non sentirlo, durante l’esecuzione di un esercizio, si ferma prima ancora di raggiungere il suo limite massimo, oppure è in uno stato di tensione tale da favorire la comparsa di contratture muscolari. La possibilità, dunque, di gestire in maniera, quasi del tutto, indipendente la macchina myback, ha impedito la comparsa di contratture di difesa possibili quando la posizione è decisa dal fisioterapista, ed ha favorito il raggiungimento della posizione antalgica in maniera personalizzata, lenta e graduale in un clima di rilassamento consentendo l’esecuzione di esercizi di respirazione e relax.

D’altra parte siamo comunque persuasi nell’affermare che la presenza del fisioterapista è necessaria qualora ci siano pazienti che, nella errata convinzione che l’esercizio svolto al limite massimo abbia più effetto, esagerano nel sollevare il supporto verticale.

Tutti i pazienti si sono rivelati molto soddisfatti dell’esperienza effettuata con la macchina myback, riferendo una sensazione di “scioltezza” ed elasticità a livello del rachide lombare al termine dell’esercizio; ma soprattutto erano molto entusiasti di partecipare attivamente alla valutazione di una nuova macchina.

CONCLUSIONI

Nonostante la nostra esperienza, sia limitata ad un piccolo numero di casi e ad un follow-up a breve termine, dai risultati raccolti emerge che l’esecuzione di un percorso riabilitativo specifico per lombalgia, combinato ed adeguato al singolo paziente permette di ottenere dei buoni risultati in termini di sintomatologia dolorosa, punteggio di disabilità e mobilità articolare.

Il Myback, in particolare, si è dimostrato avere un ruolo nel mantenimento dei risultati a distanza, in quanto, da una parte, permette l’esecuzione dell’esercizio di scarico vertebrale e allungamento muscolare posteriore per tempi più lunghi, dall’altra, offre una serie illimitata di posizioni intermedie che preparano il paziente al raggiungimento della posizione di massimo allungamento della catena muscolare posteriore. Tutto questo si traduce in una maggiore efficacia in termini di recupero della flessione anteriore e della elasticità del rachide.

Per quanto detto riteniamo che il Myback , pur non potendo sostituire un protocollo riabilitativo che si avvalga dei benefici della crenochinesiterapia e di quelli della chinesiterapia, può però candidarsi ad arricchire tali protocolli.

Inoltre, la facilità di esecuzione dell’esercizio, la praticità della macchina (utilizzata anche da pazienti più anziani), la gradualità e l’autonomia con cui permette di raggiungere la sospensione lombare, la sensazione di elasticità lombare riferita dai pazienti a fine esercizio, ci consentono di dire che questa apparecchiatura può avere un ruolo in ambito preventivo (nei pazienti che, svolgendo attività sportive o lavorative con elevato carico a livello vertebrale, sono a rischio di lombalgia); in ambito riabilitativo, all’interno di un programma riabilitativo complesso per lombalgia; nella fase di mantenimento a domicilio o in palestra.

Comunque, sono necessari ulteriori lavori che confermino i risultati da noi riportati, verificandoli in un campione più ampio e con follow-up più lunghi. È nostro obiettivo continuare lo studio per approfondire il reale ruolo del myback, poiché solo attraverso numerosi e diversificati lavori scientifici sarà possibile giungere ad una corretta conclusione sulla funzione di questa apparecchiatura.

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