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DI PELEO E DI TETI

Nel documento image not a vailable (pagine 54-58)

TRADOTTO

IN VERSI SCIOLTI

DAL

P.M.

GIUSEPPE

M.

PAGNINI CARMELITANO.

3?ini

già

un tempo

natialPelio in vetta

Fama

ècheanuoto perle liquideonde NettuniealFasi andaroea’ lidiEtei,

lungiaPeleoilfigliolettoAchille:luogo che vuoisi leggereerileggere; tantaè laleggiadria che spi-ra. Argo nonfu certola primanave; c dicono.

o

Catullo” più sotto: ìlla rudcm cursitprima imbuit Anphitriten,debbeintendersi secondo il Vossio,.

eh’era essafabbricatacon assai piud artedelle passate;ondesi vuolcostruita da Palladc, o

al-men

collasua presidenza;e piùattaperciòasolcare iflutti.Tneffèttosolevanotaloragli antichi attri-buireai miglioratoriilmeritodell’invenzione;in quella guisaappunto che alcunavoltafecer passare

iriedificatoridellecittape’fondatori diesse. V.

Heyneexcurs.I.ad4»Aencid.Lanavigazioneè anti-chissima;eglialberischiantati dai ventie galleg-giantisull’acque,debbono benpertempoaver de-statal’audacia degliuominiasu montarvi.Si co-struironoinseguitodellezattere,econinesperti re-mi(Clami, praef. inlib.iyde raptu Proserp.)sifecer piccoli tragitti intorno ai lidi

.

Poisiperfezionò

1’artees’intrapresero lunghi viaggiLa popolazio-ne antichissima e incontrastabile dialcuneisole, comediCretacunadellareligioneedella civiliz-zazioneditutta laGrecia,$certoindizioche

que-5o

CiumIcctiiuvenesArgivaerobora pubis

Auratam

optantesColchisavertere pelletn (i).

Ausi suntvada salsa citadecurrere puppi

,

Gaerulaverrentes abiegnisaequorapalmis:

Diva

quibusretineusin summis urbibusarces Ipsalevifecit volitantem flaminecurrum

,

Pinea coniungensinflexaetexta carinae.

IUa rudem

cursuprima imbuit Amphitriten.

Quae

sirnulac rostroventosumprosciditaequor,

Tortaqueretnigiospumisincanuitunda, Emerscreferi candentiegurgite vultus

Aequoreae monstrum

Nereides(2) adinirantes;

Illaque, hautque(3)aliavideruntlucemarina»

Mortales oculinudato corpore

Nymphas Nutricum

(4) tenusextautes e gurgite cano.,

st’arte cdiremotissima origine.Senonchelasola arcadi

Noè

rammentatain libro divino,e il piu anticodiquantineabbiamo,dee darneuna prova invincibile.Pure in ciò quanto sièabusato del raziocinio daidotti;da quei specialmente che nel trattar leoriginidellanostraItalia cihan deriva-to daiCelti!

Non

èquestoilluogo diriportarei lorodelirj.Chin’abbiadesioveggail Bardettidei primiabitatoridell' Italia

Tomo

I.pag 57. esegg.

perlungotratto,ove con perpetuo equivoco non

si distinguono le coloniedalleemigrazioni,ncle grandi navigazioni dallemalsicurezattere, lequali certoservirono peiGreci,ondetragittar dall’Epiro inItalia,inseguiti da altreturme selvagge. Ve-dasila PrefazionediTucidide alla sua Storia,e

ileh Vcrmiglioli nelbel discorso premessoal

pri-mo Tomo

delsuocomento sulleanticheiscrizioni Perugine

.

(l)Il dottissimoediligenteCarli nellodato li-brop.98. ha raccolteleopinionidegli antichie deimoderni sulvellod’oro. In pitturapressogli Ercolanesi(T.3.p.19.)vedesiFrisso tragittar sul

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AllorchédegliArgiviilmiglior nerbo

,

Gioventùscelta

,perrapirea’Colclii L’ auratovello osò pe’salsiguadi Ir su ratto vascel con abetini

Remi

sferzandoigrancerulei piani

.

La Dea,

chetieneallecittadi incima Sue rocche,ella

medesma

ipincontesti

Curvando

all’

uopo

edificòil volante Allospirar disottilaura cocchio

.

Questo avvezzò primierlanonesperta Anfitritea portargran moliincorso.

Non

tosto diviso ebb’eicol rostro Gli ondosi campi,edalremeggiointorto L’equoreofluttoincanutì di

spume, Che

leNereidi,fierivolti, uscirò

Del

biancogolfo, ilgran mostro ammiranti.

In queldì,nèmaipiù,vide occhio

umano

Ninfe marine conle

membra

ignude

Fuor

de'candidigorghiinfino alpetto.

montoneilmare, mentreElleè vicina ad anne-garsi.

(z)ApollonioRodiolib.4-v.93e. e segg. e Apol-lodorolib.l.p. ico.ediz. del eh. Heynefan passa-regli Argonauti perlePlancte coll’ assistenza di TetiedelleNereidi.IlprimoanzifasederlaDea altimone,eilsecondo narra che vi fumandata da Giunone

.

(3)CorrezionedelVossio,chela formòdaatqtie che primadiluileggevasineglistampati-L’ Ano-nimoChiosatore dell’esemplare Magliabechiano

del-1’edizione principe leggehaud alia.Lastessa le-zionedi

mano

di Bernardo Pisano è nella copia dell’edizionedel1481.esistentenellamedesima Li-breria; comesopra nellenotealprimo Epitalamio ho avvertito.

(4;L'

Anonimo

ha:Iam crurum tentisilezione

52

Tarn

ThetidisTeleusincenstis ferturamore, Tura Thetis

humanos

nondespexitHyinenaeos,

TumThetidi

pater (i) ipse

iugandum

Pelea

seu-sit(2).

O

niinisoptatosaeclorumtemporenati Heroes(3)saivete,

Deum

genus,obona mater(4):

Vos

egosaepe

meo

vos calmine compellabo.

Teque

adeo eximietaedis felicibusaucte Thessaliaecolumen Peleu(S),quoiIuppiter ipse, Ipse suos

Divum

genitor concessitamores

.

Tene

Thetistenuitpulchevrima Neptunine?

Tene suam

Tethysconcessitducere neptem

,

Oceanusque mari totumquiamplectiturorbem(6)?

Quae

simul(~)optataefinito temporeluces

Ut

venere,

domum

conventutotafrequentat Thessalia: oppletur laetanti regiacoetu.

Dona

ferunt:prae sedeclarantgaudiavoltu.

osservataanchedalloScaligero;

ma

che parda ri-gettarsi.

(1)

O

Nereopadredi Teti, o Giove,chiamato padre per eccellenza daipoeti, diceilVolpi; il qualesi attiene allaseconda opinione seguita an-che dal dottotraduttore.E'notoche Giove preso dall’amore diTeti daleisiastenne a suggerimen-todiPrometeo,ilqualeglipredisse,cheilfiglio, che generato avrebbono,glitoglierebbe ilregno,

com’avea essofatto aSaturno.

(2)L’

Anonimo

legge Sanxìt;così Bernardo Pi-sano.

(3)Altererit tumTiphys,etaltera quae vehat Argo Delectos heroas

.

Virg. ecl.4*v>35. V.iviil dottissimoCerdacheillustra questo verso di Ca-tullo e1altrosuperiore:

Quum

lediiuvenesetc.

(4)

V’ha

discordia fragl’interpretichisia que-stamadre.Chi crede Teti,chiArgo:sentenza che illustra ilVolpiconun passo d’Apollonio Rodio lib.4.v. 1824. E'peròessod’opinionechedebba

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53 AllorfuchediTetiarsePeleo

,

Tetiallornon sdegnòterrenconnubio;

Alloregli

medesmo

il

sommo Padre

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