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di Chiara Zanetti

3. Pellegrinaggio e turismo religioso

La crescita numerica del fenomeno del turismo religioso comporta un sempre maggiore interesse da parte di enti nazionali e internazionali, delle attività imprenditoriali connesse con il turismo e della Chiesa (Mantovani 2011). Tale interesse composito è dovuto alla capacità delle destinazioni turistiche di essere attrattive sia per coloro che visitano i luoghi sacri con una motivazione legata prevalentemente alla fede sia per chi è mosso da una motivazione maggiormente legata al piacere del viaggio e a interessi storico-artistico-culturali. Questa duplice capacità attrattiva è stata appro-fondita dalla letteratura scientifica rifacendosi prevalentemente alla dico-tomia tra pellegrinaggio e turismo. In particolare, come afferma De Salvo (2015), il rapporto tra pellegrinaggio e turismo è stato approfondito concen-trandosi sull’analisi delle differenze e delle similitudini tra turisti e pelle-grini (Cohen 1979; 1992; Digance 2003; Smith 1992).

Una corrente di ricerche ha messo in luce le diversità tra i due fenomeni, evidenziando in particolare la perdita di senso del turismo contemporaneo (superficiale e secolarizzato) rispetto al pellegrinaggio, che è una forma di mobilità individuale ritualistica, che presuppone il riconoscimento

colletti-5 Il 3,6% del totale dei turisti religiosi intervistati dall’Osservatorio ha tra i 18 e i 20 an-ni; il 18,2% tra i 21 e i 30 anan-ni; il 22% tra i 31 e i 40 anan-ni; il 19,4% tra i 41 e i 50 anan-ni; l’8% tra i 51 e i 60 anni; il 28,8% più di 60 anni.

vo quale, ad esempio, un preciso momento del tempo liturgico, la celebra-zione di un santo o un luogo di culto riconosciuto dalle autorità religiose (Motterle 2014: 17). Questo modo di intendere il pellegrinaggio è comune a molte religioni e si traduce in un modo per celebrare un tempo alternativo a quello ordinario, riconoscendosi in una comunità di fede. In questa prospet-tiva, il pellegrinaggio costituisce un tempo sospeso che permette una lettura critica della quotidianità, alla luce del trascendente.

Un altro filone di riflessione pone l’accento, invece, sulle analogie tra tu-rismo e pellegrinaggio, evidenziando come essi spesso assumano il medesi-mo significato, pur in diversi contesti sociali di riferimento: sia per la tradi-zione religiosa sia per il turista contemporaneo, infatti, la mobilità costituisce una fuga dal tempo ordinario verso dei luoghi considerati in qualche modo “sacri”. Tali analogie vengono enfatizzate in quei luoghi in cui bellezza arti-stica o paesaggiarti-stica e rilevanza religiosa coesistono. Davie (2000) mette in evidenza come l’atteggiamento con cui si effettua la visita a questa tipologia di mete è composito e spesso si ibrida: i pellegrini apprezzano anche il valore culturale del luogo e, viceversa, i turisti assumono un atteggiamento mag-giormente consapevole dell’importanza religiosa del luogo.

Fig. 1 – Pellegrini e turisti

Pellegrinaggio Pellegrino

Turismo religioso Turismo secolare Turista Turista>Pellegrino Pellegrino>Turista Motivazione sacra Motivazione sacra-secolare Motivazione secolare Luoghi attrattivi dal punto

di vista esclusivamente religioso

Luoghi con attrattivi per motivi religiosi e culturali

Luoghi attrattivi per motivi non religiosi (culturali, di svago, ecc.)

Elaborazione propria da Smith (1992).

Smith (1992) rappresenta le forme del pellegrinaggio e del turismo lun-go un continuum, dove il turismo religioso si colloca al centro nel punto in cui coesistono motivazioni sacre e secolari. Alle estremità si trovano, inve-ce, le categorie del pellegrino (mosso da elementi devozionali, ritualistici e di riconoscimento comunitario) e del turista, spinto da motivi secolari. La forma del turismo religioso si caratterizza per una compresenza di motiva-zioni e interessi, che si muovono tra i due poli. Anche Costa (2001: 157)

pone l’accento sulla multidimensionalità del turismo religioso e lo descrive come «un insieme fluido di relazioni come il più generale rapporto sacro-pellegrinaggio e profano-turismo». È in questa categoria che trova spazio la strutturazione dell’offerta turistica religiosa: basti pensare, ad esempio, alle strutture per l’accoglienza, alla promozione, alla commercializzazione, ai viaggi organizzati connessi ai luoghi sacri meta di pellegrinaggi e di turi-smo religioso (Nuzzo 2008).

La tipologia sopra proposta fornisce una rappresentazione della fluidità delle categorie collegate al turismo religioso. In questo quadro, anche la let-tura contemporanea del pellegrinaggio assume dei connotati multiformi. Infatti, Margry (2008) evidenzia come, oggi, il termine pellegrinaggio sia usato anche in riferimento a mete connesse a luoghi profani, che però ven-gono visitati con un sentimento che può essere definito religioso. Al tempo stesso, Nocifora (2010) rileva come si vadano affermando pratiche turisti-che turisti-che assumono le forme esteriori del pellegrinaggio, perdendone però il contenuto più peculiare ovvero l’esperienza religiosa e l’idea del sacro e della devozione. Questa interpretazione contemporanea del pellegrinaggio sembra rispecchiare la più generale secolarizzazione della società che com-porta una prevalenza, anche tra i pellegrini, dell’approccio turistico a scapi-to della pratica religiosa. Nocifora (ivi: 186) evidenzia come «il processo di secolarizzazione, che coinvolge l’insieme della società moderna, giunge si-no a secolarizzare anche le mete del pellegrinaggio tradizionale, trasfor-mandole in mete di un movimento turistico caratterizzato la maggior parte delle volte in senso culturale, o etico/sociale, o naturalistico/salutista». In questo quadro, quindi, trovano spazio anche pellegrinaggi laici, che mutua-no le modalità del viaggio religioso spostando l’attenzione verso una forma universale di spiritualità. Come evidenziato in precedenza, gli spazi più re-centi di critica al turismo di massa e la sempre maggiore attenzione al turi-smo sostenibile e responsabile creano un collegamento tra le pratiche del pellegrinaggio e quelle della mobilità lenta, che permettono maggiormente di vivere l’autenticità dei luoghi e di entrare in contatto con le popolazioni e le tradizioni locali (Bernardi 1997). La commistione probabilmente va ben al di là della sola comunanza di aspetti concreti legati alla modalità di in-tendere il viaggio, ma enfatizza anche una ricerca di senso e di appartenen-za universale non in antitesi una religiosità inclusiva (Nocifora 2010).

3.1. Pellegrini del Giubileo e destinazioni turistiche

Accanto all’analisi dell’evoluzione del pellegrinaggio, la letteratura si è soffermata anche sui luoghi meta di pellegrinaggi. In particolare, è stato sottolineato come lo sviluppo dei santuari e degli itinerari di pellegrinaggio si sia reciprocamente autoalimentato in una sorta di legittimazione recipro-ca. Infatti, il santuario nasce per perpetuare la memoria di un fatto religioso, ma al tempo stesso ha bisogno dei pellegrini per fare in modo che questa memoria si riproduca. La riproduzione può avvenire sia attraverso forme rituali che richiamano pellegrini e suscitano forme di devozione su larga scala sia attraverso il sostegno delle comunità locali, con forme ritualistiche limitate allo specifico territorio in cui si sviluppa il luogo sacro. Tale lega-me di rinforzo reciproco, che connette il luogo turistico e le pratiche di visi-ta che lo caratterizzano, assume nel caso dei luoghi sacri una sfumatura par-ticolare, in quanto la prevalenza di uno o di un altro aspetto non sempre viene istituzionalizzato dal mondo ecclesiastico (Cipriani 2012). A titolo esemplificativo, si ricorda ad esempio come Medjugorje, una delle mete in forte crescita nell’ambito del turismo religioso, raccolga giudizi critici da parte della Chiesa cattolica.

Nel contesto contemporaneo, anche i santuari hanno assunto connotati ibridi, rispecchiando quanto richiamato precedentemente rispetto ai conno-tati sacro e secolare del turismo. Essi non rispondono più in modo esclusivo a un’aspettativa devozionale, ma diventano veri e propri beni culturali, con una valenza storica, artistica, naturale o paesaggistica, ecc. In questo senso, i santuari, al pari dei molti luoghi di culto della Chiesa cattolica, diventano un potenziale fattore di sviluppo e valorizzazione territoriale, che chiama in causa una gestione condivisa tra le diverse istituzioni ecclesiastiche, gli amministratori locali e le associazioni culturali.

Anche tra le interviste effettuate nell’ambito dell’indagine descritta nel capitolo precedente si evidenziano mete che spaziano dall’essere luoghi con una caratterizzazione esclusivamente religiosa a luoghi in cui coesistono gli aspetti religioso e culturale. Tale dicotomia è ancor più rafforzata dal carat-tere diffuso del Giubileo della Misericordia, che ha valorizzato come Porte sante un insieme di luoghi di culto individuati dalle diocesi. Sulla base di quanto riportato nella tipologia descritta nella figura 1, il complesso di luo-ghi in cui gli intervistati hanno svolto un pellegrinaggio è stato classificato in due categorie: destinazioni in cui prevale la componente religiosa e de-stinazioni in cui è presente la duplice componente religiosa e culturale.

Fig. 2 – Prime destinazioni del pellegrinaggio giubilare a carattere prevalentemente reli-gioso (%)

Fig. 3 – Prime destinazioni del pellegrinaggio giubilare a carattere religioso-culturale (%)

Sono state considerate come appartenenti alla prima categoria le mete che non intercettano i grandi flussi turistici o comunque i luoghi sacri ap-partenenti alla medesima diocesi in cui è stato somministrato il questionario (cfr. fig. 2): è il caso quindi degli intervistati in provincia di Belluno che hanno svolto un pellegrinaggio nella basilica di San Martino (nel capoluogo di provincia) o nel locale santuario mariano del Nevegal; analogamente, gli intervistati a Trieste hanno svolto un pellegrinaggio nella cattedrale cittadi-na o nel vicino santuario mariano di Monte Grisa. Sempre in questa catego-ria sono stati inseriti anche i pellegrinaggi verso i grandi santuari del cri-stianesimo (si ricordano a titolo esemplificativo le seguenti mete indicate dagli intervistati: la Polonia, dove nel 2016 si celebrava la Giornata mon-diale della gioventù, Medjugorje, Lourdes, Fatima). Nella seconda categoria sono state inserite le mete culturali-religiose maggiormente attrattive (cfr. fig.

27 3 7 9 21 33 0 10 20 30 40 50 Altro Grado Polonia Cormons Trieste Belluno 13 4 6 11 16 50 0 10 20 30 40 50 Altro Santiago Cividale Assisi Padova Roma

3), tra cui spiccano Roma, Padova e Assisi. Nello spirito del Giubileo della Misericordia, nella survey è stato intercettato un maggiore numero di pelle-grini che hanno partecipato a viaggi o escursioni verso luoghi appartenenti alla prima categoria (180 casi), rispetto alla seconda (147 casi).