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Prosegue don Cracina ( Cammino delle Pievi ):

4. Le risultanze più significative

Come conclusione, si sintetizzano i principali risultati emersi dalle ri-flessioni fatte dai testimoni qualificati sui cammini religiosi e sui luoghi di culto.

Importanza attribuita al sacro nella società

- C’è un ritorno al sacro basato sulla sobrietà, sul valore dell’interiorità e sul riferimento alla presenza di Dio e come stimolo per una società e una scienza incapaci di dare risposte alle profonde istanze dell’uomo. - Nella dimensione del sacro, vengono incluse anche le bellezze

naturali-stiche e architettoniche e gli artefatti umani contenuti nelle chiese in cui si riconosce la presenza divina.

- È più facile apprezzare la dimensione spirituale nei luoghi e negli arte-fatti del passato e più difficile individuarla nelle azioni quotidiane di as-sistenza delle comunità religiose, ma non si deve scambiare la chiesa per un museo.

Dimensioni spirituale e turistica dell’offerta

- Si evidenzia, laddove è pertinente, il carattere prevalentemente spirituale delle attività svolte dai referenti che rifiutano di vedersi attribuire l’etichetta di “operatore turistico”.

- Nella visita ai santuari prevale l’aspetto della preghiera alla Madonna come invocazione di aiuto e protezione.

- Il pellegrinaggio è una forma semplice di ritiro spirituale in una società relativista e avulsa da un cammino di vera spiritualità.

- Ci può essere una sinergia tra la dimensione più spirituale (sussidi reli-giosi) e quella più turistica (guida alla conoscenza del patrimonio natu-ralistico e artistico-culturale).

Caratteristiche dell’utenza

- Nel complesso, l’utenza è composta prevalentemente di adulti e anziani, pochi ragazzi se non in occasione delle visite scolastiche o dei campi par-rocchiali o scout.

- Nei luoghi santi, la grande maggioranza delle persone è costituita da de-voti che vengono per la messa, la confessione e anche per un momento di distensione psicologica.

- I cammini sono percorsi da un’utenza diversificata: sia da quanti vogliono fare un’esperienza di pellegrinaggio e sia da quanti desiderano semplice-mente muoversi; non tutti affrontano il cammino con la fede nell’animo e

sono più interessati al camminare salutistico o estetico-paesaggistico. - Nei santuari, l’utenza è composta di persone credenti e osservanti, ma

anche da persone che vengono per una gita e godere del panorama o dell’energia che trasmettono.

Giubileo della Misericordia

- Il Giubileo della Misericordia non ha portato investimenti pubblici che avrebbero invogliato i privati ad attivarsi a loro volta.

- Il carattere di diffusione sul territorio del Giubileo ha portato benefici ai santuari e ai territori che li ospitano, ma non nella misura auspicata. - Gli incrementi di fedeli, durante l’Anno santo, sono stati lievi lungo i

cammini e maggiori nelle chiese dotate della Porta santa, nonostante gli sforzi per organizzare visite e celebrazioni a tema o formare adeguata-mente gli addetti all’accoglienza.

Sinergie di rete

- L’implementazione dei cammini religiosi o la valorizzazione dei luoghi santi richiedono una sinergia costruttiva tra operatori ecclesiali, istitu-zionali, economici e culturali che si fa fatica a raggiungere e a mantene-re viva.

- Manca la consapevolezza della ricchezza per il territorio locale e regio-nale di queste strutture religiose da parte degli attori istituzionali che ri-tengono rischiosi gli investimenti con ritorni positivi nel lungo periodo. - La percezione generale è che si sottolineino troppo le diverse

responsa-bilità in campo spirituale o dedicate alla società.

- Particolarmente importante è il ruolo dell’associazionismo culturale che supporta le iniziative a carattere spirituale, attraverso la realizzazione e manutenzione dei sentieri, l’accoglienza dei visitatori/fedeli, la cura estetica dei luoghi, la promozione.

Ricettività

- In molti casi, la ricettività locale dei territori è considerata insufficiente per flussi non ordinari, costringendo gli operatori ad appoggiarsi alle cit-tà capoluogo o alle localicit-tà turistiche balneari.

- C’è la necessità di diversificare l’offerta, mettendo a disposizione strut-ture più ampie per accogliere eventuali gruppi, aumentando i bed and

breakfast e gli alberghi di categoria superiore, incrementando gli eventi

per garantire un’affluenza costante durante tutto l’anno.

- Specifica è la situazione per i pellegrini dei cammini le cui esigenze so-no ritenute molto spartane (un riparo, una doccia con acqua calda, ecc.).

Le strutture parrocchiali o le famiglie disposte a ospitare i viaggiatori sono una risposta in tal senso adeguata.

- È un problema più di qualità che di quantità poiché l’esperienza del viaggio religioso è del tipo “mordi e fuggi”.

Formazione degli addetti all’accoglienza

- Viene riconosciuta la volontà da parte della politica di potenziare la col-laborazione tra le varie realtà per migliorare l’accoglienza e la forma-zione.

- I referenti dei luoghi santi rilevano la scarsa competenza religiosa e cul-turale di alcune guide turistiche che prediligono gli aspetti artistici al va-lore delle celebrazioni; mancano la conoscenza e la sensibilità religiosa.

Strategie di valorizzazione

- È importante cogliere l’onda del viaggiare lento in cui si riconosce il pellegrino turista/religioso, diverso per filosofia e obiettivi dal turismo tradizionale.

- C’è il bisogno di potenziare gli aspetti organizzativi dei percorsi (segna-letica, punti di ristoro e di ricettività) e quelli promozionali (internet, guide, app, ecc.).

- Bisogna valorizzare meglio il contesto ambientale in cui i luoghi di cul-to e i cammini sono inseriti, soprattutcul-to per quei luoghi che sorgono in posizione elevata e sono visibili a lunghe distanze: il loro valore estetico e simbolico è un sicuro elemento di attrazione.

- Per le strutture di culto che non si occupano di servizi turistici, ma solo religiosi, è importante curare meglio il momento delle celebrazioni e delle confessioni, motivo principale della frequentazione.

- Bisogna aumentare l’offerta dei servizi non religiosi: ristorazione, even-ti, attività di svago, ecc.

- L’aspetto della ristorazione non è per tutti una priorità non essendo affi-ne alla missioaffi-ne spirituale di fondo; questi servizi sono gestiti da struttu-re esterne o lasciate all’iniziativa dei privati.

- Si devono creare itinerari specifici legati alla storia locale in risposta al-le esigenze del turista di approfondire la conoscenza del contesto cultu-rale nel quale si trova.

- È necessario che le comunità locali vengano sensibilizzate e coinvolte nella gestione, mettendosi a disposizione nell’offerta di posti letto, di prodotti topici e come animatori dell’accoglienza.

- Per la tipologia di viaggio, bisogna diffondere la cultura dell’acco-glienza (ristoro e assistenza) nel rispetto della regola di San Benedetto

(534) che definiva l’obbligo di ospitare i visitatori “come se fossero Cri-sto” (Regula monachorum e principio della gratuità).

- Va potenziato o introdotto la funzione di informazione “turistica” per la visita dei luoghi d’arte limitrofi o per le escursioni naturalistiche.

Apprendimento e marketing esperienziali

- Il pellegrino/turista ricerca proposte e prodotti “memorabili” attraverso l’immersione nei luoghi, il contatto con le persone, la preghiera comuni-taria, ecc.

- Il pellegrinaggio è già di per sé un prodotto esperienziale costruito su emozioni forti (in un contesto naturalistico) che cambiano interiormente le persone.

- Il cammino isola dalle abitudini quotidiane e libera la mente, aumentan-do la riflessività, la riscoperta dei valori spirituali e dell’accettazione di Dio e la selezione delle cose che contano (la bellezza dell’essenzialità). - I santuari offrono un percorso dove prevale l’interiorità e il rapporto

in-timo con Dio.

- La convivialità che si crea durante il viaggio richiama le antiche espe-rienze delle “rogazioni”.

In sostanza, sebbene gli intervistati rimarchino, laddove è pertinente, la funzione spirituale delle loro attività, non escludono le collaborazioni con il mercato turistico, in particolare con quello legato all’approccio della len-tezza e di qualità. Anzi, queste sinergie vengono viste come uno stimolo per le persone ad avvicinarsi a Dio e a riscoprire valori di vita diversi e più profondi; un’occasione di salvaguardia e divulgazione del patrimonio reli-gioso-culturale che rappresentano; un supporto alla gestione dei flussi di fedeli che, in determinati periodi, sovraffollano i luoghi; una spinta per le comunità circostanti a ritrovare un senso di identità e di appartenenza; un’opportunità di crescita economica e sociale per i territori circostanti; un miglioramento della qualità dei prodotti e dei servizi offerti; un momento educativo per i giovani e, soprattutto, un riconoscimento ai luoghi santi del ruolo di faro della cristianità e di una spiritualità comunionale fondata sulla pace e sull’unità d’intenti.

Riferimenti bibliografici

Acquaviva S. (1961), L’eclissi del sacro nella civiltà industriale: dissacrazione e

secolarizzazione nella società industriale e postindustriale, Edizioni di

Comu-nità, Milano.

Baldin S., Zago M. (cur.) (2017), Luoghi dell’anima, anime in cammino.

Riflessio-ni su eredità culturale e turismo religioso, FrancoAngeli, Milano.

Tonazzi N. (2017), “Il ruolo degli operatori nella salvaguardia e promozione dei luoghi di fede”, in Baldin S., Zago M. (cur.), op. cit., FrancoAngeli, Milano, pp. 214-234.

6. I cammini e i luoghi santi come spazi eterotopici