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Percorsi e strumenti per favorire l’occupabilità: il lavoro della Sezione SPO

Come abbiamo visto, a fronte dei sostanziali cambiamenti di natura economica che l’hanno interessata negli ultimi anni, l’Europa ha inserito tra i suoi indirizzi per la costruzione di una società basata sulla conoscenza la promozione di strategie per favorire l’occupazione di tutti e di ciascuno.

In risposta a questa esigenza la comunità scientifica ha elaborato il co- strutto strategico di “occupabilità” con cui si intende “l’intreccio tra il capi- tale umano, sociale e psicologico della persona – mediato dalle variabili si- tuazionali – che consente all’individuo di porsi/riproporsi nel mercato del lavoro con un personale progetto professionale aderente al contesto” (Gri- maldi, Porcelli & Rossi, 2014, p. 66).

Da un punto di vista pedagogico, ovvero della Pedagogia del lavoro, e nell’ambito di una prospettiva di dialogo interdisciplinare, i più recenti con- tributi investono sui costrutti di Self Management (Guichard, 2005, 2009; Savickas, Nota, Rossier & Co, 2009; Savickas, 2011) Capability (Nuss- baum, 2011), Capacitazione (Costa, 2013; Margiotta, 2014; Mulder, 2012, 2007; Olesen, 2016, 2014), Generatività, declinata come espressione di un talento, (Carotenuto, 1991; Margiotta, 2017; Nussbaum, 2005, 2009, 2012),

Biograficità (Alheit e Bergamini, 1996), Agency ed Autopromozione di sé

(Alberici, 2013, 2008, 2002) in quanto il fine dello sviluppo globale è di mettere in grado le persone di vivere un’esistenza piena e creativa, svilup- pando appieno il loro potenziale (Nussbaum, 2011; Sen, 1999).

Alberici (2004) individua la dimensione biografica, sociale e della me- tacompetenza tra gli elementi prioritari che caratterizzano la cosiddetta

competenza strategica e attraverso le quali si declina la finalità educativa

dell’imparare ad apprendere. In particolare, la dimensione della biografici-

1 e, quindi, della narrazione autobiografica fa riferimento alla capacità

dell’individuo di raccontarsi, riconoscendosi punti di forza e debolezza, di attribuire significato alle esperienze di vita, di orientarsi, prendere decisioni e progettarsi. A tale scopo può essere funzionale l’implementazione di una prassi narrativa orientata all’esplorazione di situazioni e dilemmi rispetto ai quali ciascun individuo possa dare il proprio contributo in termini di risorse cognitive, emotive, creative. Solo attraverso la proposta di una situazione formativa discorsiva viene garantita a ciascuno la possibilità di “ascoltarsi,

1 Il sociologo Alheit parla di biograficità, intendendola come la capacità dell’adulto di non riferirsi esclusivamente alla struttura sociale in cui si colloca la sua vita, ma di prendere in considerazione opzioni inesplorate del suo percorso biografico, intuendole consapevol- mente e potenzialmente come sue.

prendere parola, condividere idee e proposte, negoziare ipotesi interpreta- tive e risolutive di problemi ed elaborare nuove forme di conoscenza e di sapere” (Striano in Striano, Melacarne & Oliverio, 2018, p. 237). Una nar-

razione da cui scaturisce autoconsapevolezza e conseguentemente emanci- pazione. Da un punto di vista più prettamente psicologico, i più recenti ap- procci all’orientamento si inseriscono nell’ambito di un nuovo paradigma riguardante la costruzione di progetti di carriera connessa alla costruzione dell’identità vocazionale. Tali approcci sembrano rispondere maggiormente ai cambiamenti socioeconomici della società odierna, laddove gli approcci tradizionali erano in linea con caratteristiche di stabilità e continuità nel tempo delle scelte di carriera, coerentemente con il contesto socioeconomi- co del tempo e con le caratteristiche personali.

Pertanto, alla luce delle nuove richieste poste dal contesto all’individuo- lavoratore, d’accordo con Savickas (2009, 2011) e Guichard (2005, 2009) appare necessario sviluppare nuovi sistemi di promozione personale. In particolare, Savickas (2014) suggerisce che gli interventi di orientamento vocazionale siano finalizzati a supportare gli individui nei processi di ri- flessione sulle proprie capacità, strategie, potenzialità coerenti al contesto in cui essi vivono. Una riflessione volta al superamento dei problemi in cui gli individui potrebbero incorrere nella costruzione delle loro vite nell’a- dattare i loro bisogni al contesto di lavoro in particolare. Il fine ultimo è quello di costruire un concetto di sé espresso nelle scelte effettuate e co- struito attraverso le specifiche esperienze vissute.

Nell’ottica dell’orientamento come compito educativo permanente, le attività proposte dalla Sezione Servizi di Promozione dell’Occupabilità (SPO) attraverso l’utilizzo di metodologie biografico-narrative, hanno l’obiettivo di promuovere sia competenze auto-orientative sia competenze di progettazione e ri-progettazione di sé (Life Design). Queste ultime risul- tano essere strategiche per l’acquisizione di criteri di scelta indispensabili per definire un personale progetto professionale aderente alle competenze, alle attitudini e ai valori del soggetto, oltreché al contesto di riferimento.

Qui presentiamo gli step e gli strumenti utilizzati nel percorso di Pro- mozione dell’Occupabilità che è rivolto a laureandi, dottorandi, e volontari del servizio civile nazionale. L’obiettivo primario del percorso è quello di offrire attività di orientamento del Sé in termini di occupabilità. Nella pro- spettiva della formazione continua l’orientamento si configura come dispo-

sitivo di interfaccia indispensabile per garantire continuità e significatività

ai processi formativi, facilitando la realizzazione di un progetto di sviluppo personale e professionale coerente con le aspettative, i bisogni, le risorse e le potenzialità dei singoli soggetti, in relazione ai loro contesti di vita (Striano, 2015; Savickas et al. 2009).

La metodologia utilizzata nel percorso di promozione dell’autoconsa- pevolezza e orientamento del Sé prevede l’utilizzo di dispositivi e strumenti quali-quantitativi volti a:

a) promuovere la conoscenza tra i membri del gruppo; b) esplorare l’indice interno di occupabilità (AVO); c) esplorare le competenze trasversali possedute (BdC);

d) implementare la capacità di autopromuoversi attraverso la narrazione, avvalendosi della tecnica del Digital Storytelling.

Nel dettaglio, l’attività riferita al punto b) si avvale dello strumento del questionario AVO giovani (Grimaldi, 2016). Per la descrizione dello stru- mento e le sue caratteristiche psicometriche si rimanda il lettore al capitolo precedente.

L’attività del punto c) viene ad essere realizzata avvalendosi del que- stionario BdC costruito ad hoc (Capobianco, 2016; Capo, 2016) volto ad auto-valutare ed esplorare le competenze trasversali e le life skills 2possedu-

te dagli individui. Infine, l’attività del punto d) consiste nella articolazione e successione di tre attività specifiche, ovvero la fase di writing, editing e

sharing finalizzate alla produzione e alla condivisione da parte dei destina-

tari dell’intervento del proprio Video Portrait.