• Non ci sono risultati.

Alla radice delle competenze personali prospettate come caratterizzanti l’occupabilità di una persona nel contesto dell’attuale situazione lavorativa sta, come abbiamo notato, la capacità di auto-direzione, non solo come ca- pacità di scelta di obiettivi esistenziali e lavorativi, ma soprattutto come ca- pacità di governare sé stessi verso il loro conseguimento. Occorre subito chiarire che si tratta di competenze che si sviluppano lungo tutto il corso della propria vita, soprattutto tra infanzia, adolescenza e giovinezza. Terrie Moffit (2011), una delle maggiori criminologhe del mondo, ha studiato per circa quarant’anni la popolazione del suo Paese, la Nuova Zelanda. I risul- tati di tali studi sono stati presentati nel 2015 in varie conferenze tenute in Europa. La studiosa ha messo in evidenza come bambini che manifestano buone capacità di auto-controllo già nel periodo della scuola dell’infanzia diventino in generale adulti autonomi e responsabili, mentre bambini che evidenziano limitate capacità di autoregolazione tendano a crescere come cittadini problematici e in molti casi sono proclivi ad azioni criminali. Tale tendenza era stata da lei addirittura rilevata nel caso di due fratelli gemelli. In particolare, la studiosa ha constatato che bambini con minori capacità di autoregolazione avessero maggiori probabilità di diventare adolescenti fra-

3 A questo proposito è disponibile sulla piattaforma www.competenzestrategiche.it lo strumento diagnostico della propria prospettiva temporale denominato Zimbardo Time Per- spective Inventory, tradotto e validato in italiano.

gili, fumatori, non diplomati, e in età più avanzata manifestassero problemi fisici, dipendenza da sostanze, basso profilo lavorativo, problemi finanziari e con la giustizia. Al contrario, migliori capacità di autocontrollo già da piccoli evidenziavano poi maggiore possibilità di successo scolastico, ac- cademico lavorativo, e di soddisfazione esistenziale.

George McCloskey (2013) in vari studi ha riscontrato come sia la capa- cità di autodeterminazione, cioè di scelta responsabile, sia di autoregola- zione, cioè di gestione di sé, si fondino nella prima infanzia su alcune com- petenze fondamentali, denominate “funzioni esecutive”, cioè funzioni di governo di sé. Dopo aver esaminato un notevole quantità di studi speciali- stici nell’ambito della psicologia cognitiva, della neuropsicologia, delle neuroscienze, della psicologia evolutiva e dell’educazione, l’Autore è giun- to a proporne un modello multidimensionale. In esso vengono evidenziati i compiti fondamentali di tali funzioni esecutive: sollecitare e dirigere il fun- zionamento della percezione, delle emozioni, della cognizione, dell’azione nel contesto intrapersonale, interpersonale, ambientale e simbolico. Tali competenze iniziano a svilupparsi ben presto nell’infanzia e la loro crescita continua a evolvere almeno fino alla terza decade dell’esistenza, ma proba- bilmente lungo tutto l’arco della vita.

Russel A. Barkley (2012) ha proposto una definizione operazionale di funzioni esecutive, che consente non solo di individuarle, ma soprattutto di coglierne lo sviluppo e la funzione. Essa suona così: “l’uso delle azioni au- to-dirette come scegliere obiettivi, selezionare, mettere in atto, supportare azioni nel tempo verso tali obiettivi normalmente nel contesto di altri spes- so appoggiandosi su mezzi sociali e culturali al fine di massimizzare il pro- prio benessere quale egli concepisce”. Tale definizione consente quindi di individuare successivi livelli di sviluppo attraverso quello che l’Autore de- finisce processo di interiorizzazione. Il primo livello viene definito come uno stadio di preparazione alla capacità di auto-direzione. Esso evolve pro- gressivamente verso la capacità di autoregolarsi in quanto si è consapevoli delle diverse funzioni esecutive più importanti, si riescono a gestire vali- damente i processi di inibizione, quelli relativi alla memoria di lavoro ver- bale e non verbale, quelli di natura emozionale e motivazionale, la pianifi- cazione e la risoluzione di problemi.

Si tratta di un cammino di interiorizzazione, che porta a una vera e pro- pria maturazione personale. Un livello superiore si ha quando si riesce a governare la propria esistenza da questo punto di vista in maniera coerente e continua. A questo livello si possono evidenziare almeno cinque dimen- sioni interrelate: la capacità di gestione di sé nel tempo; la capacità di auto- organizzarsi e di risolvere problemi; la capacità di auto-controllo (attraver- so forme di inibizione di impulsi e di subordinazione di interessi a breve

termine); la capacità di auto-motivarsi e di auto-regolare le proprie emozio- ni. A questo nucleo possono accompagnarsi altre capacità cognitive. Infine si giunge a quello che viene chiamato livello strategico-cooperativo, che include l’ambito dei rapporti sociali, dell’articolazione dei ruoli nel conte- sto lavorativo, dell’organizzazione famigliare (Barkley, 2012).

Considerando le soft skills come disposizioni interne stabili, il ruolo di un’adeguata crescita delle funzioni esecutive assume un rilievo essenziale almeno da due punti di vista. Il primo riguarda la prospettiva che tende a considerare le diverse funzioni esecutive da un punto di vista unitario: quel- lo dell’auto-direzione e dell’autoregolazione. Il secondo elemento concet- tuale, direttamente derivante dal primo, è il processo di sviluppo di tali fun- zioni esecutive, centrato sul processo di loro interiorizzazione, cioè non so- lo di una loro conoscenza e capacità di riconoscimento in sé e di loro valu- tazione, ma anche di impegno nello svilupparle. E in tutto ciò è direttamen- te convolta una sensibilità e competenza formativa specifica da parte di ge- nitori, di educatori e di docenti.

Le principali funzioni esecutive nel tempo individuate sono: a) sotto il profilo inibitorio: controllo/gestione dell’impulsività; dell’attenzione; delle emozioni; b) sotto ilo profilo cognitivo: flessibilità cognitiva; gestione della memoria di lavoro; c) sotto il profilo organizzativo: capacità di pianifica- zione; capacità di organizzazione; d) sotto il profilo relazionale: capacità di gestione delle relazioni interpersonali.

Per capire non solo l’importanza di queste competenze elementari dal punto di vista del futuro lavorativo, ma anche l’interazione tra loro che esse implicano, è utile approfondire tale interazione almeno nel caso di quelle evocate sotto il profilo inibitorio.

Sull’interpretazione delle competenze elementari come fonda-