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Il percorso delle SIM

IL PANORAMA ITALIANO

CAPITOLO 4 I BROKER ITALIAN

4.1 Il percorso delle SIM

Negli anni '90 il mercato del TOL era governato dalle banche, tramite i borsini e gli agenti di cambio. I borsini erano dei dipendenti bancari che si occupavano di investimenti in borsa su strumenti di varia natura; il loro compito era quello di ricevere gli ordini di acquisto o vendita dai clienti e comunicarli agli agenti di cambio, senza che questo comportasse costi aggiuntivi oltre alla commissione praticata dalla banca sull'eseguito.

L'agente di cambio era l'intermediario ufficiale delle borse valori al quale era riservata la negoziazione dei titoli in borsa fino alla riforma dell'intermediazione mobiliare che, con la legge numero 1 del 02/01/1991, introduce le Società di Intermediazione Mobiliare.

Con l'entrata in vigore di questa legge, cessa la riserva a favore degli agenti di cambio e l'attività di negoziazione viene estesa alle SIM, che possono operare direttamente sui mercati regolamentati. La stessa legge dispone inoltre che non saranno più banditi concorsi per la nomina di agenti di cambio, che saranno sostituiti nel tempo dalle SIM,

alle quali anche gli istituti bancari dovranno rivolgersi per l'esecuzione degli ordini. Gli agenti di cambio in carica al 02/01/1991 potevano scegliere se continuare ad esercitare le attività loro consentite oppure assumere la qualifica di soci, amministratori o dirigenti di una SIM ed essere iscritti in un ruolo speciale istituito presso il Ministero del Tesoro. Il panorama cambia di nuovo quando, nel 1996, viene varato il decreto Eurosim (legge 415 del 23/07/1996) che abroga quasi del tutto la precedente legge 1 del 02/01/1991 ed amplia la categoria degli intermediari abilitati estendendo anche alle banche l'accesso diretto alle contrattazioni, senza dover più utilizzare obbligatoriamente una SIM. Per effetto di tale decreto la banca vede l'agente di cambio e le SIM come soggetti “inutili”, in quanto non sono più fondamentali.

In seguito alla riforma del 1991 cominciano a nascere ed evolversi le prime SIM, ma fino agli inizi del 2000 il mercato del trading online resta in mano all'industria bancaria. L'impressione è però che le banche non riservassero particolare attenzione al settore del trading online, che non effettuassero al riguardo analisi strategiche di lungo periodo e che non considerassero le prospettive del loro servizio e dei nuovi orientamenti della clientela, ormai stanca di avere un ruolo "passivo" nella gestione dei propri fondi e scontenta del trattamento riservatogli dagli istituti creditizi.

Le banche infatti continuano a condurre il mercato del trading tramite il borsino, posizione che nella maggior parte dei casi è occupata da un dipendente di sportello promosso, quindi non un esperto di mercati finanziari con conoscenze tecniche adeguate al ruolo che svolge, anche se può solamente ricevere ed eseguire gli ordini dei clienti senza poter intervenire sulle decisioni prese.

La situazione proseguì senza intoppi particolari, fino a quando la crisi del 2000 e il crollo dei mercati successivo al disastro delle torri gemelle dell'11 settembre 2001 scossero il mondo finanziario.

Gli investitori privati clienti delle banche, che non erano dotati di cultura finanziaria, cominciarono a perdere in modo sostanzioso, ma non vendettero, se non quando la loro situazione economico-finanziaria era ormai compromessa.

La mancata preparazione dei borsini emerse prepotentemente: in una situazione di forte pressione ribassista non riuscirono a dare ai clienti informazioni valide né supporto strategico.

rapporto banca-cliente, il che diede l'input alle banche, che non si erano mai ben organizzate nel settore, di ritenere il mercato del trading online una nicchia troppo rischiosa e poco redditizia e dunque di abbandonarlo. Gli istituti creditizi spostarono l'interesse dei risparmiatori verso un tipo di investimento alternativo come i fondi comuni di investimento, considerati meno volatili e rischiosi del mercato azionario e di più facile collocamento.

Di conseguenza chi era interessato al TOL cominciò a cercare delle apposite figure che permettessero di operare sui mercati azionari. Queste società, oltre ai pochi agenti di cambio rimasti tali, erano le SIM.

Tutto il segmento del trading online era nelle mani di pochi soggetti e, senza la concorrenza delle banche, si vide il proliferare di nuove società che cercavano di ritagliarsi una fetta di mercato. Anche il ruolo svolto dai piccoli broker è di primaria importanza nel processo evolutivo del trading online.

Uno dei poli finanziari più importanti e famosi d'Italia era Genova, che vantava la presenza di numerosi operatori, fra i quali Sivori SIM, (la più antica di Genova, oggi Unica SIM), Brunetta D'Usseaux (dal 2000), la milanese Twice SIM (sbarcata a Genova nel 2002) e l'agente di cambio Tasso che nel 2000 fonda Millennium SIM, la quale nel 2001–2002 raggiunge ottimi volumi di affari e movimenta una buona fetta dell'MTA. A questo punto è doveroso fare un richiamo a quella che è la struttura di una piccola SIM. Queste aziende si caratterizzano per essere monoservizio, ovvero offrono alla clientela un singolo servizio, un software da poter usare comodamente da casa (o nelle sale trading, se presenti) per poter operare. Il vantaggio di tale struttura è di poter contare un numero di dipendenti tendenzialmente vicino allo zero e pertanto contenere i costi. Dunque, la logica di marketing di una SIM è quella di acquisire nuovi clienti per ottenere un incremento degli eseguiti e dei ricavi, senza però dover aumentare i costi di gestione: il punto di forza con cui attrarre nuovi clienti e sbaragliare la concorrenza è la commissione per singolo eseguito.

Tornando in tema, con l'espandersi delle SIM all'inizio del secondo millennio, si assiste ad una corsa al ribasso delle commissioni, in quanto si passa da una media di circa 15/20 euro per eseguito a 6/7 euro nel 2006133. Il mercato è ben delineato e in buona

parte in mano alle SIM, basti vedere Directa che dal 1999 al 2005 passa da circa 4.000 a 133 Informazione ricevuta tramite comunicazione personale con un Sim.

12.000 conti aperti134. Le banche iniziano allora a nutrire un nuovo interesse per questa

attività, intravedendo buone possibilità di profitto, dato l'interesse dei consumatori e il volume dei titoli spostati.

Per rientrare nel settore gli istituti di credito utilizzano gli spin off: Unicredit incorpora Fineco, UBI ha IWBank, il gruppo BPM Webank, per citare quelli che abbiamo analizzato. Le banche, intenzionate a rilevare i clienti risparmiatori e/o investitori già fidelizzati con le società specializzate, promuovono allora offerte molto aggressive. La lotta è sempre a livello commissionale, con offerte che arrivano a 2/3 euro per eseguito, un prezzo che le SIM riescono a replicare ma con notevoli sacrifici.

Oltre all'ingresso di concorrenti di tale portata, le SIM si trovano anche a dover affrontare problemi di sicurezza e di immagine, a causa delle prime società poste in liquidazione.

Dagli archivi Consob si rileva l'elenco degli intermediari assoggettati a procedure concorsuali o falliti, aggiornato al 9 gennaio 2006:

• Giorgio Vincent SIM S.p.A.; • Agente di cambio Dario Bartolini; • Agente di cambio Gianluca Caffarena; • Bregliano SIM S.p.A.;

• Piazza Affari SIM S.p.A..

Piazza Affari SIM venne commissariata dalla Consob e posta in liquidazione coatta amministrativa: una decina di clienti avevano accumulato perdite per circa 6,5 milioni di euro su derivati. Il fondo di garanzia della società non era allineato, quindi i dirigenti attinsero ai conti dei clienti, ovviamente non informati dei fatti. Quando il gioco fu scoperto erano già spariti 5 milioni di euro dai depositi dei clienti135.

Sempre nel 2006, anche la Bregliano SIM aveva subito la stessa sorte, passando dall'amministrazione straordinaria alla liquidazione amministrativa: il buco era di circa di 1,5 milioni di euro, in conseguenza di operazioni su titoli e su derivati. La Bregliano Sim ha occupato i titoli dei giornali economici anche per essere stata coinvolta in un'altra aggressiva operazione, che la portò al coinvolgimento nel processo penale per lo swap sulle azioni Fiat da parte di Ifi-Ifil (oggi Exor): la piccola Sim genovese, 134 Dati tratti da www.directa.it

nell'estate del 2005, cioè pochi mesi prima del fallimento, mobilitò in un solo giorno il 17% dei titoli Fiat136. Un'operazione questa che fornì l'occasione a tanti trader di

meditare sul modo di operare di alcune Sim e sugli eventuali rischi connessi. A completare il quadro ci pensa il 2007 con due eventi fondamentali:

• 01 Gennaio 2007 - entra in vigore Basilea 2 che incrementa notevolmente i requisiti patrimoniali regolamentari;

01 Novembre 2007 - entra in vigore la MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) che incrementa il quantitativo di informazioni da fornire sia ai clienti che alle autorità di vigilanza.

Entrambe le direttive impattano sulle banche ma soprattutto sulle SIM, con notevoli difficoltà per le imprese di più piccole dimensioni. La differenza principale risiede nel fatto che la banca era, già prima dell'entrata in vigore di tali direttive, dotata di strutture tali da poter sopportare i costi imposti dai nuovi regolamenti, potendoli ripartire sul complesso dei servizi che offre ai clienti. E' invece tutta un'altra cosa per le piccole SIM che, come abbiamo detto, sono società monoservizio: queste nuove regole produrranno un inevitabile aumento dei costi derivante soprattutto dalla necessità di personale qualificato per adempiere agli obblighi previsti, il che si tradurrà in un aumento delle commissioni applicate.

L'attenzione e l'interesse dei risparmiatori si sposta nuovamente sull'offerta bancaria, attratti dalle condizioni vantaggiose che riescono ad ottenere. Le società di intermediazione invece, non riuscendo ad adempiere a tutti i nuovi oneri da sostenere se non al prezzo di aumentare le commissioni sugli eseguiti e dunque non essere più competitive, prendono in considerazione la possibilità di unirsi ad altre società, ed è così che iniziano fusioni ed integrazioni anche tra SIM e banche dai nomi meno risonanti. Si citano alcuni esempi: la Millennium SIM, che nel 2006 aveva chiuso l'esercizio con un utile di 2,7 milioni di euro, sceso a 1,1 milioni nel 2007, viene acquistata dalla Sparkasse di Bolzano nel 2009, con l'obiettivo di diversificare il proprio business e potenziare le sue tecnologie, al prezzo di 9 milioni di euro a fronte del 60% del capitale137.

136 Al riguardo si veda M. Gerevini, Processo Exor, il day trader e il giallo sulla lettera smarrita; de Il Corriere della Sera del 05/11/2010, pagina 35 (archivio storico online de Il Corriere della Sera) e M. Gerevini, Ecco la perizia sullo «swap» del Lingotto Le manovre sul 17% della Bregliano sim, de Il Corriere della Sera del 21/09/2010; pagina 32 (archivio storico online de Il corriere della Sera). 137 Fonte: www.millenniumsim.it/media/pressarea/millennium_a_bolzano_e_sara_banca_online-8.pdf

Nel 2013 si assiste ad un'altra manovra sulla Millenium SIM tramite l'operazione condotta dall'empolese Cobel Holding per conto di Invest Banca, una sua partecipata, la quale rileva il controllo di Millenium Sim dalla Sparkasse, al fine di avere un affaccio diretto sul mercato del trading online. L'operazione dovrebbe inoltre consentire di allargare la rete di vendita di Millenium Sim.

Sempre fra i protagonisti del polo finanziario di Genova, si incontra poi Sivori SIM che, il primo luglio del 2009, viene acquistata per la quasi totalità da tre professionisti del settore finanziario e cambia nome in Unica SIM: un collaboratore dell'ex Sivori, affermava che “per una Sim locale è difficile far quadrare i bilanci, soprattutto coi livelli di commissioni che ci sono oggi”138. La strategia iniziale di Unica Sim era quella di

concentrarsi sul risparmio gestito, disponendo anche di una rete di promotori finanziari sparsi su territorio nazionale, relegando al piano secondario il trading online e on site. Poi, nel 2012 entra a far parte di Unica SIM anche la Trade Point SIM, specializzata nel trading online professionale139. Questa nuova collaborazione ha permesso ad Unica di

rafforzare notevolmente la sua posizione nel settore del TOL.