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I plastinati per la didattica e la divulgazione scientifica

CONTESTUALIZZAZIONE STORICA. 7.1 Reliquie sacre e reliquie laiche

7.8 I plastinati per la didattica e la divulgazione scientifica

La mostra Body Worlds rientra pienamente nel percorso qui sintetizzato che si è avvalso dei cadaveri e dei corpi umani “trasformati”.

Von Hagens ben conosce la storia dell’anatomia, la storia dei preparatori e delle preparazioni e volontariamente ci si inserisce, continuandone il percorso e portandolo a un livello di perizia tecnica mai raggiunta prima, con un continuo, insistente rimando di citazioni che spaziano in questa ricca e complessa tradizione.

Le fogge dei plastinati di von Hagens, più estreme, contemporanee e legate alla vita quotidiana – come i giocatori di poker, la ballerina o il cavaliere (fig. 12) - rientrano quindi pienamente nella tradizione della “posa”, usata come strumento per l’accettazione estetica dei resti umani con l’intento di ottenere una finalità didattica, rivolta però oggi verso un pubblico ben più vasto, certo prevalentemente di profani, ma sicuramente più istruiti di quel popolo che frequentava le esposizioni del XVIII e XIX sec.

La guida alla mostra Body Worlds ne spiega così l’allestimento: “Le pose dei plastinati sono state concepite e studiate accuratamente e perseguono finalità didattiche. Ogni posa rappresentata mostra caratteristiche e sviluppi anatomici diversi. Così le pose atletiche servono, per esempio, alla presentazione del sistema muscolare durante l’attività sportiva. Le pose consentono ai visitatori di mettere il plastinato più facilmente in relazione con il proprio corpo”.92

Per la nostra esperienza di visita all’esposizione di Roma, da un punto di vista

91 A. Dubini, Antropotomia, op.cit., p.65;165; 184.

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museografico la mostra risulta corretta a livello di apparato didascalico, di materiali di comunicazione e di supporti didattici, studiati con registri differenti in base alla tipologia di visitatori (anche se sarebbe necessario fare delle ulteriori distinzioni tra le mostre allestite in Europa e quelle esposte negli Stati Uniti, dove l’apparato didascalico era ancora più curato in relazione alla sede più istituzionale dei musei che l’hanno ospitata.

La mostra si pone inoltre un intento pedagogico più alto, non limitato alla sola conoscenza del corpo umano, ma come espresso nella presentazione: “Attraverso il confronto tra organi sani e organi affetti da patologie, mostrando peculiarità e dettagli dell’anatomia, Body Worlds divulga ed educa sui temi della salute, del benessere, della corretta nutrizione, permettendo alle persone di comprendere esattamente cosa accade quando il corpo si ammala e come uno stile di vita sbagliato possa minare la salute”.93

La mostra, indipendentemente dai messaggi didattici e pedagogici che si prefigge di trasmettere, porta con sè ogni volta questioni etiche di rilievo, che fanno anch’esse parte della storia della medicina e dell’anatomia. Ad essere messa in discussione è infatti spesso la modalità di acquisizione dei corpi utilizzati per le statue. Von Hagens è stato accusato – pur senza nessuna prova a sostegno della tesi – di aver utilizzato corpi di condannati a morte cinesi per realizzare le sue opere. In realtà l’Institute of Plastination può avvalersi di centinaia di corpi che vengono quotidianamente donati agli scopi della plastinazione, non ha quindi alcuna necessità di procurarsi i corpi diversamente e per via illecita. Non è questa la sede in cui approfondire questo tema, dai risvolti etici comunque importanti, tuttavia è necessario ricordarlo. La diffidenza e lo scetticismo sull’argomento hanno infatti una loro ragione d’essere, poiché almeno fino al XVIII sec. per le dissezioni si è fatto ricorso ai corpi dei reietti, dei condannati a morte o addirittura dei corpi trafugati da ladri e profanatori di tombe. Con l’Età dei lumi, in Italia e Francia, sotto la guida di sovrani illuminati, i medici furono in grado di ottenere direttamente dagli ospedali i corpi che ritenessero necessari per la loro attività, con l’obiettivo di perseguire un beneficio per tutta la comunità e per la salute pubblica.

In Gran Bretagna invece, che fino ai primi dell’Ottocento non aveva una legge in tal senso, accadde il terribile caso di Burke e Hare (portato sullo schermo da John Landis nel film “Ladri di cadaveri” del 2010), in cui gli assassini di West Port fornivano a pagamento corpi per l’anatomia. Il caso travolse in un terribile scandalo le scuole anatomiche britanniche e costrinse il Governo a promulgare con urgenza una legge ad hoc, l’Anatomy Act.

In questo contesto si inserisce il caso di Jeremy Bentham (1748 - 1832), il padre dell’utilitarismo, che donò il corpo all’amico medico Thomas Southwood Smith, autore di “The use of the Dead for the Living” (1824), per sostenere i benefici della ricerca sul cadavere per far progredire i trattamenti sui vivi. Il corpo di Benthan fu dissezionato pubblicamente, appena prima della promulgazione dell'Anatomy Act del 1832 e in seguito esposto allo University College di Londra.

Con questa azione il filosofo britannico anticipava non solo le esposizione dei

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corpi plastinati, ma anche la formula della donazione del corpo alla scienza. La donazione del corpo per fini didattici e di ricerca, come atto volontario del donatore, sembra essere l’unica via realmente percorribile per qualsiasi attività espositiva in campo medico anatomico si abbia oggi intenzione di realizzare. Conoscere il panorama storico e il contesto culturale in cui si sono formate le collezioni anatomiche è fondamentale per inserire questi materiali, tipici della museologia scientifica e in particolar modo medica, nel più ampio contesto della storia del collezionismo e dei musei. I preparati anatomici sono una specifica tipologia di resti umani presenti nei nostri musei, in particolar modo universitari, che ricadono sotto la tutela della legislazione italiana dei Beni Culturali. Tuttavia come dimostreremo nel prossimo capitolo, sembrano essere poco conosciuti nelle loro caratteristiche peculiari dal legislatore, che ha modellato la legge sulla base delle più note collezioni di beni artistici e architettonici. In questo ambito le mostre di von Hagen aprono un’importante riflessione sui preparati anatomici recenti e sulle modalità con cui si potrebbe oggi creare un nuovo museo anatomico. In Italia, per esempio, non sono in alcun modo definite con chiarezza le modalità con cui un museo anatomico o di medicina potrebbe acquisire oggi dei nuovi materiali, se non antichi e provenienti da scavi.

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Fig. 11 - Honorè Fragonard, il Cavaliere (1766-1771), Museé Fragonard, Alfort.

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8. I PREPARATI ANATOMICI NEI MUSEI. UNA PARTICOLARE