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La visibilità mediatica e la querelle con i parenti

CONTESTUALIZZAZIONE STORICA. 7.1 Reliquie sacre e reliquie laiche

9. I RESTI UMANI IN ITALIA. CASE STUDY

9.2. LE CATACOMBE DEI CAPPUCCINI DI PALERMO. ROSALIA E LA TECA DELLA DISCORDIA

9.2.3 La visibilità mediatica e la querelle con i parenti

Nel dicembre del 2010 la teca realizzata dall’EURAC era finalmente pronta e la mummia di Rosalia, con la sua bara lignea, vi fu collocata con le regolari autorizzazioni della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Palermo. L’operazione ha avuto una grande risonanza mediatica: articoli sui principali quotidiani italiani e sui quotidiani locali, riprese televisive andate in onda nei principali TG e documentari sulla storia delle catacombe e della mummia bambina.

Quindi oltre all’interesse di National Geographic Magazine, le ricerche hanno destato anche l’attenzione di National Geographic Channel, che ha prodotto il documentario Italy’s mystery mummies mandato in onda la prima volta il 3 febbraio 2010 negli Stati Uniti. La mummia di Rosalia è stata però presentata in altre trasmissioni tra cui: Mistero; Ghost Hunter; Scariest Place on Earth. Quest’ultima è la trasmissione americana condotta dall’attrice Linda Blair, nota per aver interpretato la bambina del film L’esorcista117 con la voce narrante di Zelda Rubistein nota al pubblico per il ruolo di Tangina Barrows nella serie Poltergeist. Il video, ancora disponibile on line, mostra come si tratti di una trasmissione di basso profilo, che propone documentari costruiti per avvallare ipotesi che sconfinano nel paranormale, con una grafica gotica “Halloween style” improntata alla paura e al misterioso, che certo travisa il senso delle catacombe come luogo del ricordo e del riposo eterno.

Sempre negli stessi anni inoltre una comunicatrice scientifica, Tiziana Lanza, intraprese la scrittura di un romanzo Rosalia per sempre118 che traeva spunto dalla visita alle catacombe e in particolare da suoi ricordi personali legati alla vista della mummia di Rosalia.

In un blog attivato per la promozione del volume, l’autrice ha seguito le vicende legate al restauro della mummia, segnalando cambiamenti – in seguito agli esami condotti e alle riprese televisive – nel colorito e nelle fattezze della bambina e sollevando forti critiche verso l’attività dei ricercatori contribuendo a dare avvio a una polemica contro le operazioni di ricerca e conservazione119.

116 Articolo di Jeremy Berlin, I segreti delle mummie siciliane, 30 gennaio 2013 su National Geographic. Doc. on line 21.

117 Trasmissione Scariest Places on Earth. Doc. on line 22. 118 Tiziana Lanza, Rosalia per sempre, Lulu.com, pp. 192.

119 Sul blog Rosalia per sempre, il post “Commentiamo insieme una notizia apparsa sul Velino.it/Aggiungo una foto di Rosalia Lombardo senza fiocco?”. Doc. on line 23.

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A polemica già avviata, in occasione di tale visibilità mediatica si sono fatti vivi anche i congiunti della piccola. La sorella Rosalia Lombardo nata nel 1925 (omonima della piccola mancata nel 1920) e la nipote Rosanna La Ferla, infastidite da tanto clamore, hanno rinnovato il loro interesse verso la mummia, prima prendendo contatto con la Soprintendenza di Palermo e poi intentando una causa contro la Soprintendenza stessa. La situazione è stata da subito di scontro, come dimostrano le parole del Soprintendente Gaetano Gullo: “Mesi fa, si presentò ai nostri uffici una sedicente nipote della Lombardo per chiedere chiarimenti. Le abbiamo chiesto per prima cosa i documenti che provavano il suo rapporto di parentela con la defunta, ma i documenti non sono mai arrivati. Ci chiediamo come mai sia nato questo improvviso interesse per la mummia di Rosalia che dal 1920 è il simbolo delle catacombe, e dunque patrimonio di tutti". L’improvviso interesse, come vedremo in seguito nel testo della lettera, è stato certamente innescato da una sovraesposizione mediatica – non solo della mummia – ma anche di tutta la famiglia, compresi i genitori della piccola.

Ne è nata una guerra: da un lato, la «famiglia di sangue»: una sorella superstite (vi è in vita anche un fratello, all’epoca di 86 anni di età e una nipote, che lanciano accuse parlando di «vilipendio di tomba, di cadavere» e chiedendo lauti risarcimenti. Dall’altro lato, la famiglia di adozione, cioè i frati cappuccini e l’équipe di ricercatori che ha sottoposto la mummia a una serie di indagini scientifiche per svelarne tutti i segreti e per trovare la strada migliore per la sua conservazione.

Per i parenti quella è la salma di un congiunto «Rosalia fa parte della nostra famiglia – afferma la sorella - e il fatto che il suo corpo sia stato imbalsamato per volere di mio padre non esime nessuno a doverle il rispetto che si deve a chiunque sia morto»; per gli scienziati è parte di una collezione tutelata dalla Soprintendenza come bene etno-antropologico. Sullo sfondo, la guerra per i diritti sull’immagine della bambina, che – rimasta decenni a dormire nell’ombra, riprodotta timidamente su cartoline fatte stampare dai frati – è salita adesso, grazie ai nuovi studi, alla ribalta internazionale.

Accuse che rimbalzano sui blog, che si nutrono di opposte testimonianze, e che riguardano anche presunte manomissioni del corpicino: «Rosalia – dice la nipote – all’inizio aveva un abito blu, ciuffetti raccolti in due fiocchi azzurri, i calzettoni bianchi, la vestì mia nonna in persona. Poi l’abbiamo vista con un vestitino rosa pesca, poi di nuovo blu, con un fiocco giallo e senza alcun fiocco. Ma quante volte è stata aperta la sua bara?». I registri, in realtà, parlano soltanto della rottura del vetro negli anni Sessanta, e anche anziani testimoni sono pronti a giurare che niente è cambiato in quasi un secolo.120 I curatori confermano che la bara non è stata mai aperta in questi ultimi anni.

Per far conoscere la loro, i parenti hanno fatto ricorso, oltre a mezzi legali, anche ai media e alla Rete e ai social network diffondendo una lettera dell’anziana sorella, sia a mezzo stampa sia tramite una pagina dedicata su

120 L. Anello “Bufera sulla culla hi-tech per la piccola mummia” articolo del 6/07/2011 su La stampa.it. Doc. on line 24.

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Facebook121.

Riportiamo integralmente la nota di Rosalia Lombardo inviata ai giornali e pubblicata da diversi quotidiani e siti web122.

Egregi signori, spettabili autorità,

mi chiamo Rosalia Lombardo e sono nata a Gaeta il 15 settembre 1925 e sono sorella della omonima Rosalia Lombardo, la famosa “mummia” che è attualmente custodita presso le catacombe dei Cappuccini di Palermo. Mi pregio, con questa mia, di porre alla vostra attenzione alcuni fatti che, secondo il mio modesto parere, hanno dell’incredibile e che hanno toccato profondamente la mia sensibilità di sorella della compianta. Ogni giorno vedo, su diversi canali televisivi e su ogni rete pubblica e privata, trasmissioni che parlano di mia sorella con riferimenti a fatti e situazioni a dir poco ”surreali” e usando anche mezzi meschini, pur di fare audience, quali anche la messa in onda di foto dei miei compianti genitori e di mia figlia Rosanna La Ferla e ciò avviene senza le autorizzazioni dovute. A tutto ciò voglio aggiungere che l’ultima volta che ho visto mia sorella, nel 2007, questa aveva un aspetto meraviglioso, con un colorito roseo e degno della fama che l’ha resa famosa in tutto il mondo, paragonandola alla bella addormentata. Purtroppo ho dovuto, mio malgrado, verificare che quella creatura che sembrava addormentata oggi sembra un’altra persona: ha i capelli diversi, gli occhi semi aperti e il colorito, il suo meraviglioso colorito roseo è diventato di un colore strano….sembra ossidata! E volete sapere come è avvenuto tutto questo? Volete sapere chi ha rovinato irrimediabilmente la mia sorellina? Io lo so e quando ho provato, per mezzo dei miei legali, di ottenere giustizia su tutta la vicenda, sono stata ignorata, minacciata e “invitata” a tacere! Ma dal momento che mi restano pochi anni di vita, vista la mia veneranda età, io e mia figlia Rosanna non abbiamo paura di nessuno e non abbiamo nulla da temere e vogliamo dire “tutta la verità” su questa penosa vicenda che “tutti”, istituzioni comprese, hanno taciuto fino ad oggi. Invio questa mia a tutti voi perché l’eco del mio dolore possa aprire un varco alla possibilità che mia sorella possa tornare ad essere quella creatura ammirata da tutto il mondo, e non un povero corpo vittima di esperimenti che ne hanno fatto, irrimediabilmente, compromesso l’essere e che hanno, invece, regalato una immeritata notorietà a chi si vanta di aver scoperto il “segreto del sonno eterno” in cui Rosalia sembrava essere caduta. Quello che chiedo è di ascoltare me e mia figlia Rosanna per il solo rispetto della mia famiglia e della piccola Rosalia!

A vostra completa disposizione.

Grazie dell’attenzione. Sig.ra Rosalia Lombardo

In un’intervista rilasciata a Claudia Brunetta de La Repubblica 123 il soprintendente ai Beni Culturali di Palermo Gaetano Gullo risponde così: “La mummia di Rosalia - dice Gullo - è un bene culturale che fa parte di una collezione più ampia. Un bene, fra l'altro in possesso dei frati cappuccini che si sono preoccupati di arrestarne il processo di degrado. La teca, infatti, permetterà a Rosalia di essere conservata nel tempo. Per il resto, la famiglia non si è mai fatta viva in questi 90 anni, e se un giudice proverà che ha qualche diritto sulla mummia, procederemo con delle sanzioni, perché a quel punto sarebbe stato compito della famiglia tutelare la mummia, cosa che non è mai avvenuta. Al momento questo diritto non ci risulta e sono sempre stati i

121 Pagina Facebook Rosalia Lombardo https://www.facebook.com/pages/Rosalia-Lombardo/415170918536114 gestita da Rosanna La Ferla.

122 Tra gli altri La Stampa, La Repubblica, Blog Sicilia, Sicilia on line, blog Rosalio, Bliz Quotidiano, Quotidiano.net.

123 Claudia Brunetto, Guerra sulla mummia della bambina. Famiglia in silenzio per 90 anni”, intervista a Gaetano Gullo del 31 gennaio 2012, Repubblica.it. Doc. on line 25.

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Cappuccini i nostri interlocutori, a cui abbiamo concesso regolari autorizzazioni per procedere agli studi". Inoltre la Soprintendenza ha sempre sostenuto di avere messo comunque a parte la famiglia delle azioni da intraprendere. Circostanza messa in dubbio dalla famiglia che ha alimentato la polemica a colpi di commenti on line.

Parallelamente, la famiglia ha intentato una causa legale: le accuse rivolte dai famigliari a chi stava conducendo le ricerche erano di danneggiamento della mummia, di mancata informazione ai famigliari e di mancato rimborso economico per l’utilizzo dei diritti d’immagine.

Dopo una prima richiesta di archiviazione, il giudice ha disposto ulteriori indagini per verificare l'eventuale danneggiamento alla mummia: l’inchiesta nell’aprile del 2012 è stata definitivamente archiviata dal gip di Palermo, Lorenzo Matassa, poiché non sono stati ravvisati reati.

9.2.4 Conclusioni

La famiglia non ha trovato dei legali che portassero avanti la causa, ma la questione è comunque importante e sarebbe un errore chiuderla pensando che fossero solo persone in cerca di visibilità o di un tornaconto economico. È invece un caso allarmante ed emblematico che deve profondamente far riflettere sulle modalità con cui in Italia si trattano i resti umani e sulle questioni che ne possono nascere, perché mostra quanto delicata sia l’esposizione di resti umani contemporanei (con meno di 100 anni), per la possibile esistenza di parenti e consanguinei in vita, per altro in questo caso anche noti.

Il caso è certo raro, forse quasi unico, in cui la mummia: è di un minore.

ha meno di 100 anni

è esposta in un contesto cimiteriale, pur catalogato come “collezione museale” e tutelato dalla Soprintendenza

vi sono i parenti in vita

Una mancata gestione di queste situazioni critiche e di potenziale conflitto può mettere in discussione un’attività di ricerca scientifica seria e approfondita come quella condotta da Dario Piombino e dall’EURAC, un ente di cui è nota la professionalità e la credibilità a livello mondiale.

Le motivazione addotte dal Soprintendente, se pur corrette, alla luce delle nuove direttive internazionali sui resti umani risultano riduttive e non esaustive. Il fare appello al fatto che ci si trovi di fronte a un “bene culturale” non è sufficiente a inquadrare il bene in questione, poiché come dimostrato appartiene anche alla categoria di “materiale culturalmente sensibile”. 124

Meglio sarebbe, pur in assenza di indicazioni a livello nazionale, far riferimento alle direttive internazionali dei musei, che in questo caso prevederebbero di :

Creare un comitato etico garante dell’allestimento, delle modalità di conservazione, ricerca e comunicazione delle catacombe.

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Verificare la documentazione esistente, che attesti legalmente la presenza presso le catacombe del corpo della piccola;

Documentare il fatto che a Palermo l’esposizione del corpo umano – anche di minori – era di tradizione, faceva parte della cultura ed era uno degli obiettivi che la famiglia della defunta voleva raggiungere.

Comunicare l’attività di ricerca che ci si svolge.

Comunicare le policy, le condotte etiche adottate e le politiche di gestione dell’immagine.

In un’esposizione museale, soprattutto in caso di corpi recenti, si opta per la privacy e per l’occultamento del nome. È certo che in questo caso, considerato il contesto cimiteriale, il nome è invece uno degli elementi di ricordo fondamentali.

La Regione Sicilia ha promulgato delle norme di riferimento per la fruizione delle mummie125, che però risultano lacunose e rivolte prevalentemente a problemi di conservazione – pur fondamentali – e di fruizione non andando in alcun modo a interessare le regole e le policy di esposizione, e in definitiva non rispondendo a nessune delle questioni etiche.

Riteniamo infine che la questione non fosse da risolvere per vie legali, ma da affrontare con la compartecipazione di un comitato etico, con il coinvolgimento della famiglia in ogni fase dell’attività.

La definizione “bene culturale”, usata dagli scienziati e dai politici coinvolti per difendere l’appartenenza del resto umano alla collezione delle catacombe, come già ampiamente considerato (cfr. cap.8) è corretta, ma riduttiva rispetto alle complessità di implicazioni che sono legate ad un resto umano sensibile come la mummia di Rosalia.

125 Nota Assessorale prot. n°31973 del 2 luglio 2013

Norme basilari per la Conservazione Preventiva e la Fruizione del Patrimonio Bioantropologico Mummificato

Al fine di tutelare la dignità umana intrinseca ai reperti mummificati presenti sul territorio regionale, gli stessi dovranno essere custoditi in maniera rispettosa e appropriata a prescindere dalla loro rilevanza storico-scientifica. Allo scopo di preservare lo stato di conservazione delle mummie e nel rispetto delle prescrizioni bioetiche è fatto divieto ai visitatori di scattare fotografie, effettuare riprese, toccare i reperti. Per il mantenimento di tali resti in condizioni ottimali si suggerisce inoltre una temperatura media tra i 15° e i 20° e una umidità relativa tra il 45% e il 55%. L'illuminazione artificiale non dovrà superare il limite di 50 lux e di 75 microwatt/lumen. Il Patrimonio Bioantropologico Mummificato è inserito in contesti religiosi quali chiese e cripte. Si raccomanda pertanto di avere cura che i visitatori tengano elementari norme di comportamento, evitando l'utilizzo del cellulare e il consumo di cibo o bevande. È fatto inoltre divieto di tenere un tono di voce elevato e di lasciare rifiuti. Al fine di fare rispettare tali regole, si invitano i detentori a richiedere l'ausilio delle autorità preposte per esercitare opportune attività di controllo. I detentori delle collezioni mummiologiche del territorio regionale sono infine tenuti a riferire alle competenti Soprintendenze BB CC AA con cadenza annuale sullo stato di conservazione dei reperti.

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Fig. 18 - Catacombe dei Cappuccini, le mummie, Palermo

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Fig. 20 - Alcuni dei post sul Blog Rosalio dimostrativi della polemica tra la famiglia e l’istituzione.

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9.3 MUSEO DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE CESARE