2. LE ESPERIENZE EUROPEE
2.1. Regno Unito
2.1.3 La politica
La partecipazione delle minoranze etniche al processo politico è anche conseguenza delle politiche e delle iniziative prese dai partiti politici. Queste ultime comprendono accordi speciali tesi ad ottenere l’appoggio delle minoranze etniche, le promesse elettorali e la presenza di parlamentari, deputati europei e Consiglieri (eletti o solo candidati) appartenenti alle minoranze etniche.
Nel 1975, come si è detto, è stato fondato il Labour Party Race and Action
Group (Gruppo di azione razziale del partito laburista) che fungeva da gruppo di
pressione per istruire e consigliare il partito su problematiche razziali. Ci fu in seguito una lunga campagna per la creazione di black sections (sezioni nere) nel partito laburista. Questa proposta fu discussa e accantonata nel corso di numerosi congressi del partito laburista negli anni ‘80. Infine, dopo vari dibattiti, il NEC fondò il Black and Asian Advisory Committee (Assemblea consultiva dei neri e degli asiatici) seguita dalla Black Socialist Society (Associazione dei socialisti neri) simile ai comitati locali o ai comitati delle donne del partito. L’obiettivo principale dell’associazione era quello di guadagnare un duraturo sostegno politico delle minoranze etniche al partito. Venne inoltre nominato un addetto per le minoranze etniche alla segretaria generale del partito.
Il partito conservatore si attivò nella stessa direzione nel 1976, con l’istituzione di una Ethnic Minority Unit (Sezione per le minoranze etniche) presso il dipartimento per gli affari sociali del partito. Gli obiettivi erano, essenzialmente, quelli di rendere nota ai membri del partito la crescente importanza degli elettori delle minoranze etniche, e di influenzare la politica del partito per migliorarne l’immagine agli occhi di quella porzione di elettorato, ottenendo in tal modo nuovi consensi. La Sezione per le minoranze etniche contribuì alla formazione della
Anglo-Asian Conservative Society (Associazione dei conservatori angloasiatici)
grazie alla quale fu possibile reclutare asiatici direttamente all’interno del partito. L’associazione era composta da circa trenta filiali locali. Seguì la Anglo-West
Indian Conservative Society (Associazione dei conservatori anglocaraibici), con lo
stesso scopo. Tuttavia, queste associazioni sono state scalzate di recente dal
simili. Nondimeno, alcune delle associazioni angloasiatiche e anglocaraibiche proseguono la loro attività a livello locale. I membri di queste associazioni e quelli del One Nation Forum partecipano alle campagne elettorali in veste di attivisti del partito conservatore ed alcuni si presentano come candidati alle elezioni amministrative, politiche ed europee. Esponenti del partito conservatore affermano spesso che i valori asiatici sono molto vicini a quelli del partito conservatore. Negli anni ‘70 esisteva in seno al partito liberale un Community Relation Panel (Comitato relazioni comunitarie) che includeva membri delle minoranze etniche. Si riuniva regolarmente per discutere problematiche relative alle minoranze etniche e formulava non solo una politica di reclutamento tra le minoranze etniche, ma anche strategie per le campagne elettorali. Sembra che oggi i liberaldemocratici stiano perseguendo una soluzione simile. Nel giugno del 1991 è stata fondata una speciale organizzazione, la Asian Liberal Democrats (Asiatici liberaldemocratici), allo scopo di ottenere il consenso politico nella comunità asiatica. L’esecutivo nazionale dei liberaldemocratici comprende anch’esso rappresentanti delle minoranze etniche. Ultimamente, si è riunita una nuova tribuna politica, la Ethnic
Minority Liberal Democrats (liberaldemocratici delle minoranze etniche) per
formulare nuove politiche per le minoranze etniche.
Più di recente, anche il partito nazionalista scozzese (SNP) si è adoperato in vari modi per conquistare l’elettorato asiatico, ad esempio fondando un’associazione, la Asians for Scottish Indipendence (Asiatici per l’indipendenza della Scozia). Alle elezioni politiche del 1997, il partito nazionalista scozzese ha presentato candidati asiatici, e alcuni asiatici hanno partecipato anche alle elezioni per il Parlamento scozzese.
Nel complesso, sembra che tutti i principali partiti politici siano in competizione per la conquista del voto delle minoranze etniche. I leader dei partiti politici hanno apertamente inseguito le minoranze etniche senza timore di perdere l’elettorato bianco. È probabile che questo atteggiamento continui anche in futuro. Tuttavia, è necessario anche analizzare fino a che punto i partiti politici si siano attivati per fare eleggere rappresentanti delle minoranze etniche. Un modo per appurarlo è quello di confrontare il numero di candidati delle minoranze etniche presentati dai
partiti politici nelle più recenti elezioni con il numero di quelli che sono stati eletti a livello nazionale e locale.
Fin dai primi anni ‘60, in occasione delle elezioni politiche, numerosi politici giocarono la carta razziale per contrastare la presenza delle minoranze etniche come cittadini britannici. Le elezioni politiche del 1997 hanno rappresentato un’eccezione: i politici si sono rifiutati di assecondare l’ostilità nei confronti delle minoranze etniche a scopi elettorali e molti hanno utilizzato la campagna elettorale per sottolineare l’importanza da loro attribuita alla diversità razziale. In questo contesto, è stata sicuramente d’aiuto la “Convenzione sulla libertà di espressione e i rapporti interrazziali in una società democratica” del CRE (Commissione per la parità razziale), adottata da tutti i principali partiti politici. Nella Convenzione elettorale del CRE, i partiti hanno promesso di proibire ai candidati di «giocare la carta razziale». Di conseguenza, si pensava che la razza non sarebbe divenuta una questione elettorale alle elezioni politiche del 1997. Tuttavia, alcuni deputati, ad esempio Nicholas Budgen (deputato conservatore per Wolverhampton South-West), hanno tentato di fare dell’immigrazione una questione elettorale. Questo fatto ha provocato reazioni nei media e soprattutto nelle West Midlands. Esponenti delle comunità cristiane delle West Midlands hanno scritto al Times (4 aprile 1997) a seguito della pubblicazione di articoli di Budgen intitolati: “Stiamo ignorando la
questione dell’immigrazione a nostro rischio e pericolo” argomentando che:
“la questione razziale rappresenta la realtà quotidiana di molti persone di cui abbiamo responsabilità spirituale o delle quali ci preoccupiamo da un punto di vista sociale. L’aumento del numero ufficiale (e non) di aggressioni a sfondo razziale nonché il divario tra il tasso di disoccupazione della comunità bianca rispetto a quella nera, sono solo due dei molti esempi di un problema considerevole”. (The Times, cit. in Crowley, 2001).
Nel complesso, sembra che oggi tanto il governo quanto i principali partiti politici siano uniti contro i gruppi di estrema destra. Ciò rappresenta un cambiamento radicale rispetto agli anni ‘70 e ‘80.