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3.1 Le risposte politiche al fenomeno migratorio in tempi di crisi

3.1.5 Le politiche per il lavoro in tempi di crisi

Le politiche di integrazione degli immigrati nel tessuto socio-economico hanno assunto una complessità e un ruolo rilevanti all'interno delle politiche migratorie. Pertanto, lungi dal poter essere esaustivi, l'obiettivo di questo capitolo consiste nell'esporre le principali misure politiche intraprese che, alla luce della perdurante crisi economica, coinvolgono i lavoratori immigrati.

Come anticipato, l'affermarsi della crisi economica e la spinta della politica comunitaria in materia migratoria hanno spostato l'attenzione delle politiche migratorie dai sistemi di regolazione dei flussi di ingresso alle politiche di integrazione e inclusione sociale e lavorativa.

Inoltre vi sono due aspetti importanti da tenere in considerazione che riguardano i cambiamenti nelle modalità di ingresso degli immigrati nel mercato del lavoro italiano. Da un lato, come è già noto, in generale vi è la riduzione dell'efficacia della programmazione dei flussi nel regolare i movimenti migratori di carattere economico, dal momento che (fatta eccezione per l'Albania) una buona parte di

questi flussi non necessitano del rilascio dell'autorizzazione al lavoro e del permesso di soggiorno. Dall'altro lato, nuovi immigrati s'inseriscono nel mercato del lavoro. Pertanto,

A tale riguardo va infine osservato che, a lungo, l'attenzione è stata sostanzialmente egemonizzata sugli ingressi diretti nel mercato del lavoro, autorizzati attraverso decreti di programmazione o regolarizzati ex post attraverso le varie operazioni di regolarizzazione. Tuttavia, l'offerta di lavoro immigrata è stata alimentata – e sempre più lo sarà in futuro – anche dagli ingressi indiretti che corrispondono a coloro che entrano in Italia legalmente (o comunque ottengono una legalizzazione) ma attraverso una procedura diversa da quella stabilita per le migrazioni di carattere economico (si tratta dei migranti per ragioni umanitarie e soprattutto dei ricongiungimenti familiari) e, infine, degli ingressi differiti, ossia di stranieri che, pur essendo da tempo presenti in Italia regolarmente, a un certo punto decidono di offrirsi sul mercato del lavoro (per esempio perché hanno raggiunto l'età in cui è possibile lavorare, hanno terminato un corso di studi, si trovano parzialmente sgravati del lavoro familiare e via dicendo). Orbene, se fino a qualche anno fa la componente di gran lunga maggioritaria del flusso di ingresso sul mercato del lavoro era costituita da ingressi diretti, negli ultimi tempi le altre due categorie hanno acquistato un peso via via più cospicuo, ridefinendo le caratteristiche dell'offerta di lavoro straniera e, almeno in prospettiva, lo stesso modello di partecipazione al mercato del lavoro italiano. A mettere alla prova la capacità di assorbimento del mercato del lavoro italiano, e soprattutto, il suo livello di universalismo, sarà soprattutto l'ingresso, ormai imminente, di una cospicua seconda generazione nata dall'immigrazione441.

In accordo con i cambiamenti riguardanti l'ingresso nel mercato del lavoro, a fianco delle misure più tradizionali come quelle di sostegno al reddito (politiche passive442), assumono maggior rilievo le politiche attive per il lavoro (PAL)

ovvero quelle misure che hanno l'obiettivo di accrescere l'occupabilità dei lavoratori (stranieri e non) sostenendo, ad esempio, percorsi di valorizzazione del capitale umano, di mobilità professionale e di ricollocazione di quei lavoratori provenienti da settori occupazionali in declino.

441 L. Zanfrini, Immigrati e mercato del lavoro, cit., pp. 43-44.

442 Tra le misure per il sostegno al reddito vi sono la Cassa Integrazione Guadagni, l'indennità di mobilità, l'indennità di disoccupazione ordinaria e a requisiti ridotti.

All'interno del Piano per l'Integrazione del 2010, tra gli assi del programma vi è anche la necessità di attuare misure per la promozione dell'inclusione dei lavoratori migranti. In tal senso, nel febbraio 2011 è stato presentato il programma delle misure da intraprendere in accordo con il Piano per l'Integrazione. Tra le misure principali del programma vi sono: il miglioramento delle capacità di pianificazione delle Regioni e degli Enti Locali; il miglioramento dei sistemi di monitoraggio dell'inclusione lavorativa degli immigrati attraverso la redazione di un report annuale sul mercato del lavoro dei lavoratori immigrati; l'ampliamento degli accordi diplomatici con i paesi di origine, con il potenziamento dei lavoratori formati pre-ingresso; l'attivazione di politiche attive del lavoro dei lavoratori immigrati a partire da quelli con permesso di soggiorno in attesa di occupazione; il rafforzamento della collaborazione tra soggetti privati, come associazioni operanti nel settore, le agenzie di intermediazione e le istituzioni443.

Nella pratica le politiche attive del lavoro sono una materia in cui la responsabilità e l'iniziativa viene ripartita tra il Ministero del Lavoro, a livello nazionale, e gli enti locali quali le Regioni e le Province. A livello regionale, la maggior parte delle Regioni ha attuato misure tra il 2010 e il 2012 mediante i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo e in generale gli interventi più diffusi sono sostanzialmente di tre tipi:

- la formazione professionale e linguistica - gli incentivi per la creazione di imprese

- l'accesso ai servizi per l'inserimento nel mercato del lavoro.

In alcune regioni si sono aggiunti, soprattutto negli ultimi anni, programmi

443 Piano per l'integrazione nella sicurezza: identità e incontro. Programmi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, 23 Febbraio 2011.

specifici riservati agli stranieri con misure ad hoc per favorire l'inclusione lavorativa degli immigrati (vedi sotto tabella XIV).

A livello nazionale, invece, sono stati attuati due importanti progetti di politica attiva. Il primo è stato attivato in seguito alla stipula di un accordo tra il Ministero del Lavoro e quattro Regioni del sud444 nell'ottobre 2010 (progetto RE.LA.R., Rete

di servizi per la prevenzione del lavoro sommerso) al fine di sviluppare misure specifiche per la prevenzione del lavoro irregolare e il rafforzamento dell'occupazione nei settori quali l'agricoltura, le costruzioni, i servizi alla persona e il turismo. Tale progetto, coordinato dall'agenzia Italia Lavoro, ovvero l'ente strumentale del Ministero del Lavoro per la promozione e la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale, consiste nella realizzazione di tirocini che prevedono l'erogazione di un contributo sia agli enti promotori che ai destinatari per la partecipazione al percorso formativo e di qualificazione. Il 60% dei beneficiari doveva essere cittadino immigrato extracomunitario (e specificatamente si è rivolto a rifugiati e richiedenti asilo) il restante 40% cittadini italiani e comunitari.

Il progetto, finanziato con i fondi del Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo di Rotazione ha previsto l'attivazione di 1794 tirocini effettivi, la maggior parte dei quali nel settore del turismo445.

Il secondo progetto, AsSap (Azione di sistema per lo sviluppo di sistemi integrati di servizi alla persona) ha come obiettivo la realizzazione di politiche attive per l'inserimento lavorativo e la qualificazione professionale nel settore dei servizi di cura e assistenza in alcune regioni del sud446. Il progetto, finanziato dal

445 Maggiori informazioni sul funzionamento del progetto RE.LA.R. e sui risultati ottenuti sono reperibili sul sito ufficiale dell'agenzia Italialavoro, all'indirizzo www.italialavoro.it 446 Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

Tabella XIV. Misure di politica attiva per gli immigrati extracomunitari 2010-2013

Note: la tabella riporta un monitoraggio qualitativo delle politiche attive regionali svolto dall'agenzia Italia Lavoro all'interno del Progetto Governane Regionale. Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Terzo rapporto annuale. Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia, Roma, Luglio, 2013, p. 131.

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Fondo Sociale Europeo, tra le proprie attività, ha creato una rete di servizi organizzati sul territorio in grado di favorire l'incrocio tra domanda e offerta nel settore dei servizi di cura, favorendo meccanismi di emersione dal lavoro nero447. I risultati ottenuti sono stati

considerati positivi. Come riporta l'agenzia stessa

Si conferma positivo il trend dei risultati sinora raggiunti da programma relativamente alle azioni messe in campo. Gli aspetti quali-quantitativi analizzati che evidenziano tale positività, riguardano i contratti di inserimento, le agenzie coinvolte, le reti dei servizi createsi nei territori (sportelli aperti con operatori dedicati), gli operatori in formazione.

I lavoratori assunti sono stati 3.006, il 75% dei quali a tempo indeterminato. Le agenzie partecipanti al Programma sono 74 […]. La rete AsSaP è costituita da 421 sportelli in 25 province con 647 operatori che hanno seguito in auto-formazione il percorso predisposto da Italia Lavoro. […] Punto di forza trasversale al buon andamento di questa azione di sistema è l'utilizzo di un modello di servizio appositamente elaborato […]448

447 Maggiori informazioni sul funzionamento del progetto AsSaP sono reperibili sul sito ufficiale dell'agenzia Italia lavoro all'indirizzo www.italialavoro.it

448 AsSaP – I risultati conseguiti, disponibile sul sito ufficiale dell'Agenzia, all'indirizzo www.italialavoro.it