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Principali linee di fondo emerse dal rapporto sui bilanci delle società di capitale

Le linee di fondo che emergono dal rapporto sui bilanci delle società di capitale, non possono non essere messe in relazione con l’attuale situazione economico-finanziaria e con la recessione che sta colpendo l’economia a livello globale. Verranno pertanto delineate delle tendenze di carattere generale che emergono dall’analisi del periodo 2001-2006, per poi inquadrarle nell’ambito del contesto economico attuale.

I dati complessivi dei bilanci delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena, hanno evidenziato una crescita di queste società, sia come numerosità, che di fatturato e valore aggiunto.

Il positivo trend del fatturato è stato ottenuto nonostante il calo subito dal comparto Alimentare, in particolare nell’avicolo a causa dei timori per l’influenza aviaria, negli anni 2005 e 2006, e che, considerato il peso di questo settore, ha inciso in maniera significativa sulla variazione complessiva del volume d’affari nel periodo 2001-2006. Nonostante questa specifica situazione negativa, le società di capitale della provincia, sono riuscite a riequilibrare, a livello di valore aggiunto, il confronto con i dati dell’Emilia Romagna e dell’Italia, ottenendo complessivamente una variazione in questo aggregato, maggiore delle medie regionali e nazionali.

Il periodo 2001-2006 ha visto un aumento dell’incidenza dei comparti appartenenti al macro settore Servizi, e una riduzione del Manifatturiero, sia a livello di fatturato, che di valore aggiunto che di addetti. Questo andamento si è associato al mantenimento di una forte prevalenza della grande dimensione nella produzione di ricavi e di valore aggiunto, che è più concentrato dove la numerosità delle società di capitale è inferiore. Le grandi società di capitale infatti, realizzano, a fine 2006, il 40,3% del fatturato totale, pesando per il 1% in termini di numerosità, mentre le piccole società di capitale detengono il 10,1% dei ricavi complessivi, pesando però per il 77,2% come numero di società di capitale. Il divario tende a ridursi a livello di incidenza del valore aggiunto (28,2% contro 15,8%), ma se si analizzano questi dati congiuntamente al numero degli addetti, la cui ripartizione tra le varie classi dimensionali risulta molto ravvicinata in termini percentuali, se ne deduce chiaramente la differente produttività ed efficienza in termini economici tra grande e piccola dimensione, che si realizza nell’impiego delle risorse umane. Questo aspetto è confermato dai valori per addetto, che evidenziano un maggior rendimento operativo (Margine operativo lordo o MOL per addetto) al crescere della classe dimensionale, dove evidentemente le economie di scala producono positivi effetti. La polarizzazione esistente a livello di marginalità, tende a ridursi nel periodo 2001-2006, non tanto però in forza di una significativa crescita della piccola dimensione, quanto piuttosto per un arretramento delle grandi società di capitale.

Un elemento importante che emerge dal rapporto, è il conseguimento di un tendenziale maggior livello di equilibrio economico, sintetizzato, nell’ambito di questo studio, dal ROA (rapporto tra margine operativo netto e totale dell’attivo di bilancio), da parte delle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena, rispetto alle risultanze medie dell’Emilia Romagna e dell’Italia. Infatti l’analisi per singolo comparto di attività economica, evidenzia che il 70,6% del margine operativo netto prodotto dalle società di capitale, è relativo a settori che hanno un ROA superiore alle medie regionali, e il confronto con l’Italia registra un 62,7% di margine operativo netto, relativo a settori con un ROA superiore alle medie nazionali. In questo ambito di analisi inoltre, emerge sia la polarizzazione dimensionale, riscontrata a livello di margine operativo lordo per addetto, per cui si hanno ROA più elevati al crescere della classe dimensionale, sia il conseguimento da parte del Manifatturiero, di rendimenti sulle attività totali superiori al comparto Servizi. Questo aspetto, in assenza di futuri cambiamenti, potrebbe conciliarsi in senso sfavorevole con il trend in atto, che vede un incremento dei Servizi, come incidenza sul totale, nella produzione di margine operativo netto.

L’equilibrio economico riscontrato a livello provinciale, si associa ad un complessivo quadro di equilibrio patrimoniale, mentre questo non avviene a livello di equilibrio finanziario, con un indice di indebitamento (Debt-Equity: rapporto tra somma delle passività a breve e a lungo e capitale proprio), superiore alle medie regionali e nazionali, anche se in miglioramento nell’arco temporale 2001-2006. Il maggior livello di indebitamento, peraltro superiore per le piccole società di capitale, ha delle ricadute sul peso della gestione finanziaria in rapporto al fatturato, che risulta essere al di sopra dei dati dell’Emilia Romagna e dell’Italia, e che evidenzia un ulteriore aspetto di polarizzazione dimensionale. Infatti l’incidenza dei costi finanziari si incrementa al diminuire della classe dimensionale, anche se la “forbice”, in particolare tra piccole e grandi società di capitale, tende a ridursi nel periodo esaminato. Questo incremento però non sembra giustificato dai valori assunti dal rapporto di indebitamento, per cui è probabile che questa sia la “naturale” conseguenza di un minor peso contrattuale da parte delle piccole società di capitale nei rapporti con i terzi finanziatori, e di una maggior incidenza nel passivo di queste società dei debiti finanziari rispetto ai debiti commerciali.

Il maggior livello dei debiti rispetto al capitale proprio, influenza in maniera positiva le risultanze dell’analisi della redditività netta complessiva sintetizzata dal ROE (rapporto tra Risultato d’esercizio e Capitale proprio al netto del risultato d’esercizio dell’anno). Infatti il minor livello di capitalizzazione (cioè di capitale netto), ha come effetto una maggiore incidenza percentuale dei risultati netti di esercizio sul capitale netto che, per la maggior parte dei settori della provincia, risulta al di sopra delle medie regionali e nazionali. Anche a livello di redditività netta complessiva, si assiste ad una polarizzazione dimensionale in termini di ROE, più accentuata tra piccole e grandi società di capitale, con queste ultime che contribuiscono per il 44,7% alla produzione di risultati netti di esercizio, contro il 6% delle piccole società di capitale.

In sintesi le linee di fondo emerse dallo studio sono pertanto le seguenti:

1. Le società di capitale della provincia di Forlì-Cesena sono cresciute non tanto in termini di fatturato, quanto in termini di valore aggiunto, al di sopra delle medie regionali e nazionali, nonostante i risultati negativi su un comparto significativo, come quello Alimentare.

2. Aumenta il peso dei Servizi e si riduce l’incidenza del Manifatturiero, mentre si confermano predominanti, anche se numericamente inferiori, le grandi società di capitale sia a livello di fatturato che di risultati economici.

3. E’ presente una polarizzazione dimensionale a livello di marginalità operativa per addetto, che aumenta al crescere della dimensione d’impresa, e che si riduce, nel periodo 2001-2006, per effetto di una diminuzione della marginalità delle grandi società di capitale.

4. Le società di capitale presentano un adeguato equilibrio economico nel confronto con le medie dell’Emilia Romagna e dell’Italia, ma con un incremento nella produzione di margine operativo netto maggiore nei Servizi piuttosto che nel Manifatturiero, che è il comparto che al contrario genera i maggiori ritorni sugli investimenti (ROA).

5. Emergono delle criticità a livello di equilibrio finanziario a causa di un elevato indebitamento e di un maggior costo degli oneri finanziari, facendo emergere anche in questo ambito, una polarizzazione dimensionale per quello che rigurda l’incidenza degli oneri finanziari sul fatturato, che risultano maggiori al diminuire della dimensione di impresa.

6. E’ presente una buona redditività netta complessiva (ROE), sicuramente influenzata dal basso livello di capitalizzazione, e che si contraddistingue, anche in questo caso, per una polarizzazione dimensionale.

Volendo calare l’analisi effettuata nell’attuale contesto, caratterizzato da una recessione economica in atto, emergono, in capo alle società di capitale della provincia di Forlì-Cesena, elementi di forza sui cui puntare per fronteggiare l’attuale situazione, ma anche di criticità da superare.

I punti di forza sono rappresentati da una redditività adeguata in rapporto all’attivo investito (ROA), che sintetizza una buona relazione tra redditività delle vendite e capacità di gestione degli elementi dell’attivo investito (crediti, magazzino, immobilizzazioni) in relazione al volume di affari realizzato.

Gli aspetti di criticità sono ovviamente collegati al maggior livello di indebitamento delle società di capitale della provincia e al maggior peso degli oneri finanziari, in particolare sulle piccole società di capitale. Questa situazione costituisce, allo stato attuale, un elemento di debolezza che è necessario affrontare adeguatamente, per evitare che un periodo di recessione economica non incida troppo negativamente sulla patrimonializzazione delle aziende, condizionandone anche la ripresa futura. E’ necessario quindi che vengano adottate misure per rafforzare il patrimonio delle imprese, che di fatto costituisce il grande fattore di rischio dell’attuale crisi economica. Un adeguato patrimonio può infatti sopportare le eventuali perdite derivanti da una negativa congiuntura economica, permettendo alle aziende di mantenere risorse adeguate per cogliere una futura ripresa dell’economia.

I punti di forza e di debolezza appena evidenziati, non delineano un quadro complessivo negativo, ma evidenziano un contesto di imprese in cui è presente una capacità di generare adeguati rendimenti sugli investimenti. E’ necessario che questa capacità, ove presente, venga finanziariamente sostenuta, ma nell’ambito di un percorso di riequilibrio finanziario e di riduzione del rischio connesso, che non può evidentemente prescindere da un incremento dei mezzi propri aziendali.

I risultati del rapporto sui bilanci delle società di capitale alla