2.2 Principio del massimo per funzioni armoniche e principio del massimo generalizzato. 51
2.2.3 Principio del massimo (in forma debole) generalizzato
Osservazioni 2.6. Attenzione che il teorema non afferma che, per esempio, i punti di massimo
delle funzioni continue sul compatto Ω e subarmoniche sull’aperto Ω cadano necessariamente in
∂Ω! Afferma che il massimo di tali funzioni viene sicuramente raggiunto sulla frontiera di Ω, ma
non vieta possa essere anche raggiunto in punti di Ω. L’esempio pi`u elementare `e la funzione
costante ϕ(x) = 0 ovunque su Ω. Osservazioni simili valgono per le funzioni armoniche.
2.2.3 Principio del massimo (in forma debole) generalizzato.
Mostriamo ora che il teorema precedente si generalizza a funzioni che non sono necessariamente
armoniche, ma che sono soluzioni di una particolare classe di equazioni del secondo ordine lineari
ed ellittiche.
Teorema 2.2. (Principio del massimo generalizzato). Sia Ω ⊂ R
naperto non vuoto
con Ω compatto. Sia:
L =
nX
i,j=1a
ij(x) ∂
2∂x
i∂x
j+
nX
j=1b
j(x) ∂
∂x
jun operatore differenziale del secondo ordine tale che:
(i) la matrice simmetrica dei coefficienti a
ij(x) sia definita positiva
3per ogni x ∈ Ω,
(ii) per qualche C > 0 e per qualche k = 1, . . . , n valga a
kk(x) ≥ C per ogni x ∈ Ω,
(iii) per qualche K ∈ R e per lo stesso k di (ii) valga b
k(x) ≥ K per ogni x ∈ Ω.
(Le ipotesi (ii) e (iii) sono soddisfatte se le funzioni x 7→ a
ij(x) e x 7→ b
j(x) si estendono a
funzioni continue su tutto Ω e (i) vale su Ω.)
3
Cio`ePn
Si consideri una funzione ϕ : Ω → R di classe C
0(Ω) ∩ C
2(Ω). Allora valgono i fatti seguenti.
(a) Se Lϕ ≥ 0 su Ω allora:
max
Ωϕ = max
∂Ωϕ
(b) Se Lϕ = 0 su Ω allora vale, in aggiunta alla precedente, anche:
min
Ωϕ = min
∂Ωϕ e max
Ω|ϕ| = max
∂Ω|ϕ| .
♦
Dimostrazione. Si procede come nella dimostrazione del teorema precedente. Se vale Lϕ > 0
su Ω e x
0∈ Ω `e un punto di massimo assoluto della funzione ϕ su Ω, allora ∇ϕ|
x0= 0 e la matrice
di coefficienti
∂x∂i2∂xϕj|
x0`e semidefinita negativa. Dato che la matrice A(x
0) di coefficienti a
ij(x
0)
`
e definita positiva, per il teorema di Sylvester, si potr`a scrivere come A(x
0) = DID
t= DD
tdove
D `e una matrice quadrata non singolare. Inoltre, se H(x
0) `e la matrice quadrata simmetrica
di coefficienti
∂x∂i2∂xϕj|
x0, si ha (tenendo conto che la parte del prim’ordine di L non fornisce
contributo in quanto tutte le derivate prime di ϕ si annullano in x
0):
Lϕ|
x0=
nX
i,j=1a
ij(x) ∂
2ϕ
∂x
i∂x
j|
x0= tr (A(x
0)H(x
0)) ,
per cui:
Lϕ|
x0= tr DD
tH(x
0) = tr D
tH(x
0)D .
Dato che D `e non singolare e H(x
0) `e semidefinita negativa, D
tH(x
0)D sar`a ancora semidefinita
negativa
4e quindi avr`a autovalori non positivi. La traccia di tale matrice sar`a dunque non
positiva. In definitiva:
Lϕ|
x0=
nX
i,j=1a
ij(x) ∂
2ϕ
∂x
i∂x
j|
x0≤ 0,
che `e assurdo perch´e per ipotesi Lϕ|
x0> 0.
Assumeremo ora che k = 1 verifichi le richieste in (i) e (ii). Ci si pu`o sempre mettere in tale
situazione riordinando le coordinate x
1, . . . , x
n. Supponiamo ora che Lϕ ≥ 0 su Ω e definiamo
˜
ϕ(x) = ϕ(x) + e
γx1con γ > 0 e > 0 fissati.
L ˜ϕ(x) = Lϕ(x) + (γ
2a
11(x) + γb
1(x))e
γx1.
Se γ > 0 `e abbastanza grande, dato che a
11(x) ≥ C > 0 e b
1(x) ≥ K > −∞, allora deve essere
(γ
2a
11(x) + γb
1(x))e
γx1≥ γ(γC + K)e
γx1> 0 su Ω per ogni > 0.
(Si osservi che se le funzioni x 7→ a
ij(x) si estendono a funzioni continue su tutto Ω e (i) vale
su tale insieme, allora la definitivit`a positiva di a
ij(x) implica, in particolare, che a
kk(x) > 0 su
4
Per ipotesi utH(x0)u ≤ 0 per ogni u ∈ Rn, ma dato che D : Rn → Rn
`
e biettiva, dovr`a anche valere: vtDtH(x0)Dv = (Dv)tH(x0)Dv ≤ 0 per ogni v ∈ Rn.
Ω per ogni k e dunque, data la continuit`a di a
kk, il suo minimo `e minorato da qualche C > 0
e quindi vale (ii). Se x 7→ b
k(x) si estende ad una funzione continua su Ω allora `e sicuramente
limitata su Ω e quindi vale (iii)).
Abbiamo ottenuto che:
L ˜ϕ > 0 su Ω.
Per la prima parte dei questa dimostrazione, abbiamo quindi che:
max
Ω
˜
ϕ = max
∂Ω
ϕ ,˜
e allora, per ogni fissato x ∈ Ω:
ϕ(x) ≤ ˜ϕ(x) ≤ max
Ω˜
ϕ = max
∂Ωϕ ≤ max˜
∂Ωϕ + E
con E = max
∂Ωe
γx1. La dimostrazione si conclude come quella del teorema precedente. 2
Osservazioni 2.7. Si noti che non `e stata fatta alcuna ipotesi di regolarit`a sulle funzioni
Ω 3 x 7→ a
ij(x) e Ω 3 x 7→ b
k(x) usate nella definizione di L, se non la richiesta che alcune di
esse siano limitate dal basso.
2.2.4 Due teoremi di unicit`a per il problema di Dirichlet dal principio del
massimo.
In questa sezione applichiamo il principio del massimo per dimostrare l’unicit`a delle soluzioni
dell’equazione di Poisson (2.2) nel caso del problema di Dirichlet.
Teorema 2.3. (Unicit`a per il problema di Dirichlet 1). Si consideri il seguente problema
di Dirichlet per la funzione ϕ : Ω → R, riferita all’aperto Ω ⊂ R
nnon vuoto a chiusura compatta:
ß
∆ϕ = f su Ω ,
ϕ
∂Ω= ψ , ϕ ∈ C
0
(Ω) ∩ C
2(Ω) , (2.9)
con f ∈ C
0(Ω), ψ ∈ C
0(∂Ω) assegnate. Se esiste una soluzione ϕ al problema posto, questa `e
unica. ♦
Dimostrazione. Siano φ
1e φ
2due soluzioni del problema, dimostriamo che la funzione φ
1− φ
2`
e identicamente nulla: φ
1− φ
2= 0.
φ
1− φ
2`e armonica su Ω, infatti φ
1− φ
2∈ C
2(Ω) e ∆(φ
1− φ
2) = 0 su Ω; inoltre (φ
1− φ
2)|
∂Ω= 0.
Per il principio del massimo
max
Ω
|φ
1− φ
2| = max
da cui φ
1= φ
2su Ω. ♦
Osservazioni 2.8.
(1) Notare che nel teorema precedente non abbiamo fatto alcuna ipotesi sulla regolarit`a di ∂Ω,
in particolare non `e necessario che ∂Ω sia una superficie regolare. Non `e necessario inoltre
sup-porre che Ω sia connesso, ma solo aperto a chiusura compatta.
(2) Se tuttavia assumiamo anche che ∂Ω sia regolare e quindi abbia senso calcolare la
de-rivata normale n · ∇ϕ
∂Ωpossiamo studiare il problema di Cauchy in Ω, cercando funzioni
ϕ ∈ C
2(Ω) ∩ C
1(Ω) che risolvano ∆ϕ = f in Ω, con i soliti due dati di Cauchy assegnati su ∂Ω:
ψ
0= ϕ
∂Ωe ψ
1= n · ∇ϕ
∂Ωed intepretati come condizioni iniziali.
Il teorema di unicit`a provato implica che tale problema di Cauchy (quindi con due dati iniziali)
sia malposto nel senso di Hadamard perch´e viola la prima richiesta, quella di esistenza delle
so-luzioni nella classe C
2(Ω) ∩ C
1(Ω). In altre parole esistono necessariamente coppie di condizioni
iniziali ψ
0, ψ
1alle quali non corrisponde alcuna soluzione ϕ ∈ C
2(Ω) ∩ C
1(Ω) di ∆ϕ = f in Ω
che si raccordi al bordo con entrambi i dati detti.
Per provare ci`o assumiamo per assurdo che esistano sempre soluzioni al problema di Cauchy
detto comunque scegliamo i dati di Cauchy. Consideriamo allora due coppie di dati di Cauchy
ψ
0∈ C
1(∂Ω), ψ
1∈ C
0(∂Ω) e ψ
00∈ C
1(∂Ω), ψ
10∈ C
0(∂Ω) con ψ
0= ψ
00ma ψ
16= ψ
10. Indicahiamo
rispettivamente con ϕ e ϕ
0in C
2(Ω) ∩ C
1(Ω) le soluzioni dei problemi di Cauchy corrispondenti.
La funzione φ := ϕ
0− ϕ ∈ C
2(Ω) ∩ C
1(Ω) soddisfa ∆φ = 0 e φ
∂Ω= 0 e per il teorema provato
deve quindi coincidere con la funzione identicamente nulla su Ω, e quindi su Ω per continuit`a,
dato che tale funzione soddisfa la stessa condizioni di Dirichlet di annullamento al bordo. Ma
allora dovrebbe anche essere n · ∇φ
∂Ω= 0 e cio`e ψ
1= ψ
10fatto che `e stato escluso per ipotesi.
(3) Si supponga di essere riusciti a provare, e questo `e possibile sotto opportune ipotesi di
rego-larit`a di ∂Ω, che Ω ed f del teorema precedente siano tali che, per ogni ψ ∈ C
0(∂Ω) esista una
soluzione (e dunque una sola soluzione) ϕ del problema di Dirichlet per l’equazione di Poisson
∆ϕ = f con f assegnata. In questo caso si pu`o concludere che il problema di Dirichlet sia
ben posto nel senso di Hadamard, considerando la sola condizione al bordo di Dirichlet,
quan-do si quan-dota lo spazio delle condizioni iniziali e lo spazio delle soluzioni della topologia metrica
indotta dalla norma || · ||
∞(vedi la sezione 1.1.3). Infatti, per ogni dato di Dirichlet sul bordo
ψ ∈ C
0(∂Ω) avremmo (a) una soluzione ϕ[ψ] ∈ C
2(Ω) ∩ C
0(Ω) (b) tale soluzione sarebbe unica
e (c) essa soddisferebbe anche ||ϕ[ψ] − ϕ[ψ
0]||
∞≤ ||ψ − ψ
0||
∞come segue subito dal principio del
massimo e dalla lineari`a dell’equazione differenziale. Da tale disuguaglianza segue la continuit`a
della funzione ψ 7→ ϕ[ψ] nelle topologie considerate. Se si accetta come topologia nello spazio
delle soluzioni quella indotta da || ||
∞quanto detto `e vero. In realt`a si potrebbe anche sostenere
che la topologia della norma || ||
∞non sia molto appropriata nello spazio delle soluzioni, dato
che non considera le derivate delle funzioni ϕ che sono considerate nell’equazione stessa (in linea
di principio, si potrebbe avere una successione di dati al bordo che tende a zero nella topologia
della norma || ||
∞(cio´e uniformemente), mentre le derivate delle soluzioni associate non tendono
ad alcun limite). Non siamo nelle condizioni di affrontare questa questione per il momento dato
che non abbiamo ancora alcun teorema di esistenza.
Con la stessa dimostrazione del teorema precedente, ma usando il principio del massimo
gene-ralizzato si dimostra facilmente il seguente teorema pi`u generale.
Teorema 2.4. Sia Ω ⊂ R
naperto non vuoto con Ω compatto. Sia:
L =
nX
i,j=1a
ij(x) ∂
2∂x
i∂x
j+
nX
j=1b
j(x) ∂
∂x
jun operatore differenziale del secondo ordine su Ω tale che:
(i) la matrice simmetrica dei coefficienti a
ij(x) sia ovunque definita positiva per ogni x ∈ Ω,
(ii) per qualche C > 0 e qualche k = 1, . . . , n valga a
kk(x) ≥ C per ogni x ∈ Ω,
(iii) per qualche K ∈ R e lo stesso k di (ii), valga b
k(x) ≥ K per ogni x ∈ Ω
(Le ipotesi (ii) e (iii) sono soddisfatte se le funzioni x 7→ a
ij(x) e x 7→ b
j(x) si estendono a
funzioni continue su tutto Ω e (i) vale su Ω.)
Si consideri il problema di Dirichlet per ϕ : Ω → R:
ß
Lϕ = f su Ω ,
ϕ
∂Ω= ψ , ϕ ∈ C
0
(Ω) ∩ C
2(Ω) , (2.10)
con ψ ∈ C
0(∂Ω) e f assegnate. Se esiste una soluzione al problema posto, questa `e unica. ♦
Passiamo a provare un teorema di unicit`a della soluzione del problema di Dirichlet su una regione
non limitata (problema di Dirichlet esterno) nell’ipotesi che la soluzione ϕ tenda a 0
uniforme-mente in tutte le direzioni quando ||x|| → ∞, in altre parole: per ogni > 0 esiste R
> 0 tale
che |ϕ(x)| < se ||x|| > R
. In realt`a la tesi del teorema seguente continua a valere banalmente
se si rimpiazza la richiesta che ϕ tenda a 0 con la richiesta pi`u fisica che ϕ tenda ad una qualche
costante c uniformemente in tutte le direzioni quando ||x|| → ∞.
Teorema 2.5. (Unicit`a per il problema di Dirichlet 2). Se Ω `e un aperto di R
na
chiusura compatta, eventualmente Ω = ∅, si consideri il problema di Dirichlet per ϕ : R
n\ Ω →
R, dove vale ϕ ∈ C
2(R
n\ Ω) ∩ C
0Ä
R
n\ Ωä:
ß
∆ϕ = f su R
n\ Ω
ϕ
∂Ω= ψ , ϕ → 0 uniformemente in tutte le direzioni quando ||x|| → ∞. (2.11)
dove f ∈ C
0(R
n\ Ω) e ψ ∈ C
0(∂Ω) sono funzioni assegnate.
Se esiste una soluzione essa `e unica. ♦
Dimostrazione. Sia B
Runa palla aperta di raggio R > 0 centrata nell’origine di R
ne
contenen-te Ω, che esiscontenen-te dato che Ω `e un compatto in R
ned `e quindi limitato. Siano φ
1e φ
2due soluzioni
del problema (2.11) quindi tendenti uniformemente a 0 quando x → ∞. Allora φ
1− φ
2= 0 su
∂Ω e |φ
1− φ
2|
∂BR→ 0 quando R → ∞ uniformemente. Dato che φ
1− φ
2`e armonica in B
R\ Ω
e continua sulla chiusura (che `e compatta) di tale inseme, fissato x ∈ R
n\ Ω,
|φ
1(x) − φ
2(x)| ≤ max
∂Ω∪∂BR
|φ
1− φ
2| = max
∂BR