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LA PROBLEMATICITÀ DEI QUALIA

2 LA RELAZIONE TRA ATTENZIONE E COSCIENZA

2.2 LA PROBLEMATICITÀ DEI QUALIA

L’argomento riguardante il carattere qualitativo degli stati coscienti, ossia i qualia, è stato analizzato da numerosi filosofi contemporanei come John Searle, Thomas Nagel e Daniel Dennett. Sebbene tale tema abbia suscitato un particolare interesse soprattutto a partire dalla seconda metà del Novecento, esso fu trattato da numerosi filosofi nel corso della storia come John Locke, che distingueva tra qualità primarie e secondarie degli oggetti, e René Descartes con il suo dualismo tra la res cogitans e la res extensa. Essa, infatti, si inserisce nel dibattito più ampio sul rapporto tra mente e corpo e, quindi, sulla riducibilità o meno del mentale al materiale. Come ho accennato, si erano delineate due linee di pensiero differenti: a partire dagli anni '50 acquistarono forza le teorie materialiste come quelle comportamentiste e funzionaliste, le quali assunsero un approccio riduzionista, talvolta sostenendo l’impossibilità di un’indagine scientifica sui

qualia in quanto fenomeni non verificabili dall’esperienza, altre volte negando il loro

carattere autonomo di stato mentale e considerandoli come l’esito di processi fisici. A partire dagli anni '70, invece, sempre più studiosi iniziarono a considerare l’approccio riduzionista come non idoneo allo studio degli stati mentali e furono elaborati numerosi argomenti per dimostrare che i qualia169 esistono e differiscono

169 Riporto la spiegazione di Dennett circa la natura dei qualia: «Qualia is an unfamiliar term for something that could not be more familiar to each us: the way things seems to us. As is so often the case with philosophical jargon, it is easier to give examples that to give a definition of the term. Look at a glass of milk at sunset, the way it looks to you – the particular, personal, subjective visual quality of the glass of milk is the quale of your visual experience at the moment. The way the milk tastes to

sostanzialmente dagli stati fisici. Una critica al riduzionismo fu lanciata da Thomas Nagel nel suo articolo «What is it like to be a bat?170», dove si intende spiegare, tramite

l’esempio dei pipistrelli, cosa si intende per esperienza soggettiva e perché quest’ultima non può essere esaustivamente descritta dalle teorie fisicaliste o comportamentiste. In esso l’autore afferma che la coscienza è ciò che rende la questione del rapporto tra mente e corpo unica e non riducibile ad altri fenomeni conosciuti, poiché avere degli stati mentali coscienti equivarrebbe ad avere stati mentali qualitativi, ossia soggettivi:

But fundamentally an organism has conscious mental states if and only if there is something that it is like to be that organism – something it is like for the organism. We may call this the subjective character of experience. It is not captured by any of the familiar, recently devised reductive analyses of the mental, for all of them are logically compatible with its absence. It is not analyzable in terms of any explanatory system of functionale states, or intentional states, since these could be ascribed to robots or automata that behaved like people though they experienced nothing171.

L’esempio dei pipistrelli viene utilizzato da Nagel per chiedersi quale sia la sensazione che si prova ad essere qualcosa di diverso da noi stessi ed in che modo sia possibile arrivare a conoscere tale sensazione. Questa domanda è problematica perché

you then is another, gustatory quale, and how it sounds to you as you swallow is an auditory quale.

These various “properties of conscious experience” are prime examples of qualia. Nothing, it seems, could you know more intimately than your own qualia; let the entire universe be some vast illusion, some mere figment of Descartes’ evil demon, and yet what the figment is made of (for you) will be the qualia of your hallucinatory experiences», da Dennett, D. (1988). Quining Qualia, in Marcel, A., Bisiach, E., Consciousness in modern science, Oxford: Oxford University Press, cit. p. 381. 170 Nagel, T. (1974) What is it like to be a bat?, The Philosophical Review, 83(4), pp. 435-450. 171 Ivi, p. 436.

mette in luce la distinzione tra conoscenza soggettiva ed oggettiva: sapere quale sensazione si prova ad essere un pipistrello significa averne una conoscenza soggettiva che, tuttavia, è possibile solo assumendo il punto di vista del pipistrello. Le teorie riduzioniste, fondandosi esclusivamente sulla conoscenza oggettiva, ossia la conoscenza delle caratteristiche fisiche di ciò che ci circonda, non possono arrivare a spiegare questo aspetto soggettivo dell’esperienza che, tuttavia, caratterizza gli stati mentali coscienti e per questo motivo non sono adatte ad elaborare una teoria della mente.

Per il filosofo Frank Jackson nessun tipo di conoscenza può permetterci di assumere il punto di vista di un altro essere cosciente; dunque, l’aspetto della soggettività ci è precluso. Tuttavia, secondo Jackson, ciò che realmente caratterizza l’esperienza cosciente è il suo aspetto qualitativo (qualia) ed è la spiegazione di questo aspetto che manca nelle teorie fisicaliste e materialiste. Nell’articolo del 1982 intitolato «Epiphenomenal qualia172» Jackson espone, sotto forma di esperimento mentale, la sua

critica al riduzionismo nell’ambito dello studio della mente e della coscienza tramite il cosiddetto «argomento della conoscenza». L’esperimento consiste nel prendere in considerazione la figura di Mary, una scienziata imprigionata in una stanza in bianco e nero e costretta a conoscere il mondo tramite un televisore anch’esso in bianco e nero. Mary si è specializzata in neurofisiologia dei colori e, sebbene non ne abbia mai visto uno, possiede tutte le informazioni fisiche per riconoscerli e per sapere che cosa accade in noi quando ne facciamo esperienza. A questo punto Jackson si chiede che cosa succederebbe se a Mary fosse data la possibilità di uscire dalla sua stanza e vedere realmente dei colori:

What will happen when Mary is released from her black and white room or is given a colour television monitor? Will she learn anything or not? It seems just obvious that she will learn something about the world and our visual experience of it. But then it is inescapable that her previous knowledge was incomplete. But she had all the physical information. Ergo there is more to have than that, and Physicalism is false. Clearly the same style of Knowledge argument could be deployed for taste, hearing, the bodily sensation and generally speaking for the various mental states which are said to have (as it is variously put) raw feels, phenomenal features or qualia173.

Tra le teorie che sostengono l’oggettività dei qualia vi è il funzionalismo: la corrente di pensiero sviluppatasi intorno agli anni '50 dalla filosofia del matematico Alan Turing per cui gli stati mentali non si definiscono in base alla costituzione fisica ma in base alla loro funzione, ossia alle relazioni causali stabilite con gli altri componenti del sistema. Data tale assunzione, esso venne considerato come l’alternativa alla teoria materialistica dell’identità psico-fisica, per la quale ogni stato mentale deve corrispondere ad un particolare stato neurale. Una delle conseguenze più importanti di questa idea che stava alla base del funzionalismo fu la teoria della realizzabilità multipla, secondo la quale uno stato mentale può essere realizzato in sistemi con caratteristiche fisiche differenti ed anche, in linea teorica, in sistemi non biologici come i computer. Come tutti gli stati mentali, i qualia erano considerati dai funzionalisti degli algoritmi, che in questo caso sarebbero eseguiti dai sistemi rappresentazionali

dell’individuo al fine di rappresentare i fenomeni oggettivi, e per tale motivo sarebbero anch’essi oggettivi.

L’identificazione, da parte del funzionalismo, dei qualia con delle rappresentazioni oggettive che possono variare da persona a persona solo sulla base dell’accuratezza fu duramente attaccata da coloro che, invece, ne affermavano il carattere qualitativo e soggettivo. Uno degli argomenti che miravano a confutare il funzionalismo è l’argomento dei qualia invertiti che fu utilizzato dal filosofo Ned Block. Questo argomento deriva dall’ipotesi dello spettro invertito, formulata per la prima volta da Locke nel «Saggio sull’intelletto umano174» per dimostrare che le idee semplici non possono mai essere false:

Non comporterebbe neppure un’imputazione di falsità alle nostre idee semplici il fatto che la diversa struttura dei nostri organi fosse così disposta che lo stesso oggetto producesse idee diverse nello spirito di uomini diversi allo stesso tempo; per esempio se un’idea prodotta da una viola nello spirito di un uomo per mezzo dei suoi occhi fosse la stessa di quella prodotta in un altro da un fiorrancio, o viceversa. Dato che non lo si saprebbe mai, perché lo spirito di un uomo non può passare nel corpo di un altro per percepire le apparenze prodotte da quegli organi, neppure le idee che ne derivano o i nomi sarebbero affatto confusi, né vi si troverebbe una qualche falsità. […] egli sarebbe quindi in grado di distinguere mediante quelle apparenze le cose con altrettanta regolarità, per il suo uso, e comprendere e indicare quelle distinzioni contrassegnate col nome di blu e giallo, come se le apparenze e le idee nel suo spirito ricevute da quei due fiori fossero

174 Locke, J. (1690) Saggio sull’intelletto umano, edizione a cura di Marian e Nicola Abbagnano, U.T.E.T.: Torino; 1971.

esattamente le stesse delle idee nello spirito degli altri uomini175.

Block riprende l’argomento dello spettro invertito per dimostrare che, contrariamente a quanto sostenevano i funzionalisti, è possibile immaginare che una stessa cosa sia rappresentata da due stati mentali qualitativamente differenti, ma che il ruolo causale di quella rappresentazione non cambi. L’esempio fornito da Block in «Troubles with Functionalism176» è il seguente: «Imagine an inverted lense which when

placed in the eye of a subject results in exclamations like “Red things now look the way green things used to look and vice versa.” Imagine further, a pair of identical twins one of whom has the lenses inserted at birth. The twins grow up normally, and at age 21 are functionally equivalent»177. Questo dimostrerebbe, secondo Block, che i qualia non rientrano nella definizione fornita dai funzionalisti di uno stato mentale definito dal suo ruolo causale. L’argomento dello spettro invertito sarebbe applicabile solo agli stati qualitativi; prendendo come esempio le credenze, infatti, si ottiene un risultato differente: se una persona ritiene che A sia vero mentre un’altra ritiene che sia falso, è lecito pensare che, prima o poi, tale credenze produrranno nei due soggetti comportamenti diversi.