• Non ci sono risultati.

I prodromi di una topica dei fatti

5. INVENTIO E IUDICIUM COME PARTI DEL METODO

5.2 Un nuovo metodo per una nuova scienza

5.2.2 I prodromi di una topica dei fatti

Dalla présomption di una ragione fuorviata e fuorviante e dalla difficoltà nello stabilire legame certo tra causa ed effetto, la possibilità del nuovo metodo può emergere più chiaramente nelle discipline che producono un sapere congetturale, la cui incertezza ha dirette conseguenze per la vita dell’uomo, come accade nella medicina e nel diritto.

Sia in Montaigne che in Bacon, la medicina appare come l’esempio paradigmatico in cui la critica al sapere pedante può lasciare spazio a una proposta che mette al centro la il rapporto con l’esperienza e l’ordinamento del materiale che ne deriva, al fine di porre limiti e confini alla selva della varietà e guidare rettamente il giudizio.

In primo luogo sarà dunque necessario ancorare la ragione per non lasciarla libera di vagare tra congetture e anticipazioni della mente. Ed è in questo senso che per Montaigne, l’esperienza – vissuta, personale, intimamente acquisita, come è sempre preferibile per il Bordolese – costituisce il mezzo preferenziale per chiunque voglia approcciarsi alla cura del corpo e dello spirito.

L’esperienza è proprio a casa sua nell’argomento della medicina, in cui la ragione le cede senz’altro il posto. (…) Tanto si è che la medicina dichiara espressamente di aver sempre l’esperienza a riprova del proprio operare. Così Platone aveva ragione di dire che per essere un vero medico sarebbe necessario che colui che volesse diventarlo fosse passato per tutte le malattie che vuole guarire, e per tutti gli accidenti e le circostanze che deve giudicare. È giusto che prendano la sifilide se vogliono saperla curare.634

Il valore di un’esperienza che è intimamente soggettiva arriva alle estreme conseguenze nel pensiero di Montaigne, al punto che ciascuno è l’unico medico possibile per se stesso635, in linea con una lunga tradizione raccolta dalla fonte plutarchea636, che dal monito “Conosci te stesso” deriva la prescrizione di imparare a giudicare cosa sia buono o cattivo per la propria

634

M. de Montaigne, op. cit., III, 13, p. 2011.

635 «Tiberio diceva che chiunque avesse vissuto vent’anni doveva rendersi conto delle cose che gli erano nocive o salutari, e sapersi regolare senza medicina. E poteva averlo appreso da Socrate: il quale consigliando ai propri discepoli, con premura e come uno studio di somma importanza, lo studio della loro salute, aggiungeva che era difficile che un uomo intelligente, facendo attenzione ai suoi esercizi, a quello che beveva e che mangiava, non vedesse meglio di qualsiasi medico che cosa era per lui buono o cattivo». Ibidem.

636 Nel De tuenda sanitate praecepta di Plutarco, Tiberio si burla di qualsiasi uomo che superati i sessant’anni tenda il polso al medico per farlo tastare. L’edizione degli Essais a cura di Garavini e Tournon, rimanda a Tacito, Annali, VI, 46 e a Svetonio, III, 68.

156 vita. Da qui, Montaigne confida al lettore di tenere un “registro”, un diario delle proprie esperienze di salute e malattia, che rimandano idealmente alla pratica delle observationes e curationes medici, resoconti di casi e annotazioni di interesse medico637.

In mancanza di memoria naturale, me ne fabbrico una di carta. E quando sopraggiunge nel mio male qualche nuovo sintomo lo scrivo. Per cui accade che adesso, essendo passato quasi per ogni sorta di esempi, se qualche turbamento mi minaccia, sfogliando quelle noterelle scucite come foglie della sibilla, non manco pià di trovare come consolarmi con qualche pronostico favorevole desunto dalla mia esperienza passata.638

Montaigne arriva dunque, per mezzo dello studio del sé e dei proprio contesti di salute e malattia, a definire una medicina che costituisce a tutti gli effetti una saggezza del proprio corpo. Lo strumento è la costruzione di una historia639 che a partire dai propri esempi, possa produrre la possibilità di previsione e di terapia, fondate sull’esperienza.

Come ha sostenuto Stephen Pender, la scrittura del proprio caso medico, al fine di contrappore la pratica medica del sé all’universalismo dei medici scolastici, si colloca in nella tradizione ippocratica640 verso la quale l’apertura del sapere medico all’empiria doveva volgersi per ricucire la pratica artistica con l’apparato scientifico.

Anche Bacon pone la sua proposta di riforma del sapere medico nel solco della critica all’universalismo scolastico. Il quarto libro del De augmentis è infatti dedicato alle scienze dell’uomo e, nella fattispecie, il secondo capitolo analizza gli errori della scienza del corpo, medicina compresa, per poi abbozzare qualche proposta da inserire tra i desiderata. Come abbiamo già avuto modo di anticipare, Bacon affronta la questione della disciplina medica descrivendola come l’arte «tra le più congetturali»641, e cercando di delinearne i difetti che l’hanno resa inefficace e incerta. Di nuovo, la critica poggia sul mancato progresso, sulla chiusura di un sapere votato alla ripetizione:

La medicina, come abbiamo detto, è stata trattata in modo tale, che si può dire una scienza più ostentata che coltivata, e più coltivata che progredita, perché tutte le fatiche che sono state spese per essa si sono avvolte in circolo, piuttosto che in progresso. Trovo infatti negli scrittori moltissime ripetizioni ma poché novità.642

637 M. Stolberg, Empiricism in Sixteenth-Century medical practice: the notebooks of Georg Handsch, in «Early Science and Medicine», n. 18, 2013, pp. 487-516, p. 488. Si veda anche C. Crisciani, Fatti, teorie, "narratio" e i malati a corte. Note su empirismo in medicina nel tardo-medioevo, in «Quaderni storici», n. 3, 2001, pp. 695- 518.

638 M. de Montaigne, op. cit., III, 13, p. 2037.

639 S. Pender, Examples and experience: on the uncertainty of medicine, in «The British Journal for the History of Science», n. 39, 2006, pp. 1-28, p. 17.

640 Ibidem.

641 F. Bacon, Della dignità e del progresso delle scienze, cit., IV, 2, p. 205. 642 Ivi, p. 209.

157 E, qualche riga dopo, Bacon imputa il primo difetto al «non aver continuato il lavoro così utile e accurato di Ippocrate che aveva avuto cura di compilare un prontuario dei casi di malati speciali»643. La continuazione di questa medicinalium narratio è paragonata alla conservazione tipica del diritto dei «casi giuridici più celebri e delle decisioni nuove per meglio istruire e disporre i casi futuri»644 e inserita tra i desiderata. Bacon anticipa gli obiettivi di questa storia medica, affinché possa essere utile al progresso e all’arte:

manca una raccolta unica, diligente e giudiziosa dei casi illustri; ma non penso, tuttavia che tale raccolta debba essere estesa a tal punto da comprendervi anche i casi più comuni che intervengono ogni giorno (ciò che renderebbe infinitamente lungo e superfluo il lavoro); né che debba venir ristretta in termini così angusti da contenere soltanto i casi più straordinari e meravigliosi.645

Tra Cinquecento e Seicento la riflessione sulla medicina e sui suoi sviluppi assume un valore paradigmatico per la posizione che ricopre tra le critica critica del sapere e la nuova proposta di metodo.

In virtù della sua cifra utilitaristica, la medicina è epistemologicamente collocata al crocevia tra arte e scienza nella sistematizzazione scolastico-aristitelica del sapere, e necessita allo stesso tempo di uno stretto rapporto con l’esperienza. In primo luogo, infatti, il suo oggetto è costituito da un corpo, cosa tra le cose, costantemente in divenire, corruttibile, che le si propone come determinato da molteplici fattori direttamente coinvolti nel procedere verso il fine medico – lo stato di salute o la guarigione646. In secondo luogo, nell’indagine dei principi e delle tecniche, diviene imprescindibile un metodo capace di sistematizzare il patrimonio delle esperienze raccolte al fine di costruire una scienza del corpo umano. La medicina è costretta perciò, per la sua stessa natura, a muoversi tra empirismo e razionalismo647, destino che condivide con il diritto, anch’esso sommerso dalla casistica del reale, ma proiettato verso la formulazioni di leggi che aspirano all’universalità.

Nell’istituzionalizzazione scolastica medievale, la medicina si trova subordinata alla filosofia naturale, indagatrice dei principi naturali che soggiacciono ai fenomeni del reale, e in questo senso, l’esperienza mantiene la sua valenza di tesoro di esempi da portare a verifica, nel quadro della scientia fondata sul metodo deduttivo e dimostrativo aristotelico. Quando il mondo del sapere viene investito dalla pulsione riformativa umanistica, anche la

643 Ivi, p. 211. 644 Ibidem. 645

Ibidem.

646 G. Pomata, «Observatio» ovvero «Historia». Note su empirismo e storia in età moderna, in «Quaderni Storici», vol. 31, n. 9, 1996, pp. 173–198, p. 184.

158 medicina si trova messa in discussione nei suoi fondamenti, con il recupero di Galeno e di Ippocrate e la restituzione di un apparato metodico che ricuce la scollatura tra sapere contemplativo fondato sulla filosofia naturale e valore utilitaristico e quindi, in senso aristotelico, artistico648. Il processo di rinnovamento dei fondamenti e delle fonti del sapere si intrecciava per la medicina con secoli di sviluppo di attività artistica costituita dalla sapienza dei rimedi farmacologici e dalla pratica dei cerusici, così come dei medici che operavano al di fuori dell’insegnamento universitario, rendendo di fatto inesistente il confine tra ars e scientia649.

È interessante che per illustrare questo processo Montaigne si riferisca ad un’arte – la chirurgia – che già altrove650 aveva utilizzato per contrapporre il sapere fertile e ancorato all’esperienza al sapere libresco:

il frutto dell’esperienza di un cerusico non è la storia delle sue pratiche, e il ricordarsi di aver guarito quattro appestati e tre gottosi, se da questo esercizio non sa trarre di che formare il suo giudizio, e non sa farci sentire che per questo è diventato più esperto nell’esercizio della sua arte [plus sage à l’usage de son art]651.

Nella fattispecie al cerusico non è sufficiente ricordare i casi se non li ordina in modo da creare una possibilità di previsione per ottenere frutti e raggiungere determinati scopi. Nemmeno per Bacon la raccolta di casi in modo rapsodico e indiscriminato – secondo il costume delle raccolte di storia naturale dell’epoca – è sufficiente per costruire un rapporto con l’esperienza utile alla costruzione del sapere:

si devono accogliere in questa storia in primo luogo le cose più divulgate, come quelle che qualcuno reputerebbe superfluo inserire in un’opera scritta, perché sono note tanto familiarmente; poi le cose vili, illiberali e turpi (tutto invero è puro per chi è puro), ché se si trae guadagno perfino dalle latrine bene odoranti, a maggior ragione sarà consentito trarre lume e informazione da qualsiasi cosa. Si accolgano anche le cose leggere e puerili (senza meraviglia alcuna, dal momento che noi dobbiamo interamente ritornar bambini), e quelle che sembrano di una esagerata sottigliezza perché non sono in sé di alcun uso. Si è già detto che quelle cose che entrano in questa storia non vengono accolte per se stesse; perciò neppure si deve misurarne la

648 M. Stolberg, Empiricism in the Sixteenth-Century Medical Practice: the notebooks of Georg Handsch, in «Early Science in Medicine», vol. 18, n. 6, 2013, pp. 487-515, p. 487.

649 G. Pomata, «Observatio» ovvero «Historia»…, cit., p. 185. 650

«la chirurgia mi sembra molto più sicura, in quanto vede e tocca quello che fa; c’è meno da congetturare e da indovinare, mentre i medici non hanno alcuno speculus matricis che scopra loro il nostro cervello, il nostro polmone e il nostro fegato». M. de Montaigne, op. cit., II, 37, p. 1431.

159 dignità da se stesse, ma in quanto possano essere trasportate ad altre cose e influiscano sulla filosofia.652

In Montaigne e Bacon, la costruzione del sapere avviene ancora stabilendo nessi. La prospettiva permane induttivista, ma la critica alla fallacia teoretica e alla “scienza come uno la desidera” coinvolge il principio cardine dell’induzione classica – l’analogia – e apre le porte alla necessità della differenza e della sua sferzante azione probatoria.