Attività di rilievo e documentazione
3.1 Il progetto di rilievo a Camaldol
Una scrupolosa pianificazione delle campagne di misura- zione, tesa a discretizzare preliminarmente le geometrie dei manufatti (con inevitabili semplificazioni), per poter acquisire il reale mediante procedure “elementari”, ma estese nel tempo11.
La documentazione dell’eremo e del monastero di Camal- doli è tesa a creare disegni affidabili sullo stato dei luoghi dai quali comprendere poi quei modelli che ripropongo- no lo spazio architettonico e l’architettura del luogo come espressione formale della relazione tra uomo e natura e quindi come vera espressione formale della misura12, cioè capaci di descrivere le relazioni che intercorrono tra il si- stema reale e la sua rappresentazione ideale.
È dalla pianificazione del rilievo che dipende la qualità dei dati dai quali poi verrà condotta la sintesi descrittiva. Comprendere la specifica necessità per la quale si affronta un rilievo comporta definire quali informazioni possono apportare un aiuto alla ricerca e, conseguentemente, quali elementi é necessario considerare, specificandone le rela- zioni, per estrarne le informazioni desiderate.
In generale, per ciò che riguarda le linee guida per la pro- grammazione delle campa-
gne di rilievo, si è ricercato il giusto compromesso tra operazioni di pianificazio- ne ed operazioni condotte sul campo. Questa condi- zione ha permesso di libe- rare il rilevatore da rigidi vincoli imposti a priori e poter operare visivamente sulle problematiche che l’oggetto da rilevare pro- pone, ma ha anche per- messo la limitazione di eccessive improvvisazioni in sito, probabili fonti di incertezze nella definizio- ne del processo di misura- zione delle strutture. Il progetto di rilievo com-
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93 regole stabilite da canoni generali i cui vincoli sono però
estremamente adattabili e dipendenti dai risultati che cia- scun operazione apporta come contributo alla ricerca. È per questo che l’esperienza ricavata dal metodo sperimen- tale, applicato anche in più tempi ai medesimi elementi, conferisce una visione più ampia sulle possibili soluzio- ni pratiche in grado di apportare maggior vantaggio sulle riprese o sulle misurazioni da effettuare, così come sulle elaborazioni o le interazioni di dati da operare in seguito. L’unione e la gestione di queste metodologie si attua nella progettazione e nell’utilizzo ragionato delle potenzialità che l’operatore può richiedere agli strumenti, nell’oculata integrazione delle varie tecniche e, soprattutto, dei sistemi di verifica.
Non si può prescindere dal considerare che i nuovi stru- menti di rilievo hanno rivoluzionato in maniera eclatante non solo le metodologie ed i tempi di indagine, ma si sono rivelati anche come una nuova frontiera di pensiero su gran parte della disciplina. Quest’ultimi sono calibrati per ottenere un’alta quantità di informazioni metriche e mor- fologiche che dovranno essere conformi alla complessità della porzione architettonica rilevata, pena una ridondan- za di dati che andrebbe a gravare sulla successiva fase di gestione di dati, nonché all’accessibilità sostenibile degli hardware per l’utilizzo dei software adatti alla restituzio- ne.
La fase progettuale del rilievo integrato coincide con la definizione di un cronoprogramma delle attività operative capace di sviluppare un percorso funzionale all’elabora- zione della documentazione dello stato attuale del sistema architettonico.
Vengono previste ed organizzate le specifiche attività di ri- lievo che verranno svolte direttamente in sito prevedendo quali strumentazioni saranno disponibili e progettandone l’utilizzo in conformità sia agli obiettivi posti per lo svi- luppo generale della ricerca e sia per gli obiettivi specifici della campagna di rilievo.
Il controllo e la gestione delle operazioni da svolgere è necessario in tutte le fasi del lavoro a partire dal prelimi- nare sopralluogo fino alla restituzione ultimata del rilievo, tutto il processo è corrisposto da numerose azioni, spesso ripetitive, che devono essere comprese e valutate sia sin- golarmente che rispetto al lavoro complessivo.
Le attività preliminari di orientamento e di “confidenza” al
sito da rilevare devono concorrere a definire la prima fase di pianificazione del rilievo. Successivamente si intervie- ne per organizzare adeguate campagne di rilievo destinate all’acquisizione delle informazioni metriche sugli edifici e i suoi relativi spazi aperti, per strutturare infine il processo di restituzione dati che genera il disegno architettonico del monumento.
Il processo operativo stabilisce un primo rapporto con la struttura architettonica attraverso un confronto di due tipi: indiretto e diretto. Il confronto indiretto riguarda le cono- scenze di base che si hanno o che si acquisiscono appo- sitamente sul contesto: si tratta di nozioni storiche gene- rali, conoscenza anche ideale del sistema territoriale. Per questo confronto si possono prevedere, in una forma più approfondita, metodologie di indagine, tecniche o elabo- rati grafici quali cartografie, mappe catastali, cabrei e tutto quanto risulti utile per approcciarsi alla conoscenza del luogo. Il sistema diretto, messo in pratica in situ, coinvolge il confronto attivo della conoscenza sviluppata con l’im- magine percepita e raccolta attraverso la produzione di eidotipi o l’esecuzione di campagne fotografiche, sempre a carattere informativo, mirate a documentare la struttura generale del luogo e a guidare la lettura delle complessità individuabili per ciascun ambiente.
Le immagini prese dal vero si pongono come primo ogget- to estetico su cui comporre la ricerca formale intorno ad un luogo o a un oggetto; queste immagini sono il primo stadio di un sistema di passaggi operativi e concettuali su cui cresce il progetto16.
La presa di coscienza dell’ambiente e del suo aspetto spa- ziale consente di poter operare scelte che predispongano le singole campagne di rilievo; lo scopo di questa prima fase è inoltre quello di stimare preventivamente la suddivisione degli ambienti rilevabili per determinare il cronoprogram- ma necessario a ordinare le singole sessioni di rilievo e i relativi tempi di lavoro.
Da questo ordinamento dipenderà poi anche l’organizza- zione dei dati e, ancor più, la struttura mentale a cui farà riferimento lo sviluppo della conoscenza in merito al fab- bricato per l’intera durata della ricerca.
L’esigenza di raccontare a se stessi il luogo impone dei codici e delle abbreviazioni, delle organizzazioni, di carat- tere anche distributivo, che formuleranno gli elementi di confronto con le successive fasi di ricerca.
I limiti individuati dalla zonizzazione di fabbricati com- plessi, così come di comparti urbani per rilievi su larga scala, determinano nuclei organici architettonici il cui svi- luppo, noto in seguito dall’analisi critica sul rilievo, può consentire un approfondimento e una più dettagliata lettu- ra dell’evoluzione che queste stesse porzioni hanno avuto nel tempo. In questo senso permettono di concentrare e focalizzare l’attenzione e consentono di isolare l’appro- fondimento di scale di lettura senza però interagire sulla più generale maglia di analisi imposta all’edificio tutto. Questi limiti, che vengono definiti in fase preliminare, dovranno essere suscettibili di cambiamenti, non tanto nelle fasi operative di acquisizione, dove si cercherà in- vece di rispettare il cronoprogramma fondato proprio su queste divisioni, ma nel più generale processo narrativo di esposizione e racconto del lavoro di indagine, special- mente quando il rilievo dovrà tematizzarsi o rispondere a specificità maggiori vincolate a interventi di restauro o al racconto stesso della ricerca.
Per le operazioni di rilievo in sito, nel caso di studio qui affrontato, si sono dovuti tenere in considerazione alcuni parametri logistico organizzativi, necessariamente vinco- lati al rispetto degli spazi e degli orari della comunità ca- maldolese. Entrando nello specifico degli ambienti da rile- vare, si evidenzia la presenza di peculiarità volumetriche completamente eterogenee, gli spazi interni si strutturano secondo una successione di piccoli ambienti spesso alter- nati ad ambienti monumentali e a questa varietà dimensio- nale si somma poi una diversificazione della complessità decorativa che caratterizza in genere le zone comuni o i locali dedicati all’ufficio religioso di certe aree, sia del mo- nastero che dell’eremo, che si contrappongono ai locali di servizio dove non è il decoro a qualificare lo spazio, ma la stratificazione di segni o impianti, di degradi o suppellet- tili, che sovente infestano soffitte e scantinati compromet- tendo l’accessibilità stessa ai locali.
Alla preventiva operazione di presa di coscienza dell’am- biente segue la progettazione della scelta del sistema di rilievo, che abbia la capacità di essere riferimento generale per tutte le informazioni metriche di dettaglio cui si devo- no vincolare.
Nella volontà di definire un sistema di riferimento genera- le è stato pianificato un rilievo topografico per creare una rete di capisaldi su di una poligonale chiusa che abbrac-
ciasse il perimetro esterno dei singoli complessi e dalla quale dipartissero poi poligonali aperte su specifiche se- zioni del complesso.
Queste misurazioni stabiliscono rapporti metrici tridimen- sionali che innescano un meccanismo di identificazione tra rilevato e rilevatore attraverso il quale comincia a svilup- parsi una coscienza dei valori spaziali che si concretizzano in codici numerici.
Tutti i metodi di rilevamento si basano sulla determinazio- ne della posizione di un certo numero di punti dell’oggetto di studio che ne permettano la rappresentazione17.
Nelle porzioni di edificio interessate dal rilievo topogra- fico si è pianificato poi di eseguire, in parallelo, anche la campagna di rilievo laser scanner, misurando rigorosa- mente tutte le parti dell’edificio da rappresentare.
Il rilievo eseguito con strumentazioni laser è stato orga- nizzato in diverse campagne di rilievo, programmate se- condo le aree omogenee di intervento. A completamento della progettazione del lavoro di rilievo si è scelto poi di programmare campagne di rilievo diretto nelle porzioni di fabbricato in cui l’utilizzo del laser scanner è stato ritenuto sconveniente valutandone l’efficacia attraverso il confron- to tra ipotesi di dati prodotti e effettiva utilizzazione degli stessi.
In sostanza il rilievo diretto è stato utilizzato per raziona- lizzare e discretizzare le informazioni metriche soprattut- to per descrivere quei locali dove la presenza di numerosi elementi, che avrebbero intercettato o celato ai dati imma- gazzinati nella nuvola dei punti le relazioni della struttura dell’edificio, risultava eccessiva.
Infine si è previsto di destinare alcune specifiche campa- gne di rilievo ad integrazione dei dettagli costruttivi non acquisiti dal rilievo laser scanner, prevedendo anche l’uso di tecniche alternative a quelle sopra citate per poter con- frontare i risultati ottenuti.
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95 Un momento della campagna di rilievo con stazione totale. Su eidotipi vengono segnalati il punti collimati.
3.2 Il rilievo topografico: inquadramento generale del