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Proposta metodologica – Strumento per l’analisi delle competenze

È noto che l’aspetto “critico” nello svolgere una ricerca è rappresentato dalla scelta degli strumenti da utilizzare, i quali, se opportunamente selezionati, permettono di coadiuvare positivamente l’indagine sociale.

Con riguardo al presente lavoro tale scelta riguardava gli strumenti più adeguati a sondare le competenze dei soggetti dell’indagine, rappresentati da cittadini stranieri residenti in Italia. Al fine di rimanere in linea con la letteratura europea esistente, riguardante la ricerca di dette competenze, si è propeso nel trarre spunto da “Strumento europeo di determinazione delle competenze per i cittadini di Paesi terzi”, il quale adopera, per i vari ambiti indagati, le classificazioni standard dettate dall’Unione Europea.

Come già spiegato in precedenza, i soggetti di questa indagine sono volontari, anche se non intesi nel senso letterale e classico del termine, ovvero sono dei migranti residenti in Italia, che hanno arbitrariamente deciso di unirsi in gruppi per cercare finanziamenti atti a realizzare progetti di co- sviluppo indirizzati ai propri Paesi d’origine. Sul tema delle competenze, la ricerca di Baggiani, rivolta allo studio dei bisogni dei volontari, offre un quadro esplicativo sulla suddivisione delle loro macro-aree e, nonostante, nel nostro caso, non si trattino membri iscritti ad un’associazione di volontariato, si è ritenuto utile riprendere la stessa struttura delle competenze72 fornita

dall’Autore, ovvero competenze di base, tecnico-professionali e trasversali. Per queste ultime è stato ritenuto più opportuno integrare, alla suddivisione di Baggiani, le indicazioni fornite dall’analisi effettuata da Boerchi nel 3° e 4° incontro di gruppo: Le carte delle competenze trasversali (2018). La suddivisione, effettuata nel progetto ESPaR, è importante per riuscire a capire di quali competenze dispongono i migranti per riuscire a cooperare, gestire il gruppo di

72 La suddivisione delle competenze utilizzata da Baggiani (2011) viene ripresa dallo studio sulle

57 lavoro e relazionarsi tra loro e, per la presente ricerca, questo aspetto risulta rilevante dal momento che i gruppi di volontari impegnati nei progetti di co-sviluppo nei loro Paesi d’origine, sono composti da 15 persone circa. Pertanto, indagare sulle abilità relazionali e di cooperazione dei soggetti, permetterebbe di sviluppare progetti ed attività con maggior probabilità di successo. Relativamente alle competenze tecnico-professionali, si è deciso di tener conto non solo delle competenze acquisite durante il percorso di studi e certificate dal titolo di studio del soggetto, come previsto dalla ripartizione suggerita da Baggiani, ma anche di quel bagaglio di competenze acquisite nelle attività di lavoro. Per tale motivo si è ripreso il sistema di domande, proposto dal progetto FORWARD con lo strumento 44, dove era richiesto di specificare gli ultimi impieghi lavorativi svolti nei Paesi d’origine e nel Paese ospitante.

Durante la consultazione dello stato dell’arte è emersa, specie nel manuale d’uso dello “Strumento europeo di determinazione delle competenze per i cittadini di paesi terzi”, la difficoltà della somministrazione dei questionari a soggetti non appartenenti alla cultura del Paese ospitante, con le connesse problematiche derivanti dalla buona conoscenza o meno della lingua italiana. Per risolvere questa questione, il programma europeo, ha impostato la creazione del profilo in più lingue, in modo tale da permettere a tutti, anche a chi non comprende le lingue europee, di poter partecipare al progetto. Questo tema ha fornito uno spunto di riflessione, dal quale si è concluso, che nel nostro caso non risultava necessario prevedere la traduzione in più lingue del questionario, essendo i destinatari cittadini stranieri residenti in Italia, inseriti in contesti sociali e lavorativi e, dunque, presumibilmente, con buona conoscenza della lingua italiana.

Infine, seppur note le differenze con la ricerca di Baggiani, alcuni degli strumenti utilizzati dall’Autore potrebbero essere replicati anche nel nostro caso, dal momento che entrambe le indagini presentano un consistente numero di volontari da intervistare. L’aspetto dell’intervista comporta, tuttavia, una notevole difficoltà di esecuzione, dato che, considerando l’elevato numero di soggetti interessati, lo svolgimento di interviste faccia a faccia risulterebbe eccessivamente dispendioso, sia in termini di tempo che di risorse. La somministrazione online di questionari strutturati, dunque, sembra essere l’opzione migliore nel nostro caso, così come fatto da Baggiani, ma anche in questo contesto sorgono non poche problematiche, delle quali è stato tenuto conto per fare in modo che un cospicuo, nonché adeguato, numero di volontari porti a termine la compilazione dei questionari detti. A tal proposito si denota come le statistiche rivelano che i tassi di risposta dei questionari online non sono molto alti e sarebbe opportuno, quindi, cercare di aggirare il problema, prevedendo escamotage tecnici come, ad esempio, dei remainder (Stella, Riva, Scarcelli, Drusian, 2014), che nel nostro caso sono rappresentati da solleciti alla compilazione effettuati per via telefonica o per e-mail.

58 Lo strumento utilizzato per formulare il questionario è stato Docs.Google, un programma di videoscrittura gratuito, messo a disposizione da Google73, che permette di caricare o creare, su un

server, documenti, fogli di calcolo, presentazioni o sondaggi. Google ha creato questa funzione partendo da una suite per ufficio di Google drive74 consentendo non solo agli utenti di creare e

modificare documenti online, ma anche di collaborare con altri utenti in tempo reale. L’utilizzo di questo programma ci ha permesso di creare facilmente il questionario, grazie a moduli preimpostati, che abbiamo personalizzato a seconda delle necessità dettate dalla ricerca e dalle domande precedentemente selezionate, inoltre, utilizzando un account gmail75 è stato possibile

inviare e ricevere i questionari compilati con modalità veloci ed efficaci.

È stato scelto di procedere nella rilevazione dei dati mediante questionario strutturato, in modo tale che tutti i partecipanti avessero “le domande nella stessa formulazione e nella stessa sequenza” (Corbetta, 2014, p. 412), tale impostazione ha permesso di far avere a tutti i soggetti un uguale stimolo, garantendogli nel medesimo momento una piena libertà nell’esprimere le risposte (Ibidem, 2014). Il questionario è stato impostato inserendo domande aperte, sfruttando il vantaggio della libertà di espressione dei candidati (Idem, 2014) per domande inerenti alle esperienze lavorative, alle competenze linguistiche possedute ed ai corsi di formazione frequentati, la maggior parte delle domande sono state inserite come domande chiuse poiché permettono a tutti i candidati di possedere lo stesso quadro di riferimento, facilità il ricordo e quindi una maggiore precisione delle risposte, stimala la riflessione costringendo i rispondenti ad essere meno ambigui (Corbetta, 2014).