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Capitolo 3 – Accademia e professione a confronto

3.1 Teoria della traduzione e professione

3.1.1 Proposta metodologica

Per l’individuazione dei bisogni formativi degli studenti il docente può affidarsi alla propria esperienza sviluppata nel corso degli anni grazie all’attività sul campo oppure scegliere un metodo più strutturato. Nel secondo caso, traendo ispirazione dal modello sviluppato da Way (2008) denominato Achille’s Heel, è possibile chiedere agli studenti di compilare all’inizio del corso un breve questionario che li aiuti a “detect their own weaknesses and strenghts and become aware of

the areas which require special attention in their own work”(Way, 2008: 93).

Tale modello prevede che gli studenti valutino la propria progressione annotando individualmente punti deboli e di forza per tutta la durata del corso e discutendo con regolarità i commenti e i cambiamenti con il docente. In un contesto di lifelong learning e di sviluppo professionale e personale, il modello di Way mira a incoraggiare gli studenti a valutare il proprio lavoro con spirito

critico e ad analizzare sistematicamente le proprie competenze sviluppando capacità di autovalutazione.

Chi scrive ritiene che l’idea di far compilare un questionario di autovalutazione agli studenti sia uno strumento a disposizione sia del docente che dello studente. Il primo, sulla base delle indicazioni ottenute, potrà proporre in classe riflessioni e approfondimenti puntuali. Il secondo, invece, potrà riflettere sugli aspetti della propria formazione da approfondire e sviluppare.

Tale metodologia, seppur con qualche adattamento, è stata applicata in occasione del progetto sperimentale “TraDidattica – La traduzione dei bilanci consolidati” che verrà presentato nel capitolo 4.

Una delle domande38inserite nel questionario è volta a indagare quali aspetti lo studente ritiene

di dover migliorare.

Constatando che buona parte degli studenti ha indicato la ricerca documentaria, soprattutto quando collegata a un dominio e a un genere testuale mai affrontati prima, come un aspetto della propria formazione da migliorare, si è scelto di fornire un approfondimento teorico proprio su tale tema.

Nella fase di preparazione di tale approfondimento, si sono seguiti i principi indicati da Gile (2009: 18-19) per l’implementazione dei componenti teorici nella formazione dei futuri traduttori, ovvero:

1. Theoretical components should be designed so as to be directly relevant to the students’ needs 2. Theoretical components should be designed so that they are easy to grasp

3. Theoretical components should preferably be taught after student sensitization

4. Theoretical components should be referred to repeatedly throught the course when discussing

the students’ achievements and weaknesses

Il primo principio prevede che la teoria proposta fornisca risposte alle domande e ai problemi che il futuro traduttore dovrà affrontare con ogni probabilità; inoltre, i concetti proposti dovrebbero essere considerati “practically useful” (Gile, 2009: 18) per lo studente. Il secondo principio ritiene fondamentale che la modalità scelta per presentare la teoria integri completezza delle informazioni e semplicità. Il terzo principio richiede al docente di spiegare preventivamente i fenomeni collegati alla teoria proposta. Infine, con il quarto principio, Gile considera importante fare riferimento alla teoria durante la correzione del testo quando ritenuta rilevante per spiegare o commentare le soluzioni degli studenti.

In prima istanza, si è voluto approfondire quale fosse la reale difficoltà collegata alla ricerca documentaria. In classe, grazie a una discussione libera, gli studenti che hanno manifestato tale lacuna hanno affermato di non essere ancora riusciti a sviluppare una propria strategia: “devo

sicuramente acquisire autonomia nell’ambito della ricerca documentaria che accompagna e precede la traduzione vera e propria, per poter poi essere più sicura del mio lavoro finale.”

Considerando gli esempi metodologici dei docenti intervistati e la particolare natura del progetto sperimentale si è scelto di preferire la riflessione collettiva in classe. Chi scrive ha selezionato l’articolo di Christine Durieux (1990) “La recherche documentaire en traduction technique:

conditions nécessaires et suffisantes” e ha preparato una presentazione Power Point che

racchiudesse i principali concetti teorici presentati in modo che fossero facilmente recepibili dallo studente. Lo scopo era offrire un esempio formale che permettesse agli studenti di riflettere sulla pratica della ricerca documentaria e che fungesse da punto di partenza volto a fornire la sicurezza iniziale necessaria per accettare i primi incarichi una volta terminato il percorso accademico anche in domini mai affrontati prima. Naturalmente, trattandosi di una base, si è poi discusso sulla necessità di sviluppare tale metodologia e di farla propria grazie soprattutto all’esperienza che gli studenti avrebbero acquisito nel tempo in veste di traduttori freelance.

In primo luogo, grazie a una discussione collettiva in classe si sono confrontati i diversi modi di procedere degli studenti. Il confronto attivo ha evidenziato che la maggior parte degli studenti fa precedere la ricerca documentaria alla fase traduttiva mentre altri ragionano anche in termini di tempo a disposizione e conoscenza nell’ambito trattato affermando che:

"La scelta del metodo dipende dal tempo che ho per tradurre. Se la scadenza per consegnare la

traduzione non è troppo vicina uso il primo approccio. Ma quando la scadenza è molto ravvicinata devo far coincidere la fase traduttiva con l’approfondimento tematico.”

” Se non conosco il dominio e la terminologia mi è in parte sconosciuta inizio facendo una ricerca, altrimenti, se sono già a conoscenza per mia cultura personale di alcuni aspetti del dominio, inizio a tradurre e poi approfondisco dove necessario.”

Terza tappa

Quando terminare la ricerca documentaria

1. Determinare la soglia di comprensione a partire

dalla quale la traduzione diventa possibile

2. Comprensione dei concetti → comprensione

relazioni tra i concetti

3. Testare le proprie conoscenze su un tema

interrogandosi sistematicamente (Perché?Come?)

Si mettono in evidenza gli aspetti opachi

Matriosca

Terza tappa

Quando terminare la ricerca documentaria

1. Determinare la soglia di comprensione a partire

dalla quale la traduzione diventa possibile

2. Comprensione dei concetti → comprensione

relazioni tra i concetti

3. Testare le proprie conoscenze su un tema

interrogandosi sistematicamente (Perché?Come?)

Si mettono in evidenza gli aspetti opachi

Matriosca

Terza tappa

Quando terminare la ricerca documentaria

1. Determinare la soglia di comprensione a partire

dalla quale la traduzione diventa possibile

2. Comprensione dei concetti → comprensione

relazioni tra i concetti

3. Testare le proprie conoscenze su un tema

interrogandosi sistematicamente (Perché?Come?)

Si mettono in evidenza gli aspetti opachi

I due obiettivi della comprensione

Puntuale: ci permette di svolgere la traduzione

di un testo

Generale: costituire un bagaglio di conoscenze

che potremmo sfruttare per la comprensione

di altri testi

Il confronto tra la metodologia adottata dagli studenti e quella proposta da Durieux per la ricerca documentaria ha evidenziato che i due approcci sono più simili di quanto gli stessi studenti si aspettassero. Tale dato ha trasmesso una maggiore sicurezza negli studenti circa la strategia adottata e la riflessione teorica ha conferito formalità al dato.

Per cui, la risposta alla domanda con cui si è aperta la trattazione è che la teoria è di assoluta importanza. Come afferma Venuti (2000: 27):

[it] is a way of improving the practice of translation, primarily because it increases the

translator’s awareness of methodology” e “[it] aims at systematising translation practices, and it should therefore be considered fundamental in the trainig of language mediators as it provides them with the necessary skills for solving specific problems.

Inoltre, offrire ai futuri traduttori approfondimenti puntuali su bisogni specifici con modalità “easy to grasp” si auspica permetterà loro di ricordarli anche a distanza di tempo durante la pratica professionale.