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Generales

Fino al 2004 numerose proposte di legge sulle unioni di fatto sono state presentate in Parlamento dai gruppi di opposizione che hanno effettuato una pressione costante al fine di ottenere una disciplina sulle unioni non fondate sul matrimonio, tentando di dare concreta risposta alle sempre più pressanti rivendicazioni sociali. In particolare, sia nella VI che nella VII legislatura, periodo in cui il Governo spagnolo era presieduto da José Maria Aznar, esponente del Partito popolare, la pressione è risultata ancora più intensa. Difatti, è in tale periodo che sono state presentate le proposte di legge concernenti l’eguaglianza giuridica per le coppie di fatto e quelle che si riferiscono alla modifica del Codice Civile in materia di matrimonio.

In realtà, è sin dal 1984 che si disciplinano aspetti concernenti le unioni di fatto seppure in materie specifiche, riconoscendo alcuni diritti ai conviventi di una unione stabile, come ad esempio Ley de Ammodernamientos, modificación del Codigo Penal,

Ley de indemnización a las victimas del terrorismo, etc. Tali interventi normativi sono

stati sollecitati a seguito della Risoluzione del Consiglio Europeo del 7 maggio 1998 e

470 Sul punto, si vedano, C. Mesa Marrero, Las uniones de hecho: Analisis de las Relaciones Economicas y sus efectos... cit., p. 97; M.C. Pérez Villalobos, Las leyes autónomicas reguladoras de las parejas de hecho... cit., pp. 217 e 218.

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della Risoluzione del Parlamento Europeo dell’8 febbraio 1994, che hanno posto le basi per intraprendere una regolamentazione del fenomeno.

Procedendo in ordine di tempo, si precisa che nella VI legislatura (dal 1996 al 2000), furono presentate al Congreso de los Diputados tre proposte di legge concernenti la disciplina delle unioni di fatto: una presentata dal gruppo Socialista, un’altra dal gruppo

Coalición de Canaria e la terza da Izquierda Unida- iniziativa por Catalunya; ma solo

quella presentata dal gruppo Coalición Canaria fu “presa in considerazione”, anche se rimase bloccata nella passata legislatura per poi scomparire dai lavori del Congreso471. I gruppi proponenti una legge sulle unioni di fatto sottolineavano, già dal 1997, la necessità di regolare tale nuova evidente realtà sociale, presentando a tal proposito dei dati volti ad evidenziare l’importanza della questione ed il grande impatto sociale del tema in oggetto; difatti, esistevano 600.000 famiglie non fondate sul matrimonio e più del 68% della popolazione considerava le coppie di fatto come famiglie a tutti gli effetti472. Tali proposte di legge trovavano fondamento nell’art. 9.2 della CE473, concernente l’obbligo per i poteri pubblici di promuovere le condizioni affinché la libertà e l’uguaglianza dell’individuo, ma anche dei gruppi in cui esso si integra, siano reali ed effettive, e di rimuovere gli ostacoli che impediscano o rendano difficile la loro piena applicazione e facilitare la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica, economica, culturale e sociale; nell’art. 10 CE474, in cui sono contemplati i cinque principi che costituiscono il fondamento dell’ordine politico e della pace sociale: la

471 La proposta di legge presentata al Congreso dal gruppo parlamentare Coalición Canaria, fu l’unica

proposta ad essere approvata con 162 voti favorevoli, 159 contrari e 11 astensioni, cfr. Congreso de los

Diputados, Serie B, del 10 aprile 1997.

472 I dati presentati al Congreso de los Diputados al fine di sottolineare l’esigenza di una legge sulle

unioni di fatto, erano quelli elaborati da uno studio sociologico, si veda BOCG num. 154 del 22 giugno 2001.

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Si riporta l’art. 9.2 della Costituzione spagnola a norma del quale, “Corresponde a los poderes pùblicos promover las condiciones para que la libertad y la igualdad del individuo y de los grupos en que se integra sean reales y efectivas; remover los obstáculos que impidan o difficulten su plenitud y facilitar la participación de todos los ciudadanos en la vida politica, económica, cultural y social”. Si sottolinea che tale disposizione può essere considerata simile all’art. 3 comma 2 della Costituzione Italiana, ove si attribuisce alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l’eguaglianza di tutti i cittadini (…).

474 L’art. 10 CE, dispone che “La dignidad de la persona, los derechos inviolables que le son inherentes, el

libre desarrollo de la personalidad, respeto a la ley y a los derechos de los demás son fondamento del orden politico y de la paz social”.

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dignità della persone, i diritti inviolabili, il libero sviluppo della personalità, il rispetto della legge e il rispetto dei diritti altrui; ed infine, nell’art. 39 CE475 che attribuisce ai poteri pubblici il compito di assicurare la protezione sociale economica e giuridica della famiglia, senza fare alcun riferimento al matrimonio.

Nella VII legislatura si presentarono altre quattro proposte di legge concernenti la disciplina delle unioni di fatto: una, dal gruppo parlamentare Izquierda unida, il cui testo coincideva con quelle presentate in precedenza, una dal gruppo parlamentare socialista, una dal gruppo parlamentare catalano e la quarta dal gruppo parlamentare misto. Tutte le proposte sono state discusse nella stessa sessione e nessuna delle proposte è stata approvata. Ciò che però pare opportuno evidenziare è che “gli argomenti considerati fondamentali per le suddette proposte non erano diversi da quelli che l’opposizione ed altri gruppi parlamentari avevano già segnalato nelle precedenti legislature. Difatti, si sottolineava che la società spagnola sollecitava da tempo l’equiparazione degli effetti civili tra unioni di fatto e matrimonio civile, così come la disciplina delle situazioni convenzionali di mutuo aiuto. Tuttavia, se i gruppi parlamentari prima ponevano l’attenzione sulla definizione generale del concetto costituzionale di famiglia e sulla necessità di considerare le unioni di fatto come famiglia, nelle ultime proposte, spinti da una realtà sociale sempre più evidente, hanno ritenuto di dover includere tra le unioni diverse da quelle fondate sul matrimonio anche le unioni fra persone dello stesso sesso. Tale ultimo profilo, in realtà, era già incluso nelle leggi autonomiche adottate negli anni precedenti. Pertanto, tutti i gruppi parlamentari affermarono la necessità di non disciplinare solo le unioni di fatto eterosessuali, con una legge che sarebbe stata adottata comunque in ritardo, ma di riconoscere ed estendere gli effetti giuridici alle unioni di fatto indipendentemente dal

475 Si riporta quanto disposto all’art. 39 CE, “Los poderes públicos aseguran la protección social, económica y juridica de la familia. 2)Los poderes públicos aseguran, asimismo, la protección integral de los hiojos, iguales éstos ante la ley con indipendencia de su filiación, y de las madres, cualquiera que sea su estado civil. La ley posibilitará la investigación de la paternidad. 3) Los padres deben prestar asistencia de todo orden a los hijos habidos dentro o fuera del matrimonio, durante su minoria de edad y en los demás casos en que legalmente proceda.

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sesso dei conviventi, precisamente perché sono “coloro che non hanno altra scelta e stanno attendendo una regolamentazione civile con maggiore intensità””476.

I progetti di legge in commento proponevano alcune modifiche del Codice Civile, dello Statuto dei lavoratori, della Legge Generale di Sicurezza Sociale e della Legge sulle misure per l’esercizio della funzione pubblica, etc. In particolare, si propose di modificare l’art. 14.1 del Codice Civile estendendo la possibilità di avvicinamento al convivente; l’art. 15, in materia di acquisto della cittadinanza per il convivente; l’art. 144.1 in materia di alimenti, gli art. 181 e 184 concernenti la rappresentazione e difesa legale del partner assente della coppia; l’art. 202 sulla dichiarazione di incapacità dello stesso e degli artt. 913, 943 e 954 per la richiesta di inclusione del convivente in materia testamentaria. Altre proposte come quella del gruppo Izquierda Unida prevedevano la possibilità di adozione per entrambi i membri della coppia, richiedendosi la modifica degli artt. 175, 176 e 177 del Codice Civile.

Per quanto riguarda le proposte di modifica dello Statuto dei Lavoratori, si richiedeva l’esclusione dall’ambito di applicazione dello stesso per chi convivesse con il titolare, la concessione di quindici giorni di permesso per matrimonio o il riconoscimento di una unione di fatto, od ancora la concessione di due giorni di permesso lavorativo per incidente, decesso o ricovero in ospedale del convivente, inclusa la possibilità di concedere ulteriori giorni in caso di aiuto del partner malato, ed il diritto di trasferimento nella stessa località di destinazione del convivente. Inoltre, si evidenziava la necessità di una riforma della Legge generale di Sicurezza Sociale, con la quale disciplinare l’equiparazione del convivente al coniuge per quanto concerne l’indennità per morte, o l’equiparazione al coniuge per ricevere un’indennità speciale per motivo di infortunio sul lavoro o malattia professionale, e ovviamente, l’assistenza sanitaria.

In tale periodo, inoltre, furono presentate dai gruppi parlamentari di sinistra delle proposte di modifica degli articoli 44, 66 e 67 del Codice Civile, che sostituendo i termini “hombre y mujer” o “marido y mujer” con “toda persona” o “coniuge” avrebbero consentito anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso, di poter

476 Cfr. M.C. Pérez Villalobos, Las leyes autónomicas reguladoras de las parejas de hecho... cit., pp. 68 e

69, ed ivi l’intervento del rappresentante del gruppo parlamentare vasco, Diariode lCongreso, num. 24 del 19 settembre 2000.

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contrarre matrimonio. Il deputato del partito Izquierda Unida, Castro Fonseca, quando espresse le motivazioni di tale iniziativa sottolineò che “se la legge non verrà approvata non sarà una sconfitta per loro, perché si continuerà a lottare, e quindi a riproporla ancora” come poi è accaduto.

In tale quadro, il partito di maggioranza, ovvero il Partito Popolare pareva essere pronto ad una modifica della regolamentazione degli effetti civili concernenti le altre forme di convivenza distinte dal matrimonio. Si propose la disciplina di quello che fu definito “contrato de unión civil” in una Legge Organica sulle unioni civili, ma tale iniziativa fu solo annunciata. Si pensava che attraverso tale regolamentazione, evidentemente ispirata al francese Patto civile di solidarietà (PACS), si potevano far confluire in essa i diversi tipi di relazioni affettive, rinunciando all’equiparazione delle convivenze con il concetto di famiglia, ma disciplinando le relazioni di convivenza diverse da quelle fondate sul matrimonio mediante le vie contrattuali.

Infine, nell’attuale legislatura (VIII) sono state presentate altre proposte di legge. Inizialmente sembrava potesse concretizzarsi una legge sulle unioni di fatto, ma in seguito all’approvazione della legge che prevede la possibilità di contrarre matrimonio anche per le coppie omosessuali, ogni proposta di legge sulle convivenze è ‘scomparsa’ dai lavori del Congreso. Cosicché, dopo la modifica del Codice Civile è scomparsa la distinzione tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali, rimanendo aperto il problema dell’adozione per le coppie non unite in matrimonio. Tale ultimo aspetto risulta ancora molto dibattuto e, difatti, come si rileva, “in assenza di una legge statale sulle unioni di fatto, resta ancora pendente il giudizio del Tribunal Constitucional sul ricorso presentato contro l’art. 8 della Legge del Parlamento Vasco sulle unioni di fatto che prevede la possibilità di adozione congiunta per le coppie formate da persone dello stesso sesso. Probabilmente il TC attende prima di pronunciarsi il ricorso di legittimità nei confronti della legge sul matrimonio”477.

In definitiva, l’inattività parlamentare ha continuato ad alimentare i problemi già esistenti, dal momento che sempre più CCAA hanno adottato una disciplina sulle unioni di fatto eterosessuali ed omosessuali, lasciando alla giurisprudenza, non solo costituzionale, il compito di tutelare i diritti e di estendere gli stessi in via interpretativa,

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quando sarebbe più opportuno che tale funzione fosse svolta dal legislatore. A tal proposito si ricorda che il 12 dicembre 2002, è stato presentato un “recurso de amparo” dinnanzi il TC, con il quale si è richiesto il riconoscimento del matrimonio celebrato con rito gitano. In tal caso non si trattava del riconoscimento di una relazione di fatto, ma del riconoscimento della legalità di un matrimonio contratto seguendo una forma diversa da quella ‘tradizionale’. Dal momento che la disciplina delle forme di matrimonio è competenza esclusiva dello Stato solo una legge che fisserà il contenuto dell’art. 32 CE potrà chiarire le diverse situazioni, ed evitare che il giudice debba risolvere le sempre più numerose questioni sollevate e potenzialmente sollevabili478.

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